VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
15,1:Una dolce risposta rompe l'ira: una parola cruda ec. L'esempio di quel che possa la soavità e umiltà delle parole a franger l'ira altrui, si ha nel fatto di Abigail, 2 Reg. XV.; e quel che possa una cruda parola, è dimostrato nel fatto di Roboamo, 3. Reg. XII. Vedi ancora 2. Reg. XX. 18. 19, Jud. VIII. I. 2. 3.
15,2:La lingua de' saggi dà ornamento ec. La grazia del parlare dà bello e grande ornamento alla scienza dei saggi, e la loro dottrina esposta con gradevole eloquenza acquista forza, e guadagna i cuori degli uomini.
La bocca degl'insensati versa stoltezza. Un antico filosofo disse, che il discorso è ritratto dell'animo, dipingendo l'uomo nel suo parlare le qualità e il buono e cattivo della sua mente.
15,4:La lingua di pace è albero di vita: ec. La lingua, che istilla sentimenti di pace e di carità, porta frutti dolcissimi e salutari simili a quelli dell'albero di vita, che era nel paradiso terrestre. Ma una lingua sfrenata, perversa, violenta accende liti e discordie, e dà morte all'anima e di colui che parla, e di quelli che ascoltano.
15,5:Nell'abbondante giustizia ec. Il giusto, secondo che cresce nella giustizia, cresce in fortezza, onde tutte supera le tentazioni, le persecuzioni e i mali esteriori, i quali non han possanza per fargli abbandonar la virtù; l'empio è privo di vera fortezza, e con facilità sarà abbattuto, e con tutti i suoi disegni ridotto in nulla.
15,7:Sarà variabile. Sarà dominato or da una, or da un'altra passione, e perciò ripieno d'incostanza e di contraddizione.
15,8:Ha in abbominazione le vittime degli empi. I sacrifizi, che l'uomo offerisce col cuore corrotto dal peccato, senza aver dolore del proprio stato, nè volontà di emendarsi, sono atti piuttosto a irritare Dio contro del peccatore, che a placarlo, perocchè, come dice s. Agostino, Dio il cuore interroga, e non la mano, Serm. XIX. de verb. Dom., bada egli cioè non tanto a quel, che si fa esteriormente, quanto alle disposizioni interiori, colle quali si fanno le cose che al culto di lui appartengono. Lo stesso incruento sacrifizio de' nostri altari offerto da un sacerdote, che abbia nel cuore l'amor della colpa, sarà utile a quelli, pei quali è offerto, e a quelli, che ad esso partecipano, ma renderà sempre più reo e odioso negli occhi di Dio il ministro del Signore, il quale con mani impure consacra, e offerisce le carni sante, e il prezioso sangue di Cristo. Vedi Eccli. XXXIV. 23. Vers 11
15,13:La tristezza dell'anima abbatte lo spirito. Così Salomone tacitamente esorta a fuggir la tristezza, come l'Apostolo esorta i Cristiani ad essere sempre allegri, Philip. IV. 4. Havvi una tristezza, che è secondo Dio, come insegna lo stesso Apostolo I. Cor. VII. 10., ed è la compunzione e il dolore de' peccati, il qual dolore è moderato e alleggiato dalla speranza nella divina bontà, e questa tristezza è giusta e lodevole. Quella poi, che Paolo chiama tristezza del secolo, sempre è biasimevole, come quella, che nasce da principi bassi e terreni, dalla perdita di ciò che si amava, o da' mali temporali, che l'uomo di malavoglia sopporta. Vedi Prov. XXV. 20. Eccli. XXXVIII. 19.
15,14:Si pasce d'ignoranza. L'ama e ne fa suo nutrimento.
15,15:Tutti i giorni del povero son cattivi: ec. La seconda parte del versetto illustra la prima, e fa vedere quali sieno que' poveri, i giorni de' quali sono tutti cattivi. La povertà ha seco una gran serie di molestie, di afflizioni, di affanni: l'uomo, che è privo di sapienza e di virtù sopportando malvolentieri lo stato di povertà menerà vita inquieta e miserabile: ma se il povero è giusto e virtuoso, la tranquillità dell'anima, la buona coscienza lo tengono lieto e contento quanto può esserlo un uomo che vivesse in continue feste e conviti. Il Grisostomo hom. 2. in ep. ad Roman.: Chi pura ha la coscienza, ancorchè sia cencioso, e colla fame combatta, e gli è più felice e più tranquillo di quelli, che vivono tra le delizie.
15,16:I quali non saziano. E irritano sovente la cupidità, e fanno l'uomo doppiamente infelice, vale a dire nel tempo e nell'eternità; onde l'Apostolo: ella è un gran capitale la pietà con il contentarsi di poco, 1. Tim. VI. 6.
15,19:E quasi cinta di spine. La via per giungere all'acquisto della virtù sembra all'uomo infingardo piena di difficoltà, e quasi del tutto impraticabile: il giusto, che animosamente la batte, la trova piana e senza inciampo; perocchè aiutato dalla grazia e dall'amore del bene supera agevolmente qualunque contrarietà.
15,20:Vilipende la propria madre. E così la contrista.
15,23:Ma ottima parola ec. È cosa naturale, che un uomo s'impegni per sostenere la propria opinione già messa fuori, ma la prudenza esige che nel dire il proprio parere si abbia riguardo alle circostanze del tempo; perocchè sovente accade, che una cosa buona e utile in se stessa, in un dato tempo non sia più utile, ma più tosto nociva. Vedi XXV. II.
15,24:Va in alto pel sentiero della vita. Il giusto, il vero sapiente in tutte le sue azioni mira Dio, e sale per la strada, che mena al cielo, allontanandosi sempre più da quella che all'inferno conduce.
15,27:Mette in iscompiglio la propria casa. Dalla maniera di parlare sembra, che si alluda al fatto di Achan (Jos.VII. 25.), di cui il furto fece tanto male agli Ebrei. Colui, che odia i regali, ec. Applica la sentenza generale a' giudici, a' quali è comandato nelle Scritture il disinteresse, ed è minacciata la maledizione divina a quelli, che si lasciano dominare dall'avarizia. Vedi Exod. XXIII. 8, Deuter. X. 17., XVI. 19. ec.
Mediante la misericordia e la fede ec. Mediante le opere di misericordia, e le opere di giustizia. Che la voce fede sia posta qui per la giustizia apparisce dal capo XVI.6., dove si legge: mediante la misericordia, e la verità, e abbiam veduto più volte, che ciò significa la misericordia, e la giustizia.
15,28:Fa suo studio dell'obbedienza. Alcuni per la obbedienza intendono la perfetta sommissione alla legge di Dio: altri l'umiltà.
15,30:Impingua le ossa. La buona riputazione consola, letifica, corrobora l'uomo.
15,31:Le riprensioni salutevoli. Letteralmente le riprensioni di vita, che portano vita, correggendosi per mezzo di esse, e sanandosi i mali e i vizi dell'anima; per la qual cosa chi le ascolterà, meriterà di giungere ad aver luogo tra' saggi.
15,32:È padron del suo cuore. Ovvero: ha un cuore, vale a dire è saggio, perocchè gli antichi dissero, uomo di cuore, uomo cordato per uomo saggio. Preferisco però la prima traduzione: è padron del suo cuore; è padrone dei suoi affetti, e li regge e li modera a suo talento; non serve alle proprie passioni, ma le corregge, e le tien soggette alla ragione e alla fede.
15,33:Alla gloria va innanzi l'umiltà. Il timore di Dio correggendo i vizi per mezzo della buona disciplina insegna la vera sapienza, cioè la virtù, la quale è la dignità e la gloria somma dell'uomo: così a tal gloria va innanzi l'umiltà, la quale per timor del Signore alla disciplina e alla correzione si soggetta. Siccome le sciagure vanno dietro all'arroganza; così lo splendore, e la gloria accompagnano l'umiltà; perocchè il Signore a superbi resiste, e agli umili dà grazia. Il Nazianzeno Orat. 3.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap