Proverbi - 1

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Utilità delle parabole: quanto sia lodevole lo studio della sapienza: i giovani non diano retta alle lusinghe de' peccatori. La sapienza invita tutti alla sua sequela, e la perdizione minaccia a chi la disprezza.,

1Parabole di Salomone figliuolo di David, re d'Israele.
2Donde apparar la sapienza, e la disciplina,
3E intendere gli avvertimenti della prudenza, e abbracciare le istruzioni della dottrina, la giustizia, la rettitudine, e l'equità:
4Donde i piccoli si provveggano di sagacità, i giovinetti di sapere, e di intelligenza.
5Il saggio, che ascolterà, crescerà in sapienza, e colui, che intenderà, starà al timone:
6Comprenderà le parabole, e la loro interpretazione, le parole de' saggi, e i loro enimmi.
7I timor del Signore egli o il principio della sapienza: la sapienza, e la dottrina è disprezzata dagli stolti.
8Ascolta, figliuol mio, i precetti del padre tuo, e non metter da banda le ammonizioni della tua madre:
9Onde tu acquisti corona al tuo capo, e collana al tuo collo.
10Figliuol mio, se i peccatori ti adescherrano, tu non fare a modo di coloro.
11S'ei diranno: Vieni con noi, insidieremo alla vita altrui, nasconderemo i lacci tesi a colui, che inutilmente è senza colpa:
12Lo ingoieremo vivo, come fa l'inferno, e tutto intero, come un che cade in un baratro.
13Troveremo ricchezze grandi d'ogni maniera, ed empieremo di spoglie le nostre case.
14Unisci la sorte tua colla nostra, una sola borsa sarà tra tutti noi.
15Figliuol mio, non andar con costoro: tien lungi dalle vie loro i tuoi passi.
16Perocché i loro piedi corrono al male, ed ei si affrettano a spargere il sangue;
17Ma indarno si tende la rete dinanzi agli occhi dei pennuti augelli:
18Costoro di più le insidie tendono alla propria lor vita, e le frodi macchinano contro le anime loro.
19Cosi le ruberie di tutti gli avari ruban le anime di quelli, che se le appropiano.
20La sapienza esce fuora cantando, alza la voce sua nelle piazze,
21Là, dove si aduna la moltitudine, ella si fa sentire, alle porte (della città) ella espone i suoi documenti, e dice:
22Fino a quando, o fanciulli, amerete voi la fanciullaggine? e ameranno gli stolti quello, che ad essi nuoce? e gli imprudenti avranno in odio la scienza?
23Volgetevi a udire le mie riprensioni: ecco che io vi comunicherò il mio spirito, e voi farò nota la mia dottrina.
24Perché io chiamai, e voi non obbediste, stesi la mano, e nissun vi fece attenzione,
25Disprezzaste tutti i miei consigli, e poneste in non cale le mie riprensioni;
26Io pure nella perdizione vostra riderò, e vi schernirò allora quando sopravverrà a voi quello, che temevate.
27Quando improvvisa sciagura vi investirà, e la morte, quasi turbine, vi sorprenderà; quando sopra di voi si getterà la tribolazione, e l'affanno.
28Allora costoro mi invocheranno, ed io non gli esaudirò, si alzeranno, solleciti, e non mi troveranno:
29Perocché ebbero in odio la disciplina, e non abbracciarono il timor del Signore.
30E non porser le orecchie aì miei consigli, e si fecer beffe di tutte le mie correzioni.
31Mangeranno pertanto i frutti delle opere loro, e si satolleranno de' loro consiglj.
32La indocilità di questi fanciulli sarà la loro morte, e la prosperità degli stolti li manderà in rovina.
33Ma chi ascolta me avrà riposo senza paure, e sarà nell'abbondanza scevro dal timore de' mali.
Note:

1,1:Parabole di Salomone figliuolo di David, re d'Israele. in queste parole non solo ci è manifestato l'autore del libro, ma è commendato il libro stesso come opera di un re, e di un re saggio figliuolo di saggio re, come osservò s. Basilio. La parabola è una sentenza grave in breve giro di parole, la quale con figure per lo più e similitudini insegna le regole di ben vivere.

1,2:Donde apparar la sapienza. Sentenze utili e conducenti all'acquisto della sapienza, di quella sapienza pregevole e vera, che tutta consiste nella purità de' costumi, dice s. Basilio. Intendesi adunque la sapienza pratica, che consiste nella cognizione dell'ultimo fine, che è Dio, e nella cognizione de' mezzi, che a tal fine indirizzano. E la disciplina. La correzione ed emendazione dei vizi e delle passioni.

1,3:Gli avvertimenti della prudenza, e abbracciare le istruzioni della dottrina. Queste parole sono una sposizione del versetto precedente: perocchè quella, che ivi chiamò sapienza, è qui detta prudenza, e quella, che nomò disciplina, è qui detta dottrina. La prudenza co' suoi avvertimenti insegna quello, che in questa, o in quella circostanza debba farsi, o non farsi dall'uomo secondo la retta ragione e secondo la legge di Dio; le istruzioni della dottrina conducono alla emendazione de' costumi per formarli secondo Dio e secondo la sua santa legge.
La giustizia, la rettitudine e l'equità. S'intende ripetuto: ad abbracciare la giustizia, ec. Queste parabole vi illumineranno, e vi aiuteranno per fare in ogni cosa quello, che è giusto e retto e conforme alla equità. Con queste tre parole una sola cosa è significata, vale a dire la vera e perfetta giustizia.

1,4:I piccoli si provveggano di sagacità, i giovinetti ec. Una stessa cosa sono i piccoli, e i giovinetti, e la seconda parte del versetto è una sposizione della prima. I semplici, la tenera età colla meditazione di queste parabole acquisteranno sagacità, cioè la circospezione e la cautela, con cui debbono governarsi nel vivere e operare; perocchè questa è la scienza e la intelligenza, di cui hanno maggior bisogno.

1,5:Starà al timone. Colui, che intenderà perfettamente queste paraboleguiderà bene la sua barca, indirizzerà a buon porto la sua vita, e sarà anche capace di ben governare la repubblica: la sapienza sarà sua guida nel governo di se medesimo, e nel governo anche degli altri.

1,6:Comprenderà le parabole ec. Ecco in qual modo il saggio crescerà in sapienza come disse di sopra. Egli si avvezzerà a penetrare il senso delle parabole e le utili arcane dottrine, che racchiudonsi in esse, e ne' detti dei sapienti e ne' loro enimmi. È nota la maniera usata dagli antichi di nascondere sotto il velo degli enimmi i documenti più gravi e le massime più importanti della sapienza. Vedi quello, che è detto della regina Saba, 3. Reg. X. I.

1,7:Il timor del Signore ec. La parola principio, come pure la voce Greca e l'Ebrea, può qui dinotare o il cominciamento, ovvero il principato. Nel primo senso l'intese s. Agostino in ep. Jo. trac. IX. dove dice: Comincia un uomo a credere il dì del giudizio: se a crederlo in comincia, a temerlo ancora incomincia: ma siccome egli manca di fiducia pel dì del giudizio, non è in lui perfetta carità. Ma egli non è disperato: perocchè avendo il cominciamento si può sperare, che avrà anche il fine. E qual è il cominciamento o odi quello che dice la Scrittura: il timor del Signore principio della sapienza: quegli ha cominciato a temere il dì del giudizio: temendolo si emenda, veglia contro i propri nemici, che sono i suoi peccati, principia a risuscitare interiormente, mortifica le sue membra, ec. Nel secondo senso il timor del Signore, il qual timore tiene il principato della sapienza, egli è il timor filiale, che è in sostanza vero amore di Dio. Vedi Basil. Hom. I. in Heram. La prima sposizione è più comune tra' nostri Interpreti.
La sapienza e la dottrina ec. La voce stolti significa gli empi, onde s. Clemente di Alessandria lesse gli atei. E sono non tanto quelli, che Dio negano colla bocca, quanto quelli, che lo negano co' fatti, e nol temono, nè a lui pensano. Vedi Ps. XIII. I.

1,8:Ascolta, figliuol mio, i precetti ec. Dopo la pietà verso Dio è raccomandata la pietà verso de' genitori, e la obbedienza, che deesi ai loro insegnamenti. Così nel Decalogo dopo li tre primi comandamenti riguardanti l'onore dovuto a Dio, il quarto comandamento è dell'onore dovuto a' genitori, ne' quali risplende un'immagine di Dio padre di tutti, e da cui ogni paternità si noma in cielo e in terra: Efes. III. 15.Un dotto Interprete osserva, che Salomone insegnando in questo libro agli uomini la sapienza e le regole della vita, e facendo in loro vantaggio quello, che è uffizio de' buoni genitori, se stesso volle forse indicare col nome di padre e di madre, dimostrando e l'affetto, con cui imprende a istruirli, e l'obbligo, che quelli hanno di ascoltarlo, e di ricevere con cuor docile e riconoscente i suoi insegnamenti. In un altro senso il padre nostro è Dio, la madre ella è la Chiesa, e a questa madre dobbiamo essere sommessi come buoni figliuoli per la stessa ragione, per cui a Dio siamo soggetti.

1,9:Onde tu acquisti corona ec. La obbedienza a' precetti del padre, a agl'insegnamenti della madre sarà a te così bello ornamento, come lo è alla testa d'un uomo una corona reale, od una collana d'oro al suo collo; questa obbedienza ti darà bellezza e decoro, per cui tu sarai amato e rispettato dagli uomini, e accetto a Dio; ella sarà ancora per te sicuro mezzo per fare acquisto di tutte le virtù, e per ottenere da Dio tutte le grazie: si allude qui alle corone e alle collane d'oro, colle quali solevano ricompensarsi le azioni grandi, come si vede in Giuseppe, il quale per la spiegazione data al sogno di Faraone fu onorato della corona e della collana d'oro. Gen. XLI. 4, 2.

1,10:Ti adescheranno. Cercheranno di tirarti colle loro lusinghe a seguire le loro vie, e a far con essi società. Avverti ed esortò i figliuoli alla obbedienza de' genitori; adesso insegna loro a guardarsi dalle insidie de' cattivi e da' loro perversi insegnamenti.

1,11-14:Vieni con noi, ec. Rappresenta il Savio i discorsi de' peccatori, che cercano di guadagnare lo spirito di un giovine per averlo compagno nel mal fare. In primo luogo gli fanno vedere che ei sarà ben accompagnato e ben difeso, e in società di gente, che vive lieta e felice. In secondo luogo gli dicono, che non si tratta di esporsi a verun pericolo per arricchire: quello, che ha da farsi, si fa con tal segreto e cautela, che accerta il buon esito dell'impresa, e ne tiene ascosi gli autori. Noi tenderemo insidie a colui, che è un buon uomo, e indarno si fida di sua innocenza, come se per essa Dio dovesse salvarlo dalle nostre mani. Ma tu vedrai come noi lo divoreremo e lo ingoierem vivo e intero, come il sepolcro ingoia un uomo morto: quindi (terzo) a noi ricchezze grandi, e abbondanza di tutti i beni, de' quali vogliamo metterti a parte. S. Agostino de civ. XXVII. 20., ed altri Padri e Interpreti in tutto questo ragionamento riconobbero il carattere empio e crudele dei Giudei traditori del Cristo, e la sete, che questi ebbero del sangue dell'Innocente, e la maniera, ond'e' cercarono di colorire l'iniquo loro disegno, han qui veduta profeticamente descritta. E certamente non a caso lo Spirito santo volendo ritrarre la età ancor tenera, e senza sperienza dall'ascoltare le maligne suggestioni de' peccatori, fa che questi propongano adirittura un'azione sì atroce qual'è un tradimento crudele, e l'omicidio di un giusto; ma con si fatto esempio e si dà luogo alla profezia, e insieme dimostrasi in quali eccessi possa essere precipitato l'uomo, che si abbandoni alla seduzione de' cattivi.

1,17:Ma indarno si tende la rete dinanzi ec. Dovea questo essere una maniera di proverbio, del quale molte, e diversissime sposizioni si trovano negl'Interpreti: la più semplice, ch'io credo ancor la più vera, o almen più verisimile, mi sembra questa. Il Savio ha dimostrato quanto importi il fuggire le lusinghe e la società de' cattivi. Or tu (dice egli) illuminato da' miei insegnamenti sarai in istato di schivare i lacci, che forse ti tenderanno per guadagnarti, li schiverai come un augello fugge la rete, la quale da un cacciatore imprudente fu tesa a vista, e sotto gli occhi del medesimo augello. Questa sposizione lega ottimamente e con quel che precede, e con quello che segue.

1,18:Costoro di più ec. Avrai anche grande incitamento a fuggire ogni relazione e ogni commercio con simil gente in veggendo come sopra di essi ricade il male, ch'e' si studiano di fare a' prossimi: le insidie, ch'e'tendono all'altrui vita, sono per essi cagione di morte, e contro le loro vite rivolgonsi le frodi ordite contro de' giusti. Mentre cercano di togliere altrui la vita del corpo, tolgono indubitatamente a se stessi la vita dell'anima, e sovente anche quella del corpo. Vedi Ps. VII. I6.

1,19:Così le ruberie ec. in tal guisa egli avviene, che le prede e i furti, co' quali l'avaro si è arricchito, rubino a lui l'anima propria, lo precipitino nella perdizione dell'anima e del corpo. I LXX: così addiviene di tutti quelli, che operano l'iniquità; eglino colla loro empietà uccidono le anime loro.

1,20-21:La sapienza esce fuora cantando. Si allude al costume antichissimo di avere i precetti e i documenti morali ridotti in cantici, i quali andavano per le bocche degli uomini, ed erano di continuo cantati pubblicamente. Salomone introduce qui la sapienza, o sia la virtù, la quale come una persona sussistente canta e annunzia le sue massime importanti al buon governo della vita umana: le annunzia con gran dolcezza, e insieme con quella libertà, che alla verità si conviene, e le oppone alle false lusinghe, e alla seduzione dei peccatori. Nissuna specie di uomini potrà ignorare gl'insegnamenti della sapienza, perchè ella gli sparge e li divulga pubblicamente, ed essi combinano perfettamente co' dettati della ragion naturale e della legge divina, e sono confermati cogli esempi delle virtù e de' vizi, i quali esempi ad ognuno son manifesti.

1,22:Fino a quando, o fanciulli, ec. Chiama fanciulli non di età, ma di senno gli uomini carnali, i quali adescar si lasciano dalle adulazioni, e dalle lusinghe dei malvagi; ond'e'sono gli stolti, che amano quello, che ad essi è di danno, e danno infinito, e sono ancora oltre modo imprudenti, perchè odiano la salutare dottrina, la quale li renderebbe saggi e felici.

1,23:Volgetevi a udire ec. Vale a dire: siete stati sinora fanciulli, è omai tempo di esser uomini, di amare non quello che piace, ed è nocivo, ma quello che è utile, e può darvi salute; è tempo di ascoltare non le inclinazioni della carne, ma gl'insegnamenti dello spirito, e i dettati della sapienza.
Vi comunicherò il mio spirito. Vi manifesterò i miei sentimenti, la mia dottrina; ed è lo stesso, ch'ei chia ma dettati della sapienza.

1,24-25:Perchè io chiamai, ec. Rivolge il discorso agli uomini di duro cuore ostinati nella loro stoltezza e malizia.
Stesi la mano, ec. Stendere la mano dinota qui il gesto di chi invita un altro perchè a lui si accosti. Così una madre, stese le braccia, invita e stimola il fanciullo a tornare al suo seno.

1,26:Io pure nella perdizione vostra riderò, ec. Con questa forte espressione due cose dimostransi: primo, che sono degni di derisione e di scherno tutti quelli uomini, i quali le temporali loro soddisfazioni preferiscono a' beni eterni, e per esse non dubitano di sacrificare l'anima e il corpo alla perdizione: in secondo luogo dimostrasi la giusta e severa ira di Dio contro de' peccatori, il quale non si diletta già de' mali, e de' tormenti degli uomini anche malvagi, ma si diletta della giustizia, e nissuna misericordia avrà per coloro in eterno. Ottimamente s. Bernardo: che è quello, che noi dobbiam credere esser di piacere della Sapienza nella rovina dell'empio? Non altro, che le giustissime sue disposizioni, e l'irreprensibil ordine della providenza. E quello che sarà allor di piacere della Sapienza è necessario che piaccia anche a tutti i sapienti. Vedi Ps. II. 4. Quello, che temevate. La morte; perocchè questa temono sopra tutte le cose gli stolti, i peccatori.

1,27:Quando improvvisa sciagura ec. Tutto questo versetto rappresenta vivamente la cattiva e dolorosa morte de' malvagi.

1,28:Allora... m'invocheranno, ec. Allora, atterriti cioè dall'aspetto della morte vicina, costoro, che non vollero ascoltarmi giammai, che furon sordi alle mie chiamate, e rigettarono li miei inviti, allora m'invocheranno, ma senza pro. Ma non è egli vero, che in qualunque tempo il peccatore penitente ritorni a Dio, questi è pronto a riceverlo? Sì certamente, ma lo Spirito santo in questo luogo appunto c'insegna, come di rado egli avviene, che a Dio con vera penitenza ritorni chi abusò della misericordia divina, abusò dei mezzi di conversione, abusò del tempo della vita datogli per operare la sua salute. Si alzeranno solleciti: per cercarmi.

1,29:Il timor del Signore. La vera pietà. Alcuni Padri lessero:La parola del Signore. Vedi s. Cipriano lib. I. contr. Jud.

1,31:Mangeranno... i frutti delle opere loro. Mieterà l'uomo quello, che avrà seminato, Gal. VI. 8. Riceveranno pena e gastigo proporzionato alle prave opere loro. I LXX: saran satollati della propria loro empietà. E si satolleranno ec. Raccoglieranno abbondevol copia di frutti delle prave loro inclinazioni, frutti di morte e di eterno dolore.

1,32:La indocilità di questi ec. Questi uomini, i quali per tutto il tempo della lor vita sono fanciulli, perchè altra guida non conoscono, se non la cupidità, periranno per la loro indocilità, per l'avversione, che hanno alle massime della vera sapienza, le quali non hanno mai voluto abbracciare; e la presente loro passeggiera prosperità sarà il principio della eterna dannazione di questi stolti.

1,33:Ma chi ascolta me ec. Chi ascolta la sapienza avrà gran pace di coscienza, avrà l'abbondanza degli aiuti e delle grazie celesti, e non avrà a temere que' mali, che soli son da temersi, vale a dire di perdere Dio, di perder l'anima propria, e d'incorrere negli eterni supplizi. È vero, che questa felicità non può aversi intera e perfetta se non nella vita avvenire, ma un saggio di essa lo ha il giusto anche nella vita presente, il giusto, dico, il quale nelle stesse tribolazioni si gloria... perchè la carità di Dio è diffusa nel cuore di lui, Rom. III. 5., e la speranza de' beni futuri e le consolazioni dello Spirito santo lo fan superiore a' patimenti, e alle afflizioni di questa vita.

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