VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
11,2:Contenderano con lui quelli, che erano della circoncisione. Questa maniera di parlare sembra, che dia tutto il fondamento a credere, che gli Apostoli non eb ber parte a questa disputa, ma che ella nacque dalle anime più deboli, le quali penavano sommamente a distaccarsi dai pregiudizi delle tradizioni Giudaiche.
11,4:Ma Pietro cominciò ec. Pietro, il quale avrebbe potuto far uso dell'autorità di capo della Chiesa, vuole piuttosto render ragione del suo operato, e giustificare la sua condotta per calmare l'agitazione de' fedeli.
11,18:La penitenza, affinchè abbiano vita! Ha dato alle genti la grazia, e il frutto della penitenza, il qual frutto è il perdono de' peccati, onde trasferite dal regno delle tenebre nel regno della luce, abbiano vita, e salute in Gesù Cristo. Benefizio sì grande credevano o che dovesse essere privativamente per il solo popolo di Dio, o che ad esso non potessero aver parte i Gentili, se non pas sando per la circoncisione, e per la osservanza della legge di Mosè.
11,19:Non predicando.... se non a' soli Giudei. Il sagro istorico nota questa particolarità, affinchè si sappia, che Pietro fu il primo, e il solo, che fino a quel tempo avesse parlato di Vangelo a' Gentili.
11,20:Parlavano anche a' Greci. Bisogna assolutamente dire, che i Greci, de' quali qui si parla, non erano se non veri Giudei, chiamati Greci, perchè non altra lin gua parlavano se non la Greca, la quale era la lingua comune di Antiochia, e la stessa Scrittura non leggevano se non nella Greca versione dei LXX; imperocchè nel versetto precedente ha detto s. Luca, che i discepoli di spersi (del numero de' quali erano questi Cipriotti, e Cirenei) non predicavano Cristo se non a' soli Giudei. Il testo Greco favorisce questa interpretazione, e quelli, che vogliono, che si intendano o veri Gentili, o prose liti Gentili, non sono assistiti da alcuna buona ragione; perchè quanto a' proseliti per ordinario s. Luca sa distinguerli con dar loro il titolo di religiosi, o di timo rati, e i Gentili sono chiaramente esclusi dalle parole del versetto precedente.
11,21:E la mano del Signore era con essi. Confermando la dottrina, che annunziavano con molti e frequenti miracoli.
11,23:Avendo veduto la grazia di Dio. La grazia diffusa sopra i nuovi fedeli, la fede, la carità e i doni dello Spirito santo comunicati in gran copia a quella nuova Chiesa.
11,26:In Antiochia fu dato.... a' discepoli il nome di Cristiani. Abbiamo veduto, che per l'addietro coloro, che abbracciavano il Vangelo, erano chiamati discepoli, credenti, fratelli; adesso vien dato loro un nuovo nome secondo la predizione di Isaia LXV. 15.; e non è da dubitarsi, che questo nome fosse preso per movimento dello Spirito santo con pubblico consiglio dalla Chiesa di Antiochia diretta allora da' due Apostoli, Paolo, e Barnaba.
11,28:Agabo di nome, ec. Di lui si parla ancora Act. XXI. 10. La fame predetta da questo profeta si crede essere stata quella dell'anno quarto dell'imperio di Claudio, 44. di Gesù Cristo. Giuseppe, Antiquit. 20. cap. II., parla di questa fame, la quale afflisse particolarmente la Giudea.
Per tutto il mondo. Vale a dire per tutto l'impero Romano.
11,29:Ai fratelli abitanti nella Giudea. I Cristiani della Giudea erano tutti poveri, avendo venduti tutti i loro beni, come ha già raccontato s. Luca. Per questo la Chiesa di Antiochia mossa dallo spirito di fraterna carità pensò a soccorrerli quanto mai si poteva, in tempo di una calamita, della quale sentiva ella pure la sua parte.
11,30:Mandandolo a' seniori ec. Questi seniori secondo la significazione della parola Greca sono quelli, che noi chiamiamo sacerdoti, o sia preti, de' quali si fa ora per la prima volta menzione. E che fino da quel tempo vi fossero de' sacerdoti ordinati dagli Apostoli pel servizio della Chiesa, mi pare così evidente dalle lettere di s. Paolo, e da altri monumenti de' tempi Apostolici, che io per me non so vedere, come possa sostenersi l'opinione d'alcuni Interpreti, i quali hanno asserito, che la Chiesa cristiana non ebbe ne'suoi principii altri ministri, che de' vescovi, e de' diaconi. Veggasi I. Tim. III. 2. 8., ad Tit. I. 5., I. Tim. V. I. 17. 19. Le limosine adunque della Chiesa di Antiochia portate a Gerusalemme per le mani di Saulo, e di Barnaba furono rimesse a' sacerdoti della Chiesa di Gerusalemme, i quali, che avessero fin d'allora parte al governo della Chiesa sotto gli Apostoli, e i respettivi vescovi, apparisce da questo stesso libro, cap. XV. 2., cap. XXI. 18. Non sappiamo di certo, se s. Giacomo il minore, vescovo di Gerusalemme, fosse anch'egli partito come gli altri Apostoli, ovvero ivi risedesse. Se egli vi si trovava, non è da dubitarsi, che a lui rimettessero i due Apostoli le limosine dei cristiani Antiocheni secondo l'antichissima regola Ecclesiastica, che tutti i beni della Chiesa fossero a disposizione del vescovo, e da lui passasser le dette limosine nelle mani de' sacerdoti, e de' diaconi per esser distribuite a' poveri; ma il non farsi menzione alcuna in questo luogo di detto Apostolo, può dar motivo di credere, che egli ancora fosse occupato nella fondazione di altre Chiese, e che quella di Gerusalemme fosse governata dal ceto del suoi sacerdoti.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap