VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
20,1-3:Il settimo anno, il quinto mese, ec. Il settimo anno della cattività di Jechonia, che fu l'anno 3411, secondo l'Usserio. E questa profezia è posteriore alle precedenti di undici mesi, e cinque giorni. Vedi cap. VIII.I. Il Profeta non dice quel che volessero domandare questi seniori; ma prima che essi aprisser bocca il Profeta ebbe ordine di dir loro, che non ne trarrebbon veruna risposta.
20,4:Fai tu giudizio di costoro, ec. Vuoi tu piuttosto far giudizio di questo popolo? Fa'così: metti loro davanti le abbominazioni de' padri loro, affinchè temano la pena, che toccò a quelli, de' quali imitano i pessimi esempi. S.Girolamo.
20,5-6:E apparii ad essi nella terra d'Egitto, ec. E mi dichiarai loro protettore, e salvatore nell'Egitto. Rinfaccia prima agli Ebrei l'idolatria, e gli altri peccati, co' quali disgustarono Dio nell'Egitto, indi al versetto 13. passa a rammemorare quel ch'ei fecero nel deserto, e finalmente versetto 27. le abbominazioni commesse nella terra di pro missione.
20,7:Quel che affascina i suoi occhi, Ovvero: quello che è di scandalo a' suoi occhi, vale a dire le immagini delle false divinità adorate nell'Egitto, la vista delle quali servirà d'inciampo all'Ebreo pur troppo inclinato ad adorarle. Gettatele adunque lungi da voi (diss'io) affinchè io solo sia adorato da voi come Signore, e Dio vostro.
20,8:Quel che contaminava i loro occhi. Quello, che veduto contaminava gli occhi, e per gli occhi il cuor loro. Si parla sempre degl'idoli col nome d'immondezza, di abominazione, di schifezza ec.
20,9:Ma feci questo di trarli ec. Non li punì, come avean meritato, ma anzi li trassi dall'Egitto; perchè le stolte nazioni idolatre, tralle quali essi viveano, e che aveano veduto com'io mi era dichiarato loro protettore, non ne prendessero occasione di bestemmiare il nome mio quando avesser veduto ridotto in miseria un popolo, che ester namente almeno facea professione di adorarmi.
20,11:I miei comandamenti, e le mie leggi, ec. Pe' comandamenti sono intesi i precetti morali; le leggi, o sia i giudizi significano quelle leggi, che risguardano la maniera del culto di Dio.
L'uomo avrà vita per esse. Sarà esente dalla morte, che è minacciata a' trasgressori della legge. Vedi Deuter. XXX. 19. Egli è però anche vero, che l'osservanza della legge Mosaica dava la vita anche della grazia, ed anche la vita eterna a quelli, i quali la osservassero spiritualmente mediante la fede, e la grazia di Dio. Vedi quello, che si è detto Rom. X. 5.
20,12:Diedi di più ad essi anche i miei sabati, ec. Ordinai loro il culto del settimo giorno, nel qual giorno come uomini specialmente a me consacrati si occupassero nel meditare le opere mie, nel celebrare i miei benefizi, nello studiar la mia legge, perchè nella quiete di questi sabati si animassero sempre più ad amarmi, e a rendersi degni figli di un Dio santo, qual io mi sono.
20,16:Dietro agl'idoli andava il cuor loro. Erano col cuore rivolti intieramente al culto de' falsi dei. Quindi tutta quella generazione di uomini perversi perì nel deserto.
20,23:Di bel nuovo nella solitudine alzai la mia mano ec. Dio sovente minacciò di distruggere quel popolo, perchè sovente mormorò, sovente fu incredulo, sovente irritò in molte maniere il suo Signore nel deserto; ma le preghiere di Mosè, e la sua stessa misericordia il trattennero.
20,25:Io adunque lor diedi comandamenti non buoni, ec. Perchè adunque non hanno voluto obbedire a' miei comandamenti santi e utili, ne' quali avrebbon trovata la vita e del corpo, e dell'anima, io per punire la loro malvagità diedi loro, vale a dire, permisi, che si soggettassero a precetti, e a leggi non buone, anzi cattive e dannose, nelle quali non troveranno la vita, ma piuttosto la morte; gli abbandonai a pensieri, e a' desideri del perverso lor cuore, lasciando, ch'ei facessero (come dice l'Apostolo) cose non convenevoli, Rom. 1. 24. ec. Notisi in primo luogo, che sovente nelle Scritture si dice, che Dio fa quello ch'ei permette sia fatto dal peccatore, il quale nello stesso suo mal fare trova una giustissima e terribilissima pena di sua ostinazione nel male. In secondo luogo si noti quella maniera di parlare, comandamenti non buoni e ancora leggi, nelle quali non avran vita, dove dicesi il meno, perchè si intenda il più; cioè, comandamenti cattivi, leggi, che danno morte; perocchè erano comandamenti pessimi, e leggi di morte, per esempio, quelle, secondo le quali gli Ebrei davano culto al Dio Moloch col sacrificare a lui i loro figliuoli. Del rimanente la sposizione, che si è data di questo luogo, ella è di s. Girolamo, seguitato ancora da molti de' nostri Interpreti, e fu indicata nel Caldeo, ed è assai semplice, e piana; e a chiunque consi deri attentamente quel che precede, e quello che segue, ella parrà la vera.
20,26:E gli rendetti immondi ec. Lasciai, che si rendessero immondi, e abbominevoli nell'offerire come facevano alle esecrande divinità i lor primogeniti, oblazione, e sacrifizio pieno di crudeltà, e di empietà, nel quale, divenuti carnefici de' propri figli, venivano insieme a punire le proprie scelleratezze. In tal guisa s'intendono quelle parole pe' loro delitti, vale a dire per giusta, e terribil pena de' loro delitti. V'ha però chi le espone come se dir volessero: per espiare i propri delitti: chè veramente si hanno esempi nella storia di tali sacrifizi di vittime umane offerte per placar l'ira degli dei; ma il primo senso in questo luogo conviene assai meglio; perocchè contrappone Dio le sue leggi sante, e dolci, e piene di rettitudine di sprezzate dagli Ebrei alle leggi barbare, brutali, inumane, cui si soggettaron quelli coll'adottare il culto de' falsi dei. Il versetto 31. illustra questa sposizione, e la conferma.
20,28:Offerirono lo smacco della loro oblazione. Offerirono per fare smacco a me le oblazioni a' loro dei.
20,29:E il nome di Eccelso è rimaso fino a questo dì. Il nome di luogo eccelso fu dato per ischermo da me a que' vostri ridotti sulle colline dove andavate a onorare gli dei de' Gentili; e voi avete ritenuto questo nome come nome di onoranza, e avete continuato a rispettare, e frequentare quei luoghi, contro de' quali io parlai tante volte per mezzo de' miei Profeti.
20,30-31:Voi certamente vi contaminate, ec. Alcuni Interpreti (e prima di essi Teodoreto) credono, che tutti questi rimproveri vadano a ferire gli Ebrei di Gerusalemme piuttosto, che quelli cattivi in Babilonia, i quali non par credibile, che continuassero a ritenere il culto di Moloch; e vogliono, che intanto il Profeta parli con tanta veemenza degli eccessi de' cittadini di Gerusalemme, perchè que'seniori, a' quali parlava, erano andati per consultarlo intorno alla futura sorte di quella città, e pregarlo a por gere a Dio orazioni per essa.
20,32-33:E non avrà effetto il pensiero di vostra mente, ec. Dio, che penetra i cuori, vede, che gli Ebrei stavan li li per rinunziare al Dio de' padri loro con dire: gettiamoci interamente ad adorare gli dei come fanno tante altre nazioni senza che ne venga loro alcun male: rinunziato che avremo al culto del Signore, noi non avrem più a temere i suoi flagelli; egli ci lascerà in pace, come lascia in pace le altre genti. Stolti ed empi che siete, voi non vi sottrarrete al mio dominio, nè al mio giogo; io regnerò sempre sopra di voi, e vi reggerò, ma con verga di ferro, e reprimerò, e punirò l'empio disegno meditato da voi contro la soggezione, e l'obbedienza dovuta a me da voi, vale a dire da un popolo consacrato per tanti titoli al mio servigio.
20,34:E vi trarrò di mezzo a' popoli; ec. Verrò a cercarvi in tutti que'paesi, ne' quali vi ritirerete fuggendo i Caldei, e vi darò in mano degli stessi vostri nemici, strumenti del mio furore.
20,35-37:E vi condurrò nello spopolato deserto, ec. Alle minacce di rigore succede la promessa d'insigne misericordia: io vi trarrò dalla vostra schiavitù, e vi con durrò di nuovo nella spopolata, e deserta Giudea: e come nel deserto d'Arabia (quand'io vi trassi dall'Egitto) avendo contro di me mormorato i padri vostri, io co' miei benefizi, e coi miei prodigi feci pubblicamente conoscere la mia giustizia, e la loro ingratitudine; così quando vi averò liberati dal giogo di Babilonia farò conoscere solennemente a voi la giustizia, con cui vi ho puniti, e la misericordia, colla quale vi salverò, e al mio scettro vi soggetterò unendovi a me cogli strettissimi vincoli di nuova alleanza.
20,38:E dividerò da voi i trasgressori, ec. Questo versetto dimostra chiaramente, che le promesse registrate nei tre precedenti versetti riguardano non tanto la liberazione degli Ebrei dalla cattività di Babilonia, e la loro riunione nella Giudea, quanto la liberazione de' Giudei, e de' gentili dalla cattività del demonio, e del peccato per Gesù Cristo. Imperocchè nella liberazione, e nel ritorno degli Israeliti sotto Zorobabele, tornarono tutti senza distinzione, nè separazione alcuna fu fatta de' cattivi, che si cacciassero dalla terra di Chanaan; ma nel tempo della nuova liberazione, e della nuova alleanza gli Ebrei increduli uccisori del Cristo furono cacciati dalla nativa lor terra, nella quale non hanno potuto mai ritornare; e questo grande avvenimento è notato da Ezechiele.
20,39-40:Andate ognun di voi dietro agl'idoli vostri, ec. Continuate pure a render culto a' falsi dei vostri, e non offerite più a me doni, e sacrifizi; non mi mettete in confronto con Baal, con Moloch ec. Che se voi vorrete continuare a irritarmi, e a profanare il mio nome santo, comunicandolo agl'idoli, non crediate, che io per questo sia per rimanere senza veri adoratori: perocchè io ho un monte santo, un monte eccelso, dove il vero, il nuovo spirituale Israele (il popolo Cristiano) mi adorerà in spirito, everità. Questo monte santo, monte eccelso ella è la Chiesa di Cristo, nella quale e l'Ebreo, e il Gentile a Dio servono, e Dio onorano, e a lui rendono un culto perfetto, gradito da Dio assai più, che non furono le oblazioni, e le primizie, che nella sinagoga si offerivano secondo la legge.
20,41:E in voi si farà manifesta la mia santità agli occhi delle nazioni. Quanto bene questa profezia si verificò colla eccellente, e veramente divina purità, e santità di costumi, che rifulse nella Chiesa dei primi secoli, quando i fedeli divenuti il buon odore di Cristo a Dio trassero coll'ammirazione delle altissime loro virtù infinito numero di increduli alla fede del Salvatore!
20,42:Nella terra d'Israele. Nella Chiesa cristiana.
20,43:E dispiacerete a voi stessi. È indicata la penitenza, e la conversione dalle opere di morte come il primo passo per entrare nella Chiesa, onde Cristo diceva: Fate penitenza, perchè il regno de' cieli è vicino, Matth. III. 2.
20,46:Alla selva della campagna di mezzodì. Questa selva è la Giudea, che restava a mezzodì rispetto al Profeta di morante nella Mesopotamia.
20,47:Ogni tua pianta verde, e ogni tua pianta secca. Manderò i Caldei, manderò il fuoco della guerra, che abbrucerà e i giusti, e i peccatori; i giusti, per sottrarli colla morte a' mali di lunga cattività, i cattivi per mandargli agli eterni supplizi.
Tutto quello, che v'è di bello. Ovvero tutte le facce, tutti i lati, tutte le parti di sì vasto paese.
20,49:Non parl'egli costui per via di parabole? Vale a dire: costui parla tanto oscuramente, che non sappiamo quel che voglia dirsi. Nella stessa maniera i Giudei increduli si dolevano, che Cristo li tenesse sospesi, non dichiarandosi pel vero Messia, quando però in molte guise avea dimostrata tal verita. Vedi Jo. X. 24. Così i Giudei, che non voglion capirlo, dicono, che Ezechiele parla per via di parabole, e di enimmi.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap