VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
2,1:E caddi boccone. La grandezza, e novità di tale spettacolo atterrisce il Profeta; perocchè (dice Teodoreto) se i Serafini velano dinanzi a Dio la loro faccia, che dovrà fare un uomo mortale? Ma possiamo anche aggiungere, che il Profeta cadde boccone sul suolo per adorare la maestà del Signore. Così di Abramo si dice, che cadde boccone, quando a lui Dio parlò, Gen. XVII, 3.
E udii voce di un che parlava, ec. Dio stesso era quegli che parlava; ma il Profeta prostrato colla faccia sul suolo, e pieno com' era di riverenza e di timore, non seppe subito distinguere se fosse egli stesso, od alcuno dei Cherubini, che a lui parlasse.
Figliuolo dell'uomo. Affinchè l'esser sollevato da Dio al ministero di Profeta, e l'essere stato fatto degno di vedere cose sì grandi, e di altissimo mistero ripiene, non possa servir giammai a ispirare ad Ezechiele sentimento alcuno di vanità, è rammentata perciò a lui la terrena e meschina sua condizione. Vedi Teodoreto, e s. Gregorio. Questo nome di Figliuolo dell'uomo lo appropriò a se stesso il Verbo fatto carne, col qual nome rammemora a noi continuamente la estrema umiliazione, a cui discese per amore di noi.
2,2:Entrò in me lo spirito. Lo spirito di Dio, la virtù di Dio, il quale di un uomo fragile e meschino volea for mare un Profeta, questa virtù entrò in me.
2,3:A nazioni di apostati. Ezechiele era mandato da Dio a profetare a voce agli Ebrei, che erano in Babilonia, e per iscritto a quelli, che eran tuttora in Gerusalemme: gli uni, e gli altri son nominati col titolo obbrobrioso di genti, ovver nazioni, perchè aveano seguito i vaneggiamenti, e la idolatria delle genti.
2,5:Se a sorte si posino; ec. Finiscano di peccare. Io voglio, che tu predichi agli Ebrei, anche a quelli che si mostreranno avversi alle tue parole, anche a quelli, che non vorrebbono ascoltarle; perocchè non di rado egli avviene, che chi ascoltò con pena e molestia, abbracci dipoi la parola con frutto, dice s. Girolamo.
Ed ei sapranno, ec. Sapranno, che io non ho mancato di somministrare ad essi l'aiuto per convertirgli; e se re steranno nella loro ostinazione, saranno sempre più inescusabili.
2,6:Tu hai da fare con increduli e distruttori, ec. Gli uomini, a' quali tu dei predicare, son gente incredula, che distrugge ogni bene, che non ascolta nissun sano consiglio, e ama, e cerca la propria rovina: veri scorpioni che essendo cattivi per loro stessi, cercano d'istillare negli altri il loro veleno.
2,8:Apri la tua bocca, e mangia tutto quello che io ti do. Apri l'anima tua a ricevere le mie parole: sieno esse il tuo cibo, e convertile nella tua propria sostanza coll'applicazione, e meditazione del tuo spirito, e dipoi il tutto annunzia con fedeltà al mio popolo: non dissimulare, non tacere, non ritenere dentro di te alcuna parte di quello che io ti do.
2,9:Egli era scritto di dentro e di fuori. I libri in antico essendo (come si disse altrove) lunghe membrane, che si avvolgevano attorno a un cilindro, non solevano essere scritti, se non nella parte interiore: l'essere adunque scritto di dentro e di fuori questo libro presentato a Ezechiele significa, che lungo sarebbe il suo profetare, mentre non potevano contenersi nello stesso libro tutte le sue profezie, se non empiendoloperdi fuora come per di dentro.
Lamentazioni e cantici di mestizia, e di guai. La lamentazione è il semplice gemito; il cantico è una forte, e meditata querela; il vae, guai, esprime il dolore della nimo, accompagnato da gesti e movimenti del corpo. Non debbo però tacere, che Origene, e s. Girolamo per la voce carmen intesero un cantico di letizia per le liete promesse le quali nel nostro Profeta si leggono; onde le lamentazioni si riferiranno alla predizione delle calamita di Gerusalemme, e del popolo Ebreo; il cantico di letizia alle misericordiose promesse del Signore, e i guai alla disperata sorte degl'impenitenti. Finalmente dirò, come a questa visione di Ezechiele è molto simile quella di s. Giovanni Apocal. V. Vedi quello, che ivi si è detto.