Ecclesiastico - 34

123456789101112131415161718192021222324252627282930313233343536373839404142434445464748495051

VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Vanità de' sogni, divinazioni, augurj. Utilità delle tentazioni. Beatitudine di chi teme Dio. Obblazioni di' peccatori abbominevoli negli occhi di Dio. Di colui, che fa penitenza, e non si astiene dal peccare. Chi esaudirà l'orazione di lui.

1Le vane speranze, e le menzogne sono per lo stolto; e i sogni levano in alto gli imprudenti.
2Come chi abbraccia l'ombra, e corre dietro al vento; così chi bada a false visioni:
3Le visioni de' sogni (sono) la somiglianza di una cosa; come l'immagine di un uomo dinanzi all'uomo.
4Una cosa immonda a qual altra darà mondezza? e da una cosa bugiarda, che può annunziarsi di vero?
5Gli indovinamenti erronei, e gli auguri bugiardi, e i sogni de' malvagi son vanità.
6Il tuo spirito eziandio sarà come quel di una partoriente, soggetto a' fantasmi. Non prenderti cura di tali cose, eccetto, che fosse mandata dall'Altissimo la visione;
7Perocché molti furono indotti in errore dai sogni, e si perderono per aver in essi posta fidanza.
8La parola della legge sarà perfetta, senza queste menzogne: e la sapienza sarà facile, e piena nella bocca dell'uom fedele.
9Chi non è stalo tentato, che sa egli? l'uomo sperimentato in molte cose, sarà molto riflessivo, e colui, che ha imparato molto, discorrerà con prudenza.
10Chi non ha sperienza, sa poche cose; ma colui, che è stato in molti luoghi, acquista molta sagacità.
11Chi non è stato tentato, quanto sa egli? Colui, che è stato ingannato, si fa sempre più scaltro.
12Molte cose vid'io in pellegrinando, e costumanze più di quel, ch'io possa dire.
13Per tal cagione alcune volte mi trovai in pericoli, anche di morte, e per grazia di Dio fui liberato.
14Lo spirito di quelli, che temono Dio, è custodito, e sarà benedetto dallo sguardo di lui;
15Perocché la loro speranza è riposta in colui, che li salva. E gli occhi di Dio son fisi sopra color, che lo amano;
16Non tremerà, e non avrà paura di cosa alcuna colui, che teme il Signore; perché questi è sua speranza.
17Beata l'anima di colui, che teme il Signore.
18A chi volge egli lo sguardo, e chi è sua fortezza?
19Gli occhi di Dio son fisi sopra color, che lo temono; egli il protettore possente, il presidio forte, il riparo contro gli ardori, ombreggiaamento contro la sferza del mezzodì,
20Ajuto per non inciampare, soccorso nelle cadute, egli, che innalza l'anima, e gli occhi illumina, da sanità, e vita, e benedizione.
21Immonda è l'obblazione di colui, che sacrifica cose di mal acquisto, e gli insulti degli uomini ingiusti non sono graditi.
22Il Signore solo (è ogni cosa) per quelli, i quali nella via della verità, e della giustizia lo aspettano con pazienza.
23L'Altissimo non accetta i doni degli iniqui, né volge l'occhio alle oblazioni degli iniqui, né per molti sagrifizj, che offeriscano, ei sarà propizio ai loro peccati.
24Chi offerisce sagrifizio della roba del povero è come uno, che scanna un figliuolo sotto gli occhi del padre.
25Il pane del povero egli è la sua vita; e chi glielo toglie è un uom sanguinario.
26Chi ad uno toglie il pane del sudore è come chi ammazza il suo prossimo.
27Sono fratelli colui, che sparge il sangue, e colui, che defrauda il mercenario.
28Se uno edifica, e un altro distrugge, che guadagneranno l'uno, e l'altro, se non la fatica?
29Se uno prega, e l'altro manda maledizioni, di chi esaudirà la voce Iddio?
30Chi si lava per ragione di un morto, e lo tocca di bel nuovo, che giova a lui l'essersi lavato?
31Cosi l'uom, che digiuna pe'suoi peccati, e li commette di nuovo, qual profitto cava dalla sua mortificazione? Chi esaudirà l'orazione di lui?
Note:

34,1:Le vane speranze ec.Lo stolto volentieri si pasce di speranze vane e di bugie, credendo ai sogni, i quali lo inalzano nella sua guasta immaginazione a grandi felicità, lo fanno volare in alto, come ha propriamente il Greco. Fu una delle pazzie gentilesche il far caso de' sogni, per indovinare il futuro. I sogni, generalmente parlando, se a qualche cosa posson servire, potranno al più dare a noi indizio dello stato del corpo, della qualità degli umori, che più abbondano, ed anche delle inclinazioni che dominano l'anima nostra. Quindi Ippocrate trattò specialmente de' presagi, che posson trarsi da' sogni riguardo al malato e alla sua malattia.

34,3:Le visioni de' sogni ec. Quello, che si vede ne' sogni, è la rappresentazione vana di una cosa, rappresentazione, secondo la quale quel che si vede apparisce simile a quello che è: hoc secundum hoc.; come l'immagine dell'uomo nell'acqua, ovver nello specchio, non è l'uomo, ma all'uomo si rassomiglia; un fanciullo crederà, che questa immagine sia l'uomo stesso, ma non un uomo, che abbia senso e ragione: così è stolto chi alle cose sognate presta fede, come se fossero cose vere, o che do vessero veramente realizzarsi.

34,4:Una cosa immonda ec. Non si può pretendere di mondare una cosa con altra che è sporca e immonda, e non dee alcun uomo aspettarsi una verità da cosa tanto bu giarda, come è il sogno.

34,5:Gl'indovinamenti erronei ec. Tre specie d'imposture e di vanità sono qui condannate; primo, gli indovinamenti falsi, o per mezzo del diavolo, o per arte dei maghi e di simili empi ciarlatani; secondo, gli auguri che si prendevano dal volare, garrire ec. degli uccelli; terzo, i sogni dei malvagi, cioè i sogni, a'quali pongono mente gli uomini perversi, che non fan caso della legge di Dio, da cui è condannata tal vanità. Un filosofo burlandosi degli Ateniesi grandi osservatori de' sogni diceva loro: Voi non pensate mai a quello che fate quando vegliate, e state molto attenti a quel che vi passa per la testa quando dormite. Non si potrebbe egli dire altrettanto a molti Cristiani sfaccendati, i quali non hanno alcun più caldo pensiero, che di stare attenti a quel che sognan la notte per trarne dei numeri da arricchire? La qual mania mi dispiace, che si lasci accreditare col permettere, che corrano per le mani del rozzo popolo e delle donnacchere i libercoli stampati, ne' quali si insegna la interpretazione dei sogni rispetto a tal fine.

34,6:Il tuo spirito eziandio sarà, ec. Se tu credi agli indozzamenti e ai sogni, il tuo spirito diverrà come quello di una donna gravida, che è soggetta a molte fantasie, e immaginazioni stravaganti.
Eccetto, che fosse mandata dall'Altissimo la visione. Di sogni profetici mandati da Dio abbiamo vari esempi nelle Scritture. Tale fu quel di Giacobbe, Gen. XXVIII. 12., tali quelli di Giuseppe, Gen. XXXI.10. ec. E nel nuovo Testamento il sogno di s. Giuseppe, in cui Dio gli manifestò il mistero della incarnazione del Verbo, e quello de' Magi, Matt. II. 13. 19, ec. Della maniera di discernere i sogni mandati da Dio, vedi s. Gregor. Dialog. IV. 48. 49.

34,8:La parola della legge sarà perfetta, ec. La legge t'insegnerà tutto quello che dei fare o non fare per essere felice in questa vita e nell'altra; te l'insegnerà senza alcuna menzogna, perchè ogni menzogna è detestata da lei, e particolarmente queste menzogne de' sogni, indozzamenti e auguri; e di più tu troverai anche nella bocca de' sapienti fedeli le istruzioni di saviezza facili e piane, onde ben regolar la tua vita. Studia adunque la legge, e con sulta i saggi e timorati uomini, e non i maghi e gli indovini.

34,9:Chi non è stato tentato, ec. Chi non è stato provato colle tribolazioni e colla varietà degli avvenimenti, come Abramo, non può avere nè sperienza, mè que' lumi, che tanto giovano alla prudenza. Viene a parlare il Savio della utilità de' viaggi, ne' quali la cognizione delle cose del mondo, e gli accidenti o buoni o cattivi, ne' quali uno s'incontra, somministrano aiuti grandi per acquistare senno e prudenza. il Savio dice di sè, che egli viaggiò assai, vers. 12.

34,14:È custodito. Dio tien conto, ha cura di chi lo te me e della lor vita. Avendo detto, come Dio più volte lo avea salvato da' pericoli anche mortali, con tal occasione viene a parlare della carità di Dio verso tutti quelli che lo temono e sperano in lui.

34,21:Gl'insulti degli uomini ingiusti ec. È un insultare Dio l'offerire a lui oblazioni e vittime immonde, perchè acquistate dall'offerente per mezzo dell'iniquità e del peccato: e tali insulti non sono certamente graditi, vale a dire irritano il Signore e gridan vendetta nel cospetto di lui.

34,22:Il Signore solo (è ogni cosa) per quelli, ec. I giusti, che battono la via della verità e della giustizia, e aspettano con pazienza da Dio la perfetta loro liberazione, eglino a Dio dicono con Davidde: Che ho io nel cielo, e da te che volli io sopra la terra, Dio del cuor mio, e mia porzione in eterno? Psal. LXXIII. 26.

34,23:Non accetta i doni degl'iniqui, ec. Gli accetterebbe, se vedesse nel loro cuore lo spirito di penitenza e la volontà di emendarsi.

34,24:È come uno, che scanna un figliuolo ec.Il figliuolo è il povero, il padre egli è Dio: chi toglie al povero la sua roba, gli toglie la vita, ch'ei dovea sostentar con quel che gli fu rapito, e gliela toglie in faccia al padre, che è quasi un voler uccidere anche il padre.

34,25:Il pane del povero.Il pane guadagnato con molto sudore.

34,28-29:Se uno edifica, e un altro distrugge, ec. Il peccatore, che ruba al povero, e dipoi di quel che ha rubato ne offerisce doni e sacrifizi, questo peccatore fa figura di due persone diverse: in quanto offerisce sacrifizi egli è persona di pietà, che edifica, facendo un'opera buona; in quanto rapisce il bene del povero egli è un iniquo, che distrugge tutto il merito de' suoi sacrifizi; cosi nulla gli resta della fatica, ch'ei si prende in far sacrifizi, se non la stessa fatica inutile e infruttuosa. E siccome i sacrifizi erano accompagnati dalla orazione, aggiunge il Savio: Se uno prega, e uno manda maledizioni, di chi esaudirà la voce Iddio? Tu domandi e fai domandare per mezzo de' sacerdoti le grazie del Signore; ma il povero maltrattato da te ti manda imprecazioni e chiede vendetta da Dio contro di te: credi tu, che Dio voglia esaudir te piuttosto che il povero? Molti degli Scribi e dei Farisei a' tempi di Cristo facean consistere tutta la lor santità negli atti esteriori della religione, onde furon chiamati dal Salvatore sepolcri imbiancati. La vera pietà ha per base l'osservanza de' divini comandamenti, e parti colarmente del comandamento di amare il prossimo, onde dice l'Apostolo, che chi osserva questo adempie la legge.

34,30-31:Chi si lava per ragione di un morto ec. Chi avea toccato un morto o avesse assistito a' funerali, era immondo per sette giorni, alla fine de' quali si lavava e lavava anche le sue vesti, ed era asperso coll'acqua, in cui si metteva della cenere della vacca rossa. Vedi Num. XIX. II. 12. ec. Se uno adunque si lava e si monda per ragione di un morto affine di rientrare nel commercio degli uomini e aver parte alle cose sante, e di nuovo torna a toccare un morto, che gli giova l'essersi lavato, mentre torna a essere immondo com'era prima?Così non basta il digiunare e piangere i propri peccati; se non si abbandona effettivamente la colpa, Dio non esaudirà le orazioni di un uomo, il quale nello stesso tempo, che mostra di detestare il peccato, torna a commetterlo.

Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap