VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
40,1:Una molestia grande ec. Descrisse nel capo precedente la potenza e magnificenza e bontà di Dio verso dei buoni e la severa giustizia contro i cattivi: viene adesso a trattare della miseria e fragilità dell'uomo, affinchè questi, considerato quel ch'egli è, si umilii sotto la possente mano di Dio, e alla misericordia di lui ricorra. Dice a dunque: molestia grande fu assegnata e destinata a tutti gli uomini, e giogo grave fu imposto a' figliuoli di Adamo ( che nascono peccatori come il padre) dal primo dì, in cui vengono al mondo, fino al giorno, in cui muoiono e tornano nella terra, da cui furon tratti. Questa molestia grande e questo giogo egli è il cumulo de' mali e delle afflizioni, sotto di cui gemiamo per tutta quanta la vita; ovvero, questo giogo egli è il peccato originale con tutti i mali, che da esso procedono, e per ragione de' quali il santo Giobbe dicea, che l'uomo nasce per faticare, e che la vita dell'uomo sopra la terra è stato di guerra. vedi Job, V. 7. VIII. 1. XIV. 1. 2.
40,2-3:Le loro sollecitudini, ec. Viene a spiegare e a de scrivere questo giogo. Le sollecitudini degli uomini per l'acquisto de' beni di questa vita e per esimersi dai mali, li straziano e li tormentano; i vari timori stringono loro il cuore; l'apprensione di quello, che può loro avvenire o che aspettano come imminente, e sopra tutto l'idea di quel giorno, in cui finiscono per essi le consolazioni tutte e i piaceri e i beni della terra, tutto questo è una parte di questo giogo, da cui i grandi, i principi, i regi stessi non sono liberi nè esenti.
40,4:Da colui, che veste l'iacinto ec. il color di iacinto e quel di porpora erano propri delle vestimenta dei regi o de' grandi signori, come si è veduto più volte.
40,5:Anche nel tempo di ristorarsi ec. Le passioni già dette tormentano l'uomo non solo mentre ei veglia, ma anche nel tempo, in cui colla quiete del letto ristorar dovrebbe l'animo e il corpo stanco, egli ha un sonno tanto inquieto, che perturba e sconvolge la sua immaginazione e i suoi pensieri.
40,8:Così va per tutti gli animali. Non solo tutti gli uomini, ma anche tutti gli animali sono soggetti a grandi miserie; ma sette volte più, che tutti gli uomini e tutti gli animali, a miserie gravissime sono soggetti i peccatori.
40,9-10:Oltre a ciò la morte, ec. Oltre i mali interni dell'uomo, tutti gli altri mali esteriorisono propriamente fatti per i peccatori, e per essi fu mandato il diluvio universale.
40,11:Ritornano al mare. Da cui ebbero il lor principio per via dei vapori, che dal mare si alzano e si addensano nella atmosfera, e forman le nubi, onde poscia le pioggie, le nevi ec., che danno origine ai fiumi, come si è detto altre volte.
40,12:Tutte le largizioni, e le ingiustizie ec. I doni dati per corrompere i giudici, e le iniquità commesse per ragione de' doni da' giudici istessi, tutto questo perirà insieme con quelli, che sono rei di tali ingiustizie; ma la rettitudine e la giustizia sussisterà in eterno colgiusto, che l'amò. Se tu adunque cerchi de' beni stabili e di durata, e che ti seguano nella vita avvenire, io ti mostro quali sieno questi beni.
40,14:Uno si allegrerà nell'aprire la mano: ec. Il giudice iniquo si rallegra in aprendo la mano per ricevere i doni; ma per poco, conciossiachè i prevaricatori della legge saranno alla fine distrutti.
40,15:Non moltiplicheranno i rami loro. Non avranno molti figliuoli.
