VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
9,1:Ma Saulo tuttora ec. Non contento della morte di Stefano, e degli altri, che diedero la vita per Gesù Cristo nella persecuzione mentovata di sopra, cap. VIII. I
9,2:Gli domandò lettere ec. I Romani avean lasciato al sinedrio la facoltà di fare imprigionare, e battere i Giudei non solo nella Palestina, ma anche negli altri paesi, dove erano sinagoghe, le quali sinagoghe in tutto ciò, che riguardava la religione, rispettavano l'autorità del sinedrio di Gerusalemme. I Giudei erano in grandissimo numero a Damasco.
Affine di menar legati a Gerusalemme ec. Quasi non fidandosi, che le sinagoghe di Damasco li trattassero così rigorosamente, com'egli desiderava, e come credeva, che meritassero.
9,3:Una luce del cielo gli folgoreggio d'intorno. Questo seguì sul mezzo giorno; lo che fa vedere, che questo splendore celeste fu straordinariamente grande, mentre superò la piena luce del sole. Questo splendore, simbolo della luce interiore, che dovea illuminare gli occhi della mente, e del cuore di Saulo, è simbolo ancora della luce di santità, e di dottrina, che doveva spargere per ogni parte, dopo la sua conversione: questa luce secondo alcuni Interpreti era tramandata dal corpo glorioso di Gesù Cristo che apparì a Saulo.
9,4:Saulo, Saulo. Questa doppia chiamata è indizio e della durezza del cuore di Saulo, e dell'amore, e della compassione di Cristo verso di lui.
Perchè mi perseguiti? Gesù Cristo, e la Chiesa sono un solo corpo, e perciò gli dice perchè perseguiti me, cioè a dire me, che ti amo, e che tanto ho fatto e pn tito per te?
9,5:Dura cosa è per te il ricalcitrare ec. Proverbio assai noto, che si dice di chi con la propria ostinazione offende se stesso. E un tal rimprovero quadrava in Saulo, il quale per odio contro il nome cristiano correva da cieco alla sua perdizione.
9,6:Signore, che vuoi tu, ch'io faccia? Queste parole dimostrano un animo già ammollito, che si abbandona in tutto, e per tutto alla volontà del Signore.
9,7:Udendo la voce, ec. Udivano i compagni la voce di Saulo, ma senza sapere a chi egli indirizzasse le sue parole, e senza sapere, perchè egli parlasse così; mentre di colui, col quale egli parlava, non udiron essi la voce, come si ha nel capo XXII. 9.
9,8:Non vedeva niente ec. Questo stato di Saulo, che ad ocehi aperti non vede nulla, rappresentava quello, che egli si era avanti la sua conversione. Compariva agli altrui sguardi come uomo zelante, erudito nella scienza della legge; ma non era infatti se non un cieco, che niente vedeva, nè intendeva delle cose di Dio, e della religione.
9,9:E' quivi tre giorni stette ec. In questi tre giorni, che egli passò nell'esercizio dell'orazione, e della penitenza, osservando un rigoroso digiuno, gli fu insegnato per im mediata rivelazione da Gesù Cristo il Vangelo, il qual Vangelo cominciò immediatamente a predicare con tanto fervore.
9,10:Anania. Quest' Anania era celebre trai fedeli di Damasco. Non sappiamo di certo, s'ei fosse sacerdote, o diacono, e molto meno se del numero dei settantadue discepoli, come alcuni hanno detto. Vedi Act. XXII. 12.
Ed egli rispose: Eccomi, ec. Dicendosi apertamente, che Gesù appari non in sogno, ma in visione ad Anania, la risposta, che egli da, sembra dimostrare, che riconobbe subito Gesù Cristo, e che non era nuovo per lui un tal favore.
9,11:Cerca in casa di Giuda ec. È credibile, che Saulo avesse di lunga mano ospizio in casa di questo Giuda e che ivi fosse solito di abitare, quando andava a Damasco.
Già fa orazione. Ei non è più quel persecutore, che era prima, non temere di lui; egli sta orando per impetrare misericordia, e prepararsi al Battesimo.
9,12:(E ha veduto... un uomo ec.). Anche queste parole sono del Signore, il quale con esse fa animo ad Anania, perchè non tema di andar a trovar colui, che era prima un lupo rapace, ma è oramai divenuto un agnello della greggia del Signore, e amato e favorito da Dio con visioni, ed estasi meravigliose.
9,14:E qui egli ha autorità da' principi de' sacerdoti ec. Dal sinedrio, di cui questi erano parte principalissima.
9,15:Dinanzi alle genti ec. Delle quali si gloriava egli poi di essere Apostolo specialmente mandato ad esse, come Pietro a' Giudei. Si allude qui a quel luogo di Isaia, cap. XLIX. 6.
9,17:E' impostegli le mani, ec. Questa cerimonia non ebbe altro fine, che di rendere a Saulo la vista. Ricuperata la vista Saulo fu battezzato, e ricevè lo Spirito santo; ed effetto del Battesimo fu la pienezza dello stesso Spirito a lui conferita per formarlo in un tratto non sol perfetto Cristiano, ma ferventissimo Predicator del Vangelo.
9,18:Certe come scaglie, ec. O sia, come squame di pesci, le quali coprendo semplicemente gli occhi, non avevano offeso l'organo della vista.
9,19:E si stette alcuni di co' discepoli, ec. Con i Cristiani, de' quali non piccol numero dovea essersi ritirato a Da masco nel bollore della persecuzione dopo la morte di Stefano.
9,23:Passato poi lungo spazio di tempo, ec. Comunemente si crede tre anni dopo la sua conversione. Imperocchè dopo essere stato alcuni giorni co' discepoli, come si dice nel versetto 19., se ne andò nell'Arabia, chi dice per predicarvi il Vangelo, e chi per prepararsi alla predicazione. Dall'Arabia tornò in Damasco, dove si fermò sino alla fine del terzo anno dopo la sua conversione, e allora gli accadde quello, che si descrive in questo luogo. Vedi l'epistola a' Galati.
9,24:Facevan guardia alle porte ec. Avevano essi in loro favore il re Areta, come si vede da quello, che dice lo stesso Apostolo, II. Corint. XI. 32.
9,26:Avevan paura di lui, non credendo, ec. La distanza considerabile da Damasco a Gerusalemme, e i rumori della guerra, che si preparava tra Areta, ed Erode, e finalmente la persecuzione non ancora calmata nella Giudea potevano esser causa, che da Damasco non fosse ancora pervenuta a Gerusalemme la nuova della conversione di Saulo.
9,27:Ma Barnaba ec. Barnaba conosceva di lunga mano Saulo per essere stati, come dicesi, ambidue scolari di Gamaliele, e conoscendo il carattere di lui alieno dalla finzione, e dalla menzogna, più facilmente, che niun altro gli prestò fede.
9,29:E parlava anche co' Gentili, e disputava co' Greci; ec. Il Siro, e l'Arabo, e anche gli antichi esemplari della versione Latina leggono, come nel Greco: E parlava anche, e disputava co' Greci; e quella giunta de' Gentili non può star con la storia; perchè non era ancora stata aperta a' Gentili la porta del Vangelo, onde si crede in trusa quella parola da qualche ignorante copista. I Greci poi sono i Giudei forestieri in Gerusalemme, che non altra lingua parlavano, che la Greca. Vedi Act. VI. I.
Ma quelli cercavano di ucciderlo. Gli Ebrei, de' quali è parlato vers. 23. 24., erano quelli, che volevano uccider Saulo, come ben avvertì il Grisostomo.
9,30:Lo accompagnarono a Cesarea. Non si sa, se qui si parli di Cesarea città marittima detta anche Torre di Siratone, o di Cesarea di Filippo vicina al monte Libano.
L'inviarono a Tarso. Dove tra molti parenti, e amici poteva essere meno esposto alle insidie degli Ebrei, ben chè di questi ne fossero anche in Tarso.
9,31:La Chiesa.... avendo pace. Calmata già la persecuzione.
Si edificava, ec. La voce greca propriamente significa quello che si fa intorno a una casa, la quale dopo che si è fabbricata, si orna, e si abbellisce; e con questo s. Luca viene a significare, che le Chiese, restituita la pace, si andavan perfezionando, ponendo gli Apostoli le cose tutte in buon ordine, e aumentandosi ogni dì il numero de' fedeli, e crescendo questi nella cognizione della verità, nella pietà, e nella mutua dilezione.
9,32:Pietro visitandole tutte. Intende le Chiese fondate da' discepoli sparsi per ogni parte nel tempo della persecuzione. Pietro come capo di tutta la Chiesa va a visitarle, affine di confermarle nella fede, di provvedere alle loro occorrenze, e sopra tutto per ordinare de' pastori secondo il bisogno di ciascheduna.
Giunse ai Santi, che abitavano in Lidda. Il nome di Santi fu dato fino da que' primi tempi a' Cristiani,perchè chiamati alla santità, santificati nel Battesimo, e viventi con una singolare purità di costumi. Lidda, dice Giuseppe, Antiq. xx. 5., che era una terra poco inferiore a una città, ebbe dipoi il nome di Diospoli, ed era poco più di venti miglia lontana da Gerusalemme, non lungi dal mare mediterraneo.
9,33:Un uomo per nome Enea. Benchè il nome di quest'uomo sia greco, contuttociò egli era Giudeo, perchè molti Giudei abitanti trai Greci avevano doppio nome, uno Ebreo, l'altro Greco; della qual cosa abbiamo altri esempi in questa storia.
9,34:Aggiustati il letto. In prova del vigore di sanità restituito alle tue membra.
9,35:Gli abitatori...... della Sarona. È questo un tratto di paese tral monte Tabor, e il lago di Tiberiade da Cesarea della Palestina sino a Joppe.
9,36:Tabitn, che interpretato vuol dire Dorcade. S. Luca rende con la parola greca la significazione del nome siriaco. Dorcade vuol dir capra. Così Tommaso fu detto Didimo in greco, e Cepha fu detto Pietro.
9,37:E lavata che l'ebbero, ec. Questo rito di lavare i corpi dei defunti fu molto in uso presso tutte le nazioni, e passò anche tra' cristiani, come racconta Tertulliano, Apologet. cap. XXII., e può riguardarsi come un segno della comune speranza della futura risurrezione.
La posero nel cenacolo. Nella parte superiore della casa, che era a guisa di terrazzo scoperto, come altrove si è detto.
9,39:Gli mostravano le tonache, e le vesti, ec. La tonaca è la veste interiore, la veste è il pallio, che erano i due vestimenti comuni in quei tempi all'uno, e all'altro sesso.
9,43:In casa di un certo Simone quoiaio.O sia conciatore di quoia.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap