Giona - 1

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Giona mandato dal Signore a predicare a Ninive fugge sopra una nave a Tharsis. Il Signore manda una tempesta, e, gettate le sorti, Giona è gettato in mare, e la tempesta si calma.

1Il Signore parlò a Giona figliuolo di Amathi, e disse:
2Alzati, e va a Ninive citta grande, ed ivi predica, perchè il clamore di sua malvagità è salito fino a me.
3E Giona si mosse per fuggirsene a Tharsis dalla faccia del Signore, e andò a Joppe, e trovò una nave, che facea vela per Tharsis, e pagò il suo nolo, ed entrò in essa cogli altri per andarsene a Tharsis, fuggendo dalla faccia del Signore.
4Ma il Signore mandò sul mare un gran vento, e si fece gran tempesta di mare, e la nave era in pericolo di essere fracassata.
5E i marinari erano sbigottiti, e alzò le grida ciascuno al suo dio, e gettarono in mare il carico della nave per alleggiarla: ma Giona era sceso nel fondo della nave, e dormiva profondamente.
6E il piloto se gli accostò, e gli disse: Che fai tu dormiglione? alzati, e invoca il tuo Dio, se a sorte Dio si ricordasse di noi, e ci sottraesse alla perdizione.
7Indi dissero l'un uomo all'altro: Venite, e tiriamo le sorti per sapere donde venga a noi questa sciagura: e tirarono a sorte, e la sorte cadde sopra di Giona.
8E dissero a lui: Fa tu sapere a noi il perchè ci troviamo in tal miseria, che mestiere è il tuo? di dove sei, e dove vai, e di qual nazione se' tu?
9E quegli disse: Io sono Ebreo, e temo il Signore Dio del cielo, e della terra, che fece il mare, e la terra.
10E coloro rimasero sbigottiti grandemente, e gli dissero: Perchè hai tu fatto questo? (Imperocché dal suo racconto avean compreso, com'ei fuggiva dalla faccia del Signore.)
11E gli dissero: Che farem noi di te, affinchè il mare si plachi con noi? perocché il mare si andava ingrossando.
12Ed ei disse loro: Prendetemi, e gettatemi in mare, e il mare si acquieterà; perocché io so, che per mia cagione vi ha assaliti questa tempesta.
13E la gente s'aiutava co' remi per tornare a terra, ma non potevano, per chè il mare si andava gonfiando sopra di loro.
14E alzaron le grida al Signore, e dissero: Signore, ti preghiamo, che non abbiam noi a perire, per aver data la morte a quest'uomo, e non porre sopra di noi il sangue innocente; per chè tu, o Signore, fai quello, che ti piace.
15E preser Giona, e lo messero nel mare, e il furore del mare cessò.
16E quelli concepiron timore grande del Signore; e immolarono ostie al Signore, e fecer dei voti.
Note:

1,1:A Giona figliuolo di Amathi. Gli Ebrei voller, che Giona fosse quel figliuolo della vedova di Sarepta, il quale essendo morto, fu risuscitato da Elia, e la ragione si è, perchè Amathi vuol dir verità, e la vedova in veggendo si davanti il figlio risorto, disse ad Elia: Adesso da questo ho conosciuto, che tu se'uomo di Dio, e la vera parola di Dio è nella tua bocca. Tale è la maniera di argomentare di certi rabbini.

1,2:Va'a Ninive città grande. Ella fu fondata da Nemrod. Gen. X. 10. II., ma ingrandita, e abbellita stupenda mente da Nino. Vuolsi, che il suo circuito fosse di quattrocento ottanta stadi, cioè circa sessanta miglia romane. Della rovina di questa città è parlato nel libro di Tobia XIV. I., e nella profezia di Nahum III. 8. 10. Sophon. 11,13.
Ed ivi predica. Il Signore, che è Dio non sol de' Giudei, ma anche di tutte le genti, come dice l'Apostolo (Rom. III. 29.), non lasciò di dimostrare in ogni tempo la cura, che egli ha de' popoli ancor più corrotti, e immersi ne' vizi, e di somministrar loro i mezzi d'illuminarsi, e di convertirsi. Abbiam vedute molte profezie d'Isaia, di Geremia, di Ezechiele ec., che erano dirette a varie nazioni, agl'Idumei, ai Moabiti, agli Ammoniti, a que'di Tiro, e di Sidone, e agli stessi Caldei; e gli strepitosi miracoli fatti in differenti tempi a favor del suo popolo, de' quali la fama dovea spargersi pelle nazioni anche rimote, erano anch'essi un linguaggio intelligibile a tutti, col quale parlava Dio per loro istruzione, e ravvedimento.
Osservò ancora s. Girolamo, che a condannazione d'Israele è mandato Giona a predicare ai Niniviti, i quali fanno penitenza, mentre Israele persevera nella malizia. Perchè il clamore di sua malvagità ec. Vedi Gen. XIX. 20. Il peccato con clamore egli è quello, che si commette con libertà, cioè senza rossore, e senza ribrezzo. Greg.3 p. Past. cap. 32.

1,3:Per fuggirsene a Tharsis. Città capitale della Cilicia. Vedi Gen. X. 4. Ma per qual motivo ricusa il Profeta di andare a Ninive, e tenta di fuggire a Tarso? il Profeta stesso lo dice capo V. 2. Mi affrettai di fuggire a Tharsis; perocchè io so, che tu se'un Dio misericordioso, e clemente ec. Temè adunque Giona, che i Niniviti, facendo penitenza, sarebbono accolti da Dio con misericordia a dispetto di tutte le loro orribili scelleratezze, e Ninive sarebbe salvata dalla ruina, onde ed egli, e le sue minacciose predizioni sarebbon derise dagl'infedeli. Un'altra ragione ancora è portata da s. Girolamo, e da s. Gregorio Nazianzeno; ed è, che Giona era disgustato di vedersi eletto egli solo a predicare agli Assiri nemici d'Israele, e alla città capitale de' nemici, dove l'idolatria, dove l'ignoranza del vero Dio; e quel che è più, egli temeva, che ridotti a penitenza colla sua predicazione i Gentili, non fosse abbandonato totalmente Israele.
Dalla faccia del Signore. Dal luogo, dove Dio gli avea parlato: perocchè certamente Giona non ignorava, che Dio è per tutto, ma sperava, che, andando lontano, e in luogo affatto rimoto e diverso, il Signore non avrebbe ripetuto il comando.
A Joppe. Porto celebre della Giudea, e città antichissima. Vedi Plin. V. 13., II. Paral. II. 16., I. Esd. III. 7.

1,5:Alzò le grida ciascuno al suo dio. Erano idolatri, e aveano chi un dio, e chi un altro, e ciascuno invocava il suo dio. Osservò s. Girolamo, che per la disubbidienza di Giona son questa volta in pericolo anche i marinari, che l'avean ricettato.
Dormiva profondamente. Per eccesso di abbattimento di spirito, e di tristezza. Tale era il sonno degli Apostoli nell'orto di Gethsemani. Matt. XXVI. 40.

1,7:Tiriamo le sorti. La tempesta dovette essere tanto repentina, e fuori di ordine, e senza alcun precedente indizio, che questi uomini pratichi del mare la credono effetto di soprannaturale cagione, e di qualche grave iniquità d'alcuni di quelli, che erano nella nave. E (come notò s. Girolamo) è trovato il fuggitivo Giona, non per effetto della sorte, ma per volontà di colui, che governava la sorte. Vedi anche il Grisostomo hom. 3. in. Ep. ad. Tit.

1,10:Rimasero sbigottiti grandemente. Vedevano co' propri occhi la potenza del vero Dio, che puniva il disubbi diente Profeta, e ne restarono grandemente commossi.

1,12:Prendetemi, e gettatemi in mare, ec. Magnanima carità, e mirabile penitenza ell'è quella di Giona, il qua le, per soddisfare a Dio, chiede di perire egli solo. Non posso qui trattenermi dal riferire sopra questo fatto le riflessioni del Grisostomo: Giona fuggiva la terra, e nonfuggiva l'ira di Dio: fuggiva la terra, e portò la tempesta nel mare, e ridusse all'ultimo pericolo quelli, che lo avean ricettato, affinchè tu vegga, come a chi è in peccato nè nave, nè altra cosa può servir di ricovero, e quand'egli ha deposto il peccato, non lo fa perire il mare, e le bestie non lo consumano; e da tutto imparava il Profeta ad esser mansueto, e non più duro degli stolti marinari, e delle onde fiere, e delle bestie. Tornò egli in se stesso, predicò, minacciò, persuase, salvò. Per questo Dio nol condusse subito dalla nave a quella città, ma i nocchieri lo diedero al mare, il mare alla balena, la balena a Dio, Dio ai Niniviti, e per lungo giro il fuggitivo fu ricondotto alla virtù.

1,13-14:S'aiutava co' remi per tornare a terra. Non volevano gettare il Profeta nel mare, ma riporlo sul lido; ma se il Profeta non è gittato nel mare, nissuno può salvarsi, onde ogni sforzo de' marinari è inutile. Lo gettano perciò nel mare, ma prima pregano Dio, che non imputi loro la morte di Giona, il quale era innocente riguardo ad essi, benchè reo dinanzi a Dio.

1,15-16:E il furore del mare cessò. E quelli concepirono timor grande del Signore. Videro un nuovo segno della onnipotenza di Dio nella bonaccia, che succedette dopo che fu messo Giona nel mare; quindi offerirono a Dio le spirituali ostie delle loro laudi, e ringraziamenti, e promisero di offerire a lui ostie di animali in Gerusalemme, secondo il voto, che allora fecero. Gli Orientali per antica tradizione tengono, che Giona fu gettato nel mare presso ad Antipatride in distanza di non molte miglia di Joppe.

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