Ecclesiastico - 14

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Beato colui, che nel parlare non pecca: le ricchezze sono un male per l'avaro: servirsi delle ricchezze a fare del bene prima della morte, la quale non tarda, fragilità del'uomo. Beato chi ama la saggezza, e la giustizia.

1Beato l'uomo, che non ha fatto mancamento colle parole della sua bocca, e non è punto da rimorso di peccato.
2Felice colui, che non ha nell'animo suo tristezza, e non ha perduta la sua speranza.
3Per l'uomo cupido, e tenace sono inutili le ricchezze; e che farà dell'oro l'uomo insidioso?
4Chi accumula con defraudare in giustamente se stesso, accumula per altri, e un altro sguazzerà ne' beni di lui.
5Con chi sarà egli buono chi è cattivo verso se stesso, e non ritrae veruna soddisfazione da suoi beni?
6Nulla v'ha di più iniquo di colui, che è invidioso verso se stesso; e questa, è la mercede della sua malignità.
7Che se egli fa qualche bene, senza saperlo lo fa, e senza volerlo: e alla fine manifesta la sua malizia.
8Cattivo è l'occhio dell'invidioso, egli volta altrove la faccia, e disprezza l'anima propria.
9L'occhio dell'avaro non si sazia di una porzione ingiusta: non si sazierà fino a tanto, che abbia consumata, e strutta la sua vita.
10L'occhio maligno è inteso al male, e non si caverà la fame, ma resterà famelico, e malinconico alla sua mensa.
11Figliuolo di quello, che hai, fattene del bene, e fanne obblazioni degne a Dio.
12Ricorditi della morte, la quale non tarda, e della legge intimata a te di andar nel sepolcro: perocché è legge di questo secolo il morire assolutamente.
13Fa del bene al tuo amico prima di morire, e stendi la mano liberale verso del povero secondo la tua possibilità.
14Non ti privare di un buon giorno, e del buon dono non perderne nissuna parte.
15Non lascerai tu i tuoi sudori, e te fatiche ad altri da divìdersi a sorte tra loro?
16Da, e ricevi, e giustifica l'anima tua.
17Pratica la giustizia prima della tua morte; perocché non si può trovar cibo nel sepolcro.
18Ogni carne appassisce com'erba, e come delle foglie, che spuntano da verde pianta,
19Altre nascono, e altre cadono a terra, cosi delle generazioni della carne, e del sangue una finisce, e una nasce.
20Tutte le opere soggette alla corruzione verran meno una volta, e se n'anderà con esse colui, che le ha fatte.
21Ma tutte le opere elette saranno approvate, e chi le fece sarà per esse onorato.
22Beato l'uomo, che è costante nella sapienza, e medita la giustizia, e colla sua mente pensa a Dio, che tutto vede all'intorno.
23Il quale va studiando in cuor suo le vie di lei, e ne penetra gli arcani, e va dietro a lei per rintracciarla, e dalle strade di lei non esce.
24Il quale per le finestre di lei rimira, e alla porta di lei sta a udire:
25E presso alla casa di lei prende i suoi riposi, e fitto nette mura di essa un palo si fa un piccolo padiglione accanto a lei, e in questo piccolo padiglione avranno stanza perpetua tutti i beni.
26Alla tutela di lei raccomanderà egli i suoi figliuoli, ed egli starà sotto i rami di lei:
27E sotto l'ombra di lei sarà difeso dal caldo; e nella gloria di lei avrà riposo.
Note:

14,1: Che non ha fatto mancamento ec. S. Giacomo cap. mil. 2: Chi non inciampa nel discorrere, questi è uomo perfetto. E non è punto da rimorso di peccato: intende di peccato grave, che privi l'anima della sua vita spirituale, che è la grazia.

14,2:Felice colui, che non ha ec. Beato l'uomo, che non porta in cuor suo la tristezza, che vien dal peccato; beato l'uomo, che non pecca, perocchè egli non perderà mai la speranza in Dio, la speranza di sua eterna salute. La lieta speranza di salute è effetto della buona coscienza.

14,3:Per l'uomo cupido e tenace ec.In questo versetto l'uomo tenace e l'uomo invidioso sono la stessa cosa. L'avaro non ha verun frutto di sue ricchezze, perchè non le impiega e non se ne serve e le nasconde. Un antico Scrittore disse, che l'avaro non fa mai nulla bene, se non quando muore.

14,4:Con defraudare ingiustamente se stesso. Con privarsi del necessario.

14,6:Nulla v'ha di più iniquo di colui, che è invidioso ec. Colui, che è avaro contro di se medesimo, negando a se stesso quello, che la natura richiede a sostentare la vita, egli è omicida crudele di se medesimo, ed è il più iniquo uomo, che passeggi la terra; perchè odia realmente se stesso, quando amar si dee avanti ad ogni altro; e questa sua malignità sarà il suo gastigo, sarà la giusta mercede di sua avarizia. I cattivi trattamenti, ch'ei fa a se stesso, come suo proprio carnefice, puniscono in questo mondo la sua perversa passione.

14,7:E alla fine manifesta la sua malizia. Se per accidente siagli accaduto di far qualche bene, alla fine o in atti o in parole farà conoscere, che di mala voglia e per forza lo ha fatto.

14,8:Volta altrove la faccia, ec. Rivolge altrove la faccia per non vedere i poveri, nè le loro miserie: ma qual meraviglia, che egli sia crudele cogli altri, mentre lo è con se stesso, e non tien conto dell'anima propria?

14,9:Non si sazia d'una porzione ingiusta. Di una porzione di beni eccedente, maggiore di quella che naturalmente potea toccargli, maggiore del suo bisogno, e ch'ei non potea mettere insieme, se non facendo delle ingiustizie a molti altri. il Greco: Non serve a saziar l'avaro una porzione; egli vuol tutto, e non sarebbe neppur con tento quando avesse tutto quel che desidera, perocchè egli fino che siasi strutto cogl'inquieti suoi desideri non cesserà mai di desiderare.

14,10:È inteso al male. Intendi, anche quando sta a men sa per ristorarsi; l'avaro anche allora pensa a far danari, pensa a' suoi contratti, alle sue usure ec.

14,11:Fattene del bene. Serviti de' beni, che hai, per sostentare onestamente la vita, e per onorare Dio colle oblazioni delle decime, delle primizie ec., e soccorrendo i poveri per amore di lui.

14,12:È legge di questo secolo il morire assolutamente. Allude alla sentenza di Dio, che intimò la morte, ad Adamo, quando avesse mangiato del frutto vietato. Gen. II. 17.

14,13:Prima di morire, ec. Come se dicesse, non aspettare a far del bene agli amici, e particolarmente ai poveri, non aspettare il punto della morte, quando la liberalità appena merita questo nome, come notò s. Basilio Iom. 7. dove dice: Tu adunque sarai benigno e liberale verso degli uomini quando con essi più non sarai: quando io ti vedrò informe cadavere, allora dirò, che tu ami i fratelli? Veramente gran lode sarà dovuta alla tua generosità, e gran merito avrai, quando essendo omai a giacere nel sepolero ti farai conoscere per uom magnifico e profuso nel dare, dopo che tu in quel tempo, ch'è con ceduto per meritare... non guardasti i poveri in faccia.

14,14-15:Non ti privare di un buon giorno, ec. Da quel che precede e da quello che segue apparisce, che pel giorno buono s'intende il giorno, in cui si ha il modo e l'occasione di fare del bene ai prossimi; e il buon dono si è la stessa occasionè e i mezzi di fare il bene, della quale occasione, e de' quali mezzi insegna il Savio, che bisogna prevalersi, e ne adduce anche questa ragione, perchè verrà la morte, e allora il frutto de' suoi sudori e di sue fatiche sarà costretto l'uomo a lasciarlo ad altri. Quanto meglio adunque impiegherà questo frutto a fare delle opere buone, pelle quali si renda degno alla morte di esser accolto ne' tabernacoli eterni?

14,16-17:Da' ,e ricevi, e giustifica l'anima tua. Da' dei tuoi beni a quelli, che sono in necessità, e ne riceverai da Dio i beni spirituali e santificherai l'anima tua. Pratica le opere di giustizia, le opere di carità mentre se'in vita, perocchè caduto, che tu sia nel sepolcro, non avrai più alcun mezzo per guadagnarti quel cibo spirituale, per cui l'anima si nutrisce e si conforta, e cresce nella giustizia. Questo cibo spirituale sono le virtù e le buone opere, onde in simil senso disse Cristo, Jo. VI. 27.: Procacciatevi non quel cibo che passa, ma quello che dura sino alla vita eterna; vale a dire il merito delle buone opere.

14,18-19:Ogni carne appassisce ec. Dalla brevità e fragilità della vita umana prende nuovo argomento per animare allo studio delle opere buone, che sole restano all'uomo, e l'uomo seguono nella vita avvenire. La similitudine delle foglie degli alberi, che nascono, e per poco tempo fanno il loro ornamento, e poi cadono e dan luogo di nascere ad altre, esprime molto bene quanto debil cosa sia l'uomo e la vita dell'uomo, e come ella è facilmente agitata e turbata pe' più leggieri accidenti, come le foglie al più piccol movimento dell'aria; e come presto ella passi, e come in una perpetua rivoluzione sia di continuo tutto il genere umano, mentre gli uni nascono, gli altri invecchiano e muoiono.

14,20-21:Tutte le opere soggette alla corruzione ec. Muoiono non solamente gli uomini, ma muoiono tutte le opere loro, quelle io dico, che sono soggette alla stessa corruzione, a cui l'uomo è soggetto, vale a dire le opere mondane, i palazzi, le città, i monumenti più solidi ne'quali sudò l'industria e l'arte degli uomini, tutto quaggiù perisce: Chi semina nella carne dalla carne mieterà ancor corruzione: chi semina nello spirito dallo spirito mieterà ancora la vita eterna, Gal. VI. 8, Così dice il Savio, che le opere elette e sante, le quali sono effetto non della vanità, nè dell'amor proprio, ma dell'amore di Dio, sussisteranno, e saranno approvate e rimunerate da Dio, onde chi le fece ne avrà onore e gloria eterna.

14,22:Che è costante nella sapienza, ec. Ecco la conclusione delle cose già dette: beato chi ama la sapienza con amore forte e costante, ed è inteso alle opere di giustizia, ed ha sempre davanti agli occhi della mente quel sovrano Signore, che tutto vede, tutto considera, e rimunera il bene, e il male punisce, dal qual pensiero della presenza di Dio viene l'uomo mirabilmente animato non solo a fare il bene, ma a farlo eziandio con tal perfezione, qual si conviene ad una Maestà e Santità infinita, alla quale sola dee procurare e desiderar di piacere in tutte le sue operazioni. Secondo un antico e dotto Interprete, star costante nella sapienza vuol dire, essere assiduo nella meditazione delle Scritture sante, nelle quali si cerchi d'imparare a ben vivere, e fare le opere di giustizia in maniera da meritare l'approvazione di Dio, che vede i cuori, ed a cui nissun pensiero dell'uomo è nascosto.

14,23:Il quale va studiando in cuor suo le vie di lei, ec. Questo uomo costante nell'amore della sapienza studia attentamente gl'insegnamenti e i dettami di lei, e pene tra (quanto ad uomo mortale è permesso) i segreti consigli di lei nel governo delle umane cose, e le tracce di lei va indagando in tutte le cose, e preso da grande amore verso di lei, non sa allontanarsi dalle sue vie, non trascura verun mezzo per fare acquisto di quest'amata sapienza.

14,24:Per le finestre di lei rimira, ec. Come amatore ardente della sapienza, appressatosi alla reggia di lei, nè essendogli ancora permesso l'ingresso, sta collo sguardo intento alle finestre di lei osservando se mai gli venga o a fatto di vederla, e si pone ad origliare alla porta. Spie e gasi in tal guisa quello che dice l'Apostolo, che Dio sapienza increata non può vedersi da noi faccia a faccia, ma a traverso di uno specchio, e per enimma fintanto chè siam circondati da questo corpo di morte.

14,25:E fitto nelle mura di essa un palo ec. A questo palo vuole l'amante della sapienza raccomandare la testa del piccolo padiglione dove egli vuole abitare e vivere per istar sempre vicino all'oggetto de' suoi desideri. Questo fervido amore sarà ricompensato co' favori della sapienza. Vedi Prov. III. 2. 4. 8. 10. 14. 15. 16. ec.

14,26-27:Alla tutela di lei raccomanderà ec. Non solo l'amatore della sapienza goderà della protezione di lei riguardo a se stesso, ma anche riguardo a' propri figliuoli, che da tal padre impareranno ad amarla e corteggiarla. Ella qual nobil'antica pianta co' suoi rami lo cuoprirà,e colla salutifera ombra sua lo difenderà dal calore del sole ardente, cioè dalle afflizioni tutte, e dalle tentazioni della concupiscenza, ed egli riposerà tranquillo nella gloriosa protezione di lei.

Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap