VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
33,2:Tra gl'infimi suoi cittadini ec. Vale a dire: un uomo qualunque egli sia, anche di nissuna considerazione tra' suoi, che sia eletto, e deputato dal popolo a far guardia per avvisare quando viene il nemico. Il Profeta è similmente posto da Dio per vegliare al bene e alla sicurezza del popolo, per avvertirlo de' suoi pericoli, pertrar lo fuori dalla via della perdizione.
33,5:Il suo sangue sarà sopra di lui. Egli solo sarà reo di sua morte, e non potrà imputare ad altri la sua sciagura.
33,6:Del sangue di lui domanderò conto alla sentinella. Dichiarerò rea d'omicidio la sentinella, e la punirò.
33,7:Te ... ho io posto per sentinella alla casa d'Israele. Ecco l'applicazione della similitudine, colla quale è inse gnato al Profeta di non tacere, ma di parlare, e predicare con libertà, e al popolo è ordinrato, che ascolti, e obbedisca alle parole del Profeta.Tutto questo da s. Gregorio, e da s. Bernardo, e da molti altri Padri è applicato con gran ragione a' prelati della Chiesa. Per non di stendermi più del bisogno mi contento di riferire le parole di Origene hom. VII. in Jos. Tu, che presiedi alla Chiesa, tu se'l'occhio del corpo di Cristo: procura per tanto di essere attento a ogni cosa, di badare a tutto, ed anche di prevedere quel, che sia per essere: tu se' pastore: tu vedi le pecorelle del Signore, che senza conoscere il loro pericolo, verso il precipizio s'incamminano, e non vai loro incontro o e non le richiami o e colla voce almeno, e colle grida della correzione non le intimidi sci? Cosi adunque ti ricordi dell'esempio di Cristo o perocchè egli per una sola pecorella traviata, lasciate le novantanove nel cielo, venne a cercar di questa sopra la terra, e trovatala su'propri omeri se la prese, e al cielo portolla. E non seguiremo noi nella cura delle pecorelle l'esempio del Pastore maestro?
33,10:Stan sopra di noi. Come peso gravissimo, che ci opprime. Come adunque potremo aver vita? Gli uomini (dice s. Agostino) corron pericolo, e nello sperare, e nel non isperare: nello sperare, quando dicono: Dio è buono, farò quello, che mi piace; nel non isperare,quando dicono: noi già dobbiamo esser dannati; perchè non farem noi quel, che vogliamo? E da temere, che non ti uccida la speranza, e che nella tua presunzione tu dalla misericordia non cada nel giudizio; ed è ancor da temere, che non ti uccida la disperazione. A quelli adunque, che nello sperare pericolano, dice il Savio: (Eccli. V.) non tardare a convertirti al Signore, e non differire da un dì all'altro: perocchè a un tratto verrà l'ira di lui. A quelli poi, che pericolano pel non isperare, che dice egli? In qualunque giorno l'empio si convertirà, mi scorderò io di tutte le sue iniquità. A quelli adunque, che potrebbono disperare mette da vanti il porto della misericordia: per quelli, che corron rischio pel loro sperare, fa incerto il dì della morte. Tu non sai quando venga l'ultimo giorno; sei ingrato se questo tu aspetti, quando egli ti dà il giorno di oggi per emendarti, Tract. 33. in Joan.
33,13:Se egli confidato nella sua giustizia commette iniquità, ec. È qui indicata la ordinaria cagione delle cadute del giusto, la superbia, e la presunzione della propria virtù.
33,15:Ne'comandamenti di vita. Comandamenti, che hanno la promessa della vita presente, e della futura.
33,17:I figli del popol tuo han detto: Non è retta la via del Signore. Vedi quel, che si è detto cap. XVIII. 25.
33,21:La città è stata distrutta. Ella era stata espugnata a' nove del quarto mese dell'anno undecimo della cattività di Jechonia, e farebbe meraviglia il vedere che stesser tanto tempo a giungerne le nuove nella Mesopotamia, se non che conviene osservare, che non era cosa naturale, che alcuno degli Ebrei, che si erano salvati dalle spade dei Caldei, si volgesse a cercare asilo ne' paesi de' vincitori, dove il minor male, che potesse incontrare, si era la perdita della libertà; ma Dio avea promesso, che uno de' fuggitivi sarebbe andato a recare agli Ebrei, e principalmente ad Ezechiele, il tristo annunzio, e prima che egli giunga, la sera avanti Dio ordina al Profeta di far sapere a tutti pubblicamente l'eccidio della città. Vedi cap. XXIII. 26, 27. Forse Dio non volle, che corresse lun go tratto di tempo trall'annunzio del Profeta, e la conferma portata da quell'Ebreo fuggitivo per non esporre lo stesso Profeta all'ira degli stessi Ebrei, i quali non pote vano mai indursi a credere, che Dio volesse abbando nare fino a quel segno la città santa, e il suo tempio; e tutto quello che ne avea lor detto Ezechiele non ba stava ancora per renderli persuasi, che ciò pur dovesse essere. Vedi cap. IV. XI. ec.
Per questo dice il Profeta, che avendogli il Signore manifestato, come la mattina seguente doveva giungere quell'Ebreo, gli aperse eziandio la bocca per notificare al suo popolo il doloroso avvenimento.
33,24:Quegli, che dimoran tra quelle ruine ... van dicendo: ec. Quegli Ebrei rimasi tra le ruine di Gerusalemme, e nel paese all'intorno, dimentichi de' loro fratelli cattivi nella Caldea, de' quali non credevano possibile il ritorno, benchè predetto tante volte da Isaia, da Geremia e dagli altri profeti, si credevano di dover essi dar principio al nuovo popolo, che dovea possedere la terra data ad Abramo, e alla sua discendenza, e dicevano: Abramo era un sol uomo, quando Dio gli promise di dar questa terra a lui, e alla sua discendenza, e moltiplicata la posterità del figlio di lui, Isacco, diede finalmente a questa il possesso della Palestina. Or noi non siam tanto pochi, che non possiamo sperare di giungere un dì a ripopolare il paese, che è nostro. Questi uomini increduli la discorrevan così senza darsi pensiero nè delle loro iniquità, per cui si erano renduti indegni delle misericor die del Signore, nè degli oracoli de' profeti, che aveano chiaramente predetto l'universale sterminio di quegli Ebrei, che erano rimasi a Gerusalemme con Sedecia loro re. Vedi Ezech. XVII. ec. Dio pertanto fa loro sapere di nuovo, che la terra data ad Abramo non sarà mai più posseduta da uomini sprezzatori della legge, sanguinari, idolatri, impuri, e superbi.
33,25:Voi mangiate carni col sangue, ec. L'uso del sangue degli animali era proibito agli Ebrei, Levit. XIX. 26., e altrove. Agl'immondi vostri idoli. Letteralmente: Alle vostre immondezze; perocchè immondezze, abominazione, ec. sono nomi, che si danno sovente agl'idoli nelle Scritture.
33,26:Avete avuto sempre la spada alla mano. Per uccidere gl'innocenti. Un altro senso potrebbe essere: Vi siete fatti forti sulle vostre spade. Avete posta ogni vostra speranza non in Dio, ma nella vostra spada, nelle violenze, ne' latrocini ec. Il Caldeo favorisce questa traduzione.
33,30:Andiamo a sentire qual sia la parola, ec. Andiamo a sentire quello che dirà il Profeta come cosa rivelata a lui dal Signore.
33,31-32:E vengono a te, come se venisse un popolo. Vengono in folla, e molti insieme, come suol fare una gran moltitudine. Così pare, che abbiano grande avidità di ascoltare le tue parole; ma siccome non ne fanno profitto, si vede perciò, che da vana curiosità, da genio di novità sono mossi ad ascoltarti, e per ricreazione, e per una maniera di divertimento ripetono i tuoi discorsi; così ti ascoltano con quella satisfazione, con cui ascolterebbero un cantico messo in musica, e cantato da buona voce, ma non fanno quello, che tu predichi, perchè il loro cuore è preoccupato, e dominato dall'avarizia.
33,33:Ma quando avverrà ec. Ma quando quelle cose, che io per bocca tua ho predette, saranno avvenute (ed elle sono già avvenute, e la novella ne sarà sparsa ben presto per ogni parte), allora conosceranno, che tu se' mio Profeta, e cominceranno a rispettar più, e a temere le tue parole. Dal verso 24 in poi tutta la profezia è della sera, che precedette l'arrivo di quell'Ebreo,che portò la nuova della espugnazione di Gerusalemme.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap