VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
4,2:L'anima, che avrà peccato per ignoranza, e avrà fatta alcuna di tutte quelle cose, ec. I peccati d'ignoranza, de' quali si parla in questo luogo, riguardano secondo la comune opinione tanto i precetti affermativi, come i negativi; vale a dire tanto i peccati nei quali è ordinato di far qualche cosa, come quelli, ne' quali è proibito di far qualche cosa; e quest'ignoranza s'intende e dell'ignoranza di fatto, e dall'ignoranza della legge, o sia del diritto. L'ignoranza di cui si parla, è quella che non fa, che il peccato non sia in qualche modo volontario: ella è l'ignoranza colpevole, che almen suppone negligenza nell'imparare le proprie obbligazioni; e per questa negligenza si offeriva il sacrifizio: ma se una non per ignoranza, ma per malizia avesse trasgredita la legge, e la colpa era pubblica, era condannato non ad offerir sacrifizio, ma a subire la pena, che gli veniva imposta dal giudice. Questi sacrifizj offerti per i peccati d'ignoranza non rimettevano di loro natura la colpa, ma toglievano l'impurità legale, che per essa si contraeva: valevano, dice l'Apostolo, a moderare la carne, a togliere l'immondezza esteriore, e ad esimere il reo dalla pena, colla quale o i giudici, se avessero avuto notizia del peccato, o Dio stesso lo avrebbe punito. La fede, e la carità unita a questi sacrifizj (che eran pur necessari, perché comandati da Dio) servivano ad espiare effettivamente la colpa dinanzi a Dio per la virtù del sacrifizio di Cristo, il quale coll'unica sua oblazione meritò la santificazione a tutti quegli, i quali in tutti i secoli o prima o dopo di lui ricevettero, e riceveranno la santificazione. Vedi Heb. X.
4,3:Se il sacerdote, che fu unto, ec. I LXX. se il sacerdote sommo: e così l'intese anche la volgata, come si vede da quelle parole che fu unto; lo che era proprio del Pontefice, mentre i sacerdoti interiori ( dopo che furono unti i figliuoli d'Aronne ) non ebbero mai più funzione.
Facendo peccare il popolo. L'Ebreo può tradurre: Se peccherà, come fa il popolo: quasi volendo dire, che è cosa aliena da lui il peccare, da lui che dee intercedere il perdono pei peccati del popolo. La lezione della volgata è ottima, e significa la forza, che ha il mal esempio di un uomo costituito in dignità nella Chiesa. Notisi ancora, che trattasi di peccati non di piena malizia, ma d'ignoranza, e di peccati non enormi; perocchè questi non si espiavano si facilmente; trattasi di peccati, che riguardavano secondo alcuni le cerimonie della legge; contuttocìò si ordina un' ostia maggiore per tali colpe.
4,5:Lo porterà dentro il tabernacolo. Ceremonia, che non si usa, se non nel sacrifizio pel peccato del Pontefice, e in quello pe' peccati del popolo.
4,6-7:Ne farà aspersione sette volte ec. Una parte del sangue della vittima si spargeva appiè dell'altare; un'altra parte si metteva su corni dell'altare de' timiami; della terza parte si faceano sette aspersioni verso il velo, che separava il Santo dal Santo de' Santi.
4,12:Li porterà fuori degli alloggiamenti ec. Tolto quello, che è notato, vers. 8. 9, tutto il resto della vittima, insieme colla pelle, si portava a bruciare fuori degli alloggiamenti; e questo si osservava riguardo al vitello offerto pel peccato del popolo; onde anche da ciò apparisce quale idea volesse Dio, che si avesse del peccato del sacerdote, agguagliando il peccato di lui a' peccati di tutto il popolo. Serviva ancora questa cerimonia a imprimere agli ebrei un sentimento di giusto terrore; mentre veggendo queste vittime per lo peccato portarsi a bruciare fuori degli alloggiamenti venivano a intendere, che molto piu il peccato ai peccatori meritavano di essere puniti col fuoco dell'altra vita. Contenea finalmente questa cerimonia una tacita preghiera a Dio, che volesse far si che i peccati del Pontefice e del poolo non fossero funesti ne all'uno, nè all'altro; ma insieme colla vittima per essi offerta fossero tolti via e aboliti. Sopra di che dobbiam ricordarci, che gli alloggiamenti degli Ebrei erano allora, come una città ambulante col suo tabernacolo, che era il tempio d'allora, e che Cristo conformandosi a questa figura, compiè il suo sacrifizio fuori della porta di Gerusalemme, come notò già l'Apostolo, Heb. XIII. 12. 15.; onde s. Leone serm. 9. de pass. scrive così: Né dentro il chiuso della città, la quale secondo il merito di sua scelleraggine dovea essere diroccata, ma fuori, e lontan dagli alloggiamenti Cristo fu crocifisso, affinchè finito il mistero delle vittime antiche, sopra un nuovo altare fosse posta la nuova vittima, e la croce di Cristo forse altare non del tempio, ma di tutto il mondo. Vedi il luogo della lettera agli Ebrei sopraccitato, e le annotazioni.
In un luogo mondo, dove soglion gettarsi le ceneri. Le ceneri delle vittime si gettavan primieramente nell'atrio presso l'altare degli olocausti, cap. 1. 16.; di là poi si portavan fuori degli alloggiamenti in luogo mondo, dove non si mettesse nè corpi morti, né immondezze.
4,14:Offerirò... un vitello. La stessa ostia, le stesse cerimonie che si sono vedute nel sacrifizio precedente, si osservano in questo, se non che qui non il Pontefice, ma i seniori impongono le mani all'ostia per tutto il popolo.
4,16:Il sacerdote, che e unto. Il Pontefice. Vedi vers. 3
4,18:Che è alla porta. Vicino alla porta.
4,22:Un principe. Per questo nome intendonsi i capi di famiglia, e quelli della tribù, e i capi dell'esercito.
4,25:Nel sangue di questa ostia per il peccato. Vuol significare, che se questa non fosse ostia per lo peccato, il sacerdote non tingerebbe i corni dell'altare col di lei sangue; perocchè questo non facessi, se non in quella specie di sacrifizj. L'altare rappresentava Dio, onde aspergendo l'altare col sangue di quell'ostia si veniva a dare a Dio il sangue di essa in vece del sangue e della vita del peccatore. Si in questo versetto, come in altri luoghi in vece di ostia per il peccato, l'Ebreo legge peccato; e cosi l'Apostolo parlando di Cristo dice, che il Padre fece peccato per noi colui, che non avea peccato cerano 2. Cor. V. ult.
4,26:Sopra del quale farà bruciare il grasso, ec. Le carni poi saran date a' sacerdoti. Vedi cap. IV. 26
4,35:In olocausto al Signore. L'Ebreo s'esprime qui, come nel capo III. 5. Vedi sopra.
Notisi che nel sacrifizio per lo peccato usavasi il sale, ma non altre libagioni né di vino, né d'olio, né di farro, le quali si usavan solo pell'olocausto, e per l'ostia pacifica.