VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
BIBBIA MARTINI | VULGATA |
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1 Rendi onore al medico per ragione della necessità, perché egli è stato fatto dall'Altissimo; | 1 Honora medicum propter necessitatem : etenim illum creavit Altissimus. |
2 Perocché tutta la medicina viene da Dio, e sarà rimunerata dal re. | 2 A Deo est enim omnis medela, et a rege accipiet donationem. |
3 La scienza del medico lo innarzerà agli onori, ed ei sarà celebrato dinanzi ai grandi. | 3 Disciplina medici exaltabit caput illius, et in conspectu magnatorum collaudabitur. |
4 Egli è l'Altissimo, che creò dalla terra i medicamenti, e l'uomo prudente non gli avrà a schifo. | 4 Altissimus creavit de terra medicamenta, et vir prudens non abhorrebit illa. |
5 Un legno non raddolcì egli le acque amare? | 5 Nonne a ligno indulcata est aqua amara ? |
6 La virtù di questi appartiene alla cognizione degli uomini, e il Signore ne ha data ad essi la scienza, affin di essere onorato per le sue meraviglie. | 6 Ad agnitionem hominum virtus illorum : et dedit hominibus scientiam Altissimus, honorari in mirabilibus suis. |
7 Con questi egli cura, e mitiga i dolori, e lo speziale ne fa composizioni grate, e manipola unguenti salutari, e i suoi lavori non avran fine; | 7 In his curans mitigabit dolorem : et unguentarius faciet pigmenta suavitatis, et unctiones conficiet sanitatis : et non consummabuntur opera ejus. |
8 Perocché la benedizione di Dio tutta empie la terra. | 8 Pax enim Dei super faciem terræ. |
9 Figliuolo, quando se' malato, non disprezzare te stesso, ma prega, il Signore, ed egli ti guarirà. | 9 Fili, in tua infirmitate ne despicias teipsum : sed ora Dominum, et ipse curabit te. |
10 Allontanati dal peccato, e raddirizza le tue azioni, e monda il cuor tuo da ogni colpa. | 10 Averte a delicto, et dirige manus, et ab omni delicto munda cor tuum. |
11 Offerisci odor soave, e il fior di farina per memoria, e sia perfetta la tua obblazione; e poi da luogo al me dico; | 11 Da suavitatem et memoriam similaginis, et impingua oblationem, et da locum medico : |
12 Perché Dio lo ha istituito; ed egli non si parta da te, perché l'assistenza di lui è necessaria. | 12 etenim illum Dominus creavit, et non discedat a te, quia opera ejus sunt necessaria. |
13 Conciossiachè havvi un tempo, in cui dei cadere nelle mani d'alcuni di essi: | 13 Est enim tempus quando in manus illorum incurras : |
14 Ed eglino pregheranno il Signore, che secondi i loro lenitivi, e dia la sanità, alla quale è diretta la lor professione. | 14 ipsi vero Dominum deprecabuntur, ut dirigat requiem eorum, et sanitatem, propter conversationem illorum. |
15 Colui, che pecca sotto degli occhi di lui, che lo creò, caderà nelle mani del medico. | 15 Qui delinquit in conspectu ejus qui fecit eum, incidet in manus medici. |
16 Figliuolo, spargi lagrime sopra il morto, e come per duro avvenimento comincia a sospirare, e secondo il rito ricuopri il suo corpo, e non trascurare la sua sepoltura. | 16 Fili, in mortuum produc lacrimas, et quasi dira passus incipe plorare : et secundum judicium contege corpus illius, et non despicias sepulturam illius. |
17 E per non essere calunniato, fa amaro duolo per lui per un giorno, dipoi racconsolati per fuggir la tristezza: | 17 Propter delaturam autem amare fer luctum illius uno die, et consolare propter tristitiam : |
18 E fa il duolo secondo il merito della persona per un di, o due, per evitare le maldicenze; | 18 et fac luctum secundum meritum ejus uno die, vel duobus, propter detractionem : |
19 Perocché dalla tristezza vien presto la morte, e la malinconia del cuore deprime le forse, e curva il collo. | 19 a tristitia enim festinat mors, et cooperit virtutem, et tristitia cordis flectit cervicem. |
20 Collo star ritirato si mantien la tristezza, ed è la vita del povero, qual è il suo cuore. | 20 In abductione permanet tristitia, et substantia inopis secundum cor ejus. |
21 Non abbandonare il tuo cuore alla tristezza, ma cacciala da te, e ricordati del fine. | 21 Ne dederis in tristitia cor tuum, sed repelle eam a te, et memento novissimorum. |
22 Non te ne scordare; perocché di colà non si torna; e non gioverai niente ad altri, e farai male a te stesso. | 22 Noli oblivisci, neque enim est conversio : et huic nihil proderis, et teipsum pessimabis. |
23 Ricordati di quel, che o stato di me; perocché lo stesso sarà di te: oggi a me, domani a te. | 23 Memor esto judicii mei : sic enim erit et tuum : mihi heri, et tibi hodie. |
24 La requie del defunto renda per te tranquilla la memoria di lui, e tu il consola, mentre si parte da lui il suo spirito. | 24 In requie mortui requiescere fac memoriam ejus, et consolare illum in exitu spiritus sui. |
25 La sapienza si acquista dallo scriba nel tempo di libertà dagli affari, e chi ha poco da agire, acquisterà la sapienza. Di qual sapienza si empierà | 25 Sapientia scribæ in tempore vacuitatis, et qui minoratur actu sapientiam percipiet, qua sapientia replebitur. |
26 Colui, che mena l'aratro, e fa sua gloria di stimolare col pungolo i bovi, ed è tutto nei loro lavori, e non di scorre d'altro, che della progenie dei tori. | 26 Qui tenet aratrum, et qui gloriatur in jaculo, stimulo boves agitat, et conversatur in operibus eorum, et enarratio ejus in filiis taurorum. |
27 Il suo cuore è rivolto a tirare i solchi, e le sue vigilie a ingrassare le vacche. | 27 Cor suum dabit ad versandos sulcos, et vigilia ejus in sagina vaccarum. |
28 Cosi il legnaiuolo, e l'architetto lavorano la notte come il giorno: colui, che incide gli emblemi degli anelli, e coll'assiduo pensare ne diversifica la scultura: applica il suo cuore a imitar la pittura, e colle sue vigilie perfeziona il suo lavoro. | 28 Sic omnis faber et architectus, qui noctem tamquam diem transigit : qui sculpit signacula sculptilia, et assiduitas ejus variat picturam : cor suum dabit in similitudinem picturæ, et vigilia sua perficiet opus. |
29 Cosi il fabbro sedendo presso all'incudine intento al ferro, ch'ei mette in opera, il vapore del fuoco gli asciuga le carni, ed ei combatte cogli ardori della fornace: | 29 Sic faber ferrarius sedens juxta incudem, et considerans opus ferri : vapor ignis uret carnes ejus, et in calore fornacis concertatur. |
30 Egli ha intronate le orecchie dal suon de' martelli, e gli occhi fisi al modello dell'opra sua: | 30 Vox mallei innovat aurem ejus, et contra similitudinem vasis oculus ejus. |
31 Il suo cuore è inteso a finire i lavori, e colle sue vigilie gli orna, e gli perfeziona. | 31 Cor suum dabit in consummationem operum, et vigilia sua ornabit in perfectionem. |
32 Così colui, che fa i vasi di terra assiso al suo lavoro gira co' piedi la ruota, ed è sempre in sollecitudine per quel, che ha per le mani, e conta il numero di tutte le opere sue. | 32 Sic figulus sedens ad opus suum, convertens pedibus suis rotam, qui in sollicitudine positus est semper propter opus suum, et in numero est omnis operatio ejus. |
33 Colle sue braccia impasta la creta, e si incurva colla sua forza davanti a' suoi piedi. | 33 In brachio suo formabit lutum, et ante pedes suos curvabit virtutem suam. |
34 Il cuor di lui sarà inteso alla in verniciatura, e veglierà alla nettezza della fornace. | 34 Cor suum dabit ut consummet linitionem, et vigilia sua mundabit fornacem. |
35 Il forte di tutti costoro è nelle lor mani, e ognuno è sapiente nel suo mestiero: | 35 Omnes hi in manibus suis speraverunt, et unusquisque in arte sua sapiens est. |
36 Senza di loro non si fabbrica una città. | 36 Sine his omnibus non ædificatur civitas, |
37 Eglino però non abiteranno dappresso, e non anderanno girando, e non entreranno nelle adunanze. | 37 et non inhabitabunt, nec inambulabunt, et in ecclesiam non transilient. |
38 Non saranno assisi trai giudici, e non intenderanno le leggi giudiciali, e non insegneranno le regole della vita, e della giustizia, e non si metteranno ad esporre le parabole: | 38 Super sellam judicis non sedebunt, et testamentum judicii non intelligent, neque palam facient disciplinam et judicium, et in parabolis non invenientur : |