VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
48,1:Guai a Nabo. Nabo, ovvero Nebo, città del paese di Moab appiè del monte, che le diede il nome, prima fu degl'Israeliti, e dipoi, ne' tempi delle calamità de' Giudei, i Moabiti la presero, e finalmente ne furon cacciati e condotti schiavi da Nabuchodonosor, come qui è predetto. Il monte Nebo è celebre particolarmente per essere ivi morto il gran legislatore degli Ebrei, Mosè. Vedi Deut. XXXIV. I.
Cariathaim è stata espugnata: la forte è confusa e in tremito. Anche questa città fu degl'Israeliti, a' quali la tolsero i Moalbiti. Ella era tra Eleale e il Giordano, Num. XXXII. 37. Jos. XIII. 19. Geremia dice, che questa forte città presa da' Caldei è piena di confusione e di spavento.
48,2:Han formati cattivi disegni contro di Hesebon: ec. Hesebon, una volta città capitale di Sehon re degli Amorrei, ma avanti a lui città de' Moabiti, fu della tribù di Ruben, e finalmente ripresa da' Moabiti. Il Profeta dice, che i Caldei hanno formato il disegno di sperdere questa forte e illustre città.
Tu adunque starai in silenzio, e la spada ec. Queste parole son dette a Moab, cui dice il Profeta, ch'egli starà in cupo e mesto silenzio, e che la spada lo seguirà dappertutto. Non debbo però tacere, che il Caldeo e vari moderni presero come nome proprio di città quellavoce ebrea, che è renduta nella nostra Volgata colla parola silens, onde traducono: tu adunque, o Madmen (città del silenzio, ovver taciturna) saral ridotta al silenzio, cioè disertata e spopolata.
Chi paragonerà i capi XV. XVI. d'Isaia con quello, che dal nostro Profeta si dice adesso sopra la futura rovina di Moab, troverà gran somiglianza non solo di sentimenti, ma anche di espressioni, avendo voluto lo Spirito Santo ripetere in differenti tempi e per bocca di più profeti le stesse cose: perocchè vedremo anche in Ezechiele e in Sofonia descritte le calamità, che Dio serbava a quel paese, Ezech. XXV. 8. Sophon. II. 8. 9.
48,3:Strepiti e strida da Oronaim. Isai. XV. 5.
48,4:Moab è abbattuta: ec. La nazione de' Moabiti è all'ultima desolazione; a' suoi pargoletti intimate che avranno da stridere e da urlare quando vedranno maltrattate le loro madri, e tutto il paese ripieno di confusione e di orrore.
48,5:Ella salirà il colle di Luith ec. La vergine di Moab prenderà la fuga verso l'Idumea pe' colli di Luith e per la scesa di Oronaim, donde si faranno sentire a' nemici sparsi pel paese le strida de' miseri fuggitivi, Isai. XV. 5.
48,6:Siate come il tamarisco nel deserto.Voi vivrete in luoghi incolti e sterili e solitari, dove nasce in abbondanza il tamarisco.
48,7:E muterà paese Chamos, e i suoi sacerdoti, ec. Chamos era, se non l'unica, almeno la primaria divinità dei Moabiti, onde dipoi sono detti da Geremia popolo di Chamos. Vedi ancora Num. XXI. 9. Jud. XI. 24.
48,8:Il ladrone. Egli è Nabuchodonosor, la cui ambizione e avarizia, benchè permesse da Dio e ordinate alla punizione di altri peccatori, non sono però approvate nè volute da lui, Jerem. VI. 7. Isai. XXXIII. I.
48,9:Coronate Moab di fiori, ec. Sia la figlia di Moab ornata di ricchezze e di gloria: con tutto questo ella sarà menata in ischiavitù.
48,10:Maledetto chi fa l'opera del Signore con mala fede, ec. Quando Dio mette in mano ad un uomo la spada, con cui vuole che questi vendichi gli oltraggi fatti alla giustizia divina, quest'uomo è maledetto se non adempie esattamente e con perfetta fedeltà i voleri del Signore, e se per una falsa pietà si astiene dallo spargere il sangue. Quindi s'inferisce, che se Nabuchodonosor avesse conosciuta la volontà di Dio, che lo avea destinato a punire le scelleraggini di Moab, e si fosse con retta fede conformato a tal volontà, non avrebbe commesso verun peccato per quello, ch'ei fece contro quel popolo, anzi avrebbe fatto cosa accetta al Signore; ma egli non a Dio serviva in cuor suo, ma alla sua vanità e al genio di dominare e di avere soggetta alla sua potestà tutta la terra.
Questa sentenza si applica ottimamente ai principi, i quali dice l'Apostolo che quai ministri dell'Altissimo portano la spada, e non senza cagione la portano, cioè per terrore e punizione de' cattivi.
Finalmente colla stessa sentenza viene maledetto quell'uomo, il quale non si studia di uccidere colla spada dello spirito i pravi affetti e le ree passioni, che sono i veri nemici e dell'anima e del medesimo Dio.
