VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
23,2:Furon due donne figlie d'una stessa madre. Giudae Israele dopo lo scisma avvenuto sotto Roboamo, formarono due popoli, il popolo delle dieci tribù, che ebbeper città capitale Samaria, e il popolo delle due tribù diGiuda, e di Beniamin, che ebbe per sua capitale Gerusalemme. Questi due popoli sono figurati per queste due donne figlie d'una medesima madre,perchè ambedue comune ebber l'origine da Abramo, e da Sara; il popolo delle dieci tribù è significato per Oolla, che dicesi sorella maggiore, perchè lo stesso popolo era più numeroso, e potente, sendo composto di dieci tribù, dove il popolo figurato per Ooliba, era di due sole tribù: il nome di Oolla significa un padiglione, quello di Ooliba, vuol dire, il mio padiglione, ovver tabernacolo è in lei, perchè nel popolo di Giuda avea Dio il suo tempio. Alcuni vogliono, che Oolla sia detta sorella maggiore, perchè fula prima ad abbracciare il culto de' falsi dei.
23,3:Peccarono nell'Egitto. Nell'Egitto adorarono i falsi dei, prima che Mosè li traesse da quella schiavitù. Vedi cap. XX. 8., e gli Atti VII.
23,4:E io le sposai. Contraendo con tutto il popolo l'alleanza sotto la mediazione di Mosè.
23,5-6:Gli Assiri suoi vicini. Gli Assiri, e gli Egiziani erano le due più possenti nazioni tra' vicini degli Ebrei, e questi da quelle presero le divinità, alle quali rendetter culto: Baal, il sole, la luna, e le stelle erano i principali dei degli Assiri, da' quali pure furono trasmesse agli stessi Ebrei le abominevoli impurità, colle quali onoravansi alcuni di que' dei.
Vestiti di giacinto. Di abiti di color di porpora: colore riserbato pei principi, e signori grandi. Vedi Nahum, II. 3. Dan. V. 7.
23,8:Non abbandonò ella le male pratiche, che avea avute nell'Egitto. Il fermento delle superstizioni dell'Egitto non potè mai togliersi interamente da questo popolo, che restò sempre inclinatissimo al culto degli dei di Egitto: testimone il vitello d'oro fatto nel deserto, e que' due vitelli fatti da Jeroboam, e gli onori renduti ad Adone, e simili cose rammemorate dal nostro Profeta VIII. 10, 54., e da Isaia II. 20.
Tutte le loro fornicazioni. Tutte le maniere d'idolatria, tutte le abbominazioni conosciute tra loro.
23,9:La diedi io in potere ... de' figli di Assur. Phul, Theglathphalasar, e finalmente Salmanasar desolarono in diversi tempi la Samaria, e condussero prigioniero quel popolo, IV. Reg. XV. 19. 29. XVII. XVIII.
23,10:E queste divennero donne famose, ec. Samaria colle sue figlie, dopo essere state famose pelle loro empietà, divennero famose pe' supplizi, co' quali furon punite per mano de' Caldei, i quali fecer giudizio di Samaria, e la trattarono come ella si meritava.
23,11:Le quali cose vedute avendo ec. L'empietà di Samaria furono non solo imitate, ma superate dalla sorella. Ooliba vide le prostituzioni di Samaria, e non volle essere da meno di lei.
23,14:Veduti avendo degli uomini dipinti nel muro, ec. Ella non conosceva ancora nè gli Assiri, nè i loro dei, quando per qualche relazione, che ebbe di loro, e per qualche pittura di essi fatta rozzamente sopra una muraglia, ella prese ad amarli furiosamente.
23,15:Tiare di vari colori. La tiara de' Caldei era come è il turbante de' Maomettani.
23,16:Mandò loro ambasciadori nella Caldea. Può alludere agli ambasciadori mandati da Achaz a Theglathphalasar, IV. Reg. XVI. 17.
23,19:Rammentando i giorni di sua adolescenza, quando ec. Costringendo Dio a ricordarsi delle precedenti sue colpe, e della idolatria da lei coltivata in Egitto ne' tempi di sua adolescenza.
23,22:Susciterò contro di te i tuoi amatori. Particolarmente i Caldei, de' quali tutte adottasti le empietà.
Dei quali è già sazia l'anima tua. Onde annoiata di essi ti se' rivolta verso gli Egiziani, che non potranno difenderti.
23,24:E di te farann' essi giudizio. Così veramente avvenne di Sedecia, e di que' signori, che eran con lui, i quali furon condotti dinanzi a Nabuchodonosor a Reblatha, dove egli li giudicò.
23,25:Ti troncheranno il tuo naso, e le tue orecchie. Si tagliava il naso, e le orecchie talvolta agli adulteri, come notò s. Girolamo, onde questa pena ben si conveniva a Gerusalemme, la quale abbandonato il suo sposo, il vero Dio, era andata dietro agli dei stranieri. Può anch'essere, che i Caldei facessero soffrir questa pena a' prigionieri Giudei.
23,26:Gli ornamenti della tua gloria. Alcuni intesero significati i vasi sacri del tempio; ma parmi più naturale l'intendere gli ornamenti della vanità e superbia di questa donna.
23,27:Nè gli occhi tuoi alzerai verso de' simulacri, ec. Non confiderai più ne' falsi dei, non gl'invocherai. Dopo la cattività ebbe fine la idolatria nel popolo Ebreo.
23,31:E' il calice di lei porrò io nella tua mano. Lo stesso calice di amarezza, e di dolori, che bevve la tua sorella, lo farò io passare a te, perchè tu pur lo beva; il calice è la misura delle tribolazioni proporzionata alle colpe. Gerusalemme sarà presa, e distrutta, come fu distrutta Samaria.
23,32:Grandissimo è il calice. Nel latino è una sconcordanza, perchè capacissima certamente riferiscesi alla voce calice; ma la parola Ebrea corrispondente a questa è di genere femminino.
23,34:Ne divorerai i frammenti. Come succede talora, che un bevitore forsennato bevuto il vino spezzi coi denti il bicchiere, e ne trangugi i pezzi di vetro; così della infedele Gerusalemme si dice, che ella non solamente berà tutto il vino del calice preparatole dal Signore, ma i frammenti stessi del vaso ingoierà per maggior suo martoro.
23,36: Non farai tu giudizio ec. Non ti unirai tu con me a giudicare, e condannare le due empie sorelle, le due adultere, dopo che sono stati propalati i loro delitti?
23,37-39:Gli hanno offerti ad essi, perchè li divorassero: ec. Gli hanno offerti a Moloch, perchè in onore di lui fossero consunti dalle fiamme, e per colmo d'iniquità nello stesso tempo, in cui abbruciavano i figli in onore di Moloch, non ebber ribrezzo di venire nel mio santuario per profanarlo, presentandosi dinanzi a me immondi com'erano, e profanando insieme i miei sabati, ne' quali preteser di unire il mio culto col culto delle false divini tà. Questo orribil miscuglio è qui fortemente rimproverato agli Ebrei.
23,40:Hanno mandato a cercare di uomini, ec. Intende gli Egiziani, gli Assiri, ed altri popoli, co' quali gli Ebrei cercaron di avere alleanza, e commercio, e de' quali adorarono gli dei. E descrive dipoi in qual maniera queste due donne cercassero di guadagnare l'affetto di questi stranieri. Parla ora in plurale a tutte due, ora in singo lare all'una di esse, cioè a Gerusalemme.
Hai imbellettati gli occhi tuoi. Vedi quello, che si è detto IV. Reg. IX. 3. Jerem. V. 30.
23,41:Ti ponesti a sedere sopra bellissimo letto, ec. Questo letto è uno di quelli, su'quali stavano a mensa gli antichi, e l'uso di essi credesi, che lo prendesser gli Ebrei dagli Assiri. Ma qui sembra certo, che per questo letto, e per la mensa notata in appresso si debba intendere un convito sacro fatto in onore degl'idoli, a' quali ancora si offeriva da Ooliba il timiama santo, e gli unguenti ordinati da Dio per uso del solo suo tabernacolo, onde era stato severamente proibito di farli, o adoperarli altrove. Vedi Erod. XXX. 23. 33.
23,42:E intorno ad essa ec. Intorno a quella mensa.
E a quelli, che tralla turba ec. Vale a dire: queste due forsennate donne non solo amarono gli Egiziani, e i Caldei, e ne preser tutti i costumi, e tutte le superstizioni, ma anche i ladroni Sabei venienti dal deserto di Arabia furono accolti da esse con grandi dimostrazioni di affetto, a' quali come a persone di gran conto fecer dono di braccialetti, e di corone da ornare le loro teste. Così vien dimostrata la sfacciataggine, e la petulanza delle due donne nell'abbandonarsi agli uomini più vili, e barbari per eccesso d'insana passione; colla quale allegoria si continua a spiegare la furiosa loro inclinazione ad ogni specie d'idolatria anche la più sozza, e vituperosa.
23,43-44:Ed io dissi riguardo a colei, ec. Io dissi riguardo a Gerusalemme invecchiata ne' suoi peccati, e nella sua idolatria: seguiterà ella adunque a peccare anch'essa, come continuò fino al fine la sua maggior sorella Samaria? Perocchè ella era da tutti conosciuta, e frequentata come donna di pessima vita; tale era il concetto, che si avea di queste due nefande donne Oolla, e Ooliba, che chi andava a trovarle, non vi andava, se non come da persone di mala vita.
23,45-47:Questi uomini adunque fanno cosa giusta: ei le condanneranno ec. I Caldei adunque faranno opera, che è secondo la giustizia, quando (come fecer già gli Assiri riguardo a Samaria) condanneranno Gerusalemme alla pena dovuta alle adultere, e alle donne omicide, perchè di omicidi, e di adulteri infiniti è rea l'una non meno che l'altra. Si confonde qui il gastigo delle due sorelle, quasi fosse avvenuto nel tempo stesso, perchè quello della prima serve a giustificare la punizione della seconda. Samaria fu lapidata come adultera; come adultera sarà lapidata Gerusalemme; perocchè similissima è la loro causa, se non che Gerusalemme è stata anche peggiore di quella. Rammentando la lapidazione (pena ordinaria delle adultere) allude alle macchine militari, colle quali i Caldei gettando grosse pietre contro le mura dell'assediata Gerusalemme, vi apriranno larga breccia per entrare nella città, e metter tutto a fuoco, e a sangue. Vedi Levit. XX. 10. Deuter. XXII. 22. Joan. VIII. 3.
23,48:E impareranno le donne tutte. Tutte le città, tutte le provincie.
23,49:Porterete i peccati degl'idoli vostri. Porterete la pena dell'empietà commesse per amore de' vostri simulacri, il culto de' quali fu per voi il principio funesto di ogni iniquità, e la cagione di vostra rovina.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap