VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
34,1:Le vane speranze ec.Lo stolto volentieri si pasce di speranze vane e di bugie, credendo ai sogni, i quali lo inalzano nella sua guasta immaginazione a grandi felicità, lo fanno volare in alto, come ha propriamente il Greco. Fu una delle pazzie gentilesche il far caso de' sogni, per indovinare il futuro. I sogni, generalmente parlando, se a qualche cosa posson servire, potranno al più dare a noi indizio dello stato del corpo, della qualità degli umori, che più abbondano, ed anche delle inclinazioni che dominano l'anima nostra. Quindi Ippocrate trattò specialmente de' presagi, che posson trarsi da' sogni riguardo al malato e alla sua malattia.
34,3:Le visioni de' sogni ec. Quello, che si vede ne' sogni, è la rappresentazione vana di una cosa, rappresentazione, secondo la quale quel che si vede apparisce simile a quello che è: hoc secundum hoc.; come l'immagine dell'uomo nell'acqua, ovver nello specchio, non è l'uomo, ma all'uomo si rassomiglia; un fanciullo crederà, che questa immagine sia l'uomo stesso, ma non un uomo, che abbia senso e ragione: così è stolto chi alle cose sognate presta fede, come se fossero cose vere, o che do vessero veramente realizzarsi.
34,4:Una cosa immonda ec. Non si può pretendere di mondare una cosa con altra che è sporca e immonda, e non dee alcun uomo aspettarsi una verità da cosa tanto bu giarda, come è il sogno.
34,5:Gl'indovinamenti erronei ec. Tre specie d'imposture e di vanità sono qui condannate; primo, gli indovinamenti falsi, o per mezzo del diavolo, o per arte dei maghi e di simili empi ciarlatani; secondo, gli auguri che si prendevano dal volare, garrire ec. degli uccelli; terzo, i sogni dei malvagi, cioè i sogni, a'quali pongono mente gli uomini perversi, che non fan caso della legge di Dio, da cui è condannata tal vanità. Un filosofo burlandosi degli Ateniesi grandi osservatori de' sogni diceva loro: Voi non pensate mai a quello che fate quando vegliate, e state molto attenti a quel che vi passa per la testa quando dormite. Non si potrebbe egli dire altrettanto a molti Cristiani sfaccendati, i quali non hanno alcun più caldo pensiero, che di stare attenti a quel che sognan la notte per trarne dei numeri da arricchire? La qual mania mi dispiace, che si lasci accreditare col permettere, che corrano per le mani del rozzo popolo e delle donnacchere i libercoli stampati, ne' quali si insegna la interpretazione dei sogni rispetto a tal fine.
34,6:Il tuo spirito eziandio sarà, ec. Se tu credi agli indozzamenti e ai sogni, il tuo spirito diverrà come quello di una donna gravida, che è soggetta a molte fantasie, e immaginazioni stravaganti.
Eccetto, che fosse mandata dall'Altissimo la visione. Di sogni profetici mandati da Dio abbiamo vari esempi nelle Scritture. Tale fu quel di Giacobbe, Gen. XXVIII. 12., tali quelli di Giuseppe, Gen. XXXI.10. ec. E nel nuovo Testamento il sogno di s. Giuseppe, in cui Dio gli manifestò il mistero della incarnazione del Verbo, e quello de' Magi, Matt. II. 13. 19, ec. Della maniera di discernere i sogni mandati da Dio, vedi s. Gregor. Dialog. IV. 48. 49.
34,8:La parola della legge sarà perfetta, ec. La legge t'insegnerà tutto quello che dei fare o non fare per essere felice in questa vita e nell'altra; te l'insegnerà senza alcuna menzogna, perchè ogni menzogna è detestata da lei, e particolarmente queste menzogne de' sogni, indozzamenti e auguri; e di più tu troverai anche nella bocca de' sapienti fedeli le istruzioni di saviezza facili e piane, onde ben regolar la tua vita. Studia adunque la legge, e con sulta i saggi e timorati uomini, e non i maghi e gli indovini.
34,9:Chi non è stato tentato, ec. Chi non è stato provato colle tribolazioni e colla varietà degli avvenimenti, come Abramo, non può avere nè sperienza, mè que' lumi, che tanto giovano alla prudenza. Viene a parlare il Savio della utilità de' viaggi, ne' quali la cognizione delle cose del mondo, e gli accidenti o buoni o cattivi, ne' quali uno s'incontra, somministrano aiuti grandi per acquistare senno e prudenza. il Savio dice di sè, che egli viaggiò assai, vers. 12.
34,14:È custodito. Dio tien conto, ha cura di chi lo te me e della lor vita. Avendo detto, come Dio più volte lo avea salvato da' pericoli anche mortali, con tal occasione viene a parlare della carità di Dio verso tutti quelli che lo temono e sperano in lui.
34,21:Gl'insulti degli uomini ingiusti ec. È un insultare Dio l'offerire a lui oblazioni e vittime immonde, perchè acquistate dall'offerente per mezzo dell'iniquità e del peccato: e tali insulti non sono certamente graditi, vale a dire irritano il Signore e gridan vendetta nel cospetto di lui.
34,22:Il Signore solo (è ogni cosa) per quelli, ec. I giusti, che battono la via della verità e della giustizia, e aspettano con pazienza da Dio la perfetta loro liberazione, eglino a Dio dicono con Davidde: Che ho io nel cielo, e da te che volli io sopra la terra, Dio del cuor mio, e mia porzione in eterno? Psal. LXXIII. 26.
34,23:Non accetta i doni degl'iniqui, ec. Gli accetterebbe, se vedesse nel loro cuore lo spirito di penitenza e la volontà di emendarsi.
34,24:È come uno, che scanna un figliuolo ec.Il figliuolo è il povero, il padre egli è Dio: chi toglie al povero la sua roba, gli toglie la vita, ch'ei dovea sostentar con quel che gli fu rapito, e gliela toglie in faccia al padre, che è quasi un voler uccidere anche il padre.
34,25:Il pane del povero.Il pane guadagnato con molto sudore.
34,28-29:Se uno edifica, e un altro distrugge, ec. Il peccatore, che ruba al povero, e dipoi di quel che ha rubato ne offerisce doni e sacrifizi, questo peccatore fa figura di due persone diverse: in quanto offerisce sacrifizi egli è persona di pietà, che edifica, facendo un'opera buona; in quanto rapisce il bene del povero egli è un iniquo, che distrugge tutto il merito de' suoi sacrifizi; cosi nulla gli resta della fatica, ch'ei si prende in far sacrifizi, se non la stessa fatica inutile e infruttuosa. E siccome i sacrifizi erano accompagnati dalla orazione, aggiunge il Savio: Se uno prega, e uno manda maledizioni, di chi esaudirà la voce Iddio? Tu domandi e fai domandare per mezzo de' sacerdoti le grazie del Signore; ma il povero maltrattato da te ti manda imprecazioni e chiede vendetta da Dio contro di te: credi tu, che Dio voglia esaudir te piuttosto che il povero? Molti degli Scribi e dei Farisei a' tempi di Cristo facean consistere tutta la lor santità negli atti esteriori della religione, onde furon chiamati dal Salvatore sepolcri imbiancati. La vera pietà ha per base l'osservanza de' divini comandamenti, e parti colarmente del comandamento di amare il prossimo, onde dice l'Apostolo, che chi osserva questo adempie la legge.
34,30-31:Chi si lava per ragione di un morto ec. Chi avea toccato un morto o avesse assistito a' funerali, era immondo per sette giorni, alla fine de' quali si lavava e lavava anche le sue vesti, ed era asperso coll'acqua, in cui si metteva della cenere della vacca rossa. Vedi Num. XIX. II. 12. ec. Se uno adunque si lava e si monda per ragione di un morto affine di rientrare nel commercio degli uomini e aver parte alle cose sante, e di nuovo torna a toccare un morto, che gli giova l'essersi lavato, mentre torna a essere immondo com'era prima?Così non basta il digiunare e piangere i propri peccati; se non si abbandona effettivamente la colpa, Dio non esaudirà le orazioni di un uomo, il quale nello stesso tempo, che mostra di detestare il peccato, torna a commetterlo.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap