VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
51,1:Farò levarsi come un vento pestilenziale ec. Questo vento è la guerra, che porterà a' Babilonesi ogni sorta di mali e la morte.
51,2:Manderò a Babilonia dei battitori, ec. Come al tempo della messe si battono e si pestano le spighe del grano dai piedi degli animali, o sotto le pesanti ruote dei carri, e dipoi il tutto gettasi contro il vento, che se ne porta la paglia; così sarà di Babilonia, la quale per cossa da' suoi nemici vedrà i suoi cittadini gettati qual paglia inutile, e spersi a tutti i venti, per ogni parte del mondo, onde la terra di Babilonia resterà desolata.
51,3:Chi tende l'arco, nol tenda, e nissuno vada coperto di corazza. La vittoria sarà facile e sicura: voi troverete i Babilonesi pieni di sonno e di vino, e non avrete a far altro, che trucidarli: non perdonate alla gioventù, all'età militare.
51,5:Israele e Giuda non è rimaso senza il suo Dio, ec. Israele e Giuda non sono un popolo messo del tutto in abbandono da Dio: egli fu tolto dalla sua terra, perchè questa era piena di peccati commessi contro lo stesso santo Dio d'Israele: ma egli è tempo, ch'io riconduca questo popolo alla sua terra.
51,6:Fuggite di mezzo a Babilonia, ec. Non è dubbio, che questa esortazione è indiritta particolarmente agli Ebrei, affinchè non rimangano involti nelle calamità, che verranno sopra Babilonia: ritiratevi per tempo da cotesta infame città, maledetta da Dio e condannata all'eccidio; e aggiunge ancora il Profeta: voi, che vedete fino a qual segno questa città è corrotta e piena di tutti i vizi e di ogni scelleratezza, non vi avvezzate a soffrire senza di spiacere e senza ribrezzo una sì grande iniquità: perocchè dovete sapere, che il tempo delle vendette di Dio verrà, ed ei le renderà sua mercede. Avvisa adunque gli Ebrei, che fuggano da quella impura città, che fug gano per non familiarizzarsi colle sue empietà, pensando al gastigo, con cui saranno tosto punite.
51,7:Babilonia ....fu un calice d'oro da inebriare ec. Di Babilonia, di questa splendida e sì temuta possanza si servi il Signore per far bere alle genti la lor porzione del calice dell'ira sua: le genti ne bevvero fino all'ebbrezza.
51,9:Abbiam medicata Babilonia, ec. Le nazioni soggette a Babilonia dicono, che hanno fatto quel che potevano per sanarla, cioè per difenderla e salvarla dalla ruina. Origene ed altri credono che sian parole degli Angeli custodi di quell'impero, i quali avendo fatto tutto quel che era loro permesso di fare per salute di Babilonia, risolvono di abbandonarla. Così poco prima dell'ultima rovina di Gerusalemme, il dì della Pentecoste, si udì nel tempio una voce, che dicea: Partiamo di qua. Vedi Giuseppe, B. VII. 12.
I suoi delitti arrivarono fino al cielo. Letteralmente, il suo giudicio, vale a dire la materia del giudizio fatto da Dio contro di lei, cioè i suoi peccati.
51,10:Il Signore ha fatta apparire la nostra giustizia. Il popolo Ebreo riguardo a Dio era pieno di ingiustizie, e meritava ogni male; ma riguardo ai Caldei, poteva dire, che non avea fatto ad essi alcun male, e che non meritava di esser tenuto da essi in ischiavitù così dura e crudele. Quindi dicono, che Dio col gastigo di Babilonia ha giustificata la causa loro, e si invitano scambievolmente a portarsi a Gerusalemme, per ivi celebrare l'opera del Signore e renderne a lui solenni grazie.
51,11:Appuntate le vostre frecce, ec. È una ironia del Profeta, che dice a' Babilonesi: preparate le vostre armi, tenetevi pronti a combattere: tutto questo sarà inutile, per chè Dio è quegli, che a prendere e devastar Babilonia conduce il re de' Medi co' principi del suo regno; il Signore vuol far vendetta delle empietà di Babilonia e dell'ingiuria fatta a lui nel dare alle fiamme il suo tempio.
51,12:Alzate lo stendardo, aumentate le guardie, ec. Segue a dire a' Babilonesi, che si affatichino e si studino quanto mai sanno e possono per tener ben difesa la loro città: Dio con tutto questo farà ed eseguirà puntualmente tutto quello che ha risoluto e fatto predire tanto tempo innanzi riguardo al destino di Babilonia.
51,13:O tu, che siedi sopra le molte acque, ec. L'Eufrate, detto nelle Scritture il fiume per eccellenza, il fiume grande, divideva Babilonia in due parti, come si è detto.
È venuto il tuo fine, il punto fisso del tuo eccidio. Ovvero: la misura determinata pel tuo taglio, pel tuo eccidio. Nella voce pedalis si riconosce il piede come misura: e questa misura riguardo a Babilonia ell'è, primo, la misura della sua grandezza fissata da Dio dentro certi termini; secondo, la durazione di questa grandezza; terzo, la misura de' peccati, che Dio volea sopportare. Piena questa misura, il Signore abbandona l'empia città alla distruzione.
51,14:La canzone della vendemmia. Abbiam veduto più volte come la vendemmia nei nostri libri santi è posta per significare il gastigo. Il Signore, che ha detto com'egli inonderà il paese di Babilonia di turba immensa di nemici, aggiunge, che a' danni di lei e del suo paese canteranno questi la canzone de' vendemmiatori, colla quale si esortano a troncare i grappoli, a spogliare le viti e a premere le uve nello strettoio. Paragona l'esercito di Ciro a que' nuvoli di locuste, le quali in quelle regioni si gettano sopra grandissimi tratti di paese, e guastano alberi, piante, grani, erbe, e in poco tempo il tutto disertano.
51,16:A una sua voce ec. Mette in bella veduta la sovrana potenza di Dio per far intendere a' Babilonesi qual sia il nimico, di cui hanno meritato lo sdegno. La voce, di cui parla il Profeta, è il tuono.
Dalle estremità della terra. Vuol dire, dal mare, perchè le costiere del mare sembra che siano i termini delle terre.
51,17-19:Stolto diventò l'uomo del suo sapere ec. Vedi cap. X. 14. 15. 16. dove si sono spiegati questi tre versetti.
51,20:Tu se' stata per me il martello, ec. Di te, o potente e superba città, io mi son servito come di strumento per abbattere la potenza di molte altre nazioni. Nel capo precedente diede a Babilonia il titolo di martello di tutta quanta la terra, vers. 23. Questo bel sentimento è qui e sposto nobilmente fino al versetto 24.
51,25:Eccomi a te, o pestifero monte, ec. Il Profeta ben sapeva, che Babilonia era posta in una vasta pianura: ma le dà il nome di monte sì per ragione della sua superbia e della grandezza del suo impero, e si ancora per l'altezza delle sue mura, de' suoi palazzi ec. Vedi Teodoreto. Questa mi sembra la miglior ragione di tal denominazione. La chiama monte pestifero, perchè ella avea portata la corruzione de' costumi, la moltiplicità delle superstizioni, il lusso enorme, e ogni sorta di disordine ne' paesi soggetti al suo dominio.
Ti precipiterò dalle tue rupi, ec. Continua la metafora del monte; perocchè i monti pare che posino sopra le rupi, che li formano e li sostengono. Non debbo lasciar di rammentare i famosi orti pensili di Babilonia sostenuti sopra volte di miranda struttura, considerati come un prodigio del mondo.
E farotti un monte d'incendio. Ti farò diventare monte orrido, arso, infruttifero, come uno di que' monti, da' quali uscirono de' Vulcani.
51,26:Non si trarrà da te pietra da mettere all'angolo, ec. La pietra dell'angolo, la pietra del fondamento, sono simboli dei regi e dei principi, che sono pietre angolari e fondamentali dello stato. Di tali pietre non se ne troverà più in questo monte di Babilonia. Infatti questa città non fu più città capitale, nè residenza dei sovrani di Persia, e si ridusse ben presto in grande avvilimento. Alessandro ebbe volontà di ristorarla, ma Dio non gli diè tempo di farlo.
51,27:Alzate lo stendardo: ec. Dio parla come supremo capo della impresa contro Babilonia, e ordina, che si allestisca un grande esercito; e siccome tale impresa è impresa voluta da Dio, perciò dice: Sanctificate super eam gentes, preparate a questa guerra, che è santa, i popoli.
I regi di Ararat, di Menni e di Ascenez. Ararat è l'Armenia, ovvero una parte dell'Armenia. Vedi Isai. XXXVII. Menni è un altro paese dell'Armenia, secondo un antico Scrittore presso Giuseppe, Antiq. I. Ascenez credesi un popolo detto gli Ascanti, vicino al Tanai.
Numerate i soldati di Taphsar. Sembra evidente, che nella nostra Volgata Taphsar sia posto quasi nome di qual che luogo o paese. Molti Interpreti credono, che questa voce significhi principe, ovver satrapo: ma ciò pure non fa, che ella non possa anche essere nome proprio di città o provincia.
51,30:E i contrafforti delle porte sono spezzati. Non è da dubitare, che entrati i soldati di Ciro pelletto dell'Eufrate andasser subito a occupare e spalancare le porte della città, affinchè tutto l'esercito potesse entrare più prontamente.
51,31-32:Il corridore incontrerà il corridore, ec. Nel tempo, che un uomo correndo in furia va per portare la nuova, che i nemici sono entrati da una parte, si im batte in un altro, che va a dire, che essi sono entrati anche da un'altra; e la vastità di Babilonia era tale, che vi volle del tempo assai, prima che per tutta la città si sapesse la terribil novella: andavano adunque continui messaggeri al re, che riferivano come la città era presa da un'estremità fino all'opposta estremità; che il ninico ha occupati i passaggi del fiume, o sia i guadi, essendo entrato pelletto del fiume stesso dalla parte dov'entra nella città, e dalla parte dov' esce fuori; che è stato messo il fuoco ai canneti, e che lo spavento è grande ne' soldati, che dovrebbon difendere la città. Non abbiamo così precisa notizia de' luoghi da poter rendere esatta ragione di quelle parole, le paludi sono abbruciate, lo che vuol dire, come abbiam tradotto, i canneti della palude sono abbruciati: ma possiamo intendere, che i soldati di Ciro mettesser fuoco ai canneti, che coprivano per grande spazio le rive dell'Eufrate, e impedivano il passaggio alle schiere, perocchè quelle canne erano di una straordinaria grossezza, e come alberi, quali elle sono ancor nelle Indie per relazione de' viaggiatori. Ma il Profeta tanto tempo avanti vide in ispirito tutte le principali circostanze della presa di Babilonia, e le descrisse, come uno Scrittore contemporaneo scriverebbe i fatti veduti co' suoi propri occhi. Or Geremia scrivea questa profezia circa cinquantasei anni prima di quell'avvenimento.
51,33:La figliuola di Babilonia è come un'aia, ec. Come un'aia, cioè come la messe, che si porta nell'aia per essere battuta: verrà il tempo, in cui si farà la mietitura di tutto quello, che Babilonia ha di buono e di bello. Verrà il tempo in cui Babilonia sarà battuta dai flagelli del Signore, come nell'aia la messe.
51,34:Mi ha consunta, mi ha divorata ec. Ella è Sionne, che rappresenta le crudeltà esercitate da Nabuchodonosor contro Israele. Ella dice, che questo superbo re l'ha consunta e divorata, l'ha fatta vuota di abitatori, ha ingoiate le sue ricchezze, e l'ha mandati dispersi i suoi figli, la più cara parte di lei.
51,35:E il macello della mia carne. La strage di tanti de' miei figliuoli. Tutte le stragi commesse, tutto il sangue versato del misero Israele sta sopra Babilonia e chiede vendetta negli occhi del Signore.
51,36: Asciugherò il mare di Babilonia, ec. Col nome di mare si può intendere con Teodoreto ed altri la moltitudine immensa degli abitanti di Babilonia, e l'infinita copia delle richezze, che a lei venivano da tutte le parti mediante i tribùti di tante nazioni soggette al suo impero. Ma Babilonia non sarà più città regina, e sparira il suo fasto, la sua grandezza e la sua opulenza.
51,38-39:Ruggiranno insieme come lioni, ec. I Babilonesi ruggiranno come lioni infuriati, minacciando strage e morte ai loro nemici; ma io, dice il Signore, ammansirò questi leoni, farò che si riscaldino nelle lor gozzoviglie, e pieni di vino si addormenteranno e dormiranno per sempre, sorpresi nel sonno e trucidati da quei nemici, ch'ei disprezzavano. Abbiam già detto come Babilonia fu presa in tempo di una festa solenne, in cui tutto il popolo non ad altro avea pensato, che a bere, a sollazzarsi e a divertirsi. Vedi anche Daniele V. 30.
51,41:E' stata presa Sesac. Sesac era una dea de' Babilonesi, probabilmente la luna o sia Diana. Vedi Jerem. XXV. 26. Quindi è posto il nome di questa divinità in vece del nome di Babilonia.
51,42:Un mare ha inondato Babilonia. Si è veduto altre volte assomigliato un grande esercito ad una gran massa di acque, che allagano e sommergono una campagna. Isai. VIII. 8., XVII. 13., XXVIII. 15. Può anche essere che il Profeta alluda allo stato, in cui dovea ridursi questa città; conciossiachè le acque dell'Eufrate, perduto il loro corso, cominciarono a formare de' vastissimi laghi all'intorno. Vedi Isai. XIII. 21.
51,44:E farogli vomitare quel che ha ingoiato. Erano immensi i doni portati al tempio di questo dio de' Babi lonesi, e i vasi sacri del tempio del vero Dio furono da Nabuchodonosor dati a Bel: ma furono renduti da Ciro e riportati a Gerusalemme. Vedi I Esd. I. 7. 8. ec.
51,46:E badate, che il vostro cuore non si sbigottisca, ec. Quando si andera avvicinando il tempo di eseguire i miei disegni contro Babilonia, badate di non lasciarvi atterrire, e di non perdere la ferma speranza, che dovete avere della vostra liberazione, per le varie nuove, che si anderanno spargendo pel paese; perocchè un anno sentirete dire una cosa, l'anno dopo ne sentirete dire un'altra, e vi si farà intendere, che dopo un dominatore crudele ne verrà un altro peggiore. Dio vuol tener costanti nella speranza della futura lor libertà gli Ebrei, onde li premunisce contro i vari romori, che si spargeranno nel tempo appunto, in cui si preparerà la tempesta, che dee metter sossopra l'impero de' Caldei.
51,47:E' tutti i suoi (cittadini) cadranno uccisi in mezzo a lei. L'Ebreo legge: E tutti i suoi ballerini caderanno ec. alludendo ai balli, che si facevano in quella festa, in tempo di cui fu presa Babilonia.
51,48:Canteranno laude ec. Daran lode a Dio per tutto quello, che egli ha ordinato contro l'empia città.
51,50:Voi, che avete fuggita la spada, ec. Voi, o Israeliti, che siete stati sottratti alla morte e nella presa di Babilonia e nello sconvolgimento di quell'impero, venite, non vi fermate in alcun luogo, tornate a Sionne, memori del culto del Signore dopo tanto tempo, che voi non ave te potuto a lui renderlo nella sua casa, memori della vostra Gerusalemme.
51,51:Noi siam confusi ec. Alla esortazione del Profeta gli Ebrei rispondono, che essi son confusi, perchè hanno udito gli obbrobri e le contumelie fatte a Gerusalemme nel suo eccidio da' Caldei, hanno udite le bestemmie e gl'improperi degli stessi nemici contro la città santa e contro lo stesso Dio; ch'ei non posson dimenticarsi come un popolo barbaro entrò nel santuario della casa del Signore. Notisi come molto bene il Profeta fa dire agli Ebrei: Abbiamo udito: perocchè la massima parte di quelli, che vider la distruzione di Gerusalemme e deltempio, erano già morti. Dio risponde, che egli getterà a terra Bel con tutti gli altri simulacri di Babilonia, empierà di stragi tutto il paese, e devastera quella città, la quale colle sue mura e colle sue torri si innalzava quasi fino al cielo.
51,55:Ha fatte cessare in lei le voci superbe: ec. Non si sentirà più Babilonia parlar con voce imperiosa e superba; il romore della moltitudine del suo popolo sarà un romore sordo e spaventevole, come quello di una piena grande di acque: tal sarà il romore, che si udirà in Babilonia alla invasione de' Persiani; sarà romore di gemito, di querela, di trista e stupida disperazione.
51,57:Inebrierò i suoi principi, e i suoi sapienti ec. Inebrierò col calice dell'ira mia i principi ec.
51,58:Quella muraglia larghissima di Babilonia ec. Le mura di Babilonia sono dipinte per una delle grandi meraviglie del mondo da molti Scrittori. Queste mura avevano di circuito ventitre leghe di due miglia e mezzo italiane per ogni lega, se crediano ad Erodoto e a Plinio; e benchè altri mettano qualche cosa di meno, la differenza però non è grande. Quanto alla loro larghezza, Quinto Curzio e Strabone la fanno di trentadue piedi; e finalmente lo stesso Strabone, Plinio ed altri scrivono, che fossero alte dugento cubiti. Siccome dicesi, che ella avesse tre recinti di mura, vuolsi che Ciro facesse smantellare le mura esteriori, e il resto e tutte le porte le demolì Dario figliuolo di Histaspe.
51,59:Quando andava con Sedecia re a Babilonia, ec. Gli Ebrei, e dietro ad essi molti dei nostri Interpreti, dicono che Sedecia l'anno quarto del suo regno andò a Babilonia a visitare Nabuchodonosor, portandogli dei doni per farselo amico, e per ottenere, che trattasse con umanità i prigionieri Giudei, che erano già nella Caldea; e sebbene di questo viaggio non si dica altra cosa in verun altro luogo delle Scrittura, senbra che non possa mettersi in dubbio, per quello, che qui leggiamo. In questo anno quarto di Sedecia era pace tra gli Ebrei e Nabuchodonosor, ed era già cinque anni, che Jechonia, prede cessore di Sedecia, si trovava a Babilonia.
Saraia era capo dell'imbasciata. Di molte interpretazioni, che si danno a quelle parole: princeps prophetiae, mi è paruta la più vera quella, che ho posta nella versione. Il re Sedecia avea seco un numero di ministri e di cortigiani, tra'quali Saraia era il primo, portando egli la parola, ed essendo destinato a trattare co' ministri di Nahuchodonosor delle cose, che il re Sedecia si era proposte nel fare quel viaggio.
51,63:E quando avrai finito di leggere ec. La profezia dovea esser letta da Saraia agli Ebrei adunati segretamente in qualche luogo.
51,64:In tal guisa sarà sommersa Babilonia. Così Babilonia sarà sommersa prima in un diluvio di calamità e di sciagure, e finalmente sotto le acque dell'Eufrate, e sparira dalla faccia della terra, come la scrittura gettata nel fondo del medesimo fiume, che non verrà mai a galla.
Fin qui le parole di Geremia. Alcuni credono, che queste parole fossero aggiunte da Baruch, il quale messe insieme le profezie di Geremia, senza però osservare l'ordine dei tempi. Altri vogliono, che siano state aggiunte da Esdra.