Ecclesiastico - 37

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Del finto amico, e del vero. Discrezione dà usarsi nel prender consiglio: scienza vera, e falsa, utile, e pericolosa. Tentare l'anima propria. Mali, che vengono dalla crapula.

1Ogni amico dirà: Anch'io ho con tratta amicizia con lui: ma vi son degli amici solo di nome. Non v'ha egli in ciò un disgusto, che va fino alla morte?
2E un compagno, e un amico si cambiano in nemici.
3O scelleratissima invenzione, donde se' uscita a ricoprire la terra di tal malvagità, e perfidia?
4Un amico gode insieme coll'amico nell'allegria; ma in tempo di tribolazione farà contro a lui.
5Un amico si affligge coll'amico per amore del proprio ventre, e imbraccia lo scudo contro il nemico.
6Non esca dall'animo tuo la memoria del tuo amico, e non ti dimenticare di lui quando tu sii venuto in ricchezze.
7Non prender consiglio da colui, che ti insidia, e nascondi i tuoi disegni a coloro, che ti portano invidia.
8Ognuno, che è consultato, mette fuora il suo consiglio; ma v'ha chi da consiglio in pro suo.
9Abbi cura di te stesso nel ricorrere al consigliere: e prima rifletti se abbia bisogno di qualche cosa; perocché anch'egli vi penserà dentro di se;
10Affinchè egli per disgrazia non ficchi in terra un bastone appuntato, e poi ti dica:
11La tua strada è sicura; ed egli se ne stia dirimpetto a vedere quel, che ti avvenga.
12Va a discorrere di santità con un uomo senza religione, e di giustizia coll'iniquo, e con la donna va a discorrere di colei, che le da gelosia, di guerra col pauroso, di cose di traffico col negoziante, di vendite con uno, che vuoi comperare, di gratitudine coll'invidioso,
13Di pietà coll'empio, di onestà col disonesto, col lavorator di campagna di qualunque lavoro,
14Col mercenario prezzolato per un anno di quello, che possa compirsi nell'anno; col servo pigro del molto lavorare: non prender mai consiglio da costoro su tali cose;
15Ma frequenta l'uomo pio, chiunque sia quegli, cui tu conosca costante nel timore di Dio,
16L'anima del quale sia secondo l'anima tua, ed il quale se mai tu vacillassi tralle tenebre, abbia compassione di te.
17Formati dentro di te un cuore di buon consiglio; perocché altro non puoi averne più da stimarsi di questo.
18L'anima d'un uomo pio scopre talora la verità meglio, che sette sentinelle, che stanno alle vedette in luogo elevato.
19Ma sopra tutto invoca l'Altissimo, affinchè addirizzi i tuoi passi secondo la verità.
20Avanti a ogni cosa ti preceda la parola di verità, e avanti ad ogni azione uno stabil consiglio.
21Una cattiva parola altera il cuore; or da esso nascono, queste quattro cose; il bene, e il male, la vita, e la morte; le quali cose sono costantemente in potere della lingua. Taluno è abile ad istruire molti, e non è buono a nulla per l'anima sua.
22Un altro è prudente, e istruisce molti, e da consolazione all'anima propria.
23Colui, che discorre da sofista, è odioso, egli resterà colle mani vuota del tutto:
24Il Signore non ha conceduto a luì di essere gradito, perché è privo d'ogni sapienza.
25E sapiente colui, che è sapiente per l'anima propria, e i frutti dalla, prudenza di lui son degni di laude.
26L'uomo sapiente istruisce il suo popolo, e i frutti del suo sapere sono fedeli.
27L'uomo sapiente sarà ricolmo di benedizioni, e chiunque lo vede, gli darà lode.
28La vita dell'uomo è un numero di giorni, ma i giorni d'Israele son senza numero.
29L'uomo sapiente sarà in onore presso del popolo, e il nome di lui viverà eternamente.
30Figliuolo, nel tempo della tua vita tenta l'anima tua, e se ella è cattiva, non le dare potestà;
31Perocché non tutte le cose sono utili a tutti, e non ogni anima trova in ogni cosa la sua soddisfazione.
32Guardati dall'essere avido in qualunque convito, e non iscagliarti sopra tutte le vivande;
33Perocché il molto mangiare cagiona malattìe, e la golosità conduce fino alla colica.
34Molti ne ha uccisi la crapula: ma l'uom temperante prolungherà la sua vita
Note:

37,1:Ogni amico dirà: ec. E il finto e il vero amico parleranno lo stesso linguaggio e diranno, che ti voglion bene; ma non dalle parole, dai fatti bensì si conosce chi è vero amico e chi no. Non v' ha egli in questo (vale a dire nella finzione dell'amico di nome) un dolore di morte, una afflizione mortale per uno, che viene a conoscere, che quegli che dicevasi amico è un traditore?

37,2:E un compagno ec. E di più questo amico e compagno si cangia in inimico.

37,3:O scelleratissima invenzione, ec. Parla con grande indignazione della doppiezza e ipocrisia del finto amico.

37,5:Per amore del proprio ventre, ec. Per non perdere la mensa dell'amico, non per affetto, ch'egli abbia verso di lui, fa quel che dee fare un amico: prende parte alle sue afflizioni, e imbraccia lo scudo in difesa di lui, e tutto questo perchè considera, che perdendosi l'amico, sarebbe perduta per esso la di lui buona mensa.

37,7:Non prender consiglio da colui, che t'insidia, ec. Vuol significare, che prima di chieder consiglio bisogna, per quanto è possibile, accertarsi del carattere delle persone, che si consultano.

37,9-11:Anch'egli vi penserà dentro di sè. Se egli ha dei bisogni penserà egli piuttosto a questi e alla maniera di provvedervi, che a dare un consiglio schietto, sincero e utile a te. Se tu non baderai a questo potrà per tua sciagura darsi il caso che egli ficchi in terra un bastone, ti dia un consiglio da farti inciampare in qualche disgrazia, e ti dica, che se tu farai com'egli ti dice non hai di che temere, e dipoi starà malignamente osservando la tua caduta. Quello che abbiam tradotto bastone appuntato era una specie di cavicchio appuntato e indurato al fuoco, di cui si servivano in guerra, piantando gran quantità di tali cavicchi nei luoghi, dove fosse per andare la cavalleria nemica. Vedi Virgilio Aeneid. VII.

37,12-14:Va' a discorrere ec. È una bella l'ironia, colla quale dimostra, come da certe persone non dee mai prendersi consiglio sopra certe materie, nelle quali o l'ignoranza o la passione le rende incapaci di ragionare con giudizio.

37,17:Formati dentro di te un cuore di buon consiglio: ec. Questo cuore di buon consiglio consiste in una coscienza retta, determinata a seguire in ogni cosa la verità, che siale dato di conoscere; una tal coscienza è ottimo e utilissimo consigliere, e Dio non permetterà, che da lei vengano cattivi consigli.

37,18:L'anima di un uomo pio ec. Spiega quel che ha detto nel verso precedente, e ne rende ragione. L'anima di un uomo pio, retto, amante della verità, particolarmente in tutto quello che spetta al bene dell'anima sua ed altrui, scopre la verità meglio, che sette sentinelle, ec., cioè meglio, che molti dotti e dottori, che stanno sulle lor cattedre, disputando, meditando, considerando le ragioni, che stanno per questo o per quel sentimento in materia pratica di morale; la ragione si è, perchè ad una tal'anima dà Dio degli speciali lumi e pel proprio bene di essa, ed anche pel bene de' prossimi; e di più quest'anima, che ben conosce la debolezza e ignoranza dello spirito umano, sa ricorrere a Dio e implorare la sua luce, come è insegnato nel versetto che segue. Tutto questo dimostra ancora, che un uomo di soda pietà ben chè non di gran sapere è ottimo consigliere per tutto quello che riguarda la vita spirituale.

37,20:Avanti a ogni cosa ti preceda ec. Ti guidi in ogni tua operazione la parola di verità, qual è il dettame della retta ragione, o una qualche sentenza delle Scritture; cosi opererai con istabile e fermo consiglio, e con quella ri flessione, che è necessaria per non errare.

37,21:Una cattiva parola altera il cuore: ec. Un buon consiglio è cosa al sommo pregevole e utile: un cattivo consiglio è un gran male, perchè deprava il cuore di colui, che lo ascolta; or dal cuore viene il bene e il male, dal cuore la vita e la morte dell'uomo; e la lingua co' buoni o co' cattivi consigli ha la possanza di dare o il bene o il male, o la vita o la morte; perocchè i buoni consigli sono semenza di buone opere per chi gli ascolta; i pravi consigli semenza di opere malvagie. Così una cattiva parola altera e corrompe il cuore; onde ognun può conoscere quanto importi all'uomo il non dar retta alle cattive parole.
Taluno è abile ad istruire molti, ec. Simile agli Scribi ed ai Farisei, de' quali disse Cristo: dicono, ma non fanno, dà ad altri de' buoni consigli, ma non li mette in pratica per se stesso.

37,22:E dà consolazione all'anima propria. Coll'istruire altri, e col fare per se quello che insegna a quelli, con sola e pasce l'anima propria.

37,23-24:Colui, che discorre da sofista, ec. È proprio de' sofisti il cercare d'ingannare e d'illaqueare, per così dire, colle loro sottigliezze, e indurre in errore. S. Agostino riporta questa sentenza del Savio nel libro de doctrina Christiana, dove riferisce anche qualche esempio della maniera di ragionare tenuta da questi sofisti, i quali non pensavano ad altro, che a far pompa di una vana acutezza d'ingegno, e a farsi stimare per questo lato, senza attendere a fornirsi di solida e vera dottrina.

37,25-27:È sapiente colui, che è sapiente per l'anima propria: ec. Ecco l'uomo saggio diversissimo dal sofista e da chiunque indegnamente si arroga un tal nome: è saggio quell'uomo, la cui sapienza primieramente s'impiegain benefizio dell'anima propria, la quale egli si studia di ornare di tutte le virtù, e dipoi di sua sapienza fa parte ai suoi prossimi, e istruisce la sua nazione; onde siccome egli prima operò, e dipoi insegnò, produce colla sua sapienza frutti fedeli, cioè permanenti, ed è benedetto e lodato da chiunque il conosce.

37,28-29:La vita dell'uomo ec. L'uomo vive un piccol numero di giorni, ma il popolo d'Israele durerà per giorni innumerabili; e l'uomo sapiente (che avrà operato e insegnato da uom sapiente) continuerà ad essere in onore presso il suo popolo, e il nome di lui viverà eternamente.

37,30:Tenta l'anima tua: ec. Fa'sperimento delle inclinazioni e affetti, che pullulano nell'anima tua, e se sono cattivi, guardati dal permettere che abbian dominio sopra di te.

37,31:Non tutte le cose sono utili a tutti, ec. È tanto piu necessario il tentare l'anima propria, perchè ciò è utilis simo a conoscere se, per esempio, un dato impiego, un certo genere di vita possa essere utile o dannoso, mentre non a tutti le stesse cose convengono, nè per tutto può trovare un'anima la sua pace e soddisfazione.

37,32:Guardati dall'essere avido ec. Porta un esempio delle inclinazioni viziose, che debbono raffrenarsi. La maggior parte degli uomini sono portati al vizio della gola, onde il Savio insegna a mortificare questo vizio. Tu m' insegnasti, o Signore, ad accostarmi a prender il cibo come a prendere medicamento, diceva s. Agostino, confess. X.31. Serviamoci del cibo temperantemente per rimedio, non in copia per voluttà; per ragione di nostra infermità, non per piacere, Ambros. epist. 82.

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