VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
21,1:Andammo adirittura a Coo, ec. Una delle isole dette Cicladi rinomata tra' Gentili pel tempio di Esculapio, e di Giunone. Rodi altra isola celebre per il suo colosso Patara città marittima della Licia.
21,4:Questi essendo ispirati dicevano a Paolo, ec. Essendo stato rivelato ad essi dallo Spirito santo quel che dovea succedere a Paolo in Gerusalemme, e non sapendo, come voler di Dio, e del suo spirito era, che egli vi andasse, lo esortavano a non far quel viaggio. Imperocchè creder potevano, che a questo fine avesse Dio dato loro quel lume, che avevano delle persecuzioni preparate all'Apostolo.
21,8:Filippo Evangelista. Di cui si parla cap. VI. 5. VIII. 5. 38. Egli è chiamato qui Evangelista, cioè predicatore del Vangelo.
21,9:Questi aveva quattro figliuole vergini, che profetavano. Così volle Dio fino dai primi giorni della Chiesa nobilitare la professione della verginità,con doni e grazie particolari. Imperocchè e s. Girolamo, e altri Padri non dubitano, che lo spirito di profezia fosse concesso a queste fanciulle in grazia della conservata purità. Vedi s. Girolamo, ep. 8., e l'epitaffio di Paola dello stesso santo, ep. 78.
21,10:Un certo profeta per nome Agabo. È lo stesso, che quello rammemorato nel capo XI. 28.
21,11:Prese la cintola di Paolo: ec. Non è rara ne' profeti questa maniera di predire il futuro per mezzo di fatti. Vedi Jerem. XIII. 4., XXVII. 2. 3.
21,12:Quelli, che eran di quel luogo. I cristiani di Cesarea.
21,13:Piagnendo, e affliggendo il mio cuore? La lezione Greca è questa: Piangendo, e accordandovi a indebolire il mio cuore: espressione adattatissima a mostrare il tenerissimo amor di Paolo verso i fratelli; mentre egli, che per nissuna apprensione de' maggiori mali movevasi, si sentiva quasi infiacchire, e abbattere per compassione al dolore degli stessi fratelli.
21,16:Conducendo seco colui, che ci doveva alloggiare Mnasone ec. Questo Mnasone si vede, che aveva casa fissa in Gerusalemme, e che avea avuto la sorte di udire e seguitare Gesù Cristo, mentre chiamavasi antico discepolo. Egli era nativo di Cipro, e tornava in quel tempo a Gerusalemme, incontratosi in Cesarea con Paolo, gli offerse la sua casa per ospizio in quella città.
21,18:In casa di Giacomo. Giacomo il minore, Vescovo di Gerusalemme, il solo Apostolo, che allora si trovasse in Gerusalemme, cui s. Paolo doveva anche con segnare le limosine raccolte per sovvenimento de' poveri di quella Chiesa.
E tutti i seniori si raunarono. Tutto il ceto Ecclesiastico di Gerusalemme.
21,20:Tu vedi, o fratello, quante migliaia ec. Il Greco: quante miriadi, cioè quante diecine di migliaia; lo che spiega anche meglio la prodigiosa fruttificazione di quel granello gittato nella terra, e morto sopra di essa. Questa fruttificazione, immensa nel popolo Gentile, fu molto grande anche tra' Giudei della Palestina, benchè poco se ne parli in questo libro. L'andata di Paolo a Gerusalemme si pone circa venticinque anni dopo la morte di Cristo.
E tutti sono zelatori della legge. Vale a dire osservatori zelanti della legge, la quale volevan ritenere insieme col Vangelo. Il decreto fatto dagli Apostoli non era se non pei Gentili neofiti. Quanto ai Giudei gli Apostoli non tralasciando di insegnare, che le cerimonie della legge non erano necessarie per la salute, si guardavano dal condannarle, perchè, come dice s. Agostino, in quanto ad esse la legge di Mosè era veramente già morta, ma non era per anche mortifera; e con saggia economia ispirata loro da Dio tolleravasi dagli Apostoli nei Giudei l'osservanza delle stesse cerimonie, venerabili presso di essi per la loro istituzione e antichità, e dalle quali perciò non era facile il divezzarli.
21,21:Hanno udito, che tu insegni ec. Per lettere di quei Giudei, che avevano dato tanti travagli a Paolo nell'Asia, i quali calunniosamente lo accusavano di biasimare, e rigettare tanto la circoncisione, che i riti, come cattivi, e nocevoli a praticarsi; dalla qual cosa erasi tenuto molto lontano l'Apostolo.
21,22:Che è adunque questo? Dove va egli a parare questo discorso, e che dee adunque farsi? Imperocchè quando sapranno che tu se'arrivato, si aduneranno tutti i Giudei convertiti per vederti, e udire quel che sopra tal materia tu pensi.
21,23:Hanno un voto sopra di sè. Si sono obbligati al voto de' Nazarei, il quale scioglieranno facendosi tosare, e offerendo le ostie prescritte nella legge. Vedi Numeror. VI. 13. Altri intendono di un voto fatto per causa di malattia, o di pericolo. Ma la prima spiegazione sembra più vera.
21,24:E santificati con essi. Fatti Nazareo con essi, partecipando alla loro buona opera.
E spendi per loro, che si radano. Fa' la spesa della cerimonia, la quale spesa consisteva nell'offerta d'un agnello, di una pecora, e di un capretto; offerta, che facevasi alla porta del tabernacolo, e del tempio. Offeriva ancora il Nazareo altre cose descritte nel libro dei Numeri. Era un'opera di pietà il contribuire all'adempimento del voto di un Nazareo, facendo o in tutto, o in parte la spesa occorrente. S. Giacomo consiglia a Paolo di valersi di questo mezzo per far conoscere, non esser vero, che egli dispregiasse le cerimonie, e per con tentare i fedeli della circoncisione.
21,25:Quanto poi a que' Gentili, ec. Altra è, dice Giacomo, la causa de' Gentili convertiti, i quali sono interamente liberi dal peso della legge, come noi abbiamo definito.
21,26:Dando parte del compimento de' giorni della purificazione, ec. Facendo sapere al sacerdote, qual fosse il giorno, in cui spirava il tempo del voto di que' Nazarei, e per conseguenza il giorno, in cui dovevano farsi le offerte, e i sagrifizi secondo la legge. Il tempo del Nazareato dipendeva dalla volontà di chi ne faceva il voto.
21,27:Ma quando erano sul finire i sette giorni. Dopo l'arrivo di s. Paolo a Gerusalemme.
I Giudei dell'Asia. Questi Giudei erano venuti a Gerusalemme o per occasione della festa di Pentecoste, come alcuni vogliono, ovvero a solo fine di procurare la morte dell'Apostolo.
21,28:Ha introdotto de' Gentili ec. Ha condotto seco nel tempio, cioè nell'atrio de' Giudei, uomini greci, a' quali ciò è proibito sotto pena di morte.
21,29:Trofimo Efesio, Vedi Act. XX. 4.; 2. Tim. IV. 20.
21,30:Lo strascinaron fuora del tempio: ec. Per uccider lo liberamente, e non contaminare il luogo santo col di lui sangue. E per lo stesso fine, che il tempio non venis se ad essere profanato in tempo di tal sedizione, i Leviti, che stavano a guardia delle porte, le chiusero, come dice s. Luca.
21,31:Il tribuno della coorte. Il tribuno, che comandava a' soldati Romani, i quali si tenevano sempre all'erta in una città sì popolata, e inquieta per le occasioni di tumulto, o di sedizione. Questi soldati i quali sotto il loro tribuno corsero a raffrenare il popolo, non dovevano essere nè intorno al tempio, nè molto lontani dal medesimo; lo che apparirà manifesto a chiunque rifletta su le parole di s. Luca.
21,33:Con due catene. Una all'una mano, e l'altra all'altra, Act. XI. 6. 6.
21,34:Agli alloggiamenti. Nella torre chiamata Antonia, dove era il campo delle truppe Romane, che stavano in Gerusalemme; la qual torre era in luogo alquanto più rilevato che il tempio, come si vede dalle parole del seguente versetto.
21,35:E quando e' fu arrivato ai gradini, ec. Il popol furioso, veggendo Paolo vicino ad essergli levato dagli occhi, e posto in sicuro, con nuovo impeto tentò di ripigliarlo, onde fu d'uopo, che i soldati se lo prendesser di peso, e lo portasser sopra la scalinata. Ciò fu tanto più necessario, perchè è da credere, che l'Apostolo fosse molto malconcio dalle percosse, e dagli strapazzi fattigli da que' furiosi per quel poco tempo, che lo ebbero nelle mani.
21,38:Non se' tu quell' Egiziano, ec. Di lui parla Eusebio, Hist. 2. 21., Giuseppe Ebreo, Della guerra giudaica, 2. 12., e altrove. Questi si spacciava per profeta, e raunò una immensa turba di sicari, e di gente scellerata. I sicari furon cosi chiamati da un certo pugnale, che portavano gli uomini facinorosi sotto le vesti per ammazzare più occultamente e speditamente chi lor piaceva; questo pugnale chiamavasi sica.
21,39:Città non ignota. Così Paolo con molta modestia; imperocchè Tarso era capitale della Cilicia. Ma sua massima gloria sarà in ogni tempo l'aver dato a Gesù Cristo e a noi un tale Apostolo.
21,40:Stando in piedi sulla scalinata. Della fortezza Antonia.
Fece cenno con mano. Non lo impediva di ciò fare catena, perchè era lunga, e tenuta da un soldato.
In lingua Ebrea. Vale a dire nella lingua usata allora dagli Ebrei in Gerusalemme, la quale era in gran parte Siriaca.