Lettera ai Galati - 1

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Riprende i Galati, perche si fossero lasciati distogliere dalla verità, che avevano appresa da lui, mentre questa sola è da tenersi, ed egli non l'aveva imparata dagli uomini, ma gli era stata rivelata da Gesù Cristo, e la aveva insegnata con tanto zelo, con quanto la aveva prima impugnata. Narra, come Dio lo aveva segregato per il ministero evangelico.

1Paolo creato Apostolo non dagli uomini, né per mezzo di un uomo, ma da Gesù Cristo, e da Dio Padre, che lui risuscitò da morte:
2E tutti i fratelli, che sono meco, alle Chiese della Galazia.
3Grazia a voi, e pace da Dio Padre, e dal Signor nostro Gesù Cristo,
4Il quale diede se stesso pe' nostri peccati, per cavarci dal presente secolo maligno secondo la volontà di Dio, e padre nostro,
5Cui è gloria ne' secoli de' secoli: cosi sia.
6Mi stupisco, come così presto fate passaggio da colui, che vi chiamò alla grazia di Cristo, ad un altro vangelo:
7Sebbene non ve n'è altro, ma vi sono alcuni, che vi sconturbano, e voglion capivoltare il Vangelo di Cristo.
8Ma quand'anche noi, o un Angelo del cielo evangelizzi a voi oltre quello, che abbiamo a voi evangelizzato, sia anatema.
9Come dissi per l'innanzi dico anche adesso: se alcuno evangelizzerà a voi oltre quello, che avete appreso, sia anatema.
10Imperocché al dì d'oggi predico io gli uomini, o Dio? Cerco io forse dipiacere agli uomini: Se tuttora piacessi agli uomini, non sarei servo di Cristo.
11Or vi fo sapere, o fratelli, come il vangelo, che è stato evangelizzato da me, non è cosa umana:
12Imperocché non lo ho ricevuto, né lo ho imparato da un uomo, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
13Imperocché voi avete sentito dire, com'io mi diportassi una volta nel giudaismo, come formisura io perseguitava la Chiesa di Dio, e la devastava,
14E mi avanzava nel giudaismo sopra molti miei coetanei della mia condizione, più gran zelatore essendo delle paterne mie tradizioni.
15Ma allorché piacque a colui, che mi aveva segregato fin dall'utero di mia madre, ed il quale per sua grazia mi chiamò,
16Di rivelare a me il suo figliuolo, affinchè io lo predicassi alle genti, subitamente non presi consiglio dalla carne, e dal sangue,
17Né andai a Gerusalemme da quegli, che erano Apostoli prima di me, ma me ne andai nell'Arabia, e di nuovo ritornai a Damasco:
18Indi tre anni dopo andai a Gerusalemme per visitare Pietro, e stetti presso di lui quindici giorni:
19Alcun altro non vidi degli Apostoli, ma solo Giacomo fratello del Signore.
20In quello, che a voi scrivo, testimone presente è Dio, che io non mentisco.
21Di poi andai ne' paesi della Siria, e della Cilicia.
22Né io era conosciuto di vista dalle Chiese di Cristo nella Giudea:
23E solamente avevan sentito dire: colui, che una volta ci perseguitava, evangelizza ora la fede, cui già detestava;
24E per causa mia glorificavano il Signore.
Note:

1,1:Creato Apostolo non dagli uomini, nè per mezzo di un uomo, ec. Con queste parole previene l'Apostolo una obbiezione, che gli era fatta da' suoi emoli. Io, dice egli, non ho ricevuta la mia missione nè dagli Apostoli, nè da alcun altro uomo. Ma ciò che monta, se io la ricevetti immediatamente da Gesù Cristo, e da Dio Padre, e da Gesù Cristo la ricevetti non vivente sulla terra, ma risuscitato da morte, e glorioso, e sedente alla destra del Padre? Dicendo, che da Cristo, e dal Padre, e non da un uomo egli ha avuto l'Apostolato, la divinità ne dimostra del medesimo Cristo, e la sua uguaglianza col Padre.

1,2:E tutti i fratelli, che sono meco. Può significare (secondo alcuni Interpreti) i Cristiani della città, donde scrisse Paolo questa sua lettera. Ma più verisimilmente intende Paolo i suoi compagni, gli operai del Vangelo, che lo seguivano ne' suoi viaggi, come Timoteo, Clemente ec. E ciò sembra naturalmente indicarsi con queste parole: i fratelli, che sono meco. Vedi Filip. IV. 21. 22.

1,4-5:Diede se stesso pe' nostri peccati, per cavarci ec. Diede se stesso alla morte per cancellare i nostri peccati col suo proprio sangue, e per separarci dall'amore, e dalla conformità del secolo presente, e dalla depravazione de' costumi regnante nello stesso secolo.
Secondo la volontà di Dio, e Padre ec. Tutto ciò fece Cristo non solo di piena sua volontà, ma anche secondo il decreto eterno di Dio, che è nostro Padre, a cui per benefizio sì grande gloria debbesi, e laude da tutti gli uomini per tutti i secoli.

1,6:Mi stupisco, come cosi presto fate passaggio da colui, ec. Cominciando l'Apostolo a entrare nell'argomento di questa sua lettera, dimostra primieramente, che tale opinione egli aveva dei Galati, che tutt'altro si sarebbe da essi aspettato, che quello che pur era costretto a deplorare. Mi stupisco, che così presto vi siate di menticati non dico di me, e della mia predicazione, ma di Dio, che vi chiamò ad aver parte alla grazia di Cristo (cioè alla gratuita giustificazione acquistata agli uomini da Cristo) per passare ad un'altra nuova dottrina, che qual nuovo Vangelo si spaccia presso di voi, per passare dal cristianesimo al giudaismo.

1,7:Sebbene non ve n'è altro, ma vi sono ec. Dissi ad un altro Vangelo, quantunque in verità altro Vangelo non v'ha fuori di quello, che è stato a voi predicato; imperocchè un Vangelo falso non è Vangelo, se non che con tal nome le loro menzogne ricuoprono coloro, che turbano gli animi vostri, e tentano di pervertire il Vangelo di Cristo.

1,8:Ma quand'anche noi, od un angelo del cielo evangelizzi a voi oltre ec. Dimostra l'immutabilità della dottrina cristiana, la quale venendo da Dio non può cangiarsi giammai, nè è lecito di aggiugnervi, e quando ciò si facesse o da un uomo, od anche, per impossibile, da un Angelo del cielo, contro un tal novatore fulmina Paolo l'eterna maledizione. Lo Spirito santo mandato da Gesù Cristo agli Apostoli insegnò loro, e per mezzo loro alla Chiesa tutte le verità appartenenti alla fede di Cristo. Queste verità contenute o implicitamente, o esplicita mente nella Scrittura, e nella tradizione della Chiesa sono il prezioso deposito confidato alla medesima Chiesa, de posito, che ella conserverà incorrotto ed intero fino alla fine de' secoli, e chiunque ad esso pretenderà o di togliere, o di aggiugnere alcuna cosa, sarà separato dalla comunione della Chiesa, come è stato fatto contro tutti gli eretici dal principio della Chiesa fino a questi ultimi tempi. Così contro gli Ariani nel gran concilio di Nicea, contro gli Eutichiani in quello di Calcedonia, e così finalmente contro i Calvinisti, Luterani, e simili novatori nel sagrosanto concilio di Trento.

1,9:Come dissi per l'innanzi, ec. Ripete lo stesso comando, perchè molto importava, che fosse altamente impresso negli animi di tutti i fedeli, e perchè i Galati gran bisogno avevano, che fosse loro rimesso dinanzi agli occhi.

1,10:Al di d'oggi predico io gli uomini, o Dio? Cerco io forse ec. Dopo che io di Fariseo sono divenuto per grazia, e misericordia divina, Apostolo di Gesù Cristo, predico io forse gli uomini, vale a dire dottrine, e tradizioni umane, come quelle de' Farisei, ovvero predico Dio, cioè la dottrina, e la verità, che da Dio stesso è stata a me rivelata? Forse cerco io nella mia predicazione di rendermi grato agli uomini, e di meritare la loro approvazione, come io faceva una volta nel giudaismo? Ma voi sapete, come quelli, che prima mi amavano, ora mi odiano, e mi perseguitano; nè io potrei a quelli piacere, ed essere a un tempo servo di Cristo, e se avessi voluto conservarmi la grazia loro, non avrei parte adesso alla grazia di Cristo.

1,11-12:Vi fo sapere, o fratelli, come il Vangelo, che è stato ec. Non poteva io aver in mira la grazia, e l'approvazione degli uomini nella predicazione del Vangelo perchè niuna parte hanno avuto gli uomini allo stesso Vangelo, nè dagli uomini è stato inventato, nè dagli uomini è stato a me insegnato. Da Cristo io l'apparai per una immediata rivelazione, in cui furono tutti a me scoperti i misteri di Cristo, de' quali nulla aveva io udito nè dall'antico mio maestro Gamaliele, nè da altro uomo vi vente. Vedi gli Atti cap. IX.

1,13:Imperocchè voi avete sentito dire, com' io ec. Fa vedere, che non aveva potuto in alcun modo aver imparato dagli uomini il suo Vangelo. Io, che era, come voi pur sapete, furioso nimico di Cristo, e della sua Chiesa, di repente divengo servo di Cristo, e predicator del Vangelo al tempo stesso. Può ella essere opera umana un cangiamento di cuore sì grande e si repentino, ovvero la subitanea trasformazione di settatore studioso, e zelante della dottrina farisaica in predicatore della dottrina di Cristo? Questo è l'argomento dell'Apostolo, in questo e ne' seguenti versetti, dove con molta umilta espone quello che era stato, e lo paragona con quello che subi taneamente divenne per grazia di Cristo.

1,14:Zelatore essendo delle paterne mie tradizioni. Egli era Fariseo figliuolo di Fariseo. Vedi Atti XXIII. 6.

1,15:Ma allorchè piacque a colui, che mi avea segregato. Parla della sua predestinazione all'Apostolato, e alla predicazione del Vangelo; e nello stesso modo si dice segregato pel Vangelo di Dio negli Atti XIII. 2. Rom. I, I.
Fin dall'utero di mia madre.È una maniera di parlare simile a quella: prima della creazione del mondo: dall'origine del mondo: dalla fondazione del mondo: le quali significano lo stesso, che ab eterno.
Il quale per sua grazia mi chiamò. Mi chiamò efficacemente all'Apostolato nello stesso punto della mia conversione.

1,16:Di rivelare a me il suo Figliuolo, ec. Queste parole pendono dal verbo piacque, al principio del versetto precedente, e con esse indica Paolo l'interna altissima rivelazione, che a lui fu fatta de' misteri di Cristo, affinchè gli predicasse a' Gentili. Questa rivelazione si crede avvenuta ne' tre giorni passati dall'Apostolo in perpetuo digiuno, e orazione. Atti IX.
Subitamente non presi consiglio dalla carne, e dal sangue. Ubbidi subito alla vocazione divina, nè pensai a prendere consiglio da alcun uomo mortale, e neppur agli stessi Apostoli comunicai allora la mia dottrina, e l'impresa della mia predicazione: non sottoposi all'esame degli uomini il Vangelo comunicatomi da Dio per immediata rivelazione.

1,17:Ma me n'andai nell'Arabia. Gli Arabi adunque furono i primi, che udirono la voce del nuovo Apostolo. Di questo viaggio non parla s. Luca, forse perchè non era allora con Paolo.

1,18:Tre anni dopo. Dopo la conversione; e questi tre anni gli passò la maggior parte nell'Arabia, e una parte in Damasco, o all'intorno.
Per visitare Pietro. La voce greca propriamente si usa, quando si tratta di cose, o persone molto eccellenti, e degne di essere vedute, e conosciute dappresso. Andò adunque Paolo a visitare il primo Apostolo non per im parare da questo il Vangelo, ma per conoscerlo, e rendere onore al capo del collegio Apostolico, e di tutta la Chiesa; per apprendere il Vangelo da Pietro pochi sarebbero stati i quindici giorni, che Paolo si stette con esso.

1,19:Ma solo Giacomo fratello del Signore. Giacomo figliuolo di Alfeo, fratello, cioè cugino di Cristo, e vescovo di Gerusalemme.

1,22:Nè io era conosciuto di vista dalle Chiese... nella Giudea. Nè in alcuna adunque di quelle Chiese, ne da' pastori di esse imparai il Vangelo.

1,24:E per causa mia glorificavano il Signore. A Dio attribuivano la mia conversione, e il mio Apostolato, e a lui ne davano lode.

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