VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
14,1:In proposito della siccità. Non convengono gl' Interpreti intorno al tempo di questa siccità: alcuni vogliono, che avvenisse nel tempo dell'assedio di Gerusalemme; altri prima dell'assedio, sotto Sedecia, lo che sembra più verisimile; e non manca ancora chi la riporti ai tempi di Giosia.
14,2:Le porte di Gerusalemme desolate e abbrunate sono per terra, ec. Tutto spira lutto e orrore alle porte di Gerusalemme, che erano gia inondate dalla turba del popolo, e le strida della città si alzano fino al cielo.
14,3:S'imbacuccano la testa. Era uno de' segni di mestizia e di duolo, come si è veduto già altre volte.
14,5:E abbandonò il parto, ec. La cerva ama molto i suoi parti, ed è segno di terribil necessità, che sopraffa la natura, il vedere che ella gli abbandoni; ma non essendovi erba per nudrire la madre, non può ella allattare i suoi figli.
14,6:Sorbiscono l'aria come i dragoni: ec. Volgendosi dalla parte onde soffia qualche fresc' aura, cercano refrigerio alla loro sete.
Perduto il lume degli occhi. Effetto della fame e della sete. vedi 1. Reg. XIV. 17. L'asino salvatico ha ottima vista.
14,8:Perchè sarai tu in questa terra come uno straniero, ec. Questa terra, che è tua, e cui tu riguardasti finora come tua eredità, per qual motivo la consideri adesso in quella maniera, che un forestiero e un viaggiatore considera un paese, per cui egli passa, e dove vuol albergare non più d'una notte? Così tu pare, che la Giudea consideri adesso come cosa, che a te nulla appartiene, e del bene e del male di lei non ti prendi pensiero.
14,9:Come un campione, che non può dar salute? Come un campione, da cui talora molto si spera e si ottiene poco sorso.
Ma tu, o Signore, tu abiti ec. Ma no, o Signore, non è straniera a te questa terra, nè forestiero se' tu in Israelle: tu abiti ancora tra noi, dove hai il tuo tempio, tra noi, che portiamo il nome glorioso di popol tuo: tu adunque non ci abbandonare nella tribolazione. Queste belle parole si applicano molto meglio al popolo Cristiano, che ha ne' suoi templi risedente il suo Dio e il suo Salvatore nel Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, al popolo che ha nome dal medesimo Salvatore e Dio suo; onde elle sono ogni di nella bocca della Chiesa, recitan dosi e ripetendosi questa tenerissima orazione sulla fine dell'ufficio divino.
14,10:Che ha amato di tener in moto i suoi piedi. Ha amato non di star fermo nella verità e nel culto del vero Dio, ma di andar vagando or verso uno, or verso un altro de' suoi idoli.
14,11:Non pregare pel bene di questo popolo. L'Apostolo s. Giovanni dice: Havvi un peccato, che mena a morte, non dico che alcuno per esso preghi. 1. Jo. V. 6. Questo peccato, dice s. Girolamo, è la impenitenza finale. È stoltezza il credere, che rimanendo noi nel peccato, co' voti o co' sacrifizi possiam riscattarci, e verremmo a far Dio ingiusto pensando cosi: si in sceleribus permanentes pu taverimus votis atque sacrificiis redimere nos, vehemen ter erramus, iniquum arbitrantes Deum.
14,16:Sopra costoro verserò il male loro. Il male e la pena, che hanno meritata.
14,18:Se io esco in campagna, ec. Prima di metter l'assedio a Gerusalemme, Nabuchodonosor devastò le campagne e vi commesse grandissime crudeltà, e i vicini popoli, nemici giurati degli Ebrei, fecero anch'essi la parte loro. Sono condotti in un paese, che non conoscevano. Nella Caldea, paese da essi non mai veduto.
14,21:E non far patire a noi contumelie, che offendono ec. Non far patire a noi le contumelie, di cui ci confessiam meritevoli, le quali però ridonderebbon quasi in disdoro del tempio, che tu hai tra noi, del tempio dove la tua gloria risiede sopra i cherubini e sopra i propiziatori. Non a noi, non a noi, o Signore, ma al nome tuo da' tu gloria, affinchè per disgrazia non dicasi tralle nazioni: Il Dio loro dopo è? Psal. 113. 9. 10. Abbiam voluto ritenere nella versione la interpunzione della nostra Volgata, benchè s. Girolamo unisse il verbo recordare colle parole, che lo pre cedono in tal guisa: solii gloriae tuae recordare; lo che dà un senso più chiaro.
14,22:V'ha egli tra gli scolpiti dei delle genti chi dia la pioggia? Signore, non da' falsi dei, non da' morti simulacri noi aspettiamo soccorso in questa siccità, ma da te, da te solo, che i cieli hai fatti e la pioggia.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap