VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
50,1:Simone figliuolo di Onia, sommo sacerdote, ec. Si trovano nella storia del popolo Ebreo due Simoni, che hanno il padre di nome Onia, e ambedue sommi sacerdoti, e rammentati dallo storico Giuseppe Antiq. XII. 2., XII. 4. Del secondo si parla anche nel primo libro de' Maccabei II. I. La più probabile opinione sembra esser quella di molti antichi e moderni, che del secondo credono farsi in questo luogo l'elogio. Egli tenne lungamente e glorio samente il pontificato, e si oppose a Tolomeo Filopatore, che volea entrare nel santuario, come si racconta nel primo libro de' Maccabei. Di lui adunque si dice, che rifondò la casa, cioè il Tempio, e lo ristorò nel tempo del suo sacerdozio, che fu di venti anni.
50,2:Fondò l'altezza del tempio, ec. Non avendosi in verun luogo altra descrizione delle opere fatte da Simone per la stabilità e ornamento del Tempio, se non quella, che qui leggiamo in poche parole, è molto difficile il determinare quello, che debba intendersi per altezza del Tempio, e gl'Interpreti l'espongono ognuno secondo quello, che più gli pare. Molti vogliono, che per nome di Tempio si intenda un portico attorno al Tempio, che fosse a due piani (duplex aedificatio) e assai più alto, che non era pell'avanti.
50,3:I pozzi ebber copia di acque, ec. I pozzi, che mancavan di acque per essere male in ordine gli acquedotti, che ve le conducevano, cominciarono ad avere copia grande di acqua, perchè Simone fece ristorare e rinno vare i medesimi acquedotti.
50,4:Lo liberò dalla perdizione. Tolomeo Filopatore essendo andato a Gerusalemme dopo una gran vittoria riportata contro Antioco il grande re della Siria, ed essendo stato accolto con molte dimostrazioni di onore da Simone e dal popolo, ed essendo stato condotto al Tempio dove fu offerto sacrifizio, ebbe la volontà di entrare nel santuario; al che si oppose costantemente il pontefice, e il re dovette cedere, e non usò violenza, nè fece per questo alcun male nè ai ministri sacri nè al popolo: credesi che a questo fatto si alluda in questo luogo, e si attribuisca alla virtù di Simone l'avere conservato l'onore della casa di Dio senza che un re grande e vittorioso si esacerbasse del rifiuto e si movesse a farne vendetta.
50,5:Vivendo in mezzo alla sua nazione. Seppe conservare la dignità e il decoro del pontificato senza lasciar di essere affabile e cortese verso di tutti vivendo familiarmente con tutti, la qual cosa recò a lui gloria grande.
50,6-10:Come la stella del mattino ec. Con molte belle similitudini va esprimendo la gravità e purezza de' costumi di lui, e quanto egli fosse amabile a tutti, e come colla luce di sua dottrina, e coll'esempio, e col buon odore di sue virtù facesse guerra al vizio, e confortasse la pietà.
50,12:Faceva onore alle vestimenta sante. Colla dignità e maestà personale facea più gloriose e venerabili le sacre vesti.
50,13-14:Riceveva la parte..., stando egli ec. Quando Simone salito all'altare ricevea dalle mani degli altri sa cerdoti le parti, o sia le membra delle vittime immolate, che doveano mettersi sull'altare per esser ivi abbruciate, egli avea intorno a sè una bella corona di sacerdoti e di Leviti, i quali lo servivano, e gli facevano onore vestiti delle gloriose e sacre loro vesti, onde egli attorniato da questi spiccava come un alto cedro sul monte Libano cinto da un numero di piante più piccole, e come una grande palma madre, la quale ha a sè d'intorno una quantità di bei polloni, che dalle sue stesse radici spuntano, e le fan quasi corteggio.
50,15-18:E tenevano nelle loro mani l'oblazione ec. I sacerdoti tenevano nelle loro mani le cose da offerirsi per presentarle al Pontefice, affinchè egli a Dio le offerisse. Ma quando lo stesso Pontefice stava già per terminare la sua funzione, per renderla più accetta a Dio e più solenne stendeva la sua mano al vaso pieno di vino, di cui facea la libagione, versandone appiè dell'altare, secondo l'ordine e il prescritto di Mosè (Num. XXVIII. 7.14 ) in odor soavissimo all'altissimo Signore. E allora tutti i sacerdoti alzavan la voce intuonando le laudi di Dio, suonando le trombe d'argento tirate a martello, e facendo dolce concerto di voci e di suoni per ricordare a Dio il suo popolo.
50,20:E alzavano le voci ec. Il Greco legge: e i cantori alzavano le loro voci. Questi erano Leviti.
50,22:Stendea le sue mani ec. Non è dubbio, che qui si parli dell'ultimo atto della sacra funzione, che è la benedizione, la quale davasi dal Pontefice al popolo, come apparisce dal Greco, e come l'intendono tutti gl'Interpreti. La formola della benedizione l'abbiam veduta Num. VI. 23.; ma il Pontefice benedicendo il popolo lodava e glorificava il Signore come autore di ogni benedizione e di ogni bene, come dalla formola stessa si vede.
50,23:E replicava la sua orazione ec. Quando terminato il sacrifizio Tolomeo si dichiarò di voler entrare nel santuario, il Pontefice si inginocchiò dinanzi all'ingresso del Tempio, e stese le mani si pose in orazione. A questo vogliono alcuni, che si alluda in questo luogo, supponendo ancora, che la descrizione precedente del sacrifizio offerto dal Pontefice riguardi il sacrifizio istesso offerto in quella congiuntura. Così intenderemo, che quando lo scrittore sacro dice: volendo far conoscere la possanza di Dio, egli accenna come Simone ebbe viva fede di ottenere colla sua orazione da Dio, che impedisse in qualunque modo la profanazione del luogo santo.
50,26:Ne' giorni suoi ec. Creda Israele, che ne' giorni suoi, vale a dire fino che Israelle sarà al mondo, la misericordia di Dio è sempre con noi per liberarci da ogni male.
50,27-28:Due genti ha in avversione l'anima mia, ec. Due genti ho in avversione per la loro empietà, e per l'odio, che portano al popolo di Dio, e sono, primo, gl'Idumei, che abitano il monte Seir; secondo, i Filistei; la terza nazione, che io ho in avversione, non è veramente nazione, nè merita il nome di popolo, non essendo altro, che una ciurmaglia di uomini di diversi linguaggi e paesi mandata ad abitare la Samaria e la città di Sichem. Queste tre differenti specie di nemici della Sinagoga e della vera religione erano sempre pronti a fare tutto il male che potevano agli Ebrei. Intorno alla gente, che abitava la Samaria in que'tempi, vedi 4. Reg. XXVII.24.25. Le dà il titolo di popolo stolto pell'orribile mescuglio, che facevano dell'idolatria col Giudaismo. Vedi Jo. IV. 22.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap