VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
9,1:Affinchè ella non adopri in tuo danno ec. Tu co' tuoi sospetti e co' tuoi timori le insegni in certo modo ad essere cattiva, le insegni la malizia, che forse ella non sapeva, ed ella ne farà uso in tuo danno. Alcuni mentre temono di essere ingannati, insegnano a ingannare, dice un filosofo. Il marito (dice Lattanzio) colla propria sua continenza insegnerà alla moglie la castità. De vera re lig. lib. VI.
9,2:Non fare, che la tua moglie abbia dominio ec. Per diritto naturale e divino e umano la moglie debb'esser soggetta al marito: se egli per eccessivo affetto o per piccolezza di cuore permette, che la moglie prenda dominio del suo spirito e usurpi la sua autorità, avvilisce se stesso, turba il buon ordine della famiglia ed espone la moglie stessa al pericolo di perdersi, perchè è difficile, che ella non abusi di una potestà, che non è fatta per lei.
9,3:Sopra la donna, che ama molti. Sopra la donna di mala vita. Vedi Prov. VII. 10. 22.
9,4:La ballerina. Il Greco ha: la cantatrice. L'una e l'altra specie di donne son fatte apposta per essere la rovina degli uomini; sembra però evidente, che qui si parli piuttosto della cantatrice, mentre dicesi: non istare a sentirla.
9,5:Non mirare la vergine. Vedi Job, XXXII. I.
9,7:Non menar gli occhi attorno ec. La curiosità di vedere gli oggetti, che possono risvegliare nell'anima desiderii cattivi, ella è indizio di un cuore mal sano, ed è principio di frequenti cadute. Vedi Basil. De virgin.
9,8:E non mirare studiosamente una straniera beltà. La voce straniera può essere qui posta a significare o la donna altrui, ovvero la donna di altra nazione; perocchè presso gli Ebrei aveano cattivo nome le donne straniere, cioè Pagane. Ottima in questo proposito ella è per tutti gli uomini la regola data da s. Agostino: Se per accidente vi avvenga di gettar l'occhio sopra di qualcheduno, non si fissi però giammai il vostro sguardo sopra veruna donna. Così non accaderà, che voi abbiate a dolervi colle parole del Profeta: l'occhio mio ha rubata a me l'anima mia, Tren. III. 51.
9,12:Appoggiato sul gomito. Allude alla maniera di stare a mensa sopra i letti, della qual cosa si è parlato altre volte; stando così quasi giacendo sopra quei letti ne veniva, che si appoggiasser ciascuno sopra il gomito sinistro, e che il primo avesse le spalle quasi sul petto del secondo, e il secondo sul petto del terzo. il marito a mensa avea davanti a sè la moglie; e se a tavola vi erano de' forestieri non vi intervenivano le donne di casa.
9,13:E a spese del tuo sangue tu non cada ec. L'adulterio presso gli Ebrei era punito con pena di morte: e di più l'adultero avea da temere l'ira del marito. Vedi Le vit. XX.10.
9,14-15:Il nuovo non sarà come quello. Il vecchio amico è meglio conosciuto da te, e tu se' assuefatto alle sue maniere, com'egli alle tue: contuttociò tien conto anche del nuovo amico, perchè egli pure diventerà col tempo amico vecchio, e qual vino vecchio maturo e soave, ti recherà anch'egli consolazione.
9,16:La sua catastrofe. Il cambiamento di scena, che si farà per lui forse anche prima ch'ei muoia, ma al più tardi alla morte. La fede c'insegna a compassionare lo stato di un peccatore, a cui tutto riesce a seconda dei cattivi suoi desideri. Vedi Prov. III. 31. XX. II. 17. XXIV. I. 19. Psal. XXXVI. 1. 7. 8.
9,17:Non piacciano a te le violenze ec. Non ti venga mai fatto di fare stima de' cattivi perchè colle loro violenze e ingiustizie si fan rispettare e ottengono i loro fini: tu certamente sai, che non vorresti essere nei loro piedi quando la morte verrà a prendergli e li strascinerà nel sepolcro: tu non vorresti allora aver fatto quel ch'essi ora fanno, perchè sai, che la loro morte sarà pessima, e dalla morte temporale passano all'eterna. Guardati adunque dal credere glorioso o felice chi per mezzo di tali cose arriva a tal fine.
9,18-20:Sta' lungi da colui, ec. Esorta a tenersi lontano dalle corti,perchè grandi sono i pericoli, che vi s'incontrano, e rari sono quelli che abbiano tanto capital di prudenza da tenersi in piedi: è morte per un cortigiano la perdita della grazia del padrone. Rappresenta i pericoli della corte con dire, che l'uomo ivi sta sempre in mezzo ai lacci e tralle armi di gente sdegnosa, che per invidia userà tutta sua possa per abbatterlo.
9,21-22:Cammina con cautela ec. Vale a dire, non ti fidare di tutti, si circospetto, e guardati dal dare confidenza a persone, delle quali tu non possa esser sicuro; ciò ti riuscirà felicemente, se procurerai di non trattare famigliarmente, se non con uomini conosciuti per saggi e prudenti, e se temerai il Signore.
9,24:Le opere dell'artefice han lode ec. Siccome l'industria celebre di un artefice dà nome e fama alle opere di lui, così al principe dà laude il suo ragionare e le sue risposte piene di saviezza; e il discorso de' seniori fa ad essi grande onore, perchè è asperso di prudenza.
9,25:È terribile. Ovvero è da temersi, pel male che può fare, e fa anche sovente, perocchè egli colle sue maldicenze, colla sua cattiva lingua talvolta mette sossopra un intera città, onde è il terrore di tutti, ma è anche l'odio tutti, ed è in abbominazione, come un cane rabioso.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap