VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
24,1:Non portare invidia ec. Non invidiare a' cattivi la falsa e apparente loro prosperità, cap. XXIII. 17.
24,3-4:La casa si edificherà colla sapienza, ec. Con bella gradazione dice, che la sapienza, la prudenza, e la scienza (le quali una sola cosa significano, cioè la virtù, la sapienza) edifica in primo luogo la casa; in secondo luogo la rende stabile e ferma; terzo, la empie di ricchezze. Per la casa s'intende la casa civile, cioè la famiglia. La sapienza, la pietà, la virtù del padre di famiglia (non le rapine, le usure, i tradimenti ec.) edificano la casa, la fanno stabile, e l'arricchiscono.
24,5-6:L'uomo saggio ha fortezza, ec. Intende non la fortezza del corpo, la quale non sempre si trova unita colla sapienza, ma la fortezza dell'animo e il coraggio, col quale al difetto si supplisce delle forze corporali; onde segue a dire, che col buon ordine, colla buona disciplina, co' buoni consigli si governano le guerre, e a prospero fine si conducono.
24,7:Ardua cosa per lo stolto ec. Vale a dire: lo stolto dice, che la sapienza, la virtù è cosa tanto subblime, ch'ei non può aggiungerla; egli perciò non ardirà di aprire la bocca alla prudenza dei saggi giudici, che siedono alla porta della città, ben lungi dallo sperare di aver luogo tra questi.
24,8:Averà il nome di stolto. Aver nome, esser nonato stolto secondo la frase Ebrea, vuol dire essere stolto, e stolto egli è veramente chi col suo mal fare tradisce se stesso e l'anima propria.
24,9:Il pensier dello stolto è peccato. L'uomo cattivo è talmente inclinato al male, e la sua malizia gli suggerisce continuamente tanti cattivi pensieri, che non ha altro genio, che di peccare, e non potendo sempre coll'opera, pecca coll'animo e col pensiero. Il detrattore poi ec. il detrattore, che parla male di tutti, è mal visto e odiato e abominato da tutti.
24,10:Se stancandoti tu perdi speranza ec. Se nell'afflizione ti perdi di animo e disperi, tu diventi più debole, e non avrai forza da trarti dalla stessa afflizione. Conviene adunque di farsi cuore nelle angustie, e vincere colla magnanimità e colla fiducia in Dio le contraddizioni e le avversità. Vedi Ps. XXVI. Vers. ult.
24,11:Cava di pericolo quelli, ec. Parla degl'innocenti oppressi dalla ingiustizia è dalla prepotenza. Vedi Ps. LXXXI.4. Questa esortazione ha luogo ancor più sovente ne' pericoli di morte spirituale, dai quali sovente può l'uomo colla carità e liberalità trarre il prossimo, che in tali pericoli si ritrova. Per questo nel versetto seguente si va incontro ai pretesti sovente falsi, co' quali taluno cercherebbe di esimersi da questa legge di carità.
24,12:Egli conosce. Se sia vera o falsa l'allegata tua impotenza. Al Salvatore dell'anima tua: quegli che creò e conserva te, e dal quale solo puoi sperare la tua salute.
24,13-14:Mangia..., il miele, ec. Come l'uso del miele e del favo di miele è buono e salutare al corpo, ed è dolce al palato; così la sapienza è salutare all'anima, ed è dolce allo spirito, che sa gustarla: ma il miele inacidisce invecchiando; la sapienza quanto più starà teco, tanto più dolce la troverai.
24,15-16:Non tendere insidie al giusto, ec. Non voler con occhio maligno osservare le azioni del giusto per trovare presso di lui qualche grave reato, e turbar la sua pace. Perocchè il giusto, che è fermo nel bene operare, rigetta da sè ogni grave colpa, e se in leggeri falli cade sovente, questi non gli tolgono la grazia, nè la giustizia, e dalle cadute sue si rialza mediante la penitenza. Gli empi non cadono, ma precipitano nel male, e nel male si giacciono. Da questo luogo apparisce, che i giusti non sono impeccabili come dicevano i Calvinisti e i Luterani, e prima di essi Gioviniano e altri eretici.
24,17-18:Ed egli ritirerà da lui il suo sdegno. S'intende aggiunto: e contro di te lo rivolgerà. Simili reticenze si trovano nelle Scritture. Se tu ti rallegri del male del tuo nemico, Iddio, che ha mandata a lui quella tribolazione, si offenderà di tua crudeltà, ritirerà da lui il suo sdegno, e con dolore grande del cattivo tuo cuore lo feliciterà, e te punirà con simile od anche con più severo gastigo. Come se dicesse: se adunque tu ami te stesso, ama il tuo prossimo ancorchè nimico, e compatisci le sue miserie.
24,21-22:Temi il Signore, ed il re, ec. Onora Dio, rispetta il Sovrano, che è ministro di Dio sopra la terra, e a cui tu dei obbedire per principio anche di religione e di coscienza, Rom. XXIII. 5., e fuggi la compagnia di quelli, che ne parlano male. E chi sa qual supplizio ec. E chi sa quale sarà la pena, con cui e Dio e il re puniranno i detrattori?
24,23:Sono pe' sapienti. Ecco altre massime per quelli, che amano la sapienza. Il fare accettazione di persone vuol dire aver riguardo nel giudicare, non al merito della causa na alla potenza, alle ricchezze, alla nobiltà, alle aderenze di una delle parti.
24,26:Dà un bacio sulla bocca. Il giudice, che risponde, cioè pronunzia secondo la verità senza accettazione di persona, si concilia la benevolenza degli uomini con questo atto conne se li baciasse con dimostrazione di affettuosa carità.
24,27:Metti in buon ordine fuori ec. Fuori, cioè alla campagna, ne' tuoi poderi procura, che tutto sia in buon ordine, e la terra sia ben coltivata, e ben tenuta, e di poi penserai a fabbricar la casa nella città, ad abbellirla, a ingrandirla. Bisogna prima pensare a vivere e dipoi al comodo vivere, e questo non può aversi se non colla diligenza e attenzione nel far valere le proprie possessioni. Ma edificare la casa è frase Ebrea, che significa ancora prender moglie, aver figliuoli ec., e la stessa sentenza ha luogo anche in questo, perchè prima bisogna aver capitale per mantenere e moglie e figliuoli e poi impegnarsi nel matrimonio. Parimente conviene di aver accumulato tua capitale di scienza e di virtù prima di darsi ad istruire e servire nella via dello spirito i prossimi.
24,28:Senza motivo. Vale a dire non essendo citato ne richiesto di tua testimonianza. Sarebbe segno di odio e di avversione contro del prossimo l'andare a offerirsi testimone contro di lui, il vizio contrario, l'adulazione, è condannato nella seconda parte del versetto.
24,29:Farò a lui quello, che ha fatto a me: ec. Colui parla male di me, io parlerò male di lui: mi fa del male, ed io a lui ne farò. Sentimenti dettati da cieco spirito di vendetta condannati da Dio e dalla stessa ragione.
24,30-32:Passai pel campo ec. Il senso letterale è chiarissimo, ed è ancora assai chiaro il senso spirituale. La vita dell'uomo pigro (dice s. Gregorio) è piena di ortiche e di spine, di desiderii terreni, di vizi, che pungono l'anima: la muraglia che custodiva questo campo era la buona disciplina, e questa è totalmente distrutta. La considerazione dell'infelice stato in cui si riduce l'uomo tiepido, che trascura di coltivare il suo spirito, sveglia l'uom saggio a faticare quant'egli può per non cadare in tanta miseria.
24,33-34:E dissi: Un poco tu dormirai, ec. Così Salomone punge il pigro, affinchè si scuota, o dia di mano al lavoro.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap