VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
10,1:Nadab e Abiu ec. Nell'Esodo, cap. VI. 23. sono nominati i primi tra' figliuoli di Aronne; onde si credono i maggiori. Questi due sacerdoti vollero cominciare l'esercizio del loro ministero, e offerire l'incenso sull'altare de' profumi, Com'era ordinato di fare due volte il giorno; ma invece di prendere del fuoco dall'altare degli olocausti presero altro luogo, che dovea essere nell'atrio ad uso de' sacerdoti. La Scrittura non spiega in qual modo ciò avvenisse; ma supponendo, che questo fatto sia dello stesso giorno ottavo della loro consacrazione, potrebbe credersi, che questi giovani sacerdoti, veduto confermato da Dio in faccia a tutto il popolo il loro sacerdozio, presi da brio giovanile, volendo offerire l'incenso in rendimento di grazie, dato di piglio a' turiboli, presero in fretta il fuoco d'altronde, che da quel luogo donde dovean prenderlo.
Lo che non era stato loro ordinato. Maniera di parlare simile a quella, Jerem. XXXII. 35.
Immolarono i loro figliuoli a Moloch: lo che io ad essi non comandai, vale a dire, lo che era stato da me proibito. E adunque certo, che la legge di non adoperare nel culto del Signore altro fuoco, che quello dell'altare degli olocausti, era già stata intimata, a benchè ella non sia in termini espressi stata ancor registrata, è però accennato sufficientemente, Levit. VI. 12.; e se con non altro fuoco dovean bruciarsi le vittime, molto meno ciò far poteasi dell'incenso, il quale non nell'atrio, ma nel Santo si abbruciava. Dio punì di morte la leggerezza, e la trascuranza di questi sacerdoti, dando a vedere con qual occhio egli miri e con quali bilance egli pesi le mancanze, che si commettono in quel, che riguarda il suo culto. I Padri, e gl'Interpreti assai generalmente credono, che Dio punendoli colta morte temporale li salvò dell'eterna.
10,2:Un fuoco... ti divorò. Tolse loro il respiro, e la vita, lasciando intatti i corpi, e fino le vesti.
10,3:Questo è quello, che ha detto il Signore: Farò conoscere ec. Intorno alla santità richiesta da Dio ne'suoi ministri vedi Exod. XIX. 22., Levit. VIII. 35.; ma non e dubbio, che molte cose fossero insegnate da Dio a Mosè, le quali non furono scritte, ma dette a viva voce, e tramandate di poi per mezzo della tradizione alle cui susseguenti.
Farò conoscere la mia santità in coloro, che si approssima a me. Ne' miei sacerdoti farò vedere, com' io son santo, e santi voglio, che sien quelli, che s'accostano a me, e punisco severamente quelli, che disubbediscono a' miei comandi.
Ciò avendo udito Aronne si tacque. Esempio grande di rassegnazione, e sommissione a' voleri di Dio in un padre, che perde in un momento due figliuoli.
10,4:Dal cospetto del Santuario. Nadab, e Abiu erano stati uccisi nel Santo dinanzi al volo del Santo de' Santi nell'atto, che andavano ad aderire l'incenso.
10,6:Non discoprite le nostre teste, e non stracciate, ec. Proibisce Dio ad Aronne, e a' suoi figliuoli di dare segni di duolo pelle morte di que' sacerdoti col deporre le loro mitre, e collo stracciaro le vesti. Vedesi Job. 1. 20. 6 Reg. IV. 12. l'uso di stracciar le vesti, e di gettarsi la polvere sulla testa ignuda. Queste dimostrazioni di dolore proibisce Dio ad Aronne, e a' suoi figliuoli per onor del sacerdozio, e per riguardo alla unzione santa, ond' erano stati consacrati ed essi, e le loro vesti. Dio stesso ne da questa ragione, vers.7. Vedi cap. XII
10,7:Non uscirete foor della porta del tabernacolo. Fuor della porta dell'atrio, dov'era la loro residenza. Spesso volte e in questo libro, e in altri della Scrittura la voce tabernacolo è posta per l'atrio del tabernacolo.
10,9:Non berete vino... quando entrate nel tabernacolo. Il vino, e tutto quello, che può inebriare, ovvero la sicera è proibita a'sacerdoti per tutto il tempo, che erano nel servizio attuale del tabernacolo. Il Grisostomo e Teodoreto dicono, che la sicera è il vino di palma; ma S. Girolamo da a questa parola un significato più ampio, volendo, che ella comprenda qualunque liquore capace d'ubriacare: è vero però, che il vino di palma, cioè di dattili di palma, era il più famoso di tutti i liquori conosciuti in quei paesi. Dio non voleva, che i sacerdoti si risentissero degli effetti del vino, che sono la sonnolenza, la pigrizia, il discapito della memoria, e della presenza di spirito.
10,12:Prendete quello, che è restato del sacrifizio, ec. Prendete i pani, le torte, ec. riserbete per voi nel sacrifizio offerto per il peccato, descritto cap. prec. 15. 16. ec. Doveano mangiargli i sacerdoti nell'atrio presso l'altare degli olocausti in un luogo destinato pel refettorio degli stessi sacerdoti, e dove anche dormivano nel tempo del loro servizio.
10,14:La mangerete in luogo perfettamente mondo tu, e i tuoi figliuoli, e le tue figlie. La spalla adunque e'l petto dell'ostie pacifiche potevano i sacerdoti portarla alle loro case, e mangiarlo con tutta la loro famiglia, a condizione però, che il luogo, dove ciò si mangiava, fosse esente da ogni immondezza.
10,15:Perché essi hanno alzato... dinanzi al Signore ec. Perché i tuoi figliuoli sacerdoti hanno alzato (secondo il rito spiegato di sopra) la spalla, il petto, e 'l grasso dell'ostia pacifica dinanzi al Signore; onde queste tre cose sono mie: io ritenendomi il grasso, che sarà bruciato in onor mio, lascio la spalla e il petto agli stessi sacerdoti.
10,16:
10,17:Essendo alla stata data a voi, affinché portiate l'iniquità, ec. Voi dovevate mangiarla, perché questo vi è ordinato, affine di dimostrare, come voi prendete sopra di voi l'iniquità dal popolo per orare, e intercedere per lui, ed espiarlo.
10,18:Tanto più, che del sangue di esso ec. Del sangue di questa vittima non ne è stato portato nel santo de' Santi, e non ne è stato asperso sull'altare de' timiami, onde voi aveste a guardarvi di mangiarne. Si è già veduto, come quelle ostia, il sangue delle quali si portava nel Santo de' Santi, dovean bruciarsi interamente fuori degli alloggiamenti.
Dovevate mangiarlo nel santuario. Nell'atrio del tabernacolo.
10,19:Come potevo io mangiare ec. Questo tempo di sì dolorosa memoria per me non m' è paruto tempo da convito, ma da piangere e digiunare, e l'osservare questa cerimonia in tal tempo non ho creduto, che potesse piacere al Signore.
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