VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
4,1:Ascoltate i documenti del padre. Egli è Salomone, che parla adesso, come apparisce dal versetto 3.
4,2:Un buon dono farò io a voi. Ispirandovi le massime di virtù e di saviezza. colle quali ordinare la vostra vita.
4,3-4:Io pure era tenero figlio ec. Io fui figliuolo di santo e sapiente genitore, fui amato dalla madre mia con grande affetto come amar si suole an figlio unigenito; e il padre mio fin da' più teneri anni m'instruì, e m'insegnò la sapienza. Notisi, che Salomone ebbe tre fratelli nati anch'essi da Bethsabea, Simmaa, Sobab, e Nathan, I. Paral. III. 5.; onde la voce unigenito dee esporsi della predilezione, che ebbe la madre verso di lui, alla qual predilezione potè molto contribuire non solo la docilità e l'indole placidissima di questo figliuolo, ma fors'anche il sapersi già dalla madre, che Salomone era destinato da Dio successor di Davidde, e che Dio stesso avrebbe maravigliosamente illustrato il suo regno.
4,5:Fa' acquisto della sapienza, ec. Quest'esempio dimostra quali sieno i primi, gl'importanti insegnamenti, che istillar si debbono ne' teneri animi de' figliuoli da'lor genitori. Ma quanto sono diversi i primi rudimenti di educazione, che dansi comunemente da' padri mondani ai figliuoli!
4,6:Non l'abbandonare, ec. Unisciti a lei con indissolubil legame; ella ti sarà sempre compagna fedele, ti custodirà da ogni male e ti salverà.
4,7:Principio di sapienza ec. Comincia ad essere sapiente chi, conoscendo il pregio di essa, studia i mezzi di acquistarla, ed è risoluto di averla quand'anche tutto quel, ch'ei possiede, dar dovesse per farne acquisto. La sapienza è quella preziosa perla, per cui l'accorto mercadante vende tutto il suo per comperarla., Matth. XIII.4.6.
4,8:Quando tra le braccia la stringerai. Le braccia, colle quali la sapienza si stringe, sono, come nota un antico Interprete, la contemplazione e l'azione.
4,12:Non troverai angustia a' tuoi passi, ec. L'esercizio delle virtù accresce le forze dell'anima, e le interne consolazioni, colle quali Dio rimunera la fedeltà e l'amor dei suoi servi, rendono ad essi facile il camminare nelle vie di Dio; onde sta scritto Isai. XI. 3. Quelli, che sperano nel Signore, prenderan nuova forza, vestiranno ale come di aquila; correranno senza fatica, cammineranno senza stancarsi.
4,17:Mangiano il pane dell'empietà, ec. Mangiano pane guadagnato per via di scelleraggini, e bevon vino acquistato colle violenze, e colle rapine. Ovvero: dell'empietà si cibano come di pane, e l'iniquità bevono come il vino.
4,18:Simile alla luce (che comincia a risplendere), ec. Paragona la vita de' giusti all'aurora nascente, di cui la luce va sempre crescendo sino al giorno perfetto. Così questi figliuoli della luce (come li chiama Cristo Jo. XII. 35. 36., Luc. XVI. 8.) sono luce del mondo, e si avanzano di virtù in virtù fino alla perfezione. Così de' Cristiani dice l'Apostolo: in mezzo ad una nazione prava, e perversa, e in mezzo ai Gentili voi splendete come luminari nel mondo, Philip. II. 5. E siccome l'aurora finisce nel sole, così i giusti mediante la pienezza della sapienza e della grazia, e finalmente della gloria in Dio si trasformano. Vedi 2, Cor. III. Is.
4,19:Tenebrosa è la via degli empi: non sanno ec. Piena di caligine, di errori, d'ignoranza è la via degli empi; per tal via camminando costoro non veggono i precipizi, verso i quali si stradano, e non sanno guardarsene; quindi in sempre peggiori mali traboccano, e finalmente vanno a precipitare nell'inferno.
4,22:Per tutto l'uomo son santità. Sanano tutto l'uomo; non solo lo spirito, ma anche la carne dell'uomo riceve sanità mediante i precetti della sapienza: la voce carne si pone nelle Scritture a significare la concupiscenza, la quale nella carne ha sua sede. L'Ebreo legge: Son medicina: lo che più chiaramente suppone la depravazione della natura dell'uomo per lo peccato.
4,23:Con ogni vigilanza custodisci il cuor tuo, ec. Ovvero: con ogni vigilanza tien difeso, munito il cuor tuo. Tutte le diligenze, tutte le cautele, che tu adoperi per custodire una cosa, che ti preme di conservare, tutte usale a custodire il cuor tuo. Imperocchè da questo verrà a te la vita quando tu lo custodisca attentamente, e puro e mondo lo serbi; da questo verrà a te la morte, se ne trascuri la diligente custodia. Vedi Matth. XV. 19., ec.A difesa adunque del cuore (dice s. Bernardo) vegli contro gli allettamenti della carne, la severità della disciplina, contro il giudizio di Dio, il giudizio della propria umile confessione: perocchè (dice l'Apostolo) se noi giudicheremo noi stessi non sarem giudicati: contro la dilettazione, che nasce dalla rimembranza delle colpe passate, la frequente lezione della divina parola: contro le moleste tentazioni, la perseverante orazione, contro le inquietudini, che vengono dai fratelli, la pazienza, e la compassione. Serm. 4. 6.
4,24:La malvagità della lingua, ec. La seconda parte del versetto espone e illustra la prima. Dopo la custodia del cuore raccomanda l'assai difficil custodia della lingua, affinchè non prorompa in parole, che offendano la fama del prossimo, e la mutua carità.
4,25:Veggan diritto gli occhi tuoi, ec. Gli occhi tuoi sieno governati con ritenutezza e modestia, mirino direttamente, non si volgano con vana curiosità a destra e a sinistra: e' ti son dati principalmente per indirizzare i tuoi passi, e per condurti con sicurezza; non li girar vagabondi sopra tutti gli oggetti quando tu se' per istrada, ma attendi a far tuo cammino: imperocchè la sfrenata libertà degli occhi apre al nemico la via per portare nel tuo cuore la corruzione. Siccome quando noi gli occhi fissiamo in quelle cose, le quali naturalmente giovano alla vista (per esempio il color verde, le acque limpide, ec.) per segreta natural forza alla vista medesima ne ritragghiamo vantaggio; così qualunque volta lo sguardo gettiamo sopra gli obbietti della voluttà, offeso ne resta, e ferito l'animo dalla medesima voluttà. Basil. de s. Virgin.
4,26-27:Fa' diritta carreggiata a' tuoi piedi: ec. Cammina per la via piana e diritta della ragione, della legge e della virtù: non declinare nè a destra, nè a sinistra, e allora il tuo procedere sarà virtuoso e costante. Perocchè le vie, che sono alla destra, il Signore le ama, ec. Quando di sopra avvertì di non declinare nè a destra nè a sinistra, paragonò la destra, e la sinistra colla via della virtù, che è via di mezzo, perocchè nel mezzo sta la virtù, da cui il vizio declina verso l'una o verso l'altra parte o per eccesso, o per difetto; quando poi dice: le vie, che sono alla destra, il Signore le ama, paragona tra di loro due vie, cioè quella della virtù, e quella del vizio: delle quali la destra, che è quella della virtù, è approvata da Dio. Ecco la sposizione del Nazianzeno, Or. 26. Non declinare a destra, nè a sinistra, affinchè per qualunque di queste contrarie cose tu non cada nello stesso male, cioè nel peccato. Per altro la destra parte è lodata con quelle parole: le vie, che sono alla destra il Signore le ama. Come mai adunque quegli che loda la destra, da lei ci allontana? S'intende certamente quella, che sembra destra via, ma tale veramente non è; alla qual cosa alludendo in altro luogo dice: non essere oltre modo sapiente....Perocchè egualmente offendono la virtù e l'eccesso, e il difetto, come una misura si guasta col levarie, o con aggiungerle qualche cosa. Nissuno adunque pretenda di esser più sapiente di quel, che conviene, nè più esatto della legge, nè più sublime dei divini comandamenti.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap