VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
14,1:Edifica la sua casa. Vale a dire, promuove il buono stato della famiglia. Vedi la lettera a Tito II. 5. Un antico poeta Greco loda la buona moglie, che è simile all'ape, casta, frugale, attenta al lavoro, non vagabonda, amante della prole.
14,2:La strada dell'ignominia. Le strade del vizio.
14,3:E verga di superbia. Lo stolto colla sua lingua superba, arrogante, flagella i suoi prossimi, e flagella anche se stesso tirandosi addosso le altrui sferzate colla sua maldicenza. Ma il saggio, che non parla se non con ritenutezza e mansuetudine, riman sicuro da' mali, ne' quali cade lo stolto.
14,4:Dove mancano i bovi, è vuota la mangiatoia. In vece di mangiatoia, l'Ebreo ha il granaio, ma il senso è lo stesso; perocchè se manca la paglia alle mangiatoie delle bestie, manca anche il grano nei granai. Dove adunque mancano i bovi aratori, la terra non dà grano; dove poi si veggono grasce in quantità, si conosce subito, che i bovi hanno lavorato forte. Questa sentenza si applica agli operai Evangelici, i quali se non coltivano il campo del Signore, vi regna dappertutto una orribile sterilità.
14,5:Il testimone fedele ec. L'uomo che non offende mai la verità ne' familiari ragionamenti, non mentirà, quando sia chiamato a render testimonianza in giudizio; quegli poi, che ha l'abito cattivo di dir bugie, mentirà anche davanti al giudice.
14,6:E non la trova. Sovente accade, che i cattivi dopo essere stati lungamente nemici della verità, della virtù e della sapienza, caduti in gravi sciagure cerchino un saggio consiglio per liberarsene, ma per giusto giudizio nol trovano. Così l'eretico, che si burla della dottrina della Chiesa, non troverà la verità, quand'anche con grande studio la cerchi, primo, perchè cercandola fuor della Chiesa, la cerca dove ella non è, e in secondo luogo perchè abbandonato al suo reprobo senso egli è divenuto uno di que' ciechi, di cui dice il profeta, che vanno tentoni in pieno meriggio.
14,7:Cammina al contrario dello stolto. Vuol dire: va' lontano, fuggi dall'uomo stolto; s'egli va in oriente, e tu a occidente ec., perchè egli non sa nè parlare, nè sa intendere il linguaggio della prudenza.
14,8:Sta in conoscere la sua strada: ec. In conoscere la via, lo stato, il grado, l'ufficio, l'occupazione e lo studio, che conviene a lui, alla sua indole, al suo temperamento, a' talenti, che ha ricevuti da Dio. Lo stolto in eleggersi lo stato, l'ufficio ec., esce fuori di strada, perchè tale elezione egli la fa imprudentemente, e per principio di passione, di vanità, d'interesse ec., e con suo gravissimo danno la sbaglia: imperocchè molti in tal guisa si perdono, abbracciando uno stato, o impiego, a cui non eran chiamati.
14,9:Si burlerà del peccato. Vedi sopra X. 23.
14,10:Il cuore (di ciascheduno) conosce ec. il senso, che abbiam dato n questo versetto, apparisce più chiaramente nell'Ebreo, dove si trova la congiuntiva, che è sparita dalla nostra Volgata: il cuore conosce l'amarezza dell'anima sua, e nel gaudio di lui non si mescolerà un estraneo. La grandezza del dolore in un grave disastro, e la grandezza del gaudio nel vedersene libero non è compresa, non può esser capita da nissun uomo fuori che da chi ha provato e l'uno, e l'altro. Bisognerebbe, per valermi d'una triviale, ma forte espressione, essere ne' pie di dell'uomo, o piuttosto essere nel cuore di lui per intendere la veemenza del dolore, o dell'allegrezza che egli prova in certe circostanze. Così nè l'amarezza dell'animo di un peccatore ravveduto e compunto, nè la dolce interna consolazione, che dalla stessa compunzione proviene e penetra tutte le midolle dello spirito di lui, non può essere intesa se non da chi in sè la prova. Vedi s. Efrem. de com punct. serm. 3. Orat. de extrem. Jud. et compunct. ec.
14,12:Havvi una strada, ec. Havvi una falsa sapienza, una falsa virtù, una falsa pietà, un falso zelo, e anche una falsa penitenza. Questa sentenza adunque dimostra, che nelle cose riguardanti particolarmente lo spirito, e l'eterna salute, non il proprio giudizio si segua, nè il giudizio de' mondani, ma la vera sana dottrina della Chiesa; perocchè secondo la parola di Cristo non la opinione, non i pregiudizi degli stolti, ma la verità è quella che ci libera dalla morte.
14,13:Il riso sarà mescolato col dolore: ec. Così va la bisogna nelle consolazioni di questa vita generalmente; ma molto più nelle consolazioni, e ne' piaceri de' peccatori.
14,14:Del suo modo di vivere. De' suoi piaceri, dello sfogo de' suoi appetiti si pasce l'empio, e s' ingrassa per qualche tempo: il giusto, che si priva de' piaceri vietati, che mortifica i propri appetiti, sta meglio di lui, perchè si pasce de' beni solidi e veri ed eterni, i quali egli già gode per la speranza.
14,15:Crede ad ogni parola. Cede a tutte le suggestioni, a' consigli di questo e di quello; e cieco com'egli è si lascia agevolmente da un altro cieco condurre alla fossa.
14,17:L'uomo impaziente agirà da stolto: ec. Molte cattive cose fa l'uomo nell'ira, e nella perturbazione dell'animo dominato dalla passione. Dall'altro canto è odioso quell'uomo, il quale fingendo semplicità e mansuetudine aspetta il tempo di vendicarsi di qualche torto, che abbia ricevuto.
14,18:Gl'imprudenti averanno ec. Gl'imprudenti son sempre stolti, hanno come per propria dote la stoltezza: i prudenti arriveranno al possesso della scienza pratica della salute.
14,19:Giaceranno i cattivi ai piedi ec. Verrà un giorno, in cui succederà generalmente a' cattivi quello, che avvenne a' fratelli di Giuseppe costretti a inchinarsi al fratello disprezzato da essi, e venduto.
14,21:Chi crede nel Signore ama la misericordia. La fede in Dio, la fede vera, è sempre animata dalla carità; e chi ama Dio ama il suo prossimo, ed è misericordioso verso del prossimo.
14,22:La misericordia e la verità ec. La verità in questo luogo significa la giustizia; la misericordia, e la giustizia preparano a' giusti un premio di beni incorruttibili ed eterni.
14,23:Dove molto si parla ec. Chi parla molto, e poco o nulla lavora, sarà sempre povero. Può questa bella sentenza convenire anche a quelli, che parlano molto della virtù, e delle cose dello spirito, ma non mettono la mano all'opera per esercitare la virtù, mortificare le passioni ec.; onde saranno sempre poveri di virtù e di merito.
14,24:Corona de' saggi son le loro ricchezze: ec. I saggi colle loro ricchezze si formano una corona di gloria facendo buono e retto uso delle stesse ricchezze: agli stolti, i quali o per avarizia non usano delle loro facoltà, o per altri lorvizi le gettano malamente, nomr resterà altra cosa alla fine se non la loro stoltezza, che sarà da Dio severamente punita.
14,25:Il testimone fedele è liberatore degli uomini; ec. È un buon indizio da poter distinguere il testimone verace dal bugiardo: il testimone verace scusa e sminuisce, se può, gli altrui falli: il bugiardo che cerca non di liberare, ma di far condannare gli uomini, parla con passione e nelle sue deposizioni gli aggrava oltre il dovere.
14,26:E i figliuoli di lui. I figliuoli di Dio.
14,30:La sanità del cuore dà vita alla carne: ec. La sanità della ragione, della mente, del giudicio, la tranquillità e pace dell'animo fa la buona sanità anche del corpo. Le passioni, che tiranneggiano l'anima, fanno star male anche il corpo; così l'invidia è un tarlo, che rode le ossa, non che le carni dell'uomo, e simili effetti dalle altre passioni derivano.
14,31:Fa contumelia al suo Creatore. Perocchè la povertà e la ricchezza sono ugualmente da Dio, il quale volle, che la maggior parte degli uomini fossero poveri sì perchè avessero il merito della povertà, e sì perchè fossero costretti ad abbracciar la fatica per sostentarsi. Chi adunque deride, schernisce, insulta il povero, fa torto a Dio, che stabilì quest'ordine di providenza, e di più ha mostrato e dimostra una special cura de' poveri, e li protegge specialmente, e gli ama, come tutte le Scritture ci attestano; e finalmente la poverta fu onorata, e consacrata, e quasi divinizzata da Cristo, il quale venendo al mondo per sè la elesse, e, come nel concilio Efesino si legge, si elesse una madre povera, povero stato, e tutto finalmente povero. Fa contumelia adunque a Dio chi fa contumelia al povero, e onora Dio chi al povero fa misericordia, perchè Dio tiene per fatto a se stesso quello, che fassi pel povero.
14,32:Darà all'empio la spinta. Lo precipiterà nella morte eterna, nell'inferno.
Ha speranza. L'empio nulla spera, e nulla di buono aspetta dopo questa vita: il giusto nella sua morte ha la viva beata speranza di un bene infinito ed eterno.