VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
15,2:Io ho riandate tutte le cose fatte da Amalec. Parla Dio alla maniera degli uomini. Egli dice, che si e richiamati alla memoria i mali trattamenti tutti dagli Amaleciti ad Israele fino dal tempo, in cui nell'uscir che faceamo gli Ebrei dall'Egitto, gli Amaleciti gli assalirono e uccisero que' che eran restati indietro. Vedi Exod. XVII 19. XXV. 17. Dio adunque fin da quel tempo in pena della loro crudeltà gli avea condannati all'esterminio. Sopra di che notisi come la giustizia divina è lenta a punire; perocchè erano corsi già circa quattrocento anni dell'uscita d'Israele dall'Egitto, quando Dio diede per mezzo di Samuele l'ordine a Saulle di eseguire i suoi decreti; ma quanto più lenta, tanto più terribile e questa giustizia, come da questo stesso fatto vedremo.
15,3:Distruggi tutto quello, che a lui appartiene. L'Ebreo: Sottometti all'anatema tutto quello, che a lui appartiene. Sottomettere un popolo, o un paese all'anatema vuol dire rovinarlo del tutto e distruggerlo, metterlo a fuoco e a sangue. Questa sentenza pronunziata da colui, che è padron della vita e della morte di tutti gli uomini, è certamente severa, e quello che può particolarmente fare a noi specie si è il vedere, come in essa sono inclusi espressamente anche i bambini di latte. Ma guardiamoci di lasciarci guidare da una falsa compassione umana a giudicare dei giudizi di Dio. Questi bambini rei del peccato originale non eran eglino rei di morte? Questi bambini in una più lunga vita, che altro avrebbon fatto, se non aggiugnere a quello altri peccati per fare acquisto di pena più atroce nell'altra vita? A questi bambini pertanto non fu supplizio la morte, ma benefizo di Dio. Egli voleva abolito il nome di Amalec, e perciò i bambini stessi doveano esser compresi nell'anatema generale. Dal rigore delle vendette, colle quali egli talor punisce i suoi nemici nella vita presente, impariamo a temere i rigori riserbati alla impenitenza nella vita futura.
15,4:Come di tanti agnelli. Come fa un pastore, che conta capo per capo i suoi agnelli. Sovente nelle Scritture gli eserciti sono paragonati a greggi di pecore; e tutto il popolo era un gregge, di cui Dio era il primo pastore.
15,5:Alla città di Amalec. La capitale degli Amaleciti, dove risedeva il loro re.
15,6:Saul disse a' Cinei: ec. Vedi Num. X. 29. XXIV. 21. ec. Jud. I. 16. Questi discendenti di Jethro suocero di Mosè abitavano di mezzo tralla tribù di Giuda e gli Amaleciti.
15,11:Io mi pento di aver fatto re Saulle. La stessa espressione si ha Gen. VI. 6. Quando Dio offeso da' peccati dell'uomo lo priva de' suoi benefizi, si dice nelle Scritture, che Dio si è pentito di quello, che avea fatto prima in favore dello stesso uomo; ma Dio veramente mutando l'operazione esteriore, non muta consiglio, come dice S. Agostino conf. I. 4.
Alzo le grida al Signore per tutta la notte. Notisi la carità di questo Profeta, il quale combatte (per cosi dire) colla sua orazione per tutta quanta la notte, affin di muovere a pietà il Signore verso Saulle.
15,12:Era andato sul Carmelo, e si era fatto ergere ec. Questo Carmelo non è il famoso monte, di cui Jos XII. 22.; ma un altro monte nella parte meridionale di Giuda 2. Reg. XXV. 2. Ma osservisi a questo passo, come le prosperità e gli onori fanno spiccare il naturale carattere dell'uomo: Saul non è più quell'uomo si umile, che vedemmo ne' suoi principii; egli fa alzare un monumento della vittoria, la quale attribùisce per conseguenza non a Dio, ma al proprio valore.
15,15:Il popolo ha serbato il meglio ec. E qui, e nel versetto 21 e nel 24, Saulle cuopre la sua colpa col gettarla supra del popolo; e la colpa del popolo vuol coprire col pretesto della pietà.
15,22:Più vale l'obbedienza, che le vittime. L'obbedienza a' comandi di Dio, è di assoluto necessità, l'offerta delle vittime è libera e spontanea, dice s. Gregorio. Nell'offerta delle vittime si offerisce a Dio la carne degli animali, nell'obbedienza si sacrifica a Dio la propria nostra volontà; le vittime si offeriscono per lo peccato commesso, l'obbedienza fa, che il peccato non si oommetta, Moral. XXXIII. 10.
15,23:Il disobbedire è come il peccato della divinazione, ec. Samuele paragona il peccato della disobbedienza a quello della divinazione e dell'idolatria. Colui, che viola l'espresso comandamento di Dio pretende in certo modo di indovinare e decidere quello, che sia meglio di fare, o il voler di Dio, o il proprio volere; e in certo modo ancora egli e idolatra, perché il suo proprio giudizio egli adora, preferendolo alla volontà manifesta di Dio.
15,25:Adori il Signore. Sacrifichi al Signore, cosi v. 31.
15,30:Ho peccato: ma tu adesso rendimi onore ec. Ecco a che si riduce tutto la penitenza di Saulle, dice S. Bernardo: Con ragione perciò non si mosse a pietà colui, che vedeva il cuore: egli non poteva muoversi per una preghiera piena di falsità: appena avea detto Davidde: Ho peccato, che fagli risposto: il Signore ha tolto da te il tuo peccato. E S. Gregorio lib. VI. 2. Si vede in qual modo si penta colui, che tuttora è avido di onore: se veramente fosse pentito del suo peceato, branderebbe più di essere dispregiato, che onorato.
15,32:Cosi adunque ec. Queste parole esprimono vivamente la costernazione di un'anima, la quale non conosce altri beni, che quelli di questa vita, e tutti vede, che le son tolti dalla morte. Vedi Eccli. XLI I. 2.
15,33:E Samuele lo trucido ec. Quando ciò acesse fatto Samuele di sua propria mano, e non per mano altrui, come credono molti, egli non avrebbe fatto nulla di piu di quello che fecero i Leviti, Erod. XXXII. 28., Phinces Num. XXV. 8., Elia 2. Reg. XVIII. 40. La sciagurata morte di questo Agag era stata predetta più di quattrocento anni avanti. Vedi Num. XXIV. 7.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap