VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
30,1:L'altare per bruciarvi i timiami. In quest' altare de' profumi non si offeriva veruna vittima; ma solo vi si bruciavano gl'incensi non solo dal Pontefice, ma anche dai sacerdoti inferiori, i quali facevano questa funzione due volte il giorno, la mattina e la sera. Questo altare stava nel Santo dirimpetto alla mensa de' pani della proposizione. Mattina e sera il sacerdote, a cui era toccato a sorte quest' uffizio, vi offeriva il timiama, di cui si parla, vers. 34., né altra cosa veruno sopra di esso poteva offerirvisi. Solamente nel dì dell'espiazione il sommo Sacerdote aspergeva, o piuttosto tingeva i quattro angoli col sangue della vittima offerta pe' peccati del popolo.
30,2:Spunteranno da uso i suoi corni. Ovvero quattro piccole piramidi, secondo alcuni, i quali vogliono, che questo si alzassero da' quattro piedi dell'altare.
30,3:Rivestirai d'oro finissimo tanto la sua graticola ec. L'altare era voto nel mezzo, e avea una graticola d'oro nel mezzo, la quale non solamente servita per mettervi sopra il fuoco per bruciarvi gl'incensi, ma affinché se o qualche carbone, o qualche poco di cenere fosse caduto dal turibolo sull' altare, non si fermasse sopra di esso, ma cadesse nel fondo sulla terra. Da tutto quello, che segue, ed anche dal cap. x. del levitico, vers. 1, apparisce, che il sacerdote prendeva il fuoco dall'altare degli olocausti, e lo metteva in un prezioso turibolo, e posto questo sull'altare, vi gettava sopra i profumi. Una piccola corona d'oro. Vedi cap. XXV. 25.
30,6:Collocherai l'altare dirimpetto al velo ec. Vale a dire nel Santo, dirimpetto al velo, che separa il Santo dei Santi, il qual velo e davanti all'area del testamento, e davanti al propiziatorio, che cuopre l'arca, dal qual propiziatorio soleva Dio parlare a Mosè.
30,7:E Aronne brucerà sopra di quello ec. Intendesi Aronne, o alcuno de' suoi figliuoli in sua vece. Quest'uffizio non era fatto ordinariamente dal sommo Sacerdote, ma da un sacerdote inferiore, come si è detto. Vedi Luc. 1. 9. Gli Ebrei osservano che nulla si offeriva sull'altare degli olocausti prima dell'oblazione de' profumi; il sacerdote orava nel tempo dell'incenso, e il popolo faceva anch'esso le sue preghiere.
30,10:Sarà cosa santissima dinanzi al Signore. Ciò può riferirsi all'altare; ché sarà tenuto per cosa sacrosanta, ovvero al rito già detto dell'espiazione, che sarà rito santissimo.
30,12:Quando avrai fatto il censo... ciascheduno... darà ec. Alcuni vogliono,che questo mezzo siclo per testa fosse un tributo, che dovea pagarsi al tabernacolo tutto le volte che si facesse il censo: altri però credono, che questo tributo fosse annuale. Certamente ai tempi di Gesù Cristo si pagava il mezzo siclo per testa al tempio. Vedi Matth. XVII. 23, 6 e Filone de Monarchia lib. 2. E da altri scrittori profani sappiamo, che i Giudei mandarono somme considerabili di danaro da tutti i paesi a Gerusalemme per culto del loro Dio. Vedi Giuseppe lib. VII. 13. de Bello. Questo mezzo siclo era un tributo imposto dal Re de' Re per ricognizione del dominio speciale, che egli avea sopra gli Ebrei, e pagandolo ottenevan da Dio la preservazione de' flagelli della peste, guerra, carestia, ec. Distrutto il tempio, Vespasiano ordinò che i Giudei pagassero al campidoglio quello, che prima pagavano al tempio, Giuseppe de bello tib. VII. 27. In oggi i giudei lo impiegano in limosine per quelli, che fanno il viaggio di Gerusalemme.
30,13:Secondo il peso del tempio. Molti interpreti hanno creduto, che il siclo del santuario fosse diverso dal siclo profano, che ci chiamano siclo del re: non sono però d'accordo nel determinare qual dei due fosse di maggior peso: ma questa diversità non ha verun fondamento nella Scrittura: e quando qui si dice, che il mezzo siclo si pagherà secondo il peso del santunrio, non altro vuol significarsi, se non che serbavasi nel santuario il siclo di esattissimo peso, al quale doveano ragguagliarsi i sicli, che si portavano per pagare il testatico. Ne' Paralip. lib. 1. cap. XXIII. 29. veggiamo che vi era un Sacerdote, il quale avra l'incombenza sopra i pesi, e le misure: se vi fu questo differenza tral siclo sacro, e profano, ella non ebbe luogo se non dopo la cattività di Babilonia, quando gli Ebrei furono costretti a seguire in questo, come in altre cose, i costumi dei loro vincitori.
30,18:Una conca di bronzo ec. Lavavano ad essa i sacerdoti i loro piedi, e le loro mani all'entrare e all'uscire del tabernacolo, e coll'acqua di essa si lavavano anche le vittime: il sito di questa conca era tra l'altare degli Olocausti e il tabernacolo. I Sacerdoti stavano coi piedi ignudi nel tabernacolo: la base era il lavatoio, nel quale si faceva scendere l'acqua dalla gran conca, che dovea avere la sua cannella.
30,23:Prendi... cinquecento sicli. Vale a dire, il peso di cinquecento sicli. La mirra più pregiata era quella, che sudava dal suo albero spontaneamente, e senza incisione e chiamavasi stacte.
Di cinnamomo. L'Ebreo e i LXX. di cinnamomo aromatico, ovvero di buon odore. Il cinnamomo era molto celebrato pella sua fragranza. Credesi perita questa pianta in oggi nell'Arabia. Potrebbe forse somigliarla la cannella; ma si crede, che ella sia molto inferiore al vero cinnamomo.
Di canna. La canna aromatica veniva delle Indie: non se ne vede più ai nostri tempi.
30,24:Cinquecento sicli di cassia. La cassia è la scorza d'un albero salvatico nell'indie orientali, il quale è similissimo a quello della cannella.
Un hin d'olio di ulivo. L'hin poteva pesare undici libbre Romane, o poco meno. Questo unguento prezioso dovea servire ad ungere le parti del tabernacolo, l'arca, la mensa dei pani, l'altare de' profumi, e quello degli olocausti, il candelliere, e la conca, ec.; finalmente dovea servire all'unzione d'Aronne, e de' suoi figliuoli, e fu di poi adoperato anche ad ungere i re.
30,29:Chiunque le toccherà, sarà santificato. Il contatto di queste cose consacrate in guisa renderà pur santo colui, che le tocca, se a lui è lecito di toccarle; siccome uno, che non ha diritto di toccarle, per tal contatto diventa immondo.
30,33:E ne dia ad uno estraneo, ec. Ad una, che non sia della stirpe sacerdotale.
30,34:Oniche. L'unghia odorosa, come spiegano moltissimi Interpreti; ed è il guscio d un pesce, che si pesca in certo paludi dell'India, dove nasce la spiga del nardo, delle quali si ciba questo pesce, onde il suo guscio è si odoroso.
Il galbano. E il sugo, che cavasi per incisione da una pianta dello stesso nome nella Siria sul monte Amano.
Incenso lucidissimo, ec.Anche questo si cava dal suo albero per mezzo d'incisione nell'Arabia felice; dicendo lucidissimo vuol significarsi il più puro, che e anche più trasparente.
30,36:Ne porrai dinanzi al tabernacolo del testimonio. ec. Dovea tenersene sempre una quantità sopra l'altare; ma non se ne bruciava se non la mattina e la sera. L'altare de' profumi era nel Santo, e davanti al Santo de' Santi, come si è veduto.
30,38:Perirà di mezzo al suo popolo. Sarà tolto via dal ceto del suo popolo, morrà infelicemente.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap