VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
12,1:Disse ancora il Signore. Questi ordini di Dio furono intimati prima della strage de' primogeniti, anzi prima del decimo giorno del mese.
12,2:Questo mese sarà per voi principio de' mesi; ec. Gli Ebrei cominciavano il loro anno civile in autunno nel mese di Tisri, e di qui cominciavano gli anni sabbatici, e quelli del giubileo. L'anno sacro, vale a dire quello, secondo il quale dovean regolarsi le feste, e le adunanze religiose, secondo l'ordine dato qui da Dio, cominciò dal mese di Abib, o sia di Nisan ( che corrisponde parte al marzo, parte all'aprile ) nel qual mese uscirono gli Ebrei dall'Egitto.
12,3:Il decimo giorno... prenda ciascuno un agnello. Non è certo, se quest'ordine di preparare l'agnello quattro di prima dell'immolazione dovesse osservarsi in perpetuo, o questa volta solamente: sembra più verisimile, che per gli altri anni servisse, che fosse preparato l'agnello a' tredici del mese; ma quest'anno dovendo gli Ebrei mettersi in ordine per la partenza dall'Egitto, in loro ordinato di preparare per tempo l'agnello, e di averlo pronto pel di dieci. Vedi in questo luogo il Pererio.
Si poteva invece dell'agnello immolare un capretto, come apparisce dal versetto 13.; ma comunemente con maggior direzione prendessi un agnello: e questa costumanza ha forse dato ad alcuni occasione di credere, che non si potesse immolare, se non un agnello. Vedi S. Agost. quaest. 24. in Exod.
Un agnello per famiglia, e per casa. Il popolo divedevasi in tribù, le tribù in famiglie, le famiglie in case: se la famiglia tutto è ristretta ad una sola casa, prenderà un sol agnello; Se la famiglia è divisa in molte case, vi vorrà un agnello per casa.
12,4:Che se il numero è minore ec. Poteano esservi delle case di due, di tre, o di quattro persone; onde questo numero sarebbe stato troppo scarso per mangiare tutta la vittima pasquale, la quale dovuta essere consumata interamente: e in tal caso la piccola famiglia prenderà le persone, che vi bisogna dal suo vicinato più prossimo. La legge non determinò il numero sufficiente a mangiar tutto l'agnello; ma la consuetudine portò, che fossero sempre almen dieci persone, e non mai più di venti. Vedi Giuseppe de B., cap. 16. Notisi, che dopo la distruzione del tempio gli Ebrei non immolano più l'agnello pasquale.
12,5:L'agnello sarà senza macchia. Senza difetto; non sarà cieco, nè storpiato, nè scabbioso, ec. Non si parla del colore della sua lana. Vedi Levit. XXII.
Maschio. Tali eran comunemente le vittime, e particolarmente gli olocausti. Levit.I. 3.10. Qualche volta fu ordinata ostia femmina, come nel di dell'espiazione. Vedi Malach. 1. 24.
Dell'anno. Che non abbia passato l'anno; del resto passati che avea gli otto giorni della nascita potea immolarsi. Levit. XXII. 27.
Collo stesso rito ec. In mancanza dell'agnello prenderete un capretto, che abbia le stesse condizioni.
12,6:E lo serberete fino al quattordicesimo ec. La vista continua di questo agnello nei giorni di meno dovea servire a disporre gli animi alla celebrazione della gran festa.
Lo immolerà alla sera. La sera del di quattordici si dovea immolare, e mangiarsi al principio della notte del dì quindici. L'Ebreo legge. Lo immolerà tralle due sere. Il Caldeo tra due soli. Questa maniera di parlare ha prodotte diverse opinioni circa il vero punto dell'immmolazione dell'agnello: senza troppo diffondermi dico: gli Ebrei cominciavano il giorno tanto sacro, che civile alla sera, e alla sera lo terminavano; ma essi notavano due sere in ciascun giorno: la prima sera, quando il sole declinava verso l'occaso, la seconda quando il sole tramontava: e questa distinzione di prima, e di seconda sera fu osservata anche da' Greci. Il sacrifizio di tutti i giorni ordinato in questo libro, cap. XXIX. 38. si faceva circa la nona ora del giorno, cioè verso le ore tre della sera. Or di questo sacrifizio si dice, che offerivasi anch'esso tralle due sere: d'onde vedesi che la prima sera cominciava dalla nona ora, o sia dalle tre; e che il tempo tralle due sere egli è quello, che corre tralle nostre tre ore e le sei nell'equinozio: dico dell'equinozio, perocchè gli Ebrei negli altri tempi non aveano le ore eguali alle nostre, ma or più corte, or più lunghe, secondo le stagioni, come quelli, che in ogni tempo divideano il giorno in dodici ore, e in dodici ore la notte. Cosi l'immolazione della Pasqua fu dopo la nona ora, e all'ora di nona fu immolato, e morì sulla croce l'Agnello, che è nostra Pasqua, come dice l'Apostolo. L'immolazione dell'agnello fu fatta questa volta da ciascun padre di famiglia, e questi padri di famiglia rappresentavano tutto il popolo; ma stabilito di poi il sacerdozio toccava a' sacerdoti di ricevere il sangue delle vittime nel catino, e di spargerlo appiè dell'altare in tutti i sacrifizj, come ad essi spettava di metter la vittima intera sopra l'altare, quond'ella era un olocausto, ovvero il grasso, e altre parti di essa negli altri sacrifizi. I Leviti per ordinario eran quelli, che scannavan la vittima, la scorticavano, le cavavano gl'intestini, ec.
12,7:E prenderanno del sangue di esso, e ne metteranno ec. S. Girolamo in Isai. cap. 66 sembra accennare, che il sangue dell'agnello fu asperso sulle porte in forma di croce. La ragione di questa aspersione è detta nel versetto 23.
12,8:E mangeranno quella notte ec. Ordinariamente le carni delle vittime si cuocevano a lesso ( vedi 1. Rag. 11. 13. 14. ); ma l'agnello pasquale si arrostiva, come è qui notato. Vedi Paralip. xxxv. 13.
E pane azzimo. Coll'agnello pasquale si cominciava a mangiare le azzimelle, e si continuava per sette giorni della solennità. L'Apostolo ci ha avvertiti, che questo rito del pane azzimo significava la parità e innocenza, colla quale dobbiamo accostarci al banchetto del nostro Agnello pasquale, 1. Cor. v. 5.
Con lattughe selvatiche I LXX traducono con le picridi: la picride è una specie di pessima lattuga; di cui Plinio lib. XIX. 8.: alcuni credono, che s'intende la cicoria selvatica; comunque sia quest'erba amara serviva di salsa all'agnello.
12,9:Non ne mangerete niente di crudo. Non era cosa tanto straordinaria presso gli antichi il mangiare cruda la carne: e potea forse trovarsi anche tra gli Ebrei, chi non abborrisse di farlo.
Mangerete la testa, ec. Mangerete tutto arrostita, con questo però, che mangiando la testa, e i peducci: non ne rompiate alcun osso per trarne il midollo, vers. 46.
12,10:Nulla di esso rimarrà al mattino. Perché di gran mattino dovete partire, onde affinchè non avvenga, che ne mangi qualche profano, o si corrompa quello, che avanzasse, lo mangerete tutto, e brucerete le ossa, e tutto quello, che vi resti, prima che finisca la notte.
12,11:Avrete cinti i fianchi ec. Tutto quello, che qui si prescrive, è fatto per dimostrare la sollecitudine, e la disposizione di persone, che stanno per intraprendere un lungo e laborioso viaggio.
Perocchè la Phase ec. E imminente l'ora in cui l'Angelo del Signore passerà da una casa all'altra nella terra d'Egitto, uccidendo i primogeniti, e voi dovrete passare dall'Egitto alla terra promessa.
12,12:E di tutti gli dei dell'Egitto prenderò vendetta. S. Girolamo, Epist. ad Fabiol. scrive, che i simulacri dell'Egitto furono gettati per terra in quella notte. Altri osservano, che Dio facendo uccidere dell'Angelo i primogeniti delle bestie, molte delle quali erano adorate dall'Egitto, esercitò sue vendette contro gli dei Egiziani.
12,13-14:E quel sangue sarà per voi ec. Il sangue dell'agnello asperso sopra le porte sarà per voi pegno di salute; l'Angelo rispetterà questo segnale in grazia del sangue, ch'ei rappresenta, cioè in grazia del sangue di quell'Agnello, per cui otterranno gli uomini la liberazione dalla tirannia del peccato, e del Demonio, e dalla eterna morte. Con questo rito pertanto professavano implicitamente gli Ebrei, che il sangue del Messia sarebbe la salute di tutti quegli, i quali di questo sangue fossero segnati. Vi sono de' Rabbini, i quali hanno scritto, che Israele dovea essere riscattato dal Messia a' quindici del mese di Nisan, come lo stesso giorno fu una volta riscattato dall'Egitto; lo che è stato adempito letteralmente da Gesù Cristo. L'ordine poi dato qui da Dio di celebrare questo giorno con culto sempiterno, ovvero perpetuo evidentemente suppone la celebrazione di una Pasqua spirituale, di cui quella degli Ebrei fu figura, la quale si celebrerà dagli spirituali figliuoli d'Abramo nella Chiesa Cristiana sino alla fine de' secoli.
12,15:Sarà recisa quell'anima da Israele. Si trova sovente intimata questa pena contro i violatori delle osservarnze legali. Molti vogliono, che s'intenda con ciò la pena di morte, alla quale saran condannati gli stessi violatori, provato il delitto davanti a'giudici. Altri poi intendono, che i trasgressori dovean essere recisi dal ceto d'Israele, spogliati delle prerogative della nazione, e considerati come stranieri; e questo pare più verisimile.
12,16:Tolto quello che spetta al mangiare. Il sabato riguardo al punto del lavorare era osservato più rigorosamente, che qualunque altra festa, mentre nel primo e nell'ultimo giorno degli azzimi si permette di far da mangiare; lo che era vietato nel sabato.
12,19:Sarà recisa quell'anima... sia egli nativo,... o... forestiero. Alla Pasqua non era ammesso, se non chi era circonciso, e facea professione della religione Ebrea; ma, poste queste condizioni, era obbligato alla celebrazione della Pasqua e degli azzimi non solo l'Ebreo nato, ma anche chi d'altronde fosse passato ad abbracciare l'Ebraismo. Questi, che sono qui detti stranieri, perché d'origine non erano Ebrei, erano chiamati proseliti di giustizia; e questi venendo al giudaismo erano circoncisi, e di poi, immersi una volta in un gran vaso d'acqua, ricercano una specie di battesimo, il quale non si reiterava giammai ne per loro, né pe' figliuoli, che fossero nati da loro, eccetto che fossero di madre idolatra. I figliuoli prima de' tredici anni, e le figlie prima de' dodici doveano avere il consenso de' genitori per farsi proseliti; quelli si circoncidevano, quelle erano battezzate solamente. Eranvi de' proseliti di domicilio, quali promettevano solennemente alla presenza di testimoni di osservare i comandamenti dati da Dio ad Adamo e a Noè, e con questo aveano la permissione di abitare tragli Ebrei.
12,22:Nel sangue, che sarà sulla soglia. Nel sangue, il quale messo in un catino voi lo ponete sulla soglia della casa per aspergerlo sulla porta, ec. L'issopo serviva di aspersorio.
12,26:E quando diranno a voi i vostri figliuoli: ec. La istituzione delle feste fu invenzione della sapienza di Dio per conservare la memoria delle cose grandi fatte da lui a pro degli uomini.
12,34:Prese adunque il popolo la farina ec. Vedasi, che gli Ebrei aveano disegnato di cuocere il pane pel viaggio; ma gli Egiziani non ne diedero loro il tempo; onde si portarono la pasta.
12,40:Or il tempo, che dimorarono in Egitto, fu di quattrocento trent'anni. Questa somma è esatta, contando dalla vocazione d'Abramo, e dalla partenza di lui da Haran fino all'uscita degli Ebrei dall'Egitto, e cosi espone l'Apostolo, Gal. III. 16. 17. I Lxx. lessero: Il tempo, che i figliuoli d'Israele dimorarom nella terra di Chanaan, e nell'Egitto, fu di quattrocento trent'anni. Così il vero senso di questo versetto egli è, che il pellegrinaggio degli Ebrei in Egitto durò fino all'anno quattrocento trenta dalla vocazione d'Abramo, prima epoca della nazione. Del rimanente tutto il tempo, che gl'Israeliti passarono in Egitto, fu di dugento quindici anni. Vedi s. Agost. quest. 47. super Exod.
12,46:Dalle carni di lui nulla ne porterete fuori. Negli altri sacrifizj pacifici si potea far parte delle carni agli amici. Ved. 2. Esdr. VIII. 10. 12.
Non ne spezzerete alcun osso. Ciò si adempì riguardo al nostro Agnello divino, Juan.XIX. 36. Non dobbiamo finire questo capitolo senza toccare almen brevemente i misteri adombrati sotto la scorza della lettera, benché non possano essere ignoti a verun Cristiano, che sia quel che poco istruito nelle cose della sua fede. L'agnello pasquale fu una chiarissima figura di Cristo immolato per noi, per cui siam liberati dalla tirannia di Faraone, cioè del Demonio, e dalla spada dell'Angelo, vale a dire da' gastighi minacciati dalla giustizia di Dio a' peccatori. L'agnello fu immolato alla sera per significare, che Cristo lungamente aspettato, e desiderato dovea venire nella pienezza de' tempi, come dice l'Apostolo, ad eseguire colla sua immolazione il nostro riscatto; ed egli circa la stessa ora, in cui s'immolava l'agnello, spirò. Tutta la moltitudine de' figliuoli d'lsraele immolò il Cristo, allorché la morte di lui chiesa con alte grida tutto il popolo da Pilato. Le qualità, che concorreano nell'agnello pasquale adombrano le virtù di Cristo, la immacolata sua purità, la mansuetudine, la pazienza; egli il figliuolo maschio della donna dell'Apocalisse, nel fior di sua età divenuto vittima di propiziazione per tutti gli uomini. Quest'Agnello fu veduto da s. Giovanni stare in piedi, cioè pieno di vita, e insieme come morto, portante cioè tutti i segni della sua uccisione, cioè a dire colle piaghe, ch'ei ricevè per amore di noi; e tale egli si rappresenta alla fede nella quotidiana benché incruente oblazione, ch'ei fa di se stesso nell'Eucaristia: qui egli dà le sue carni sante a mangiare a' fedeli per sostentamento della loro vita spirituale, e per ricolmarli di tutti i suoi beni, purché a mangiar queste carni si accostino con disposizioni simili a quelle ordinate agli Ebrei nella loro Pasqua: imperocchè a questo banchetto preparato da Cristo nella sua ardentissima carità fa d'uopo portare la circoncisione del cuore, la purità dell'anima, e la mortificazione delle passioni. Chi adunque alla cena dell'Agnello si accosta, cinga i suoi fianchi, raffreni le cupidità, si rivesta dello spirito di viaggiatore, si distacchi da tutto il sensibile per camminare verso quella terra felice, a cui ha già acquistato diritto mediante l'immolazione, e la morte di questo Agnello.