VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
27,1:Molti peccarono per la miseria: ec. La povertà indusse molti a peccare: e per altra parte il desiderio di arricchire fa sì, che l'uomo non badi ad alcuna legge divina o umana, nè al male eterno, che si procaccia per amor del danaro. Quindi Salomone c'insegnò a chiedere a Dio di tenerci lontani da ambedue queste tentazioni: Non dare a me nè la mendicità, nè le ricchezze ec. Prov. XXX. s.
27,2-3:Come sta fitto un palo ec. Un palo fitto tra pietra e pietra in un muro, vi sta totalmente serrato d'ogni parte; e così sta nel mezzo tra 'l compratore e il venditore il peccato, che si attacca all'uno e all'altro, perchè l'uno e l'altro cercano vicendevolmente di gabbarsi, l'uno per tirar più della merce, che ella non vale, l'altro per dare di meno, onde le bugie, le fraudi ec., e il peccato rimane quasi chiuso e serrato tra questi due in guisa, che non può uscirne, ma resta addosso all'uno e all'altro, fino a tanto che per giusto giudicio di Dio sia distrutto il peccato e il peccatore.
27,5:Come scotendosi il vaglio ec. Vuol significare come per la natural debolezza dell'uomo egli avviene, che i pensieri, che possono consolarlo e tenerlo contento, passano e se ne vanno, e rimangono quelli, che lo affliggono e gli cagionano travaglio e ansietà; appunto come da un vaglio agitato esce il grano e resta la mondiglia.
27,7:Così dalla parola pensata il cuor dell'uomo. La parola è frutto del pensiero e della meditazione del cuore, onde la maniera di parlare svela i pensieri e il cuore dell'uomo, come la qualità del frutto dimostra la cultura usata intorno alla pianta; perocchè se il frutto è salvatico, si conosce, che la pianta fu negletta; e se un uomo non casualmente, ma con riflessione parlando si dimostra intaccato da' pregiudizi, e inclinato a cose cattive, si può credere, che il cuore sia guasto e corrotto; parla affinchè io ti vegga, disse un antico filosofo. E un altro: Quale è l'uomo, tale il suo discorrere, e al discorso son similissime le opere, e alle opere la vita: Cic. Tuscul. V.
27,9:Nel giorno della disamina. Nel dì del giudizio, quando di tutti gli uomini sarà esaminata la vita.
27,10:La verità va a trovare ec. La parola verità è qui posta a significare la giustizia e la virtù, la quale si sta con quelli che l'amano, e le opere di lei praticano costantemente.
27,12:Lo stolto si cangia come la luna. Lo stolto si adatta a tutte le occasioni e alle compagnie, nelle quali gli avvien di trovarsi; quindi se talora ha delle buone risoluzioni, con facilità si cangia all'apparir della tentazione, e pecca ora in una cosa, ora in un' altra. L'uomo veramente santo partecipa in certo modo della immutabilità del sole, anzi del medesimo Dio, la grazia di cui lo tiene costante nell'amore, e nella osservanza della legge; e questo è il segno della vera e soda virtù, la costanza nel bene; come il tirarsi indietro, l'abbandonare con facilità il bene e volgersi al male dimostra, che la pretesa virtù non era nè vera nè ben fondata.
27,13:In mezzo agli stolti serba ec. Se ti trovi in compagnia di gente stolta, non gettare inutilmente le parole di saviezza: serbale ad altra occasione, e procura sempre di conversare con persone, che sappiano pensare e meditare.
27,14:Perchè essi fanno festa delle delizie del peccato. Raccontano con riso e gaudio i vergognosi loro piaceri, esultando per cose, che sono aborrite da' giusti, a' quali perciò sono insopportabili i discorsi di questi tali.
27,17:Perde il credito. Nissuno si fiderà più di lui, quando si saprà come egli ha mancato di fede all'amico. Tale è il senso di quelle parole: perdit fidem, come apparisce da quello che segue. Un antico oratore disse, che il deposito delle parole dee custodirsi con maggior diligenza, che il deposito di denaro.
27,19:Nol raggiugnerai tu dipoi. Egli fuggirà lungi da te, e tu non potrai raggiugnerlo, nè ricuperare la sua amicizia.
27,20:L'uomo, che viola l'amicizia, ec. L'amico infedele, che viola l'amicizia scoprendo i segreti dell'amico, dee far conto, che l'amico offeso sia morto per lui e più non sia, perchè egli lo ha perduto per sempre e senza speranza di riconciliazione.
27,24:All'anima disgraziata. All'amico infelice, che cadde in sì brutto fallo di tradire i segreti dell'amico.
27,25:Uno adula con gli occhi, ec. Havvi un amico finto, adulatore, il quale cogli occhi e con tutte l'esteriori dimostrazioni si dichiara benevolo e fautore, mentre cova odio nel cuore e macchina tradimenti; ma egli sa fingere così bene, che tutti sono gabbati da lui, e nissuno il discaccia da sè.
27,28-30:Se uno getta in alto una pietra, ec. Con quattro diverse similitudini dimostra come il tradimento per divina disposizione è funesto allo stesso traditore. Vedi Prov. XXVI. 17.
27,31:Gli scherni e gl'improperi sono de' superbi, ec. È proprio de' superbi l'insultare cogli scherni e cogl'im properi i prossimi loro; ma la vendetta di Dio li sorprenderà qual lione furioso, e li divorerà.
27,32:Periranno nel laccio ec. Il laccio dinota una subitanea e impensata sciagura, sciagura meritata da quelli, che prendon piacere del male, che soffrono i giusti.
27,33:È l'uom peccatore li avrà seco.Il cattivo uomo è posseduto ordinariamente da queste due ferali passioni.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap