Proverbi - 29

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Amare la correzione. Re giusto. Amico adulatore. Della povertà. Della circospezione nel parlare. Il superbo umiliato. Iddio è il giudice sovrano.

1ALL' uomo di dura cervice, che di sprezza chi lo corregge, sopravverrà repentina la perdizione, e non vi sarà rimedio per lui.
2La moltiplicazione da' giusti sarà la letizia del popolo: quando gli empj prenderan le redini del principato, il popolo avrà da gemere.
3Colui che ama la sapienza, da consolazione al padre suo: ma colui che pasce le meretrici dissiperà le sue sostanze.
4Il re giusto felicita lo stato; l'uomo avaro il distrugge.
5L'uomo che tiene un linguaggio finto, e di adulazione col suo amico, tende una rete a' suoi piedi.
6L'uom peccatore, e iniquo cadrà al laccio: e il giusto canterà, e farà festa.
7Il giusto ha a cuore la causa de' poveri: l'empio non se n' informa.
8Gli uomini malvaggi son la rovina della città: i sapienti la salvano dall'ira.
9L'uomo sapiente se viene a contesa collo stolto, o vada in collera, o rida, non avrà pace.
10Gli uomini sanguinati odiano l'uomo semplice, ma i giusti cercano di salvarlo.
11Lo stolto mette fuora tutto il suo spirito: il saggio va adagio, e si serba qualche cosa pell'avvenire.
12Il principe che ascolta volentieri le menzogne, non ha se non empj ministri.
13Il povero, e il suo creditore si vanno incontro l'uno all'altro: ad ambedue ha data la luce il Signore.
14Se il re fa giustizia a poveri se condo la verità, il suo trono sarà stabile in eterno.
15La verga, e la correzione danno saggezza; ma il fanciullo abbandonato a' suoi voleri è di rossore a sua madre.
16Saran moltipllcate le scelleraggini colla moltiplicazione degli empj: e i giusti vedranno le loro rovine.
17Istruisci il tuo figliuolo, ed egli ti recherà consolazione, e sarà la delizia dell'anima tua.
18Quando la profezia verrà meno, il popolo sarà dissipato; ma colui che custodisce la legge, è beato.
19A istruire un animo servile non bastano le parole: perocché egli intende quello, che tu dici, ma non si degna di rispondere.
20Hai tu veduto un uomo, che corre a furia a parlare? Si può sperare, che si corregga la stoltezza piuttosto che egli.
21Chi dilicatamente nutrisce il suo servo fin dall'infanzia, lo proverà poi contumace.
22L'uomo iracondo attizza risse, e chi è facile a dare in escandescenze sarà più proclive a peccare.
23L'umiliazione va dietro al superbo, la gloria abbraccerà l'umile di spinto.
24Chi fa società col ladro, odia l'anima sua: sente chi gli da il giuramento, e non confessa.
25Chi ha timore dell'uomo caderà ben presto: chi spera nel Signore sarà esaltato.
26Molti cercano il favore del principe: ma dal Signore dee venire il giudizio di ciascheduno.
27I giusti hanno in abbominazione gli empj, e gli empj hanno in abominazione quelli, che sono nella buona strada. Il fanciullo, che tien conto di questa parola, sarà sicuro dalla perdizione.
Note:

29,1:La perdizione. La morte temporale, e anche l'eterna; perocchè la superbia e la durezza di cuore all'una e all'altra pena conduce.

29,2:La moltiplicazione de' giusti ec. Quanto più cresce il numero de' giusti, tanto meglio ne starà la repubblica. L'Ebreo si traduce: nella glorificazione, nella esaltazione de' giusti ec. il senso però non varia gran fatto; perocchè i giusti essendo in gran numero vengono a dare (per così dire) il tuono al governo dello stato.

29,4:L'uomo avaro. il ministro del re se è avaro venderà la giustizia, e renderà infelice il paese.

29,5:Tende una rete a' suoi piedi. Non è vero amico, ma adulatore perfido, che cerca di rovinare l'amico ispirandogli la vanità e la superbia.

29,6:Cadrà al laccio. il peccato è come l'esca, a cui mentre volano gli uccelli sono presi miseramente; così il peccato ha la sua esca, il piacer della gola, della lussuria, dell'ambizione ec., e in quest'esca trova il peccatore un laccio, che lo uccide. Il giusto canterà laude ec. Lodera Dio, e sarà lieto di aver fuggito il pericolo, che era preparato per lui come per gli altri.

29,7:L'empio non se n'informa. Parla de' giudici e degli avvocati, che non pongono diligenza nell'esaminare le cause de' poveri, perchè nulla sperano da questi.

29,8:La salvano dall'ira. Dall'ira di Dio; perocchè colle loro orazioni lo placano e impetrano la sua misericordia anche pe' loro concittadini.

29,9:Non avrà pace. O disprezzi il furore dello stolto, o lo tratti severamente com'egli merita, lo stolto non lo lascerà aver pace.

29,10:Cercano di salvarlo. Letteralmente: cercano l'unima (la vita) di lui: frase usata anche nel salmo CXLI. 5. Vers 11

29,13:Il povero e il suo creditore ec. Vedi cap. XXII. 2.

29,16:Colla moltiplicazione degli empi. Ovvero: colla esaltazione ec. Vers. 2.

29,18:Quando la profezia verrà meno, il popolo sarà dissipato. La sposizione del venerabil Beda è questa: Se mancherà l'istruzione de' sacerdoti, l'osserranza della legge divina (per mezzo di cui il popolo dovea giungere al premio della beatitudine) sarà disciolta. Questa sposizione è seguitata da molti; perocchè la voce profezia significa anche la interpretazione delle Scritture, e la prediaazione delle verità della religione (1. Cor. XIV.), tolta la quale il popolo si dissiperà in varie sette, e darà in errori abbandonando la vera pietà. Gl'Interpreti Ebrei prendono la voce profezia nel senso più stretto, onde dicono, che vuolsi significare in questo luogo, che quando mancheranno i profeti illuminati da Dio colla cognizione delle cose future e pieni di zelo della sua gloria, quando mancheranno questi uomini straordinari mandati dal Signore a dirigere il popolo, a gridlar contro il vizio, e ad accendere gli uomini all'amore della virtù, il popolo sarà dissipato, vale a dire la repubblica Giudaica sarà sconvolta, caderà in un orribile corruzione di costumi, sarà lacerata dalle sette (come furon quelle dei Farisei, de' Sadducei, degli Erodiani a' tempi di Cristo), e anderà finalmente in rovina. Secondo questa sposizione ognun vede, che si ha qui una predizione di quello particolarmente, che avvenne agli Ebrei dopo la venuta, e dopo il rifiuto fatto da essi del Cristo. Quando il Salvatore venne al mondo, gli Ebrei da lungo tempo erano senza profeti, e l'iniquità, e anche l'empietà dominava nel popolo, e particolarmente ne' maestri della Sinagoga. Quindi l'accecamento e l'ostinata durezza, colla quale rigettarono lo stesso Cristo e la verità da lui predicata, e finalmente la rovina della nazione.

29,19:Non bastano le parole: ec. Vi vuole la verga: perchè questi non fa nulla per ragione, nè per amore del bene, ma tutto per timore.

29,20:Si può sperare, ec. Si correggerà, si emenderà piu facilmente la stoltezza, che la loquacità. Tale è il senso di questo luogo secondo l'Ebreo e i LXX, e secondo la nostra Volgata, purchè in vece di stoltitia si legga stultitiae, come lesse Beda, Rabano e altri, e come sta in molti manoscritti.

29,21:Chi delicatamente nutrisce il suo servo ec. il senso letterale è chiarissimo, ma l'altro senso, che ebbe in mira lo Spirito Santo, è molto più importante. Chi tratterà la propria carne (destinata ad essere serva dell'anima) con eccessiva condiscendenza e delicatezza, l'avrà ribelle e si troverà finalmente ad essere da lei dominato, onde viva secondo la carne, come dice l'Apostolo Rom.VIII.12.

29,22:Sarà più proclive a peccare.L'Ebreo legge: fara molti peccati, che è il senso anche della Volgata.

29,23:L'umiliazione va dietro al superbo, ec. La stessissima sentenza di Cristo, Luc. XIV. II.

29,24:Sente chi gli dà il giuramento, ec. Ascolta il giudice il quale legittimamente,previo il giuramento, gli domanda che dichiari chi è il ladro e i complici di esso, ed egli non vuol palesare la verità: così non solo egli è ladro, ma anche spergiuro ed empio.

29,25:Chi ha timore dell'uomo ec. Chi non s'astiene dal male se non perchè teme l'uomo, caderà ben presto in peccato. Ovvero: chi teme l'uomo più che Dio caderà ec. Ma la prima sposizione è migliore. Nella seconda parte avrebbe il Savio potuto dire: Chi teme il Signore sarà esaltato: ma disse: Chi spera nel Signore, perchè la speranza va sempre al timore santo congiunta.

29,26:Ma dal Signore dee venire ec. Si cerca il favore de' grandi, e si procura di aver favorevole il loro giudizio: ma da Dio dipende quel giudizio finale, che decide della eterna sorte dell'uomo; e contuttociò gli uomini di questo han così poco pensiero.

29,27:I giusti hanno in abbominazione gli empi; ec. Nota qui Salomone quelle, che s. Agostino chiama le due città, l'una di Dio, l'altra del demonio, l'una de' giusti, l'altra degli empi, tralle quali è guerra perpetua.

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