VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
3,1:Mangia tutto quello che troverai. Ovvero: tutto quello che ti sarà dato. Empiti delle mie parole scritte in questo libro; perocchè ognun vede, che non si tratta di mangiamento corporale, ma di seria applicazione della mente alla parola del Signore, affine di annunziarla agli altri; onde ottimamente osservò s. Girolamo darsi qui un buon documento a' ministri del Signore, a' quali si dice, che se prima non avran mangiato, e converso in propria sostanza il libro delle Scritture, non possono esser idonei a istruire i figliuoli d'Israele. Trasfondi nel tuo petto (dice Dio a Ezechiele) tutte le mie parole, e colla tua meditazione fanne tuo nutrimento, tuo sangue, tua vita, onde dell'abbondanza del tuo cuore parli dipoi la tua lingua.
3,3:E fu dolce alla mia bocca come il miele. Perocchè è dolce cosa per l'uomo l'esser messo a parte de' consigli di Dio, dice s. Girolamo; e l'essere mandato a chiamare i peccatori alla penitenza coll'annunzio de gastighi di Dio e cosa parimente dolce per un uomo zelante, dell'onore di Dio, e del bene dell'anime. Ma quando il Profeta ebbe considerato dentro di se tutto quel ch'ei dovea intimare di funesto alla sua gente, e la poca speranza d'illuminare gli Ebrei protervi e indocili, e le vessazioni, e i mali trattamenti, a' quali lo esponeva un tal ministero, allora questa parola amareggiò grandemente il cuore del Profeta, come si dice vers. 14. Vedi Apocal. X. 9.
3,6:Nè a popoli vari di astruso linguaggio, ec. Dicendo Dio, che ei manda il Profeta non a gente barbara, ma agl'Israeliti, de' quali egl'intende la lingua, e i quali intendono anche il linguaggio del signore, sendo stati allevati alla scuola di Mosè e de profeti; e aggiungendo ancora il Signore, che se a popoli barbari, e d'ignota favella lo avesse mandato, lo avrebbon questi ascoltato, non viene egli Dio a predire quello, che finalmente egli fece quando alle più barbare, e selvagge nazioni spedi gli Apostoli, la predicazione de' quali fu udita, e abbracciata da tutta la terra?
3,7-8:Di fronte impudente, e di cuore indurito ec. Quelli sono sfacciati, e senza pudore; tu non cedere a loro; e s'ei con audacia somma peccano, e fanno ogni male, tu con ardimento grande, e senza arrossire, rinfaccia ad essi le loro iniquità.
3,9:Perchè ella è una contumace famiglia. La causale quia vale qui lo stesso, che benchè, come tra noi la parola perchè.
3,11:A' figliuoli del popol tuo. Dio non dice: A' figliuoli del popol mio: perchè coloro si erano renduti indegni del nome di popolo del Signore.
3,12:E presemi lo spirito, ec. La virtù di Dio, ovvero uno spirito angelico mi prese, e mi trasportò corporalmente, e realmente dal fiume Chobar al vicino villaggio. Ivi stavano una parte de' Giudei, che erano stati menati com' egli a Babilonia. Vedi s. Girolamo.
Voce di grande strepito: Benedetta la gloria ec. Il Profeta udi il romore, che faceva il cocchio del Signore, e la voce de' Cherubini, i quali intuonavan queste parole: Benedetta la gloria, cioè benedetta la maesta di Dio se dente sul cocchio della sua gloria; a questa maestà diasi gloria nel cielo, che è il luogo santo di sua dimora. Così nella nascita di Cristo gli Angeli cantarono: Gloria ne' luoghi altissimi a Dio, Luc. II. 14. Il Signore fa udire tutto questo al Profeta per renderlo sempre più animoso, e forte a predicare la sua parola.
3,14:Amareggiato dall'ira del mio spirito. Lo zelo della gloria di Dio empiè di amarezza, e d'indegnazione l'anima mia; mi adirava dentro di me col popol mio per le sue iniquità, per cui io vedeva quali sciagure dovesser venire sopra di lui.
3,15:Presso ad una massa di nuove biade. Vari antichi Interpreti in vece di massa di nuove biade hanno ritenuto l'Ebreo Tel-abib come nome proprio di città, o villaggio vicino al fiume Chobar. Così il Caldeo, Simmaco, Aquila, Teodozione, e molti moderni; e alcuni vogliono, che tal nome fosse dato a quel villaggio dagli stessi Ebrei. S. Girolamo avendo tradotto il significato di questa voce, non viene perciò ad opporsi al sentimento di quelli, ma volle notare il mistero, dicendo, che quel luogo fu chiamato in tal guisa, perchè ivi dimorava il piccolo, e povero Israele presso le rive del Chobar, dove Dio il serbava ad essere come la nuova semenza del popolo Giudaico, quando venisse il tempo di liberarlo dalla cattività.
3,17:Ti ho dato per sentinella ec. Con simile comparazione è significato l'ufficio del Profeta, e del maestro del popolo si nel nostro Profeta in altri luoghi, e sì ancora presso Isaia XXI.6. ec., e Geremia VI. 17., e presso gli altri Profeti.
3,18:Ma del sangue di lui domanderò conto a te. Perocchè (dice s. Gregorio) il pastore lo uccise, perchè col suo tacere lo abbandonò alla morte. Non posso tenermi dal riportare le parole di s. Agostino homil. 28. inter. 50. In un pericolo grande di perdizione io mi trovo se mi taccio; ma quando io avrò parlato, e adempiuto l'ufficio mio, pensate voi pure al vostro pericolo. Che voglio io, che cerco, che bramo? Per qual motivo qui parlo, qui seggo, qui vivo, se non perchè noi viviam tutti in Cristo? Questa è la mia brama, il mio bene, il mio gaudio. Che se voi non vorrete ascoltarmi, io libererò l'anima mia: ma non voglio già io esser salvo senza di voi. Vedi anche hom. 24. ibid.
3,20:Io porrò inciampo dinanzi a lui. Io lo farò precipitare ne' mali di pena, de' quali è degno, onde in essi egli morra, e morendo impenitente si perderà in eterno. La voce inciampo debbe qui intendersi dell'occasione non di caduta nel peccato, ma di caduta nella pena del peccato. S. Girolamo per questo inciampo intese lo stato di languore, in cui cade il giusto, quando la via della giustizia egli abbandona.
3,24:Rinchiuditi nella tua casa. Così il Profeta chiuso nella propria casa dovea col fatto predire l'imminente assedio di Gerusalemme, quando i Giudei doveano trovarsi chiusi dentro quella città. Vedi s. Girolamo.
3,25:A te ....son messe le catene. Dio avea già fatto vedere queste catene al Profeta, quand'egli era alla campagna: tornato ch'ei fu a casa i famigliari, e i vicini al vedere i suoi atti e i suoi gesti, lo considerarono come uomo fuori di sè, e lo legarono. Così s. Girolamo; e i suoi legami erano una predizione della schiavitù de' Giudei di Gerusalemme. Per simil guisa i fratelli di Cristo andarono per legarlo come mentecatto. Marc. III.21.
E tu non potrai uscire di mezzo a loro. Non potrai uscire a tuo piacimento per andare alla campagna a orare, e meditare come prima solevi.
3,26:E farò, che la tua lingua ti si attacchi al palato. Ti farò stare in silenzio, talmente che tu sembri diventato mutolo, e paia che tu abbia la lingua immobile, e attaccata al palato: così tu non sarai più il riprensore de' costumi del popolo, non isgriderai più i peccatori, e questo stesso tuo silenzio darà da pensare a questi ostinati. Il silenzio adunque dei profeti (e lo stesso dicasi de' pastori della Chiesa) è segno dell'ira di Dio, Chrysost. hom. 6. in Isai.
3,27:Chi ascolta, ascolti, e chi dorme, dorma. Sono parole di Dio, il quale dichiara, che ascolterà chi vorrà ascoltare, e dormira, e non ascolterà chi nel suo letargo vorrà restarsi, e non ascoltare. I LXX tradussero: Chi ascolta, ascolti; chi è incredulo, sia incredulo, nel senso istesso della nostra Volgata, benchè con diversa espressione.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap