VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
19,1:Scorse le provincie superiori. Vale a dire settentrionali, come il Ponto, la Bitinia, la Galazia, la Frigia.
19,2:Avete voi ricevuto lo Spirito santo ec. Il sagramento della confermazione, il quale si conferiva per lo più im mediatamente dopo il Battesimo. Questi discepoli trovandosi a Gerusalemme, avevano udito la predicazione del Precursore, e ricevuto da lui il suo battesimo, e su la testimonianza del Batista, e per quello che avevano udito, e forse veduto di Gesù Cristo, avevan creduto, che egli era il Messia, ma non erano ancora istruiti abbastanza nella fede; onde ignoravano la necessità del Battesimo istituito da Gesù Cristo.
Non abbiamo nemmeno sentito a dire, ec. Queste parole non vogliono assolutamente intendersi, come se costoro dicessero di non avere idea alcuna dello Spirito santo e di non averne mai sentito parlare, imperocchè di questa persona della SS. Trinità si parla sovente nel vecchio Testamento, e per ispirazione di essa tutti sapevano aver profeti parlato; ma voglion dire, che non solo non hanno ricevuto lo Spirito santo, ma neppur sanno, che siavi nella Chiesa potestà di conferirlo ai credenti; vale a dire non solo non han ricevuto il sagramento di con fermazione, ma neppur sanno, che siavi tal sagramento.
19,4:Giovanni battezzò ec. Vale a dire il battesimo di Giovanni era destinato a preparare il popolo per mezzo della penitenza a ricevere l'annunzio di grazia, e il Battesimo di Gesù Cristo. Infatti egli non predicava quasi altro, nè ad altro esortava, che a credere in colui, che venivagli appresso, cioè in Gesù Cristo, da cui ricever doveano una cognizione più intera, e perfetta del regno di Dio, e i doni celesti, de' quali era venuto a far parte a tutti gli uomini.
19,6:E avendo Paolo imposte loro le mani, ec. Di qui può inferirsi, che il Battesimo non fu amministrato ad essi da Paolo, ma da alcuno de' suoi compagni, de' quali si fa menzione v. 22. 29.
19,9:Segregò i discepoli, e disputava ogni di nella scuola di un certo Tiranno. Nè volle egli andar più nella Sinagoga, nè che vi andassero i suoi neofiti, e andò a insegnare nella scuola di un sofista, o sia retore Gentile, chiamato Tiranno.
19,10:E ciò fu per due anni, ec. In questi due anni non si contano i tre mesi, ne' quali egli frequentò la Sinagoga.
Tutti quelli che abitavan nell'Asia ec. Il lungo soggiorno fatto da Paolo in Efeso, città frequentata da tutta l'Asia a motivo principalmente del tempio di Diana, che quivi era comune a tutti gli Asiatici, questo lungo soggiorno servì a spargere per tutte quelle parti la luce dell'Evangelio.
19,12:I fazzoletti e le fasce ec. La voce sudaria significa certamente fazzoletti da asciugare il sudore; l'altra parola semicinctia può significare e le fasce, che all'uso orientale si avvolgevano alla testa, e anche i grembiuli o di lino, o di pelle, de' quali si servono gli artigiani nel lavorare; ma senza entrare in più lunga discussione intorno al senso di queste due parole, osserviamo piutto sto, che non a caso il Signore ha voluto, che in un libro dettato dallo Spirito santo fosse scritto l'uso, che facevano i fedeli di cose in apparenza, sì vili, ma santificate in certo modo dal toccamento del corpo dell'Apostolo per operare guarigioni di malati, e liberazioni di ossessi. Conciossiachè erano pervenire un giorno degli uomini, i quali vantandosi continuamente della scienza delle Scritture, e a piena bocca gloriandosi di non avere altra regola della lor fede, che i sacri libri, dovevano giungere a tanto di temerità e di arroganza, che non dubitassero di accusare la Chiesa loro madre di superstizione nel rispetto, e nell'onore, che ella professa di rendere alle reliquie de' Santi. Accusino adunque costoro anche i fedeli dei primi giorni del cristianesimo di superstizione, perchè i fazzoletti, e le fasce usate da Paolo custodivano per valersene a prode' malati, e, se crediamo al Grisostomo, anche a risuscitare dei morti.
19,13:Alcuni di que', che andavano attorno esorcisti Giudei, ec. Da s. Matteo ancora, cap. XII. 27., apparisce, che eranvi tali esorcisti presso i Giudei, e da s. Luca impariamo, che alcuni di questi non riuscendo loro, come prima, di scacciare i demoni nel modo usato, si valevano con felice successo del nome di Gesù Cristo, Luc. IX. 49.
19,14:Di Sceva Giudeo principe de' sacerdoti. Vale a dire capo di una delle famiglie sacerdotali; imperocchè non abbiamo fondamento alcuno per credere, che egli fosse stato sommo pontefice.
19,15:Conosco Gesù, e so chi è Paolo: ec. Tutta la storia della Chiesa è piena di illustri esempi della autorità esercitata da' Cristiani contro il Demonio, e del potere degli esorcismi nel nome di Gesù Cristo; ma qui il Demonio con ragione domanda a costoro, onde abbiano ricevuto l'autorità di comandare a lui, mentre, quantunque il nome di Gesù invochino, non credono però in lui, e nulla hanno di comune co' suoi discepoli.
19,16:E potendone più di loro due. Due soli de' figliuoli di Sceva si trovarono a questo fatto.
19,18:E molti di quelli, che avevan creduto, venivano a confessare, e manifestare le opere loro. A gran ragione gli Interpreti Greci, e dopo di essi i Teologi ravvisano in queste parole una confessione sagramentale fatta dopo il Battesimo da' fedeli di Efeso. E infatti non può restringersi il senso di questo versetto a una generica e pubblica protesta di aver peccato.
19,19:E molti di quelli, che erano andati dietro a cose vane, ec. Vuolsi intendere la magia, e le arti che con questa confinano, l'astrologia giudiciaria, e la genetliaca. Di tutte queste cose facevasi studio in Efeso più che in qualunque altro luogo. Testimoni que' caratteri magici conosciuti col nome di lettere Efesine, e rammentati da molti scrittori. È da credere, che i libri di queste diaboliche scienze, che furono portati a bruciare, fossero nelle mani non dei già battezzati fedeli, ma dei semplici catecumeni.
Trovaron la somma di cinquantamila denari. Verisimile essendo, che s. Luca abbia fatto questo computo piuttosto a moneta Ebrea, che Romana, o Greca, o Asiatica: prendendo la parola denaro per il siclo di argento, questa somma ascenderebbe a più di quattordici mila scudi Romani, la qual somma, grandissima in que' tempi ne'quali il danaro era tanto più raro che nei nostri, viene a manifestare la grandezza della vittoria riportata dall'Apostolo in Efeso sopra l'inferno.
19,22:E mandati nella Macedonia due ec. Questi furono mandati e a preparargli la strada alla predicazione della parola, e a farvi una colletta per sovvenire la Chiesa di Gerusalemme, I. Cor. IV. 17., 2. Cor. IX. 3. 4. Di Erasto si fa menzione 2. Tim. IV. 20.
19,24:Faceva in argento dei templi di Diana. Faceva in argento la figura del tempio di Diana per soddisfare la curiosità, e la divozione de' pellegrini, i quali concor rendo da tutte le parti del mondo ad ammirare quella ricchissima, e vastissima mole, amavano di riportarne, e averne seco una memoria. Plinio racconta, che la fabbrica di quel tempio, contato tra i sette miracoli della terra, costò dugento vent'anni di tempo.
19,25:Convocati i quali, e quelli, che di cose simili lavoravano. Raunati non solo quegli, a' quali dava egli da lavorare per le figure del tempio, ma anche gli altri orefici, scultori, pittori, ec. i quali si impiegavano similmente in lavori riguardanti il culto degli dei; imperocchè, come dice lo stesso Demetrio, v. 26., s. Paolo non solamente screditava Diana, e il suo tempio, ma anche di tutti gli dei si faceva beffe, dicendo non potere essere dei que', che si facevano con le mani.
19,27:Cui l'Asia tutta, e il mondo adora. Era talmente universale nel mondo il culto di Diana Efesina, che Ul piano giureconsulto osserva, che tra i pochi dei, i quali era permesso a' Romani di istituire suoi eredi, era Diana Efesina.
19,28:Gran Diana degli Efesini. Quasi volessero dire: non perirà; ma durerà in eterno la gran Diana, checchè di casi Paolo, e i suoi discepoli.
19,29:Al teatro. Nelle città della Grecia il popolo soleva adunarsi nel teatro per trattare i pubblici affari; onde Giovenale parlando di Demostene dice, che egli con la sua eloquenza affrenava il pieno teatro.
Gaio e Aristarco, ec. Gaio era di Tessalonica, ma originario di Derbe, cap. XX. 4. Di Aristarco si parla cap. XX. 4., e più volte nelle epistole di Paolo.
19,30:E volendo Paolo ec. L'Apostolo voleva farsi vedere al teatro o per acquietare il popolo, o per morire per Cristo.
19,31:Alcuni eziandio degli Asiarchi. Questi erano i principali sacerdoti dell'Asia, eletti dalle più ricche, e potenti famiglie, i quali facevano la spesa de' giuochi pubblici, a' quali presiedevano, ed erano anche primi magistrati del paese. Lo stesso era delle altre provincie; onde troviamo i Bitiniarchi, i Cappadociarchi, ec., principali sacerdoti della Bitinia, della Cappadocia, ec.
19,33:Fu poi tratto fuor della turba Alessandro, ec. È verisimile, che i Giudei temendo per loro stessi, nota essendo la loro avversione all'idolatria, vollero separare causa propria da quella de' cristiani, e a questo fine misero innanzi questo Alessandro, il quale doveva essere uomo eloquente, e ben visto dal popolo, affinchè discolpasse la sua nazione, e mostrasse, che non i Giudei ma Cristiani, e Paolo loro maestro erano cagione, che Diana, e il suo tempio cadesse in disprezzo. Ma il popolo non volle ricevere le scuse di un Giudeo, nè lasciargli proferire parola, sapendo, che come tale non poteva essere nemmen egli adoratore di Diana, nè del suo tempio.
19,35:E avendo il segretario ec. La Volgata dice lo scriba. Si crede, che questo fosse uno degli uffiziali, che prese devano ai giuochi pubblici, eletto dal popolo, e a lui si appartenesse lo scrivere i nomi dei vincitori, e i premi, che questi avean riportato.
Prole di Giove? Il Greco dà piuttosto un altro senso, ed è: E del simulacro disceso da Giove. Imperocchè la statua di Diana Efesina, come molte di altri celebri templi pagani, si diceva esser venuta dal cielo.
19,37:Nè sacrileghi, nè bestemmiatori della vostra dea. Può essere, che questo segretario non facesse difficoltà di dir bugia, affine di sedare il popolo; e può anch'essere, che s. Paolo, e gli altri contentandosi dimostrare l'assurdità dell'idolatria, si astenessero dal nominare Diana, o altro dio in particolare.
19,38:E vi sono i proconsoli. Vale a dire il proconsole, e il legato, o sia vicario del proconsole.
19,39:In una legittima adunanza. Convocata da' magistrati secondo le leggi, senza, confusione, e senza tumulto.
19,40:Imperocchè siamo in pericolo ec. Atterrisce i sediziosi col timore dell'Imperadore, e del proconsole; imperocchè a tenore della legge Romana chiunque avesse fatto raunata di gente, o mosso il popolo a tumulto, era reo di delitto capitale.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap