Salmi - 113

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Racconta i prodigj fatti da Dio nel trarre Israele dall'Egitto al passaggio del mare rosso, e del Giordano. Gl'idoli son vanità, il Signore protegge tutti cue', che lo temono.

1Alleluia:, lodate il Signoro. Allorchè dall'Egitto usci Israele: e la casa di Giacobbe (si partì) da un popolo barbaro;
2La nazione Giudea venne consa grata a Dio: e dominio di lui venne ad essere Israele.
3Il mare vide, e fuggì; il Giordano si rivolse indietro.
4I monti saltellarono come arieti, e i colli come gli agnelli delle pecore.
5Che hai tu, o mare, che se' fuggita, e tu, o Giordano, che indietro ti se' rivolto?
6E voi, monti, che saltaste come gli arieti, e voi, colli, come gli agnelli delle pecore?
7All'apparir del Signore si scosse la terra: all'apparir del Dio di Giacobbe.
8Il quale in istagni di acque cangia la pietra; e la rupe in sorgive di acque.
9Non a noi, o Signore, non a noi, ma al nome tuo da gloria.
10Per la tua misericordia, e per la tua verità: affinchè non dican giammai le nazioni: il Dio loro dov'è?
11Or il nostro Dio è nel cielo; egli ha fatto tutto quello, che ha voluto.
12I simolacri delle nazioni argento, e oro, lavoro delle mani degli uomini.
13Hanno bocca, nè mai parleranno; hanno occhi, e mai non vedranno.
14Hanno orecchie, ma non udiranno: hanno il naso, e son senza odorato.
15Hanno mani, e non palperanno: hanno piedi, e non si moveranno, e non darà uno strido la loro gola.
16Sian simili ad essi quei, ch'e li fanno: e chiunque in essi confida.
17Nel Signore ha sperato la casa d'Israele: egli è loro aiuto, e lor protettore.
18Nel Signore ha sperato la casa di Arònne: egli è loro aiuto, e lor protettore.
19Nel Signore hanno sperato quelli, che lo temono: egli è loro aiuto, e lor protettore.
20Il Signore si è ricordato di noi, e ci ha benedetti.
21Ha benedetta la casa di Israele, ha benedetta la casa di Aarone.
22Ha benedetti tutti quelli, che temono il Signore: i piccoli co' più grandi.
23Aggiunga benedizione il Signore sopra di voi: sopra di voi, e sopra de' vostri figliuoli.
24Siate benedetti voi dal Signore, che ha fatto il cielo, e la terra.
25L'altissimo cielo è pel Signore: la terra poi egli la ha data a' figliuoli degli uomini.
26Non i morti daran lode a te, o Signore; né tutti quei, che scendono nel sepolcro.
27Ma noi, che viviamo benediciamo il Signore da questo punto per fino a tutti i secoli.
Note:

113,1-2:(Si parli) da un popolo barbaro. La voce Ebrea tradotta colla voce barbara non ha significazione tanto odiosa come quello, che noi le diamo in latino e in volgare; perocchè propriamente significa uomo, o popolo di lingua diversa e straniera com' erano gli Egiziani riguardo agli Ebrei, Psal. LXXX. 6. Vedi I. Cor. XXV. II. L'epiteto di barbaro fu un tempo dato da' Greci a tutti gli altri popoli, i quali non parlavano la loro lingua, e fino a' Macedoni, in lingua de' quali era un dialetto della Greca: indi gli stessi Greci eccettuarono da quest' appellazione i Romani. Nell'uscir, che fecero gli Ebrei dall'Egitto, allora particolarmente Dio consacrò a se quella nazione, e la elesse per suo popolo il più caro tra tutte le genti, cui egli con ispecial providenza volea governare e arricchire de' suoi favori. Voi sarete tra tutti i popoli la mia eletta porzione: perocchè mia ell'è tutta la terra, ma voi sarete mio regno sacerdotale, e nazione santa, Exod. XIX. 5. 6. l'Ebreo propriamente dice: Giuda fu consacrato al Signore ec. Così viene ad essere nominata distintamente questa tribù in queste prime parole, e nelle altre parole tutte le altre tribù. Ed è con ragione usata una distinzione riguardo a questa tribù, la quale dovea dare alla nazione i suoi Regi e il sommo Re Cristo a tutte le genti. Notisi, che nel latino la voce eius nel secondo versetto non ha a chi riferirsi; perocchè si sottintende la voce Domini, del Signore; e ciò si vede usato e in questo libro e in altri libri santi più volte.

113,3:Il mare vide, e fuggì. Il mare vide il Signore, che era col popol suo, e si divise e si ritirò da una parte e dall'altra, lasciando libero il passo. Il Giordano si rivolse indietro. Il Giordano vide il Signore assiso sull'arca, e si rivolse verso la sua sorgente (Jos.III.16.) fino a tanto che passassero liberamente gli Ebrei.

113,4:I monti saltellarono come arieti, ec. Per timore e riverenza si scossero i monti e le colline, e tremarono forte, allorché Dio sul Sina discese per dare a questo suo popolo la legge. Il Profeta dice che que' monti saltellarono come gli arieti, e come i giovani agnelli partoriti dalle pecorelle.

113,6:E voi, monti, ec. si sottintende ripetuto: che avete voi ec. Per qual motivo vi scuotete e tremate? La ragione è detta nel versetto, che segue.

113,8:Il quale in istagni di acque cangia la pietra; ec. Il mare, il Giordano, i monti, i colli con ragione danno segni dell'infinito loro rispetto verso il Signore, la potenza di cui è tale, che una durissima e secca pietra puo cambiare in una copiosa sorgente di molle acqua. Ciò fece Dio per dissetare il popolo, e dargli acqua nel deserto. Vedi Exod. XV. 6., Num. XX. 8.10.

113,9-10:Non a noi, o Signore, non a noi, ec. Da questo versetto cominciano in oggi gli Ebrei un nuovo salmo. Ma qualcheduno de' loro dottori confessa, che ne' più corretti MSS, si ha qui un solo salmo, come ne' LXX, e nella nostra volgata. I prodigi, che tu hai operati, o Signore, a favor nostro, non servono a fare, che siamo lodati, o stimati noi, ma che sia lodato il tuo santo nome, e glorificato per la tua misericordia, e per la tua fedeltà nell'adempiere le promesse. Vendica tu la tua gloria dalle bestemmie degli empi col continuerci la stessa misericordia, perché così le genti non avean pretesto di dire: il Dio degl'Israeliti dov' è?

113,11:Or il nostro Dio è nel cielo: ec. Noi possiamo rispondere alle maligne interrogazioni degli empi, e dir loro, che il nostro Dio nell'altissimo cielo risiede, e può tutto quello che vuole e in cielo e in terra.

113,12:I simulacri... argento e oro, ec. Al contrario gli dei de' Gentili sono oro e argento, stupidi simulacri senza senso, senza intelletto, che altro essere non hanno, se non quello, che fu dato loro dall'artefice. Vers.16 E chiunque in essi confida. Merita di esser simile ad essi, cioè stupido e insensato com'essi, chi fabbrica tali simulacri, e molto più chi in essi pone la sua speranza: nel che propriamente consiste l'idolatriua, vale a dire nel render culto a' simulacri colla fede, speranza e amore e co' sacrifizi e altre simili esteriori dimostrazioni di riverenza e di affetto. Sopra questo punto vedi un bellissimo passo di Tertulliano lib. II. contr. Marcion, il qual passo serve mirabilmente a dimostrare esente da ogni ombra di superstizione quel culto, che fino da' primi tempi nello chiesa si rende alle sacre immagini.

113,18:Nel Signore ha sperato la casa di Aronne. Distingue la casa di Aronne dngll israeliti, perché la chiesa fu sempre distinta in due stati, clero e popolo: e alla casa di Aronne spettava il sacerdozio.

113,19:Quelli, che temono. Di qualunque nazione ei sieno; Io che alcuni ristringono a' proseliti: ma altri l'intendono generalmente de' Gentili, i quali debbon essere chiamati come gli Ebrei alla fede del vero Dio.

113,22:Ha benedetti tutti quelli, che temono il Signore: ec. La benedizione portata da Cristo è per tutti senza differenza di nazione, di condizione, o di età; perocchè nel regno di Cristo non è distinzione tra Gentile e Giudeo, tra circonciso e incirconciso, tra barbaro e Scita, tra servo e libero, ma Cristo è in tutti ogni cosa, Coloss. III.II.

113,26-27:Non i morti daran lode a te, ec. In questa terra data da te a' figliuoli degli uomini non daran lode a te i morti, che scendono nel silenzio de' lor sepolcri; ma noi, che viviamo, canterem le tue lodi, colle quali sveglieremo ne' prossimi l'ammirazione di tue grandezze e di tua bontà, onde saranno spinti a renderti onore e a riconoscere e a celebrare i tuoi benefizi.

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