48,11-12:Moab fin dalla sua adolescenza fu fertile, ec. Paragona i Moabiti ad una fertile vigna e al vino di essa; vino, che è stato tenuto sempre sulla sua fondata, e non è stato mutato d'uno in altro vaso, onde conserva il suo naturale forte e austero sapore e odore. Notisi, che gli antichi stringevano le uve, e il vino colava in una cisterna (detta in latino lacus, fossa) dove si conservava molto bene in tutta la sua forza. Questa cisterna era quadra o rotonda, e incrostata per ogni parte talora di marmo, talor di calcina o di gesso, Plin. XXXIII. I. Da questa cisterna, che era unita allavigna, si cavava ilvino per metterlo in vasi per lo più di terra cotta, che allora diceasi vinum diffu sun. Questi vasi poi o si mettevano nella terra, sepolti in tutto od in parte, o si tenevano nelle cantine, Plin.XIV.21. Il Profeta adunque vuol dire colla sua allegoria, che i Moabiti sono un popolo, il quale essendo stato sempre nell'abbondanza e nella pace, non essendo mai stato soggiogato nè menato in ischiavitù, ha conservato l'antico suo carattere, la superbia, la dissolutezza, che ebbe ab antico. Ma ecco (dice il Signore), che io manderò i Caldei, i quali sanno quel che debba farsi a questo vino: essi lo caveranno dalla sua cisterna, lo muteranno mettendolo in vasi, e dipoi vuoteranno i vasi bevendo il vino, e i vasi ridurranno in pezzi. Così Moab sarà traportato dal suo paese nella Caldea, e tutti i vasi, ne' quali questo vino soleva stare (le sue città, i borghi ec.), resteranno vuoti e devastati.
48,13:Sarà confuso per ragion di Chamos, come la casa ec. Moab non potrà trovar rifugio e difesa nel suo Dio Chamos, come gli Israeliti non poteron esser difesi dai vitelli d'oro, che adoravano in Bethel.
48,17:Come mai è stato spezzato lo scettro forte, ec. I Moabiti erano molto presuntuosi, e si credevano grandemente forti e quasi invincibili. Vedi vers. 29.
48,18:Scendi dalla tua gloria, e siedi in arido sito, ec. Dibon era città famosa e gloriosa per le sue acque, Isai. XV. 9. Il Profeta dice, che i suoi abitatori saran costretti a fuggire e porre stanza ne' luoghi aridi del deserto. Perocchè lo sterminatore di Moab ec. Nabuchodonosor.
48,19-20:Stattene sulla strada ....o abitatrice di Aroer: ec. Aroer era a' confini di Moab sul fiume Arnon. Geremia dice agli abitatori di questa città, che domandino ai fuggitivi quel che sia accaduto nel paese. Rispondono questi fuggitivi, che Moab è confuso, ed è vinto; ed e sortano ancora, che tal nuova si annunzi per tutto il paese che è traversato dall'Arnon, affinchè tutti pensino a' casi loro. Moab è devastata: parla del popolo di Moab in femminino, come sopra.
48,21-22:Sopra Helon, e sopra Jasa, ec. Delle città dei Moabiti rammentate in questi versetti alcune, come queste prime tre, erano state della tribù di Ruben, e poscia furono occupate da' Moabiti nella decadenza del regno d'Israele.
48,25:E' stato troncatò il corno di Moab, ec. Il corno significa il regno, il braccio dinota la fortezza.
48,26-27:Inebriatelo, perchè ec. Diasi a bere a Moab del vino d'ira del Signore fino che egli ne sia inebriato, e fino che vomiti tutte le sue ricchezze e la sua gloria, ed egli nella sua disperazione sbatta le sue mani, e sia anche egli schernito; perocchè egli arrogantemente ed empiamente ha parlato contro del Signore. Tu adunque, o Moab, vedendo Israele in tribolazione e affanno non sol non avesti senso di compassione per lui, ma lo scher nisti come si suol fare a un ladro colto in fragranti, e in compagnia di altri ladri: or perchè tu parlasti male d'Israele, e lo insultasti nella sua miseria, e non rispet tasti Dio stesso, che gastigò questo popolo per correggerlo, tu per questo sarai menato in ischiavitù.
48,28:Andate a stare sui massi, ec. Andate ad abitare sui massi degli alti monti, e nelle caverne di cui è pieno il vostro paese; imitate la colomba, che va a far suo nido nelle spaccature più alte delle rupi.
48,31:Per questo io alzerò le strida ec. Io piangerò (dice il Profeta) sopra le calamità di Moab, e griderò, e farò sentir la lugubre mia voce a tutto il paese di Moab, e agli abitanti in particolare di quella città, che ha le mura di mattoni. Questa è Ar capitale del paese di Moab detta Kir-Hasereth, ovvero Kir-Heres. In un paese sassoso le fabbriche dovean essere generalmente di pietra; ma questa città avea questo di singolare, che le sue mura erano di mattone. Ne abbiamo parlato altre volte, e anche in Isaia XVI. 7.
48,32:Come ho pianto Jazer, cosi ec. Le belle e feraci vigne di Sabama ben si meritano, che io pianga la distruzione di questa città, come ho pianto la distruzione d'Jazer.
Le tue propaggini hanno passato il mare, ec. I tuoi cittadini sono fuggiti fin di là dal mare morto, sono andati fino a questo mare, che è vicino alla città d'Jazer. Tale è la comune sposizione de' nostri Interpreti: confesso però, che volentieri con vari altri io tradurrei in tal guisa: le tue propaggini hanno passato il mare; quelle d'Jazer sono arrivate fino al mare; e così l'intese il Caldeo, e il senso sembra migliore.
48,33:Al Carmelo, ed a Moab. Per Carmelo s'intende qui un tratto di paese fertile al sommo, e ridente come il Carmelo.
Ho tolto il vino agli strettoi: ec. Non vi sarà più vendemmia, non vi sarà la pigiatura del vino, nè si udiranno più le liete canzoni de' vendemmiatori.
48,34:Le grida di Hesebon ec. Quelli di Hesebon fanno udire le loro strida ad Eleale e a Jasa. Parimente da Segor si odono le strida fino ad Oronaim, da Segor, io dico, città forte, non mai doma, e insolente come una vitella di tre anni, cioè nel fiore della più vegeta età. Vedi Columella cap. VI. 2.
Le acque ancora di Nemrim saran di pessima qualità. Nemrim dice s. Girolamo che era una piccola città sul mare, di cui le acque eran salate e cattive. Il Profeta adunque o vuol dire, che queste acque, già per loro stesse assai cattive, diventeranno peggiori pel sangue de' cadaveri de' Moabiti uccisi in quella città da' Caldei, ovvero, che le acque stesse, che prima erano buone, perchè erano contenute e chiuse nelle cisterne in guisa da non aver comunicazione veruna col mare morto, distrutto di poi il popolo della città, che avea cura di mantenerle sane, si ridurranno ad essere di pessima qualità. Questa seconda sposizione è forse migliore.
48,36: Il mio cuore darà suono come di tibia ec. Ho voluto ritenere la voce tibia del latino, perchè lo strumento di tal nome è certo che si adoperava nei funerali, e non si sa con certezza a quale de' nostri strumenti da fiato corrisponda la tibia. Il Profeta dice, che il suo cuore afflitto per le orribili calamità di Moab, afflitto particolarmente per le calamità di Kir-Heres, si sfogherà in lugubre canto da accompagnarsi col suono della tibia.
Son iti in rovina, perchè han fatto più di quel che potevano. Hanno fatto, vuol dire hanno tentato, hanno voluto fare cosa superiore alle loro forze: hanno voluto resistere al domatore dell'Asia, a Nabuchodonosor.
48,37:Ogni testa sarà senza capelli, ec. Tutto il paese sarà in duolo, e ciò vuole esprimere il Profeta rammentando i soliti segni del duolo, la testa e la barba rasa, il cilizio, e le braccia fasciate per le incisioni, che solevano farsi in simile congiuntura. Confesso, che quelle parole, in cunctis manibus colligatio, mi hanno dato del fastidio a intenderle come comunemente s'intendono; perocchè quanto è frequente nelle Scritture l'uso osser vato trai Gentili di straziarsi le carni nel duolo, altrettanto è cosa nuova il dirsi, che le ferite, o incisioni, che coloro si eran fatte, le fasciassero e le nascondessero.. Contuttociò non saprei trovar senso più adattato alla nostra Volgata. L'Ebreo porta: in tutte le mani (ovver braccia) le incisioni.
48,38:Su tutti i tetti. Montavano sopra i solai delle case a piangere e fare i loro lamenti, come si è veduto altre volte.
48,39:Moab ha gettato giù il capo, ec. Pare, che alluda alla vitella di tre anni, di cui parlò vers. 34., e voglia dire: ella ha gettato giù il capo, ha piegato il collo al giogo de' Caldei.
48,41:Carioth è stata espugnata. Si crede, che Carioth sia la già detta Kir, ovvero Kir-Heres.
48,43-44:La scacciata, la fossa, e il laccio ec. Pone le ordinarie maniere, colle quali si prendono a caccia gli animali; e per significare, che Moab non potrà sottrarsi in verun modo all'ira vendicatrice di Dio, dice, che se il Moabita non incapperà nella rete per mezzo della scacciata, caderà nella fossa, e se dalla fossa si salverà, rimarrà preso al laccio.
48,47:Ed io farò ritornare i prigionieri di Moab ec. Dio promette, che i Moabiti saran liberati dalla loro schiavitù, e torneranno da Babilonia al loro paese negli ultimi giorni; e non si dubita, che veramente fossero liberati circa lo stesso tempo, in cui Dio liberò per mezzo di Ciro gli Ebrei. Giuseppe Ebreo e S. Girolamo ed altri suppongono, che i Moabiti fosser soggiogati l'anno venti tre di Nabuchodonosor, cinque anni dopo la rovina di Gerusalemme.
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