VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
26,1:Come la neve all'estate ec. La neve nell'estate, e la pioggia nel tempo in cui dee mietersi il grano, e batersi, e ritirarsi la raccolta, sono inopportune e di nocumento: così è la lode e l'onore, che si conferisce allo stolto: nuoce a lui, che ne abuserà per farsi peggiore, e nuoce alla repubblica, perchè raffredda in molti l'amore della sapienza e della virtù. Un antico oratore disse: Se gli uffici e gli onori saranno dati a pochi, e meritevoli, e secondo le leggi, molti saranno, che cerchino di operar con valore: se poi si conferiranno a chiunque gli vuole, e a persone, che nulla hanno fatto o pensato di singolare, si corromperanno anche gli spiriti migliori.
26,2:La maldicenza... è come un uccello, ec. Vuol dire, che le ingiuste accuse inventate contro un uomo innocente, non si fermeranno sopra di lui, non gli nuoceranno, ma passeranno ben presto, come passa un volatile, che non istà mai fermo in un sito. Altri suppongono, che voglia qui il Savio descrivere la facilità e la rapidità, con cui la maldicenza si propaga e si diffonde per ogni parte passando in brev'ora da una a cento bocche, come un uccello, che è sempre in moto. La prima sposizione però mi sembra più probabile.
26,3:La cavezza per l'asino. Si può ancora tradurre la briglia, perocchè nella Palestina gli asini servivano di cavalcatura anche pei grandi. Vedi Jud. XII. 14. Sono in quel paese più belli e più grandi e vivaci, che non sono generalmente tra noi.
26,4-5:Non rispondere allo stolto... Rispondi allo stolto ec. S. Girolamo in Ezech. lib. I. osserva, che l'una e l'altra sentenza ed è vera, ed è da mettere in pratica secondo i vari tempi, e secondo le persone. Lo stolto va disprezzato, perchè non dà luogo a sapienza, ma la stolta superbia va repressa con una specie di stoltezza, onde dice l'Apostolo II. Cor. XII. II.: Son divenuto stolto: voi mi avete costretto. Se lo stolto parla di cose sciocche, pazze, disoneste, se ti dice dell'ingiurie, guardati dall'imitarlo, e dal corrispondergli con parole di poco senso, o ingiuriose: ma non lasciar passare senza correzione la sua temerità e i suoi errori per fargli conoscere la sua stoltezza, affinchè si emendi.
26,6:Si taglia le gambe, ec. Il senso, che ho esposto mi è paruto il migliore, che possatrarsi dalla nostra Volgata paragonandola coll'Ebreo, e la sentenza si rende assai chiara. In vece di claudus il Pagnino e altri traducono: incisus pede.
26,7:Indarno ha belli gli stinchi. Perchè non può farne uso essendo stroppiato. Così le sentenze gravi non convengono allo stolto, perchè egli non sa, nè può farne buon uso, nè servirsene opportunamente.
26,8:Chi onora lo stolto fa come chi getta ec. Dare gli onori a uno stolto è cosa tanto inutile, e fuor di ragione come è il gettare la pietra appiè della statua, o busto di Mercurio. Questo dio de' Pagani era il protettore de' viaggiatori, e i passeggeri gettavano una pietra in onore di lui sotto la statua, che era collocata ad ogni bivio, onde presso ognuna di tali statue si facevano ben presto ammassi grandi di pietre mettendovi ogni passeggero la sua. È qui derisa questa vanissima superstizione, e a chi la pratica dicesi essersimile colui, che lo stolto innalza agli onori.
26,9:È come una spina che spuntasse ec. Un ubbriaco, che ha in mano una spina che punge, non sente la puntura; così uno stolto, che ha in bocca una sentenza grave, pia, attissima a svegliare sentimenti di compunzione e di ravvedimento, non ne sente la forza, e nella sua stoltezza ed empietà si rimane. Così tanti ipocriti parlano del Vangelo, e delle massime di Cristo, leggono ancora, e studiano le Scritture, ma non sentono la efficacia della divina parola, e non ne traggono verun frutto per loro stessi.
26,10:Chi fa tacere lo stolto ec. Il giudice colla sua sentenza finisce le liti: il saggio, che reprime e fa tacere lo stolto, le previene, e fa, che non nascano, perchè calma gli sdegni accesi dallo stolto col suo parlare.
26,12:Più di lui può avere speranza quegli, che non sa nulla. È men lontano dalla sapienza un uomo affatto ignorante, anzi un insensato, che uno, il quale è presontuoso, e si crede di sapere. È un grandissimo ignorante, chi si crede di sapere, dice un antico proverbio. I Farisei e gli Scribi della Sinagoga erano in questo stato, onde si videro i Pubblicani e i Samaritani stessi abbracciare la verità predicata da Cristo mentre que' superbi dottori la impugnarono sempre e perseguitarono il divino Maestro. Così pure degli antichi filosofi disse l'Apostolo: Dicendo di essere sapienti diventarono stolti, Rom. I.; e similmente Isaia v. 25 Guai a voi, che siete saggi negli occhi vostri e prudenti nel cospetto vostro.
26,14:Si volge su' suoi cardini. Ma non si muove dal suo luogo. Così il pigro si volge e si rivolge nel suo letto (nella sua pigrizia) ma non si leva.
26,16:Che sette uomini, ec. il numero di sette è posto a significar moltitudine, come in altri luoghi. Lo stolto crede che nel suo non far nulla egli sia più lodevole, che, molti altri, i quali si affaticano, studiano, cercano di rendersi buoni per sè e per gli altri.
26,17:Come chi prende un cane per le orecchie. il cane volterà i denti contro di lui: così accaderà a chi con poca avvertenza vorrà entrar di mezzo nelle risse: è difficile il serbar tal moderazione, che non si dimostri qualche pendenza, o parzialità verso alcuno de' contendenti, onde l'altro nel furor della collera si volterà contro del mediatore: oltre di che anche accidentalmente può tirarsi addosso del male chi si mescola benchè con buon fine nelle contese altrui. Il Savio adunque avverte, che tali uffici sono pericolosi, e vi bisogna una certa prudenza e buona maniera nel farli.
26,19:Così colui che fa danno con frode ec. Maggior danno fa all'amico colui, che di nascosto con fraude l'offende, che chi apertamente lo assalisce.
26,23:Le labbra turgide congiunte con pessimo cuore, ec. In vece di argento impuro si potrebbe tradurre la schiuma dell'argento: a un vaso di terra cotta non mal si adatta un ornamento di argento impuro, ovvero di schiuma d'argento: così al cuore cattivo ben si adatta una lingua arrogante, ovvero una lingua atta ad accendere liti e discordie, lo che meglio combina coll'Ebreo, che ha, labbra, che abbruciano.
26,24:Al suo parlare si riconosce ec. Per quanto l'uomo fraudolento cerchi di nascondere il suo animo cattivo, contuttociò se tu lo farai parlare, egli alla fine scoprirà o poco o molto quello che ha in cuore.
26,25:Allorchè egli abbassa sua voce, ec. Quando parlerà in tuono umile, modesto, pacifico, non ti fidare, perchè allora appunto egli ha in cuore non uno, ma molti cattivi disegni, molte iniquità cova nel suo seno.
26,26:Si scoprirà nella pubblica adunanza ec. Vuol dire, che la malignità dell'uomo, il quale facendo l'amico macchina tradimenti, sarà conosciuta alla fine, ed egli sarà scorbacchiato e svituperato pubblicamente. Nissuna cosa sarà occulta, che non si riveli, come dice Cristo, Luc.XII.2.
26,27:Chi scava la fossa vi caderà, ec. I Romani dicevano: i cattivi consigli, il mal più grande lo fanno al consigliere.
26,28:La lingua dell'ingannatore ec. Questo ingannatore è lo stesso adulatore, di cui si parla nella seconda parte del versetto.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap