Ecclesiastico - 21

123456789101112131415161718192021222324252627282930313233343536373839404142434445464748495051

VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Insegna come conviene guardarsi da ogni peccato, e particolarmente dà certi peccati, de' quali parla.

1Figliuolo, hai tu peccato? non peccar più: ma fa anche orazione per le colpe passate, affinchè ti sian rimesse.
2Come della faccia di un serpente, cosi fuggi dal peccato, perché se a lui ti accosterai, ti morderà.
3I suoi denti sono denti di leone, che uccidono le anime degli uomini.
4Ogni colpa è come una spada a due tagli: le sue ferite sono insanabili.
5L'arroganza, e gli oltraggi man dano in fumo le ricchezze: e la casa più facoltosa si spianterà per la superbia; cosi i beni del superbo saranno annichilati.
6Dalla bocca del povero la preghiera giungerà fino alle orecchie di Dio, e tosto sarà a lui renduta giustizia.
7L'odiare la correzione è indizio di uom peccatore; ma chi teme Dio rientrerà in se stesso.
8Il potente si fa conoscere da lungi coll'audacia della lingua; ma l'uom sensato sa schivarlo.
9Chi la propria casa edifica a spese altrui, è come chi le sue pietre mette insieme per fabbricare nell'inverno.
10La sinagoga de' peccatori è una massa di stoppa, e la loro fine è il fuoco ardente.
11La via de' peccatori è lastricata di pietre lisce, ma ella va a finire nell'inferno, nelle tenebre, e ne' tormenti.
12Chi custodisce la giustizia, ne comprende lo spirito.
13La perfezione del timore di Dio è saggezza, e intelligenza.
14Chi non è saggio nel bene, non farà acquisto di scienza.
15E v'ha una saggezza feconda di male; ma dov' è malizia, non v'è la prudenza.
16La scienza del saggio si spande, come una piena d'acque; e i suoi consigli son come una fonte perenne di vita.
17Il cuore dell'insensato è come un vaso rotto: ei non può ritenere nissuna parte di saggezza.
18Qualunque buona parola, che ascolti l'uom saggio, la loderà, e se la applicherà: la ascolterà un uom dato al piacere, e gli dispiacerà, e se la getterà dietro alle spalle.
19I discorsi dello stolto son come un fardello per viaggio; ma sulle labbra dell'uom sensato si trova la grazia.
20La bocca dell'nom prudente è desiderata nelle adunanze, e le parole di lui ciascuno le medita in cuor suo.
21La saggezza è per lo stolto come una casa in rovina, e la scienza dell'insensato consiste in parole inintelligibili.
22La scienza è per lo stolto come ceppi a' piedi, e come catene alla sua destra mano.
23Il fatuo se ride, alza la voce; ma l'uomo saggio appena sorrìde senza rumore.
24La scienza è all'uom prudente un ornamento di oro, e come un braccia letto alla mano destra.
25Lo stolto mette facilmente il pie in casa d'altri, ma l'uomo, che ha sperienza, si vergogna in faccia dei grandi.
26Lo stolto guarda nella casa per la finestra; ma l'uom discreto se ne sta di fuori.
27E cosa da stolto lo stare a origliare alla porta: e l'uom prudente non sopporterà simile infamia.
28Le labbra degli imprudenti raccontano cose assurde: ma le parole de' saggi saran pesate sulla bilancia.
29Il cuor degli stolti è nella loro bocca: e la bocca de' saggj è nel cuor loro.
30Quando l'empio maledice il diavolo, maledice l'anima propria.
31Il detrattore contamina l'anima propria, e dapertutto sarà odiato, e chi converserà con lui sarà mal visto: ma l'uomo, che sa tacere; ed ha prudenza, sarà onorato.
Note:

21,1:Non peccar più: ec. Siccome chi è caduto una volta si guarda attentamente da' pericoli di ricadere, e chi fu ferito una volta bada di non esser nuovamente ferito; così chi ha peccato una volta dee guardarsi di peccar la seconda; sì perchè più difficilmente si curano due ferite dell'anima, che una sola, e sì perchè il ritornare al peccato è indizio di protervia e malizia più grande, la quale disgusta forte il Signore, onde più difficile si rende la impetrazione del perdono. Ma fa' anche orazione ec. S. Agostino de nupt. et concup. lib. I. 26. osservò, che se per esser libero dal peccato servisse il non più peccare, non si aggiungerebbon queste parole: Fa' anche orazione per le colpe passate, affinchè ti sieno rimesse. Rimangono adunque (segue egli a dire), se non sono rimesse; e come rimangono se son già passate, se non perchè sono passate quanto all'atto, ma restano quanto al reato?

21,2:Come dalla faccia di un serpente, ec. Allude al serpente, che indusse Eva a peccare.

21,4:Le sue ferite sono insanabili. La sola mano del Medico onnipotente può curarle e guarirle; del rimanente elle di lor natura sono mortali, onde dice la Chiesa, che Dio la sua onnipotenza dimostra massimamente nel perdonare e nell'usare di sua misericordia verso del peccatore. Orat. Dom. X. Post. Pent.

21,5-6:L'arroganza e gli oltraggi ec. Il ricco arrogante, che strapazza il suo prossimo, impoverirà, perocchè si tirerà addosso le liti e mille altre sciagure. Insegna adunque, che a conservare anche i beni temporali è infinitamente utile l'umiltà e la mansuetudine. Ne rende questa ragione nel versetto seguente, che Dio esaudisce i poveri maltrattati dal ricco arrogante, e fa ad essi giustizia, liberandoli dalle violenze e punendo l'iniquo oppressore.

21,7:Rientrerà in se stesso. Ascolta la correzione, rientra in se stesso, e riconosce il suo fallo e si emenda.

21,8:Sa schivarlo. Sa tenersi lontano da lui; perchè se la gente stolta e ignorante ne fa conto per la sua franchezza e petulanza nel parlare, il saggio sa che da un tal uomo convien guardarsi e fuggirlo. Nel latino il verbo labi è posto in vece di elabi, e in tal guisa si accorda la Volgata col testo originale.

21,9:Chi la propria casa edifica ec. Chi colle ingiustizie, colle angherie, colle rapine ec., si arricchisce, è simile a uno, che si mette a fabbricare nell'inverno; perocchè siccome fabbricando in tale stagione, l'edificio non sarà stabile, ma rovinerà facilmente; così chi la sua fortuna innalza sulle rovine del prossimo non goderà lungamente de'frutti di sua ingiustizia.

21,10:La sinagoga de' peccatori è una massa di stoppa. Tutta la turba de' peccatori non è altro dinanzi a Dio, se non una massa di stoppa destinata ad ardere nel fuoco eterno. Ecco quanto vile e spregevole e misera cosa sieno tutti insieme i cattivi con tutta la loro apparente grandezza e felicità.

21,12:Chi custodisce la giustizia, ec. Ovvero: chi custodisce la legge di giustizia, comprende lo spirito della stessa legge, e il fine e le ragioni di essa, e quanto ella sia giusta e santa e utile al vero bene dell'uomo, e per conseguenza quanto ella sia da amarsi e da aversi in sommo pregio.

21,13-15:La perfezione del timore di Dio ec. il perfetto timor di Dio (che consiste nella perfetta osservanza della legge) egli è la vera sapienza e intelligenza: quindi apparisce come la vera scienza, non quella che gonfia, ma quella che edifica, non può essere in chi non è saggio nel bene, in chi non ama e non fa il bene. Havvi veramente una sapienza falsa, industriosa a mal fare, ricca di opere malvage, ma questa non è la sapienza secondo Dio, che viene da Dio, e ingiustamente si chiama sapienza dagli uomini carnali, che non conoscon la vera; conciossiachè questa vera sapienza non può star insieme colla malizia. La voce amaritudo è usata a significare la malizia, il peccato, Deuter. XXIX. 12.

21,16-17:La scienza del saggio si spande ec. L'uomo, che ha il dono della sapienza, è buono non solamente per sè, ma anche per molti altri, perchè egli spanderà la sua scienza a benefizio del prossimo, comunicando ad essi la stessa sua sapienza, come un canale ricco di acque innaffia e feconda le campagne; così egli co' suoi buoni consigli sarà fonte perenne di vita e di salute per molti altri. Al contrario lo stolto non ritiene per sè nessuna parte, nissun principio di saviezza; così non è buono nè per sè, nè per gli altri.

21,19:Son come un fardello per viaggio. Sono peso, e noia, e molestia a chi viaggia con lui i discorsi dello stolto; per lo contrario sono dolci, e soavi, e attissimi ad alleggerire la fatica del viaggio i buoni e utili ragionamenti de' saggi.

21,21:La saviezza è per lo stolto come una casa in rovina, ec. Questa prima parte del versetto è illustrata dalla seconda, onde tale è il senso: Se lo stolto o ascoltando i saggi o leggendo i lor documenti viene a far qualche provisione di saviezza, questa sua saviezza è simile a una fabbrica che rovina, dove tutto è confusione e disordine, e dove accanto, verbi grazia, a una bella stanza, che sta ancora in piedi, si vede una massa di pietre, di calcinacci, di legni rotti: così lo stolto co' bei sentimenti accattati da altri mesce e confonde detti insulsi, massime storte e contradittorie, e parole intralciate da non intendersi nè da lui nè da altri.

21,22:La scienza è per lo stolto ec. La scienza, cioè la sapienza, è odiata dallo stolto, ed eccone la ragione; perchè i documenti di lei sono per esso come ceppi e catene, che restringono e frenano le passioni, e non permetterebbono, che egli potesse camminare e operare secondo il suo capriccio, e secondo le inclinazioni della con cupiscenza.

21,23:Il fatuo, se ride, ec. È commendata la modestia e la ritenutezza nel riso, come segno di animo grave e composto; perocchè lo sghignazzare o fuor di tempo o senza misura indica animo leggero e incostante. Vedi quello, che della sorella Gorgonia dice il Nazianzeno nella orazione in lode di essa, e s. Clem. di Aless. Paedagog. lib. II.5.

21,25:Lo stolto mette facilmente il piè in casa d'altri. Per vedere e spiar quello che ivi si faccia, particolarmente se sono case di gran signori. Curiosità vergognosa, e che sovente produce pessimi effetti: quindi soggiunge il Savio, che l'uomo di sperienza, che sa le regole del vivere, è verecondo e pauroso, particolarmente quando ha da trattare co' grandi; onde non solo non si ficca per le case loro, ma ne sta lungi quanto può. Un filosofo cristiano disse molto bene, che moltissimi mali vengono all'uomo dal non sapere starsene nella propria camera; e Socrate citava sovente quel verso di Omero, che dice di badare
A quel, che bene o male in nostra casa
Si faccia.

21,26:Guarda nella casa per la finestra. Anche in questo e nel versetto che segue è biasimata la matta e imprudente curiosità di sapere i fatti altrui. Nell'Oriente le finestre hanno non vetri, nè imposte, ma semplici gelosie, onde a traverso di esse non è difficile di vedere quel che si fa in una casa.
Ma l'uom discreto se ne sta di fuori. Se ha bisogno di parlare ad alcuno di quella casa, picchierà e si starà di fuori aspettando che quegli venga.

21,27:Non sopporterà simile infamia. Ho tradotto ambiguamente, come sta questo versetto nella Volgata. Vuol dir adunque: primo, l'uomo prudente giudicherà cosa infame lo stare a origliare alla porta d'un altro; secondo, l'uomo prudente non sopporterà, non potrà soffrire cosa sì infame, e se ne lamenterà altamente.

21,29:Il cuor degli stolti è nella loro bocca: ec. Gli stolti non hanno cuore nel petto, lo hanno solamente nella bocca: così parlano senza pensare, parlano per parlare: i saggi hanno un cuore, col quale pensano, e considerano tutto quello che sono per dire, onde si può dire, che il cuor loro è quello che parla per la loro bocca, e che hanno la bocca nel cuore. Vedi Prov. XVI. 23.

21,30:Maledice l'anima propria. Se l'empio maledice il diavolo, come cagione de' suoi peccati, maledice se stesso, perchè egli al diavolo si fa simile col peccare, e volontariamente si fa servo del diavolo istesso, cui vuole obbedire piuttosto che a Dio.

Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap