VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
11,2:Udite le parole di questa alleanza, ec. Sembra, che sien dette queste cose da Dio a Gerusalemme e agli altri profeti, tra' quali Geremia era come il primo e più accreditato per la sua virtù, onde egli porta la parola.
11,4:Dalla fornace di ferro. La schiavitùdine del popolo nell'Egitto fu rappresentata ad Abramo sotto il simbolo di una ardente fornace. Vedi anche Deuter. IV. 20.
11,5:Affinchè io faccia rivivere il giuramento, ec. Il giuramento, cioè l'alleanza giurata da me contratta col popolo, violata e rotta da lui coll'adorare gli dei stranieri e col disobbedire a' comandamenti: questa alleanza Dio dice, che vuole risuscitarla.
Cosi è, o Signore. Così è, tu dalla parte tua mantenesti le tue promesse, e desti a questo popolo la buona terra, che fino adesso egli possiede.
11,9:Si è scoperta una congiura ec. Questa maniera di parlare dinota una alienazione da Dio non sol grande, ma fatta a caso pensato, con risoluzione premeditata, non avvenuta per debolezza e fragilità, ma per ostinata proter via e avversione di cuore da Dio.
11,13:I tuoi dei, o Giuda, agguagliarono il numero ec. Ognuna delle città di Giuda ebbe il suo idolo: ciò vuol dire, che nissuna fu esente dall'idolatria, imitando ogni città il costume empio della dominante, dove ogni strada avea il suo idolo. Alcuni credono, che il Profeta voglia dire, che ogni città avesse la sua divinità propria e differente da quelle delle altre citta. Ma è più credibile, che in tutto il paese di Giuda si adorassero gli dei adorati in Gerusalemme.
Altari di confusione. Altari eretti agl'idoli, che sono chiamati confusione, come si è veduto più volte. Vedi erem, III. 24.
11,15:Il mio diletto nella casa mia ha commesse ec. Si lamenta Dio, che il suo popolo nello stesso suo tempio abbia introdotto l'empietà e l'idolatria, e poi questo popolo stolto si credeva di mondarsi da ogni peccato colle sue vittime e co' suoi sacrifizi, e offeriva le carni delle vittime a Dio come per placarlo, nel tempo stesso, che facea pompa e portava in trionfo le sue empietà.
11,16:Ulivo fecundo, bello ....fu il nome, che diede a te il Signore: ec. Popolo infelice! Dio ti nonò, cioè ti fece essere come un bello e fecondo e fruttuosissimo ulivo. La comparazione di un popolo fedele e giusto col l'ulivo, è molto bella e di gran senso; perocchè questa pianta non è soggetta alla carie, nè sente quasi vecchiezza, nè mai perde foglia, onde fu presa per simbolo dell'eternità, ed ella è di gran frutto, Ps. LI. 10. e questo frutto serve ad usi innumerabili ed anche alla religione; e finalmente l'ulivo dà grande ornamento a' colli e alle campagne dove nasce. Al suono di una parola, grande ec. Ma questa pianta si bella e vistosa e pregevole, al suono della voce, cioè del comando di Dio, sarà arsa dal fuoco con tutti i suoi rami; questo fuoco è la vendetta di Dio, il quale per mano de' Caldei abbrucerà Gerusalemme,
11,18-19:Ma tu, o Signore, mi desti a conoscere, e io compresi: ec. Il sentimento comune della Chiesa fu sempre questo, che sotto il tipo di Geremia sia in queste parole adombrato il vero Agnello di Dio, l'Agnello ucciso dal principio del mondo, e figurato nell'agnello pasqua le e nell'agnello, che si offeriva mattina e sera come in tutti i sacrifizi della antica legge. Seguitiamo noi questa regola (dice s. Girolamo), che tutti i profeti la maggior parte delle cose fecero in figura di Cristo, e che tutto quello, che si adempiè riguardo a Geremia, era una profezia di quel che dovea un giorno a venire riguardo a Cristo. E vogliam noi vedere, che il Profeta mirava a qualche altra cosa più importante, che tutte le cattive disposizioni degli Ebrei contro la sua persona? Egli dice, che per rivelazione di Dio ha saputo quello, che si macchina dagli Ebrei, e dipoi (vers. 21.) immediatamente soggiunge, che i cittadini di Anathoth, sua patria, dicevano a lui, che non predicasse se non volea morire per le loro mani. Non avea adunque bisogno il Profeta, che Dio rivelasse a lui il cattivo animo, che gli Ebrei aveano contro di lui; ma di rivelazione avea bisogno per sapere e credere, che l'empietà e la rabbia degli Ebrei fosse per giungere fino ad uccidere l'Agnello immacolato mandato a togliere i peccati del mondo. Che contro di questo Agnello dovesse ordirsi dagli Scribi e da' Farisei una sorda congiura, nella quale a suo tempo si facesse entrare la stolta plebe di Gerusalemme, questo è veramente quello, che Dio fece conoscere al Profeta, figura dello stesso Agnello, consolandolo nelle persecuzioni, che egli soffriva, coll'esempio di quell'Agnello mansuetissimo, il quale dagli stessi Ebrei sarà ucciso anch'egli per l'odio, che hanno alla verità e alla pietà.
Venite, diamo a lui il legno in luogo di pane. Questa versione è conforme al senso seguitato dall'Arabo, che legge: si corrompa colla trave la carne di lui, e col legno la sua fortezza: è conforme alla sposizione di s. Girolamo, di Teodoreto, di s. Giustino m., di Tertulliano e di molti altri Padri e Interpreti, i quali hanno qui veduto accennato il mistero della croce di Cristo: venite, e diamo a lui per suo pane il legno, cioè la croce.
11,20:Fa' ch'io ti vegga fare vendetta di essi. A gran ragione il Profeta chiede al giusto Dio, che castighi l'empieta degli omicidi del Cristo. Ed è tratto di benevolenza, non di malizia, quando il giusto desidera che vengn il castigo sopra de' peccatori, de' quali non ama la perdizione, ma l'emendazione, e ama la giustizia di Dio, per cui sa, che molti possono convertirsi. August. sent. 246.
11,23:Anno di visita per essi. Anno di gastigo severo.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap