VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
7,2:Ma egli disse: ec. Stefano era stato accusato e di avere detto male di Mosè, e di aver predetta la distruzione del tempio. Per dimostrare la vanità di tali accuse egli tesse in ristretto una magnifica storia della religione Giudaica, nella quale fa vedere: primo, che egli non ha offeso il rispetto dovuto a Mosè, con predicare Gesù Cristo, mentre questi è quel Profeta promesso dallo stesso Mosè, e aspettato dalla nazione, e di cui lo stesso Mosè avea ordinato, che si ascoltassero, e si eseguissero gl'insegnamenti; in secondo luogo, che la religione non è stata mai ristretta nè al tabernacolo, nè al tempio; e finalmente che gli Ebrei, se con equità, e giustizia disaminano se stessi, e riguardano, quali siano stati verso Dio, e verso lo stesso Mosè, egli altri profeti mandati da Dio, niuna ragione troveranno di preferirsi alle nazioni jdolatre.
Uomini fratelli, e padri, ec. Rivolge il suo discorso in primo luogo a tutto il popolo, e dice fratelli, rammentando loro come egli era unito con essi, non tanto per la comune origine da Abramo, ma molto più per la comunione della stessa legge, e pel culto, e per la fede nello stesso Dio, e per la partecipazione delle medesime promesse. In secondo luogo si indirizza a' senatori, e ai capi della nazione, che li eran dappresso.
Il Dio della gloria. Quel Dio, che è fonte, e cagione di tutta la gloria, che possano avere gli Angeli, e gli uomini. Con queste sole parole distrugge la calunnia appostagli, come se bestemmiato avesse non solo contro Mosè, ma anche contro Dio medesimo, cap. VI. II.
Apparì al padre nostro Abramo. Questa apparizione non è almen così chiaramente registrata nella Genesi (dove si ha l'apparizione di Dio ad Abramo per farlo uscire di Charran dopo la morte di Thare); ma erasi con servata nella tradizione. Comincia s. Stefano da Abramo, perchè questi era stato il primo padre, e patriarca degli Ebrei, e il primo, cui fosse promesso il Cristo che dovea nascere della sua stirpe.
Mentre era nella Mesopotamia, ec. Nella Genesi,Ur patria di Abramo si dice, che era nella Caldea; ma la Caldea stendeasi anche nella Mesopotamia, onde non v' ha discrepanza tra Mosè, e Stefano. Prima che abitasse in Charran. Charran, ovvero Carre città anch'essa della Mesopotamia verso la terra di Chanaan, nella qual città dimorò Abramo alcuni anni, Gen. XI. 32.
7,5:E non gli diede di esso in proprietà ec. Iddio (dice Stefano) non fece padrone Abramo nemmen d'un palmo di questa terra, della quale voi vi gloriate di essere possessori, benchè gliela avesse promessa; e quello, che è più, l'avea promessa a lui, e alla sua discendenza in tempo, che egli non avea figliuoli, e non avea quasi più speranza di averne. Così fece Dio prova della fede di Abramo, il quale credette a Dio, e fu beato non per la possessione di questa terra, ma bensì per la sua fede. Così viene s. Stefano a insinuar di passaggio, che anche i discendenti di Abramo non avranno nè salute, nè felicità se non mediante la fede.
7,6:In paese altrui... per quattrocento anni. E nella terra di Chanaan, e nell'Egitto abitarono e Abramo, e la sua discendenza come forestieri, e pellegrini. Questo numero di 400 anni si ha anche dalla Genesi, cap. XV., 13.; ma nell'Esodo, cap. XII. 41.,e nell'epistola a' Galati, cap. III.17., si notano 430 anni. Questa differenza nasce dalle differenti epoche, che si prendono in questi diversi luoghi per computare gli anni sino all'uscita dall'Egitto. Imperocchè se si comincia a contare dall'ingresso di Abramo nella terra di Chanaan, sono anni 430 sino alla liberazione dall'Egitto; se poi si conti dalla nascita di Isacco (in cui fu stabilita da Dio la discendenza di Abramo, Gen. XXI. 12.), sono anni quattrocento cinque. E questo ci basti di aver detto intorno a una difficoltà, nello scioglimento della quale in diverse opinioni sono divisi gl'Interpreti.
7,7:La giudicherò io. La punirò con flagelli straordinari, inusitati, e tali, che faccian fede e della potenza mia, e della costante protezione, con la quale difendo il mio popolo.
7,8:E diedegli l'alleanza della circoncisione: ec. Perchè non si creda, che l'ubbidienza prestata al patto della circoncisione fosse in qualche modo cagione delle grandiose promesse fatte ad Abramo, e alla sua discendenza, nota Stefano, che la circoncisione fu come il sigillo, e il pegno delle stesse anteriori promesse, in virtù delle quali ancora venne al mondo Isacco, figura della grazia gratuitamente concessa mediante il Vangelo.
7,9:Ma Dio era con lui. Quasi voglia dire s. Stefano, non essere cosa nuova nello stesso popol di Dio la persecuzione, e l'odio delle persone allo stesso Dio più care.
7,14:Di settantacinque anime. Questo numero concorda con la Genesi, cap. XLVI. 27., secondo la versione Greca dei LXX., della quale servendosi in que' tempi comunemente gli Ebrei, non è perciò meraviglia, se secondo la stessa versione conti s. Stefano settantacinque persone. Imperocchè alle 70 del testo Ebreo aggiunge la Greca versione Machir figliuolo di Manasse, Galaad figliuolo di Machir, Sutalaam, e Thaam figliuoli di Ephraim, ed Eden, (ovvero Eren ) figliuolo di Sutalaam, la qual giunta è presa dal cap. XXVI. de' Numeri.
7,16:Nel sepolcro comperato da Abramo ... da' figliuoli di Emmor figliuolo di Sichem. Non volendo mettere la mano, come arditamente (per non dir altro ) fanno taluni, nel testo sagro, e mutare a capriccio quello, che non si intende, bisogna dire, che la compera, della quale si parla in questo luogo, sia quella di cui fassi men zione nella Genesi cap. XXIII., compera fatta da Abramo, e non di quella rammemorata nel cap. XXIII. fatta da Giacobbe, il nome del quale vorrebbero in questo luogo sostituire alcuni in cambio di quello di Abramo. Parla s. Stefano di una compera di sepolcro, e di compera fatta con denaro effettivo. La compera di Giacobbe fu di un campo per alzarvi un altare, e il prezzo fu di cento agnelli. Una difficoltà vi resta da sciogliere, ed è, che Abramo comperò da Ephron figliuolo di Seor, dove Stefano dice, questo sepolcro essere stato comperato da' figliuoli di Emmor. A questo rispondesi che il Padre di Ephron potè avere due nomi, e chiamarsi e Seor, ed Emmor, e quel Sichem, di cui qui si dice, che Emmor era figliuolo, è differente dall'altro Sichem, di cui si parla nella Genesi, cap. XXIII. Ma dicendosi nel libro di Giosuè, cap. XXIV. 32., che le ossa di Giuseppe furono sepolte in Sichem in quel campo, che Giacobbe comperò da' figliuoli di Emmor, converrà dire, che in quel primo luogo comperato da Abramo sepolti fossero i fratelli di Giuseppe, e nell'altro il solo Giuseppe.
7,17:Il tempo della promessa ec. Il termine dei 400 anni, dopo i quali gli Ebrei dovevano entrare nella terra di Chanaan secondo le promesse fatte da Dio ad Abramo, e confermate con giuramento. Vedi Gen. XXII.
7,19:Usando astuzie contro la nostra stirpe. Stefano ha in vista le parole di Faraone: Venite, opprimiamo costoro con saviezza, Exod. I. 10.
Di modo, che esponessero ec. Facendo finalmente questo tiranno guerra manifesta agli Ebrei, li costrinse ad e sporre i propri figliuoli, per sottrargli alle spade de' carnefici, con che a poco a poco dovea venire ad estinguersi la nazione.
7,22:Fu addottrinato Mosè in tutta la sapienza degli Egiziani, ec. Fu grande per molti secoli la riputazione degli Egiziani nelle scienze, e nelle arti.
7,23:Gli entrò in cuore di visitare ec. Mosè sapeva la sua origine, ma era stato allevato tra le grandezze, e le de lizie della corte: tra' suoi fratelli non vedeva se non oggetti di afflizione, e di dolore. Con tutto questo (dice l'Apostolo) ricusando di essere figliuolo della figlia di Faraone, volle piuttosto aver parte all'afflizione del popol di Dio, maggior ricchezza stimando gli obbrobri di Cristo, che i tesori dell'Egitto; conciossiachè avea in vista la ricompensa, Heb. XI. 24. 25. 26.
7,24:Fece le vendette ec. Mosè in questo fatto fu condotto da particolar movimento dello Spirito del Signore, come osserva s. Agost. q. II. in Exod. Dio avea destinato Mosè ad essere il liberatore del suo popolo dalla tirannia degli Egiziani, e s. Stefano nel versetto seguente insinua chiaramente, che Dio infondendo nel cuor di Mosè l'ar dire di spargere con tanto suo risico il sangue dell'Egiziano per salvare uno dei suoi fratelli, avea voluto far intendere agli Ebrei, come per mano di lui voleva dar salute al suo popolo, avvicinandosi già il tempo prefisso alla loro liberazione; ed essendo probabilmente non ignoto agli stessi Ebrei, in qual modo avea Dio non solamente salvato quest'uomo dalle acque, ma condottolo nella stessa corte di Faraone, avea disposto, che fosse per mezzo di una educazione nobile, e generosa renduto idoneo alle grandi cose, che dovevan per lui eseguirsi. Mosè adunque in quest'atto cominciò a esercitare la missione impostagli da Dio, e a far vendetta dell'ingiusta oppressione, sotto la quale da tanto tempo gemevano i suoi fratelli.
7,27:Chi ti ha costituito principe, ec. In tutto questo discorso s. Stefano ponendo in bella veduta la virtù di Mosè, e sopra tutto la sua carità, rappresenta ancora, quanto male fu egli in ogni tempo corrisposto dagli Ebrei; e con questo fa vedere, che egli sa rendere a Mosè l'onore, che gli è dovuto, e distrugge la calunnia di chi lo accusava di far poca stima di quel gran legislatore, e l'accusa ritorce contro gli stessi avversari.
7,29:Nella terra di Madian. Il paese di Madian, dove fuggi Mosè, è quello che è situato sul lido orientale del mar rosso, e non l'altro, che trovasi a levante del mare morto.
7,30:Nel deserto del monte Sina. Il Sina, monte nei deserti di Arabia, quello stesso, dove fu poi data la legge.
L'Angelo. Dicendo Mosè nell'Esodo, che il Signore gli parlò dal roveto, quindi è, che molti Padri e Greci, e anche Latini hanno creduto, che quest' Angelo fosse Gesù Cristo medesimo, cui si dà nella Scrittura il nome di Angelo del gran consiglio. Altri Padri, come s. Agostino, lnanno creduto, che la voce udita da Mosè fosse d'un Angelo spedito da Dio per significare a Mosè la sua volontà.
7,33:Cavati da' tuoi piedi le scarpe: ec. Nella stessa guisa l'Angelo, che apparì a Giosuè, cap. v. 15., gli ordinò di scalzarsi in segno di rispetto, e di umiltà. E quindi venne, che poi stabilito fosse nell'antica legge, che i sacerdoti facesser nel tempio le loro funzioni a piedi scalzi; e siccome era proprio degli schiavi l'andar così scalzi, quindi è, che questo rito veniva a indicare, qual debba essere lo spirito di riverenza, di soggezione, e di timore, e tremore, con cui dee starsi dinanzi al gran Padrone dell'universo, nelle mani del quale sta la vita, e la morte di tutti gli uomini.
7,35:Questo Mosè, cui rifiutarono ... e principe, e liberatore ec. Seguita ad esaltare i benefizi fatti al popolo da Mosè, e la gloria alla quale Dio innalzò questo liberatore, onde più insoffribile apparisca l'ingratitudine degli Ebrei, e viepiu ferma, e infallibile la testimonianza di questo sommo profeta a favore di Gesù Cristo, e finalmente s'intenda, non essere da maravigliarsi, se i figliuoli di coloro, che rigettaron Mosè, rigettino ancora, e per seguitino Gesù Gristo.
7,39:Si rivolsero co' loro cuori all'Egitto. Bramarono di ritornare nell'Egitto, e lontani di là col corpo tenevano i loro cuori rivolti agli dei di quel paese, di mentichi oramai della durissima schiavitù, nella quale aveano dovuto vivere, e ribelli non meno a Dio, che a Mosè.
7,41:E fecero ... un vitello. A imitazione degli Egiziani, i quali aveano per principale divinità il dio Apide.
7,42:Ma Dio da lor si rivolse, e gli diede a servire alla milizia ec. Dio gli abbandonò, e mutatosi di Padre benefico in giudice rigoroso, lasciolli condurre dalle prave lor inclinazioni ad adorare quai numi la milizia del cielo, cioè il sole, la luna, le stelle, vale a dire, che dal culto di un falso dio al culto di molti altri si avanzarono non meno falsi, e bugiardi. Vedi Deut. XVII. 3.
Mi avete voi forse offerto ec. Queste parole del profeta Amos sono simili a quelle del Deuteronomio, cap. XXVII. Immolarono ostie ai demoni, e non a Dio, agli dei, che non conoscevano; come se dicesse Dio agli Ebrei: il vostro cuore essendo tutto rivolto agli dei dell'Egitto, i sacrifizi, che offeriste nel deserto, non erano offerti a me, ma agli idoli, che occultamente adoravate. Imperocchè se il culto di Dio nell'amore di Dio consiste, secondo il detto di Agostino, come mai può avere Dio per offerto a sè quello, che da un cuore procede avverso da lui, e da altro reo amore occupato?
7,43:Avete portato il padiglione di Moloch. Era cosa usitata tra gli idolatri il portare intorno i simulacri dei loro di sotto magnifici padiglioni. Moloch, giusta il sentimento di molti Interpreti, è lo stesso, che Baal. Si dice adunque, che finalmente precipitò Israele in pubblica, e infame idolatria.
E l'astro del vostro dio Rempham. Sopra questo Dio Rempham molte sono, e diverse le opinioni degli Interpreti. La più probabile si è che si intenda Saturno, il di cui pianeta fu adorato dagli Egiziani, e lo adoraro no anche gli Ebrei.
7,44:Ebbero ... il tabernacolo del testimonio. Chiamato anche tabernacolo (ovvero tenda) dell'adunanza, dove Dio soleva parlare al popolo, e fargli intendere la stha volonta, come egli dice nell'Esodo XXX. 42. 43. In esso portavasi l'arca dell'alleanza, così detta, perchè conteneva le tavole della legge. S. Stefano viene qui all'altra parte del suo ragionamento, che risguarda il luogo del pubblico culto; e dimostra, che questo luogo variò senza che la religione variasse, donde ne segue, che ella non è a un certo luogo ristretta.
7,46:E pregò di trovare un tabernacolo. Chiese al Signore di poter edificare una abitazione, e una casa al Dio di Israele.
7,48:Ma non abita ec. La presenza di Dio, che ha per suo proprio attributo l'immensità, non può esser compresa da un tempio materiale. I profeti più volte avean avvertiti gli Ebrei di non porre, come faceano, una eccessiva, e vana fidanza nel loro tempio, e più volte ancora ne avevano predetta la distruzione. Vedi Hierem. cap. VII.
7,51:Duri di cervice, e incirconcisi di cuore ec. Pieno il santo Diacono di uno zelo ardentissimo della salute della sua gente, vedendo, che in vece di umiliarsi, e compungersi de' loro errori si accendevano sempre più d'ira, e di furore contro di lui, lasciata da parte la sua dolcezza, dimostrando, quanto poco caso facesse delle loro minacce, rimprovera loro le antiche, e le nuove scelleratezze, toglie loro la gloria della circoncisione, di cui tanto andavan superbi, mostrando, che se sono circoncisi nella carne, sono incirconcisi di cuore, e di spirito, come tante volte Iddio avea rinfacciato ad essi nelle Scritture (vedi Levit. XXVI. 41. Hie rem. IX. 26. ); nè solamente li confonde cogli idolatri, ma li dichiara peggiori di essi per l'enorme abuso delle grazie divine, e per la loro crudeltà verso i profeti mandati da Dio per la loro conversione e salute; e finalmente per l'orrendo misfatto commesso nella persona del Giusto tradito, e ucciso da essi.
Voi sempre resistete allo Spirito santo. Voi v'opponete, e contraddite allo Spirito del Signore, il quale in tante guise alla penitenza vi invita, e alla conversione. Peggiori figliuoli di genitori perversi.
7,55:Vide la gloria di Dio: ovvero il Dio della gloria. vide Dio nella sua gloria, quanto può vedersi da uomo mortale.
Ecco che io veggo aperti i cieli, e il Figliuolo dell'uomo, stante ec. Vide Gesù Cristo non sedente alla destra della virtù di Dio; ma stante in piedi, quasi per animare, e soccorrere il suo martire nel combattimento.
7,56:Gli corsero addosso. Ne' tempi della loro liberta gli Ebrei avevano un giudizio, che dicevasi giudizio di zelo, e consisteva in lapidare a furia di popolo chiunque sollecitasse la gente alla idolatria. Stefano non era certamente reo di simil delitto, e perciò non senza somma ingiustizia potevano gli Ebrei prendere questa strada per toglierselo davanti, e tanto più, che in questi tempi il diritto di vita, e di morte era stato lor tolto dai Romani; anzi l'audacia, e la tracotanza di questi falsi, e furiosi zelatori fu quella che finalmente stancò la pazienza dei Romani, e fu cagione della rovina della città e del tempio.
7,57:E' cacciatolo fuora della città ec. Quasi temendo, che la città non venisse a contaminarsi collo spargimento del sangue del preteso bestemmiatore. E secondo l'uso la lapidazione facevasi fuori di città.
E i testimoni posarono le loro vesti ec. Quantunque il martirio di Stefano fosse effetto di sollevazione sediziosa, con tutto questo vollero osservare l'antico rito, che i testimoni fossero i primi a scagliar la pietra contro del reo. Vedasi Deuteron. XVII. 7. XIII. 0.
A' piedi di un giovanotto. Si crede, che allora Saulo avesse circa trenta anni. Egli, come dice s. Agostino, stando a custodire le vesti di coloro, che lapidavano s. Stefano, faceva di più, che se avesse tirato de' sassi al santo Martire.
7,59:E' piegate le ginocchia, gridò ad alta voce, ec. Che grandezza d'animo superiore a tutte le forze della natura! Si inginocchia per orare con intenzione ed affetto maggiore, alza la voce per sempre più dimostrare l'ardente affetto di carità e di compassione verso dei suoi inumani fratelli, pe' quali domanda la grazia di conversione; grazia, che egli impetrò per Saulo, e forse anche per altri, non potendo Dio niuna cosa negare a una tal carità.
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