Ecclesiastico - 8

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Non contendere coll'uomo potente, col facoltoso, col linguacciuto, coll'ignorante. Non deprezzare il penitente, ne i vecchj: non rallegrarsi della morte del nimico: ascoltare gli anziani; correggere i peccatori; del dare in prestito; dell'entrar mallevadore; non prender brighe con un uomo audace, e iracondo. Custodire il segreto.

1Non ti mettere a litigare con un uomo potente, perché non ti avvenga di cadere nelle sue mani.
2Non disputare con uom facoltoso, affinchè non avvenga, che egli intenti lite contro di te;
3Perocché molti ne ha rovinati l'oro, e l'argento, il quale è giunto a pervertire anche i regi.
4Non contendere con uom linguacciuto, e non metter legna sul fuoco di lui.
5Non aver che fare con uomo indisciplinato, affinchè egli non parli male della tua stirpe.
6Non disprezzare colui, che si è ritirato dal peccato, e non gliela rinfacciare; ricorditi, che noi siam tutti degni di gastigo.
7Non perdere il rispetto ad un uomo nella sua vecchiezza; perché sono de' nostri quelli, che invecchiano.
8Non far festa della morte del tuo nemico, sapendo, che tutti noi abbiam da morire, e non vogliamo, che altri ne fida.
9Non disprezzare i racconti de' vecchi saggi, ed abbi familiari le loro massime;
10Perocché da loro tu apparerai la sapienza, e gli insegnamenti della prudenza, e a servire ai grandi senza riprensione.
11Non disprezzare i racconti de' vecchj, perché essi gli appresero da' padri loro;
12E da loro imparerai la prudenza, e a rispondere quando fa di mestieri.
13Non dar fuoco ai carboni de' peccatori con far loro de' rimproveri, altrimenti ti abbrucerai alla fiamma del fuoco di essi.
14Non istare a tu per tu con uomo maledico, perché egli non istia come in agguato a rilevare ogni tua parola.
15Non dare in prestito a chi ne può più di te: che se gli hai imprestato qualche cosa, fa conto d'averla perduta.
16Non far mallevadoria sopra le tue forze, ma se l'hai fatta, pensa come tu abbi a pagare.
17Non giudicare contro al giudice, perché egli giudica secondo la giustizia.
18Non ti accompagnare per viaggio con uomo temerario, affinchè egli non incarichi sopra di te i suoi guai; perocché egli va secondando i suoi capricci, e tu per la stoltezza di lui perirai.
19Non venire a contesa con uomo iracondo, e non camminare pel deserto con un temerario; perché è cosa come da nulla per lui il sangue, e dove non sia chi l'aiuti, egli ti schiaccerà.
20Non prender consiglio dagli stolti; perocché questi non possono amare, se non quello che ad essi piace.
21Non consultare in presenza d'uno straniero, perché tu non sai quel, che egli abbia in corpo.
22Non isvelare ad ogn' uomo il cuor tuo, affinchè mal non ti corrisponda, e dica male di te.
Note:

8,1-3:Non ti mettere a litigare ec. Il Greco propriamente dice: non battagliare; onde s'intende qualunque contesa o di parole o di fatti. È ottimo in questo proposito il detto di un antico Savio: Cedi al potente: colui, che ha potuto farti del male, ti potrà giovare una volta.
Perchè non ti avvenga ec. Tu ti esporresti al pericolo evidente di soccombere e di averne, oltre la vergogna, danno maggiore; similmente il disputare con uomo, che abbonda di denari, è cosa pericolosa; egli ti cercherà lite sopra lite, ti consumerà colle spese e co' travagli che ti darà; perocchè l'oro, pervertirà in tuo danno anche i giudici, l'oro, dico, il quale fa provar la sua forza anche ai cuori de' regi, presso de' quali talora alla giustizia e alla ragione prevalse l'iniquità sostenuta dalle ricchezze.

8,4:Non contendere con uom linguacciuto, ec. Con certi uomini di lingua sfrenata e cattiva non si può, anche vincendo la lite, guadagnare tanto, quanto si perderà di concetto e di riputazione; perocchè il litigar con costoro è un mettere legna sul fuoco, egli è un attizzare la loro loquacità e sfrenatezza, onde si sfogheranno in oltraggi, maldicenze, improperi, calunnie; ella è adunque cosa saggia, anche secondo la sola umana ragione, il soffrir piuttosto qualche danno, che mettersi a contendere con costoro.

8,5:Con uomo indisciplinato, affinchè egli non parli. Si potrebbe tradurre: Non aver che fare con quest'uomo in disciplinato ec. che sarebbe il linguacciuto, di cui parlò nel versetto precedente. Se tu con uomo tale ti metti a contendere, ne avverrà, che egli metterà fuori tutte le macchie e tutti i disordini della tua stirpe, andando in dietro fino all'avo e al proavo, e disotterrando gli antichi fatti poco onorevoli per la tua famiglia.

8,6:Noi siam tutti degni di gastigo. Perchè tutti peccatori. Del rimanente quella parola non disprezzare dee prendersi come altre simili espressioni della Scrittura, nelle quali si dice il meno, ma s'intende il di più; perocchè vuol significare il Savio, che il peccator convertito non solo non è da disprezzarsi, ma è da onorarsi si per la grazia, che è in lui, sì per la cristiana fortezza dimostrata nel vincere le dominanti passioni.

8,7:Sono de' nostri quelli, che invecchiano. Nissuno invecchia, che non sia passato per l'età, in cui ci troviamo noi, e non sia stato parte di nostro ceto, e non a tutti tocca la sorte di giungere alla vecchiaia: certamente tu che i vecchi disprezzi brami di diventar vecchio anche tu, ma la vecchiaia viene con tutte le sue miserie: crederai tu cosa ragionevole, che te divenuto vecchio de ridano i giovani?

8,10:E a servire ai grandi senza riprensione. Certamente non ordinaria prudenza e destrezza è necessaria per servire nelle corti de' principi e de' gran signori con soddisfazione degli stessi principi e senza intacco della probità, e nissuno può istruir così bene un giovane, che tal servigio intraprende, comeun vecchio, che abbia con onore fornita la stessa carriera.

8,13:Con far loro de' rimproveri, ec. I rimproveri anche giusti fatti al peccatore nel forte di sua passione, e mentre con tutta la sua volontà egli è fisso nel peccato, saranno non solo inutili, ma produrranno cattivi effetti e pel peccatore stesso e per chi con poca discrezione si mette a correggerlo fuor di tempo e con poco buona maniera. Questo si chiama accendere il fuoco, cioè la bile e il mal talento del peccatore, che imperversa quel piu, e prende in odio il correttore, e si scaglia contro di lui.

8,15:Non dare in prestito ec. Il denaro, che tu presti a chi ne può più di te,fa' tu conto che sia perduto:perocchè se tu vorrai riaverlo, ti converrà fare una nimicizia, e non sarebbe da uom prudente il tirarsi addosso l'odio di uomo tale.

8,16:Non far mallevadoria ec. Vedi Prov. VI. I. XI. 15. ec.

8,17:Egli giudica secondo la giustizia. Vale a dire, si presume sempre, che il giudice sentenzia secondo la giustizia, ed è una temerità grande, che tu non informato certamente quanto il giudice de' meriti della causa ti facci giudice del giudice istesso, e sentenzi contro di lui in favore della parte, che si duole perchè ha perduta la lite.

8,18:Non ti accompagnare ec. Se tu ti accompagni con un temerario, imprudente, egli farà delle solite sue impertinenze, e offenderà te ed altri, e tu come suo compagno sarai tenuto per complice delle sue temerità, e ne porterai la pena.

8,20:Non possono amare, ec. Non possono amare se non cose da stolti, cose pericolose, cose dannose, quello, che sarà di lor piacere, ma di tua rovina.

8,21:In presenza d'uno straniero. Gli stranieri, cioè i Gentili tutti doveano essere sempre sospetti ad un Ebreo; ma egli è vero ancora generalmente, che è imprudenza grande il commettere i propri secreti alla fede di un uomo, che non si conosce. Vedi Prov. XXV. 9.

8,22:E dica male di te. Quando tu gli averai aperto tutto il tuo cuore, egli forse abuserà perfidamente della con fidenza, che tu hai in lui, e si burlerà di te, e dirà male di te.

Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap