VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
16,3:La tua stirpe, e la tua origine è dalla terra di Chanaan. Parla alla sinagoga, e comincia dal dirle, che ella non è già stirpe di Abramo, ma stirpe di Cananei, e perchè tra' Cananei erano sommamente scellerati gli Amorrei, e gli Hetei, le dà per padre un Amorreo, per madre una donna Hetea; come se dicesse: se per natura tu se'figlia di Abramo, e di Sara, per la qualità de' tuoi costumi tu se' stirpe di Cananei, figlia di un Amorreo, e di una Hetea. Era un grande oltraggio per un Israelita il dargli il titolo di Cananeo; onde a' vecchioni dette Daniele lo stesso nome: Stirpe di Canaan, XIII. 56. Che le donne Hetee fosser di costume molto cattivo, si vede Gen. XXVII. 46.
16,4:Allorchè tu venisti alla luce ... non ti fu tagliato l'ombellico, ec. Di tal padre, e di tal madre sendo tu generata, allorchè tu nascesti, non fu fatta a te alcuna di quelle cose, che son necessarie, od utili alla vita di un bambino nascente: non ti tagliarono l'ombellico, non ti lavarono con acqua fredda, nè il misero tuo corpicciuolo toccaron col sale per rinforzarlo. L'ombellico, come ognun sa, si taglia a' bambini, e perirebbono se non si tagliasse, perchè perderebbero tutto il sangue. Il lavargli coll'acqua fresca fu costume di molte nazioni, e il mescolare nell'acqua una buona dose di sale per render più ferma la cute fu insegnato dagli antichi medici. Nissuna di queste cose fu fatta a te (dice Dio alla sinagoga) e nemmeno vi fu chi si prendesse pensiero d'involgere nelle fasce la tua nudità. Tu eri, in una parola, come una creatura esposta, abbandonata, e destinata a perire, niente amabile per te stessa, e dispregiata da tutti. Si può considerare, che il popolo Ebreo nascesse nell'Egitto dopo la morte di Giuseppe, perocchè moltiplicandosi allora i discendenti de' dodici Patriarchi, di una famiglia semplice, che erano pell'avanti, si fece un popolo; ivi adunque nacque Israele in mezzo alle immondezze della superstizione, e nella ignoranza e nella schiavitudine.
16,6:Ma passando io vicino a te, ti vidi ec. Allude a quello, che avvenne di Mosè esposto da' genitori, e salvato dalla morte per la compassione, che ne ebbe in vederlo la figlia di Faraone. Dio fece altrettanto per tutti gli Ebrei, ch'ei sottrasse alla schiavitù e alla morte.
Immersa nel sangue tuo, vivi. Benchè tralle fauci della morte io ti vegga tu pur viverai, e sarai nutrita e crescerai.
16,7:Ti feci crescere come l'erba del campo. Ti fece crescere con quella celerità, con cui cresce l'erba, e si alza in un buon prato. Giungesti al tempo degli abbigliamenti donneschi, al tempo di pubertà. Giungesti a quella età, nella quale le fanciulle bramando di accasarsi, desiderano, e cercano di ornarsi, e di comparire; ma tu eri tuttora nella nudità, e nella confusione; perocchè sebbene io ti avea data la vita, non ti avea però ancora ornata de' doni miei e della mia protezione.
16,8:E quel tuo tempo, era il tempo degli amanti, ed io distesi sopra di te il mio pallio. Tu eri già in età di esser data a marito: ma chi ti avrebbe voluto, essendo tu ignuda, e priva d'ogni ornamento? ma io ti amai, ti rivestii, ti presi per mia sposa, facendo teco, per mezzo di Mosè mio servo, un patto di eterna alleanza; e cosi tu fosti mia sposa. Dicendo Dio: stesi sopra di te il mio pallio, allude al rito nuziale degli Ebrei presso de' quali lo sposo stesa una falda del suo pallio sopra la donna veniva a, dichiararla sua moglie. Vedi Ruth, III. 9., e S. Girolamo. Da questa elezione di pura misericordia, con cui Dio uni a sè la sinagoga, da questa elezione vennero i privilegi tutti d'Israele innalzato alla gloria di popolo del Signore, distinto tra tutti i popoli della terra, depositario degli oracoli divini, e delle promesse, avente una legge santa, e un culto, e un sacerdozio stabilito dal medesimo Dio; e ciò in un tempo in cui gli altri popoli giacevano in una funesta ignoranza, abbandonati ai pravi desideri del loro cuore, e senza Dio in questo mondo, come dice l'Apostolo.
16,9:E ti lavai con acqua, e ti nettai dal tuo sangue, ec. Perchè tu fossi non indegna di me, ti lavai con acqua, che ti mondasse dalle tue sordidezze, e dipoi con prezioso unguento ti profumai. Per questa acqua possono intendersi le lustrazioni, e lavande prescritte nella legge; per l'olio, ovver unguento può intendersi la unzione, e con sacrazione de' sacerdoti; conciossiachè fu grande onore del popolo Ebreo l'avere un ordine di sacerdoti stabilito da Dio, e consacrato con solenne cerimonia prescritta dallo stesso Dio; talmente che lo stesso popolo potè dirsi: nazione santa, regno sacerdotale. Exod. XIX. 6.
16,10:E ti rivestii di abiti ricamati. Tale era la veste del sommo sacerdote, intorno alla quale vedi Exod. XXVIII. Sap. XVIII. 24.
E ti diedi calzari di color di iacinto. È un color di porpora più pieno, stimato sommamente dagli antichi: di pelli di tal colore fu coperto il Tabernacolo, Exod. XXVI. 14.
E cintura di bisso. Erano molto in uso le cinture a vari colori, e di gran pregio, non tanto per la materia, quanto pel lavoro. Vedi Prov. XXXI. 24. E di simil cintura dei sacerdoti si parla Exod. XXVIII. 39.
E ti addobbai di finissimo manto. Comunemente s'intende veste di seta, e alcuni vogliono, che in vece di manto s'intenda il peplo, nel quale s'involgevano totalmente le donne in Oriente. L'uso della seta non sappiamo veramente, che fosse ancora nella Giudea, ma era antico nell'Assiria dove stava Ezechiele, e donde la stessa seta trassero dipoi i Romani. Questo peplo era segno di verecondia, e di soggezione della donna verso il marito.
16,12:Ormai la tua faccia di pendenti. L'Ebreo propriamente porta: diedi pendenti al tuo naso. Intorno a quest' ornamento abbiam parlato, Gen. XXIV. 22., e altrove. Potevano le donne portare quest'ornamento o pendente dalla fronte sul naso, come credette s. Girolamo, e molti altri, ovvero attaccato al naso stesso, come usano tuttora le donne d'America.
E la tua testa colla corona. La corona però si metteva in capo anche alle spose, Cant. IV. 8., e altrove; e a questo rito alludesi adesso.
16,13:Ti fu dato a mangiare del fior di farina, ec. Fosti condotta ad abitare in una terra feconda di ogni bene, e che scorre latte, e miele, nè ti mancò veruna specie di delizie, come non ti mancò nissun pregiò, che tu potessi desiderare da me; e arrivasti a regnare: fosti donna, e signora di bello e grande paese; ed avesti lunga serie di regi, e fosti ricca e potente.
16,15:Quasi padrona di te. Come se tu non avessi avuto sposo e marito, ma fossi stata donna libera e padrona di te. Dimenticato il tuo sposo, e il tuo Dio, ti abbando nasti non ad un solo, ma a molti amatori, agli Dei stranieri, cui tu amasti e adorasti. Così adorasti gli dei degli Ammoniti, degl'Idumei, degli Egiziani, Assiri, ec.
16,17:E presi gli ornamenti di tua gloria ec. Può alludere al fatto di Achaz, il quale prese i vasi del Tempio, e chiuse le porte di esso; e dell'oro, e argento di quei vasi si servì in onore degl'idoli, come sembra indicarsi 2. Paral. XXVIII. 24.
Immagini di uomini. Può alludere agli osceni simulacri usati nelle feste di Osiride, di Bacco e di Adone.
16,18:E il mio olio e il mio timiama ponesti davanti ad esse. Dio avea prescritta la materia de' timiami da offerirsi a lui nel suo tabernacolo, e nel suo tempio, e sotto pena di morte avea proibito, che per proprio uso si facesse giammai da alcuno uomo simile composizione. E qui è rinfacciato alla sinagoga di aver bruciati gli stessi timiami in onore de' simulacri. Vedi Exod. XXX. 23. 33. 38.
16,19:E' il miele. Questo non si offeriva a Dio, Lev. II. II., ma agli dei del gentilesimo si presentava continuamente.
16,20:E le immolasti ad essi, perchè il fuoco le divorasse. In onore di Moloch. Empietà rammentata moltissime volte nelle Scritture.
16,22:Non ti se' ricordata de' giorni di tua adolescenza, ec. Il legislatore della sinagoga poco prima di morire le avea detto: Abbi cura, che quando avrai mangiato, e sarai satollo, quando avrai edificate di belle case, e le abiterai, e avrai mandre di buoi, e greggi di pecore, e copia di oro, e di argento, e di tutte le cose, non s'inalberi il cuor tuo, onde non ti ricordi del Signore Dio tuo, che ti trasse dalla terra d'Egitto, dalla casa di schiavitù ec. Deuter. VIII. 12. 13. 14.
16,24-25:Ti fabbricasti de' lupanari, ec. I luoghi eccelsi, gli altari, i delubri eretti a mille sozze divinità nelle contrade, nelle piazze, e in ogni parte di Gerusalemme, e della Giudea, questi sono i lupanari, e i luoghi di infamia, dove questa donna infedele violando la fede data al suo Dio si disonorò, e si avvili formisura, e meritò questi acerbi rimproveri, e finalmente i tremendi gastighi del cielo.
16,26:E co' figli dell'Egitto peccasti, ec. Nissuna nazione fu perduta, e immersa nel culto d'infiniti dei, e ne' vizi, che accompagnano l'idolatria, al pari degli Egiziani, e da questi venner la maggior parte de' superstiziosi riti, e delle empietà, che si sparsero per l'Asia, e per la Grecia.
16,27:Le cose tue sante. I doni, de' quali ti ornai come mia sposa, e pe' quali tu splendevi tra tutti i popoli, come rivestita di santità, e di giustizia:tutto quello, che io diedi a te, che al di fuora ti fa comparire, io tel torrò. E ti abbandonerò al volere delle figlie della Palestina, ec. E ti dileggeranno, e ti scherniranno le figlie de' Filistei, le quali hanno rossore delle tue iniquità. Parlando del popolo Ebreo come di una donna infedele, molto conveniente mente minaccia a lei di punirla per le mani delle donne Filistee, donne nemiche, e sebbene idolatre di professione, contuttociò meno sfacciate, e men cattive di lei.
16,28-29:Hai peccato co' figli degli Assiri. Non ti bastò di aver adottati gli dei de' Cananei, de' Moabiti, degli Ammoniti, Egiziani ec. che cercasti anche di far tuoi i numi degli Assiri, il sole, la luna, la milizia del cielo ec., e il culto di questi introducesti nella terra di Chanaan, dove non era stato mai conosciuto dagl'infedeli, che l'abitavano prima, che io in essa ti collocassi: tale credo essere il senso di quelle parole: Moltiplicasti le tue fornicazioni nella terra di Chanaan co' Caldei.
16,33:Alle altre meretrici si dà mercede, ec. Tu nel tuo peccare non cercasti di lucro: perocchè, che è quello, che dettero a te que' falsi dei o che potevano darti, mentre nulla hanno, e son nulla per loro stessi? ma tu nel peccare amasti lo stesso peccato, e anzi spendesti il tuo, cioè i miei doni stessi impiegasti per onorare questi in finiti tuoi dei.
16,36: Hai gittato il tuo denaro. Nel fare, e ornare i tuoi idoli, che sono i tuoì amatori.
16,37:Ragunerò tutti i tuoi amatori ....e tutti quelli, che tu avevi in odio, ec. Ragunerò contro di te i Caldei, e le altre nazioni, delle quali ti procurasti l'amicizia coll'adorare i loro dei, e farò, che questi Caldei uniti colle altre genti, che tu ami, e con quelle, che tu hai in av versione, vengano ad assalirti, e ti riducano in estrema desolazione, e miseria, onde al mondo tutto vengano a manifestarsi le infami tue scelleratezze, e le orrende tue prevaricazioni, per le quali ti se'meritata sonori gastighi.
16,40:E ti lapideranno. La pena degli adulteri era di essere lapidati, Levit. XX. 10., Deuter. XXII. 22., Jo. VIII. 5. Gerusalemme sendo stata espugnata per mezzo di quelle macchine, colle quali si gettavano sassi enormi contro le mura, sofferse in certo modo la pena di una donna adultera.
16,41:Alla presenza di moltissime donne. Alla presenza di molte nazioni, che insulteranno alla tua desolazione.
16,42:Nè più mi adirerò. Ti lascerò in abbandono, nè più mi darò pensiero di quel che tu facci. Pena gravissima (dice s. Girolamo) quando l'uomo è abbandonato alle sue scelteraggini, e a' suoi peccati. E Origene Hom. VIII. Exod. osserva la misericordia, e la pietà, e la pazienza del buono Iddio: quando vuol fare misericordia, dice, che si adira e si sdegna; cosi in Geremia (cap. 6.) co' dolori, e coi flagelli sarai corretta, o Gerusalemme, affinchè l'anima mia non si ritiri da te. Questa, se tu ben l'intendi, voce di Dio, chefa misericordia quando si adira, ed ha gelosia, e dà di mano a' dolori, e alla sferza: perocchè egli flagella ogni figliuolo, cui riconosce per suo. Vuoi tu dire una voce terribile di Dio irato? Senti quello, che per osea egli dice: dopo aver riferite molte cattive cose fatte da Gerusalemme, soggiugne: Non visiterò le vostre figlie quando peccano, nè le vostre nuore se fanno adulterio: Osea IV.
16,43:Perchè tu non ti se' ricordata de' giorni di tua adolescenza, ec. Perchè tu ti se' scordata di tutti i miei benefizi, e con ogni maniera di oltraggio hai provocato il mio furore, io perciò farò cader sopra di te le tue iniquità, che saranno il tuo gastigo, e non ti tratterò secondo il merito della scellerata tua vita, nè secondo le empietà commesse da te nel tempo delle tue abbominazioni. Quello, che nel testo è espresso col tempo passato: ho fatto cadere; non ti ho trattata, conviene esporlo, e intenderlo in futuro, secondo l'uso profetico, affine di aver chiaro il senso di questo versetto.
16,44-45:Quale la madre, tale la figlia di lei. La madre di questa donna infedele disse già, che era un'Hetea: or siccome la tua madre Hetea rigettò il vero Dio per adorare i falsi dei, e a questi consacrò i suoi figliuoli, e le figlie; così tu pur facesti; nè solo la cattiva madre tua imitasti, ma fosti simile ancora in tutto e per tutto alle tue scellerate sorelle.
16,46:E tua sorella maggiore ell'è Samaria, ec. Samaria era, come ognun sa, la capitale del regno delle dieci Tribù, ed è detta sorella maggiore, perchè al regno di Giuda restarono due sole Tribù; le figlie poi di Samaria sono le città subalterne di quel regno, le quali secondo l'uso degli Ebrei si chiamano figlie della capitale.
E la tua minor sorella ... ell'è Sodoma, ec. Tua sorella non per propinquità di sangue, ma per somiglianza di costumi, e di affetti ella è Sodoma. Conviene osservare, che Ezechiele parla di Samaria, e di Sodoma come di due città esistenti, benchè Samaria più di cento venti anni prima fosse stata distrutta da Salmanasar, e Sodoma abbruciata dal fuoco del cielo fino da' tempi di Abramo; onde dice, che Samaria abita alla sinistra, Sodoma alla destra di Gerusalemme,vale a dire, la prima a settentrione, la seconda a mezzogiorno, perocchè, secondo l'uso degli Ebrei, il sito dei luoghi si considera in tal guisa, che volgendosi l'uomo a levante, ha a destra il mezzodì, a si mistra il Settentrione. Sodoma poi in certo modo esisteva tuttora nel famoso lago, in cui fu sepolta, ed è detta sorella minore, perchè ebbe più stretto territorio, e minor numero di cittadini; e fors'anche potè Samaria chiamarsi dal nostro Profeta sorella maggiore, e Sodoma sorella minore di Gerusalemme, perchè, come notò Teodoreto, Gerusalemme imitò prima le iniquità di Samaria, e dipoi crescendo nella empietà imitò anche l'esecrande abbominazioni di Sodoma, e superò finalmente l'una e l'altra so rella, come si dice in appresso.
16,49:Ecco qual fu l'iniquità di Sodoma ... la superbia, ec. È notata qui l'origine di tutte le abbominazioni di Sodoma. La superbia (dice s. Girolamo), i bagordi, l'abbondanza di tutte le cose, l'ozio, e le delizie sono il peccato di Sodoma, donde viene la dimenticanza di Dio, mentre i beni presenti si considerano come perpetui; onde d'Israele sta scritto, che mangiò, e bevve, e ingrassato, e impinguato recalcitrò, Deuter. XXXII. Per la superbia permette Dio, che l'uomo cada ne' più obbrobriosi peccati; la gola è il fuoco, onde i pravi appetiti si accendono, e si nutriscono; l'abbondanza, e il lusso animano, e rendono più fiero l'orgoglio; e l'oziosità di ogni malizia è maestra, come dice il Savio: finalmente la sazietà, l'abbondanza delle delizie, ed il lusso sono il funesto principio, onde nasce il disamore de' fratelli, e il disprezzo delle loro miserie, e il cuor duro e crudele, che ad essi niega soccorso.
16,50:Come tu vedesti. Riguardo a Sodoma si può dire, che il lago Asfaltite era una memoria sempre visibile della distruzione di quelle città.
16,52:Hai nel peccar superate le tue sorelle, ec. Osservò Origene, Teodoreto, ed altri, che Gerusalemme superò i peccati di Sodoma, perchè la ingratitudine di lei fu più enorme, e insoffribile, dopo tanti favori, de' quali fu ar ricchita da Dio, onde il sentimento del nostro Profeta è simile al rimprovero fatto da Cristo a' Cafarnaiti, i quali aveano avuto per lungo tratto di tempo la sorte di udire la sua parola, e di vedere i suoi miracoli:E tu Cafarnaum ti alzerai tu fino al cielo? Tu sarai depressa sino all'inferno, perchè se in Sodoma fossero stati fatti i miracoli, che sono stati fatti presso di te, Sodoma forse sussisterebbe fino al di d'oggi. Perciò io ti dico, che la terra di Sodoma men rigorosamente di te sarà trattata nel dì del giudizio, Matt. XI. 23. 24. Giuste apparir facesti le tue sorelle: Considerata l'enormità delle tue colpe, in tuo paragone apparvero quasi giuste le tue sorelle: tanto alla loro empietà fu superiore la tua!
16,53:Ma io le ristorerò, tornando in libertà Sodoma, e le sue figlie, ec. Della Pentapoli rimase in piedi la piccola città di Segor, dove si rifugiò Lot, e probabilmente anche i villaggi dipendenti da questa città; e di più sotto il nome di Sodoma, convenientemente s'intendono gli Ammoniti, e i Moabiti discendenti da' due figliuoli di Lot, ed i quali abitavano presso il mare morto: questi come aventi origine da Lot, che abitò lungamente in quel paese, possono considerarsi come cittadini di Sodoma. Or noi sappiamo, che e gli Ammoniti, e i Moabiti furon condotti nella Caldea da Nabuchodonosor in quel medesimo tempo, in cui furon condotti i Giudei, e ad essi pure predisse il loro ritorno Geremia XLVIII. 47. XLIX.6. Predice adunque anche Ezechiele il ritorno degli Ammoniti, e Moabiti, e dei Sa maritani insieme co' Giudei. Ma come in Isaia, e in Geremia vedemmo sovente, che il ritorno dalla cattività di Babilonia è posto come una figura della liberazione degli uomini da una peggiore schiavitùdine, da cui furon tratti per Gesù Cristo, così pure in questo luogo la stessa cosa vien figurata, e predetta. E sono ancora molto degne di osservazione quelle parole del Profeta: E i tuoi figli condotti in ischiavitù farò tornare insieme con esse: perocchè avendo posto innanzi a quel de' Giudei il ritorno de' figli, e delle figlie di Sodoma, e di Samaria, e dicendo poi, che con questi farà tornare anche i figli di Giuda, quasi questi per amore di quelli dalla schiavitùdine fossero liberati, non vien egli a significare chiaramente il Profeta, che alla libertà procurata agli uomini da Cristo avranno parte prima i Gentili, e i Samaritani (disprezzati da' Giudei anche più de' Gentili) che li stessi Giudei? Conciossia chè di questi un piccol numero solamente si convertirà nei principi della Chiesa, restando il corpo della nazione nella incredulità, in cui durera ostinatamentefino al tempo stabilito da Dio per la sua conversione. Cosi i Gentili, e i Samaritani andarono innanzi agli Ebrei nel regno di Cristo, secondo la profezia dello stesso Salvatore, Matt. VIII. II.
16,54:Affinchè tu porti la tua ignominia .... e sii di con solazione per esse. Vale a dire: servirà di consolazione a Sodoma, e a Samaria l'averti compagna della ignominia, che soffriranno nella loro cattività. In secondo luogo riferendo queste parole al secondo senso detto qui innanzi elle diranno: tu, o Gerusalemme, porterai il peso della ignominia da te meritata, quando vedrai dall'Oriente, e dall'Occidente venire le genti, e sedere al convito del padre di famiglia con Abramo e Isacco nel regno di Dio, e te, e i tuoi figli esserne cacciati fuora. Allora Sodoma, e Samaria avranno consolazione in vedendosi a te preferite da Dio.
16,55:E la sorella tua Sodoma, e le sue figlie ec. Nuovamente dimostra come i Gentili, e i Samaritani si convertiranno a Cristo, e alla fine anche i Giudei si convertiranno, allorchè sarà entrata nella Chiesa la pienezza delle nazioni, Rom. XI. 26.
16,56-57:Nel tempo del tuo fasto ec. Tu, o Gerusalemme, nel tempo in cui eri felice, e superba de' doni miei, di sprezzavi talmente i Gentili, che non ti degnavi di nominarli: ora tu vedi, come per la tua superbia ei sono a te preferiti; perocchè è stata adesso manifestata la tua iniquità, che è tale, e tanta da farti divenire lo scherno de' Siri, e de' Filistei tuoi vicini. Gli Ebrei avevanotalmente in odio i Gentili, che l'essere stata aperta la porta della Chiesa a questi Gentili fu una delle cagioni dell'odio arrabbiato degli stessi Giudei contro il Cristianesimo, onde di essi disse l'Apostolo: Riguardo al Vangelo nemici per ca gione di voi, Rom. XI. 28.
16,58:Tu hai portata la tua scelleratezza, ec. I LXX lessero: Porta tu la pena di tua arroganza, ed empietà. E il vero senso egli è: tu, che per la tua grande arroganza non volevi sentir nominare i Gentili, li vedi adesso pre feriti a te nella grazia, e nel regno di Cristo. Non debbo lasciar di osservare, che gli Ebrei carnali, e particolarmente gli Ebrei de' tempi di Cristo aveano sentimenti ben diversi da quelli de' santi Padri loro, e dei Profeti, e particolarmente di Davidde, i quali ardentemente bramarono la riunione di tutte le nazioni del mondo nel culto del vero Dio.
16,59:Io farò (cosi) a te, come tu ec. Siccome tu disprezzando le promesse giurate fatte a me di adorare me solo, hai voluto per parte tua rompere l'alleanza, così io non adempierò le promesse, che già ti feci di proteggerti, e favorirti, ma le minacce severe di desolarti, e distruggerti, come ti predissi per bocca del mio servo Mosè. Vedi Deuter. XXVII., perocchè a questo luogo allude il Profeta.
16,60-61:Ma io mi ricorderò del patto, ec. Ma io non lascerò di ricordarmi dell'alleanza fatta teco sul Sina ne' giorni di tua adolescenza; e dopo averti punita, ti riceverò a penitenza, e ti aprirò la via ad una nuova sempiterna alleanza: e allora, quand'io stringerò teco questa nuova alleanza, ti vergognerai delle passate tue scelleratezze, e ammirerai la bontà, e carità mia, veggendo com'io a te condurrò la Samaria tua sorella maggiore, e la minor sorella Sodoma, e tu le riceverai come figlie; e ciò non in virtù dell'antico patto, ch'io fermai teco per mezzo di Mosè, ma in virtù della nuova alleanza stabilita da me nel sangue di Cristo, per cui lungi dal disprezzare le genti tu le accoglierai nella Chiesa come sorelle, e come figlie le amerai. La Chiesa di Gerusalemme tutta composta di Ebrei fu (come si notò più volte) la madre di tutte le altre Chiese.
16,63:Affinchè ti ricordi, ed abbi confusione, ec. Affinchè ricordandoti delle tue precedenti iniquità, e vedendo, che contuttociò tu sarai arricchita da me di beni grandissimi, tu ti confonda dentro di te ammirando la mia clemenza nel mandare a te il mio Unigenito a illuminarti, a mon darti da' peccati, a rivestirti della giustizia, anzi ad essere egli stesso per te giustizia di Dio, e santificazione, e redenzione. Tali cose tu ammirerai in profondo silenzio, e ti conoscerai incapace di celebrarle quanto elle meritano.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap