Lettera a Tito - 1

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Saluta Tito: gli rammenta la speranza della vita eterna, che è stata già manifestata: gli dimostra, quali debbano essere coloro, che egli ordina in sacerdoti, o vescovi; parla di alcuni, i quali pei loro vizi meritano severa riprensione: per coloro, che sono mondi, è monda ogni cosa: alcuni negano Dio co' fatti.

1Paolo servo di Dio, e Apostolo dì Gesù Cristo secondo, la fede degli eletti di Dio, e il conoscimento della verità, la quale è secondo la pietà,
2Per la speranza della vita eterna la quale Iddio, che non mentisce, promise prima del cominciamcnto de' secoli.
3Ed ha manifestato a suo tempo il suo Verbo per mezzo della predicazione, che è stata confidata a me per ordine del Salvator nostro Dio:
4A Tito diletto figlio secondo la comune fede, grazia, e pace da Dio Padre, e da Gesù Cristo Salvator nostro.
5A questo fine io ti lasciai in Creta, perchè tu dia sesto a quel, che rimane, e stabilisca de' preti per le città conforme io ti prescrissi.
6Uom, che sia senza taccia, che abbia avuto una sola moglie, che abbia i figliuoli fedeli, che non sian accusati di lussuria, o indisciplinati.
7Conciossiachè fa d'uopo, che il Vescovo sia senza colpa, come economo di Dio: non superbo, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non amante del vil guadagno:
8Ma ospitale, benigno, temperante, giusto, santo, continente,
9Tenace di quella parola fedele, che è secondo la dottrina: affinchè sia capace di esortare con sana dottrina, e di convincere i contradditori.
10Imperocché vi sono ancora molti disubbidienti, chiaccheroni, e seduttori: massimamente quegli, che sono del numero de' circoncisi:
11A' quali bisogna turar la bocca: che mettono a soqquadro tutte le case, insegnando cose, che non convengono, per amore di vil guadagno.
12Disse uno di essi, proprio loro profeta: i Cretensi sempre bugiardi, cattive bestie, ventri pigri.
13Questo dettato è vero. Per la qual cosa sgridali con rigore, affinchè siano sani nella fede,
14Non dando retta alle favole giudaiche, e alle tradizioni d'uomini, che hanno in avversione la verità.
15Tutto è puro pe' puri: per gli impuri poi, ed infedeli niente è puro, ma è immonda la mente, e la coscienza di essi.
16Professano di conoscer Dio, e lo rinnegano co' fatti: essendo abbominevoli, e miscredenti, e inetti a qualunque buona opera.
Note:

1,1:Secondo la ferte dell'eletti di Dio, e il conoscimento ec. Vale a dire, Apostolo di Gesù Cristo per annunziare la fede, e comunicare agli eletti di Dio, o sia ai fedeli, la luce, e la cognizione della verità, la qual verità e secondo la pietà, perchè contiene il vero culto di Dio, e quello che di Dio dobbiam credere, e quello che dobbiam fare per piacergli.

1,2:Per la speranza della vita eterna, ec. Queste parole posson congiungersi o con la parola Apostolo, o con la parola verità, ed hanno nell'uno e nell'altro modo il medesimo senso, perchè significano o il fine del ministero apostolico, o l'obbietto finale della fede, che è la vita eterna; lo che pone una differenza massima tra Mosè e gli Apostoli, e tra la legge e il Vangelo di Cristo; imperocchè Mosè ancora poteva chiamarsi Apostolo, perchè la sua missione ebbe egli pure da Dio, ma non fu mandato ad annunziare la speranza della vita eterna, ma la possessione della terra degli Evei e degli Amorrei; e la legge data da lui nel senso suo letterale non ebbe per fine la vita eterna. Vedi Rom. X. 5.
La quale Iddio, che non mentisce, promise prima ec. La qual vita eterna Dio, che è verace, promise, vale a dire, determinò di dare agli uomini prima de' tempi eterni, da tutta l'eternità. Vedi il Grisost.

1,3:Ed ha manifestato a suo tempo il suo Verbo per mezzo della predicazione, ec. La volontà e il decreto di manifestare e di dare agli uomini la vita eterna, de creto ascoso ab eterno in Dio, è stato manifestato con la manifestazione del Verbo mandato al mondo (nel tempo destinato ne' consigli di Dio) a prendere umana carne, annunziato a tutta la terra mediante la predicazione con fidata a me per disposizione di Dio Padre, nostro Salvatore. Vedi I. Tim. I. I. e s. Girolamo. Il Grisostomo pel Verbo intende qui il Vangelo, ovvero la promessa della vita eterna, promessa manifestata con la predicazione del Vangelo.

1,4:Figlio secondo la comune fede. Figliuolo non secondo la carne, ma secondo la fede, per la quale ti ho generato in Cristo Gesù, I. Cor. IV. 15. E chiamaron, questa fede, perchè offerta egualmente ed al Gentile, come era Tito, ed al Giudeo, quale era Paolo.
Grazia e pace da Dio ec. Vedi I. Tim. 1. 2.
E' da Gesù Cristo Salvator nostro. Il titolo di Salvatore dato nel versetto precedente a Dio Padre, lo dà qui a Gesù Cristo, perchè quello, che ha fatto il Padre per la nostra salute, lo ha fatto per Cristo.

1,5:Perchè tu dia sesto a quel che rimane. ec. Gli Apostoli, quando avevano gettati in un luogo i fonda menti di una Chiesa, raccomandatala alla cura di un Ve scovo, si partivano per andare a portare altrove il Vangelo. Così Paolo aveva lasciato Tito nell'isola di Candia. perchè desse ordine a tutto quello che bisognava per il buon incamminamento di quella Chiesa nascente.
E stabilisca de' preti per le città, ec. Col nome di preti, o seniori, secondo l'opinione di s. Girolamo, di s. Gio Grisostomo, e di altri antichi Interpreti, intende Paolo i Vescovi; e questa sposizione sembra giustissima e per quello che leggesi vers. 7., e perchè sappiamo dalla storia ecclesiastica, che il primo passo per la fondazione di una Chiesa era lo stabilimento di un vescovo, il quale di poi ordinava dei sacerdoti, e dei ministri inferiori, ed anche dei Vescovi secondo il bisogno. Quindi fu osservato nella Chiesa per molti secoli, che a predicar la fede ne' paesi degli infedeli si mandassero sempre dei vescovi.

1,6:Che abbia avuto una sola moglie. Vedi 1. Tim, III. 2,
Che abbia i figliuoli fedeli, che non siano accusati ec. Il Vescovo è destinato a predicare la fede, a stabilire le virtù e la buona disciplina nel popolo di Dio. Or non è credibile, che possa essere idoneo a convertire gli altri infedeli, e a render santo e perfetto il gregge di Cristo colui, il quale non ha potuto ottenere la conversione dei propri figliuoli alla fede, o che ha figliuoli scorretti . e indisciplinati.

1,7-8:Fa d'uopo, che il vescovo.... come economi di Dio: ec. Descrive e le qualità, dalle quali deve essere esente il Vescovo, e quelle, che debbe avere come economo di Dio, vale a dire, come ministro di Dio, nel dispensare l'Evangelio, e i tesori spirituali posti nelle sue mani dal Padre di famiglia. Vedi. 1. Tim. II.
Continente. La voce greca corrispondente a questa significa, secondo il Grisostomo e s. Girolamo, un uomo che è padrone delle sue passioni, della sua lingua, degli occhi, e di tutte le sue azioni, che non è traportato da alcuna rea affezione.

1,9:Tenace di quella parola fedele, che è secondo la dottrina, ec. Che fermi ritenga i principi della fede secondo la dottrina predicata nella Chiesa, talmente che sia in istato e d'insegnarli al popolo, e di sostenergli contro l obbiezioni degli avversari.

1,10-11:Vi sono ancora molti disubbidienti, ec. Vuol dire l'Apostolo, che il talento della parola evangelica era particolarmente necessario in Creta, dove trai cristiani stessi non mancavano dei seduttori, disubbidienti alla Chiesa, inventori di favole, e questo male era particolarmente trai cristiani convertiti dal Giudaismo, i quali ora volevano unir col Vangelo la legge, e la circoncisione, ora tentavano di corrompere con le loro favolose e profane tradizioni la semplicità e santità della cristiana dottrina. Questi dice, che introducevansi nelle famiglie cristiane a insegnarvi delle fole indecenti per guadagnare. Sappiamo da Giuseppe Ebreo, che gli Ebrei erano in gran numero in quell'isola; e già abbiamo osservato più volte, come da niun'altra parte ebbe tanto da soffrire il Vangelo, e il nostro Apostolo, quanto dalla nazione ebrea, e come tra gli stessi Ebrei convertiti ebbe sempre Paolo degli avversari talora occulti, talor manifesti, i quali esercitarono grandemente la sua pazienza. Vedi Vers. 14.

1,12:Disse uno di essi, proprio loro profeta: ec. Il carattere dei Cretesi (dice Paolo) è stato fatto da un Crete se, e da un Cretese rispettato tra' suoi, anzi tenuto da essi per profeta, perchè di lui si spacciavano delle profezie o vere o false che fossero. Questo Cretese poeta egli è Epimenide, il quale chiama i Cretesi uomini sempre bugiardi, bestie feroci e indomite, e portate a far male, ventri infingardi, perchè gran mangiatori, ed oziosi.

1,13:Sgridali con rigore, ec. Siccome sono duri, e pertinaci, hanno bisogno di essere scossi con severe riprensioni, affinchè non si allontanino dalla santa dottrina. E anche verisimile, che essendo Tito di dolce e mansueta natura, conoscendo Paolo il bisogno de' Cretesi, lo esorti percio ad usare con essi severita e rigore.

1,14:Non dando retta alle favole ec. Vedi I. Tim. I.

1,15:Tutto è puro pei puri: ec. Parla della distinzione de' cibi, che alcuni volevano osservata anche trai cristiani. Pei fedeli, i quali con puro cuore, e monda coscienza servono a Dio, ed uso buono e santo fanno delle creature, ogni cosa è pura e monda. Vedi 1. Cor. VIII. 4. 5. 6.
Al contrario poi pe' giudaizzanti, ed infedeli nulla v'ha che sia mondo; imperocchè corrotta avendo la coscienza pe' loro delitti, e l'intelletto per la infedeltà, quello, che di sua natura è mondo, se lo rendono immondo, perche o abusano delle creature, o usandone, quando con erronea coscienza credono di, non poterne far uso, peccano e diventano sempre più immondi. Così dimostra l'Apostolo, dove sia l'origine e la fonte del bene e del male per l'uomo, vale a dire, non nelle cose esteriori, non in questo o in quel cibo, ma come dice Gesù Cristo, nel cuore, da cui procedono e le buone e le male opere, le quali o purificano, o imbrattano l'uomo. Vedi Matt. XV.11. e s. Agost. lib. 3. contr. Faustum cap. 4.

1,16:Professano di conoscer Dio, e lo rinnegano co' fatti: ec. Terribile e verissima sentenza contro i falsi dottori, i quali dice, che confessavano Dio colla bocca, ma lo negavano colle opere distruggendo la carità, la verità, e la dottrina cristiana. Si vantano (come Giudei) del culto del vero Dio, il qual culto hanno ereditato da' loro maggiori; ma se veramente credessero a Dio, crederebbero al Vangelo di Cristo, e non combatterebbero la fede del Figliuolo di Dio. Costoro con tutta l'apparente lor santità sono per la loro impurità degni della comune esecrazione, come privi di fede vera, e (qual moneta di falso conio) inutili ad ogni bene.

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