E le radici immonde sulla cima ec. Gli uomini immondi son simili a una pianta, la quale non in profonda terra, ma sulla cima di un masso ha sue radici, le quali essendo poco fondate sono scosse dai venti e fanno romore, fino che da' venti stessi sieno svelte.
40,16:Come ogni erba verde ec. Come l'erba verde presso qualunque sito umido, e sulla riva di un fiume, presto nasce e cresce, ma perchè è in luogo esposto al calpestio degli uomini e degli animali, ben presto è pestata dagli uomini e svelta dagli animali. Vedi una similitudine non differente in Giobbe VIII. II., e ancora v. 17., e Sap. IV. 3.
40,17:La benignità ec. La beneficenza è come un giardino di benedizione, o sia benedetto da Dio, che dà frutti preziosi, frutti di immortalità. Allude al paradiso terrestre, dove tra gli altri era l'albero della vita.
40,18:Troverà un tesoro. Un tesoro di pace, di contentezza, di buona coscienza. Vedi I. Tim. v. 6.
40,19:Danno un nome di durata ec. I figliuoli eternano, per così dire, il nome del padre; similmente i fondatori delle città hanno perpetuato il lor nome col darlo alle città, che ei fondarono: ma a tutta questa gloria è preferibile il bene di avere una moglie santa e senza colpa; perocchè nulla gioverebbe e la figliuolanza e la gloria ad un uomo, che fosse tormentato ed anche disonorato da una moglie cattiva.
40,20:Ma più di ambedue ec. L'amore della sapienza è quel vino spirituale, che inebria la mente, ed è quella musica dello spirito, il di cui piacere tanto sorpassa ogni altra consolazione, quanto i puri godimenti dell'animo sono al di sopra di quelli de' sensi.
40,22:I verdeggianti seminati. Ovvero i campi verdeggianti. il color verde, ma particolarmente il verde delle campagne ricrea mirabilmente la vista e la fortifica, e giova anche ai malati, come dice Plinio XXXVII. 1.
40,24:Ma la misericordia più di essi ec. Più del soccorso de' fratelli gioverà a salvare l'uomo e liberarlo dall'afflizione la misericordia, che egli abbia praticata verso dei suoi prossimi; perchè questa impegna Dio stesso a porgere a lui soccorso.
40,25:Più di essi piace il buon consiglio. Perchè molte cose, che non si possono ottenere coll'oro nè coll'argento, si ottengono col buon consiglio. Così dicesi ne' Proverbi, che dove non è chi governi, il popolo va in rovina, e la salute sta dove sono molti consigli. Cap. XI. 14.
40,26:Ma più di queste cose il timor del Signore. Il timore di Dio non restringe nè impiccolisce il cuore, ma lo dilata e lo innalza mediante la viva speranza negli aiuti del Signore.
40,27:Non manca mai nulla al timore di Dio, ec. Psal. XXXIII.: A quelli, che cercano il Signore, non mancherà nissun bene, e Psal. XXV. 2.: Nulla manca a chi teme Dio.
40,29:Non ridurti in mendicità. Parla contro quelli, che si riducono in mendicità per nutrire l'ozio e la infingar daggine, come apparisce dal versetto seguente, dove di pinge un di questi tali, che non pensa a far nulla, perchè fa assegnamento sul vitto, che riceverà dalla altrui misericordia. Una tal vita è non solo misera, ma di peso non solo a un tal povero, ma anche agli altri. Altra cosa tutta differente ella è la povertà evangelica lodata da Cristo e abbracciata dai santi.
40,32:Alla bocca dello stolto ec. Lo stolto trova dolcezza in questa parola mendicità, e fa quel mestiere con tanto genio, che quantunque il fuoco della fame gli abbruci le viscere, egli non saprà risolversi a lavorare per guada gnare il suo vitto. L'esperienza dimostra la verità di quello che dice il Savio. Qualunque altra maniera di vi vere non sarà mai secondo il genio di coloro, che si son gettati alla professione di mendicare.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap