VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
10,1:Era in Cesarea un uomo, chiamato Cornelio. Questa Cesarea è quella di Palestina; e Cornelio era certamente cittadino di Roma, dove era antichissima, e il lustre la famiglia Cornelia.
Centurione di una coorte detta l'Italiana. La coorte era la decigna parte di una legione, e la legione in questi tempi conteneva cinque, e talora fino a sei mila uomini; onde la coorte ne avea cinquecento, o secento, e ogni coorte ebbe fino a sei centurioni. Le coorti non avevano none particolare, ma bensì le legioni; onde dicendosi di una coorte detta l'Italiana, vuol dire centurione di una coorte della legione detta l'Italiana.
10,2:Religioso, e timorato di Dio, ec. Avea conosciuto il vero Dio, e lasciata l'idolatria passava la vita nel fare tutto quel che conosceva di bene; non era però circonciso, come apparisce dal capo XV., dove Pietro coll'esempio di lui prova non esser necessaria la circoncisione. Era in una parola di que' proseliti, che chiamavansi della porta, obbligati all'osservanza de' precetti dati da Dio a Noè, e i quali, perchè incirconcisi, erano dagli Ebrei tenuti per Gentili, e non era lecito d'aver con essi commercio.
10,3:Vide chiaramente in una visione circa la nona ora ec. Vide con gli occhi del corpo, essendo non solamente svegliato, ma applicato alla orazione, che facevasi alle tre ore dopo mezzogiorno in tempo del sagrifizio chiamato vespertino, o sia della sera; vide, dico, l'Angelo del Signore speditogli da Dio per fargli conoscere quella (che unica omai doveva essere per tutti gli uomini) via della salute, la fede in Cristo morto, e risuscitato per salute di tutti.
10,4:Le tue orazioni, e le tue limosine. Si dice, che l'orazione ha due ali per giugnere fino a Dio, la limosina, e il digiuno; e questo ancora accompagnava le orazioni di Cornelio, come apparisce dal versetto 30. secondo il testo originale.
Sono salite a memoria nel cospetto di Dio. Vuol dire, Dio si è ricordato delle tue orazioni, e delle tue limosine; ma la frase Ebrea ha origine dal fumo, e dall'odore dell'incenso e delle vittime, il quale dicesi sovente nelle Scritture salir verso il cielo, e far sì, che Dio si ricordi di colui, che tali cose offeriva, e nissuno ignora, che le orazioni, e le buone opere erano rappresentate nell'incenso, e nelle ostie, che si offerivano. Vedi l'epistola a' Filippesi, cap. IV.18., e agli Ebrei, XIII. 6. La Scrittura parlando agli uomini, adopera il loro linguaggio, e perchè noi siam balbuzienti si fa ella stessa balbuziente con noi. Quindi è, che Dio, cui sono le cose tutte in ogni tempo presenti, si dice essersi adesso ricordato delle orazioni; e delle buone opere di Cornelio, perchè adesso, e non prima, volle mostrargliene il suo gradimento col fargli il massimo di tutti i benefizi, conducendolo alla cognizione del Vangelo. È opinione comune, che Cornelio, benchè non credesse ancora, che fosse venuto il Messia, credeva però almeno implicitamente nel Messia venturo, e può anch'essere, che avesse udito parlare della predicazione, e della morte del Salvatore, e desideroso di piacere a Dio in ogni cosa non potea lasciar di pregarlo continuamente a fargli intendere la verità, alla quale finalmente fu condotto dalla sua carità.
10,5:A chiamare un tal Simone ec. Il principe degli Apostoli costituito da Dio particolarmente ministro de' circon cisi, al quale avea dato il Signore in modo speciale l'autorità di sciogliere e di legare anche i vincoli della legge Mosaica, è destinato da Dio ad aprire la porta della Chiesa a' Gentili, affinchè all'autorità di un tanto Apostolo più facilmente si arrendessero anche gli Ebrei convertiti, ne' quali regnava tuttora l'antico pregiudizio, e l'innato disprezzo delle altre nazioni, contro il qual pregiudizio noi vedremo, che ebbero molto da affaticarsi gli Apostoli e tra questi particolarmente s. Paolo, come dimostra tra l'altre la sua lettera a'Romani.
10,7:E un soldato timorato di Dio. Degno perciò di essere con amore, e confidenza particolare riguardato da un tal capitano.
10,9:Sali alla parte superiore della casa perfar orazione. Le case degli Ebrei finivano in un terrazzo scoperto, come abbiam detto altrove, e vi stavano volentieri gli Ebrei a farvi orazione sì per essere più lontani da ogni strepito, e sì ancora per avere la veduta libera del tempio.
Circa l'ora di sesta. Circa il mezzogiorno, ora anche questa di orazione: così Pietro in quello che potea star col Vangelo, non lasciava i riti del Giudaismo.
10,10:E avendo fame, bramò di prender cibo. L'uso costante degli orientali, come de' Romani, era di mangiar una sola volta il giorno, e questo la sera; e se talvolta qualche cosa prendevasi all'ora di mezzogiorno era piuttosto una leggera colazione, che un desinare. Pietro adunque sentendosi molta fame, ebbe volontà di prendere qual che cosa.
Fu preso da un'estasi. Legati i sensi quasi da un profondo sonno, il di lui spirito fu condotto a intendere i misteri del cielo, per rivelargli i quali questa estasi gli fu mandata da Dio.
10,11:E vide aperto il cielo, e venir giù ec. Vide con gli occhi dello spirito. Questo lenzuolo lo vide Pietro venire dal cielo, affinchè intendesse, che Dio era l'autore della libertà di tutte le genti, mediante colui, che era salvatore di tutti.
10,12:Ogni sorta di quadrupedi, ec. Senza distinzione alcuna e mondi, e immondi.
10,13:Uccidi, e mangia ec. Mangia di quello che più ti aggrada, non badar più alla distinzione posta per giusti fini nell'antica legge, perchè questa distinzione non è più. E in più alto senso voleva dir questa voce: conversa, e mangia con tutti tanto Giudei, che Gentili, perchè nissuno sarà da ora in poi escluso dalla mensa del Signore.
10,14:Niente di comune, e di impuro. Può anche tradursi niente di profano, e di immondo: imperocchè comune era il contrario di santo, e chiamavano comuni quelle cose, delle quali si cibavano comunemente le genti, ma non il popolo santo, a cui molte di tali cose erano vietate dalla legge, o dalla tradizione de' maggiori.
10,15:Non chiamar tu comune quello, ec. Non aver in luogo di profani, e di estranei riguardo al Vangelo quelli, che Dio stesso ha stabilito di purificare per mezzo della fede in Gesù Cristo. Tutto il genere umano è in un vero senso interamente profano, perchè tutto macchiato di peccato; il sangue del Salvatore è quello che rende mondi coloro, che per la loro viziata origine nascono immondi; e questo è stato sparso non per i soli figliuoli d'Israele, ma per tutti i discendenti di Adamo.
10,16:Sino a tre volte: ec. È cosa molto ordinaria, che certe visioni divine riguardanti cose di gran rilievo siano ripetute più volte. Vedi Act. XI. 10.; 2. Corint. XII. 18.
10,19:Dissegli lo Spirito: ec. Lo Spirito santo interiormente gli fece intendere quello che segue. Le altre cose prece denti gli furono dette dalla voce dell'Angelo.
10,22:Timorato di Dio. Adoratore del vero Dio, del Dio dei Giudei, non de' falsi dei de' Gentili.
10,23:E alcuni de' fratelli.... lo accompagnarono. Questi volle Dio, che fossero testimoni di quello che avvenne in occasione di tanta importanza.
10,24:Raunati i suoi parenti, e i più intimi amici. Gli adunò, perchè anch'essi potesser partecipare della grazia, che il Signore voleva fargli.
10,25:E gittatosi a' suoi piedi lo adorò. Presso gli orientali un tale onore rendevasi non solo ai re, ma anche ad altre persone costituite in dignità. Fors'anche Cornelio considerò Pietro quasi un Angelo, e lo adorò con quella adorazione chiamata di dulia, e questo pare, che accennino le parole di Pietro nel versetto seguente: Io pur sono un uomo.
10,28:Ma Dio mi ha insegnato a non chiamare ec. Questo era stato insegnato a Pietro con la allegoria degli animali veduti da lui, vers. 15. Questo muro di divisione alzato non sopra la legge di Mosè, ma sulle opinioni de' dottori del Giudaismo lo toglie Pietro con la sua autorità, e col suo esempio. Dice adunque, che la immondezza ceremoniale, per la quale era già cosa abbominevole pel Giudeo l'accostarsi al Gentile, o mangiare con esso, questa immondezza è già tolta, e che niuno sarà da ora in poi o chiamato Santo solamente per essere circonciso, o dichiarato immon do per non aver la circoncisione.
10,30:Io me ne stava orando ec. Il Greco dice: Io stava sino a questa ora digiunando, e all'ora di nona faceva orazione; e molti Padri tra le buone opere di Cornelio annoverano il digiunare.
10,34:Riconosco, che Dio non è accettator ec. Vedo, e tocco con mano, che Dio nel dare le sue grazie non ha riguardo alla differenza, che noi fin qui ponevamo tra il Giudeo, e il Gentile.
10,35:Chi lo teme, ec. Il timore di Dio abbraccia tutto il cuito dovuto a Dio, e principalmente la fede, la quale non mancò a Cornelio nella maniera, che abbiamo detto al versetto 4.
10,36:La qual cosa fece egli sapere ec. Dio aveva anche ne' tempi precedenti dimostrata una tal verità e con gli oracoli de' Profeti, e con gli esempi di Melchisedecco, di Giobbe, di Naamano, i quali senza essere Ebrei di nazione furono amati, e favoriti da Dio, ma l'ha più chiaramente annunziata per Gesù Cristo. Questi è il Signore di tutti, non de' soli Ebrei ma anche de' Gentili.
10,37:A voi è noto ec. La fama de' miracoli, e della predicazione di Gesù Cristo è arrivata certamente sino a voi, Di lui vi parlo anch'io come testimone con tutti gli altri Apostoli di tutto quello che egli ha fatto, e patito per la salute degli uomini.
10,38:Come Dio unse di Spirito Santo, e di virtù ec. Fa allusione al celebre luogo di Isaia rapportato nel capo IV vers. 18 di s. Luca. La parola virtù significa il dono de' miracoli, i quali Pietro rammenta a Cornelio, come infallibile prova della missione di Gesù Cristo, e dell'essere lui quell'Unto del Signore predetto da tutti i profeti.
10,41:Non a tutto il popolo, ec. Dio volle, che la risurrezione di Cristo si rendesse manifesta non a quegli ostinati, e barbari Ebrei, che non avevano avuto ribrezzo di uccidere l'autore della vita, ma a un numero di testimoni eletti, ai quali non potessero negar credenza le anime docili, trattandosi di una cosa già predetta da Gesù Cristo, e chiarita, e toccata con mano da tante persone, colle quali egli conversò, e mangiò per quaranta interi giorni dopo di esser risorto.
10,44:Lo Spirito santo discese sopra tutti ec. Per un anticipato favore Dio diffuse sopra tutti que' Gentili lo Spirito santo, affinchè comprendesse sempre più Pietro, e per mezzo di Pietro gli Apostoli, e la Chiesa tutta, che non era gia tempo di dubitare, se dovessero ammettersi al battesimo coloro, a' quali comunicavasi visibilmente lo Spirito santo. Da quello, che dice Pietro nella fine del versetto 17., pare, che debba dirsi, che si rinnovò allora il miracolo delle lingue, che comparirono nella prima venuta dello Spirito santo sopra i fedeli.
10,48:E' ordinò, che fossero battezzati nel nome del Signore Gesù Cristo. Li fece battezzare dai suoi compagni, i quali o tutti, o parte dovevano essere ascritti al Clero della Chiesa di Joppe. Gli Apostoli per lo più non amministravano essi il battesimo, ma lasciavano questa funzione a' sacerdoti, e a'diaconi. Vedi 1. Corint. 1. 17. Cosi il Salvatore lasciava agli Apostoli la funzione di battezzare, Joan. IV. 2. Il battesimo in nome del Signore, ovvero in nome del Signore Gesù Cristo, come ha la Volgata, è il battesimo istituito da Cristo, ma conferito colla forma insegnata da Cristo, cioè nel nome di tutte tre le divine persone, come si è notato anche di sopra. Del rimanente con la conversione di Cornelio si cominciò a vedere l'adempimento delle profezie riguardanti la Chiesa cristiana composta non di un solo popolo, ma di tutti i popoli della terra riuniti nel culto di un solo Dio, e nella medesima fede, chiamati tutti ad essere membra di un corpo, il di cui capo è Gesù Cristo.
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