VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
7,1:Fabbricò... in tredici anni la sua casa. Non è da meravigliarsi, che quasi il doppio di tempo impiegasse nella fabbrica della sua reggia, di quello, che avea impiegato nel tempio; perocchè non solamente riguardo al tempio trovo Salomone molti materiali preparati da Davidde, ma di piu ad accelerarne la fabbrica era stimolato si dalla propria divozione, e si da quella di tutto il popolo.
7,2:La casa del bosco del Libano. Cosi ella fu chiamata o per ragione delle colonne di cedro tratte dal Libano, ovvero perchè avesse contigua una ombrosa selva simile a quella del Libano. Il Caldeo favorisce questa seconda sposizione, supponendo, che questa casa fosse destinata a prendere il fresco negli estivi calori. Ella però secondo molti interpreti non era una fabbrica distinta, ne separata dalla prima, ma faceva parte della reggia di Salomone. Quattro corridori tra' colonnati di cedro. Posti per lo lungo i tre ordini di colonne, che erano di mezzo tralle pareti della casa, ne venivano necessariamente nel piano interiore quattro corridori, i quali erano lunghi quanto era la lunghezza della casa.
7,6-7:E fece un portico di colonne ec. Questo colonnato era davanti alla reggia. Nella volgata abbiamo chiaramente distinti tre portici, ovver colonnati. Il colonnato del trono dovea essere separato, e in qualche distanza dalla reggia.
7,8:Fece... per la figliola di Faraone una casa. il Gineceo: appartamento distinto per questa principessa, dove ella abitava colle sue donne. In tutto l'oriente le donne aveano abitazione distinta da quella degli uomini. Vedi Gen. XXIV. XXXVI. ec.
7,12:L'atrio maggiore rotondo ec. L'atrio maggiore egli è quello descritto. v. 2. 3. 5. 6. Egli è qui nominato rotondo non perché veramente fosse di figura circolare, ma perché tutto all'intorno dai quattro lati era cinto di mura fatte, come è qui detto, di tre ordini di pietre e un ordine di legname. Vedi cap. VI 36.
7,14:Figliuolo di una donna... della tribù di Nephthali. Nel Paralipomeni. lib. II. cap. II. 14. la madre di Hiram dicesi, che era della tribù di Dan. Si può intendere, che ella fosse della tribù di Nephthali per sua origine, e della tribù di Dan per ragion del marito, il quale è detto della Città di Tiro, perché era ivi domiciliato da molto tempo.
7,17-18:Ed eravi come una rete, ec. Queste fascie a maniera di rete lasciavano tmvedere gli ornamenti de' capitelli, i quali erano sparsi di gigli e d'altri fiori (dice Giuseppe Ebreo), e frutti, come i meligranati, i quali erano a due ordini, ed erano in numero di dugento per colonna, cento per ciascun ordine, come si dice, v. 42.
7,19:I capitelli, che erano in cima delle colonne ec. questo versetto è uno de' più oscuri di tutto questo capitolo. Ecco quello, che per quanto a me sembra pue dirsi di piu probabile. In ogni capitello si distinguono tre parti, la prima, che era immediatamente alla cima del fusto delle colonne, ed e chiamata Epistilio, 2. Par. IV. 12., la seconda, che posava sull'Epistilio, dove era quella rete e i melogranati: la terza parte è quella, che Vitruvio chiama Coronide. Del terzo capitello, o sia della terza parte di esso, si parla v. 20., e della seconda si è parlato nel versetto 16.: qui si parla dell'Epistilio da mettersi sopra ognuna delle colonne destinate pell'atrio del tempio, e si dice, che questo rappresentava la figura di un giglio, ed era di quattro cubiti; lo che intendesi non dell'altezza, ma della sua larghezza, colla quale avanzava la fuori dalla colonna per lo spazio già detto.
7,21:Le collocò nel portico del tempio. Nel vestibolo da vanti al Santo; una da un lato della porta, l'altra dall'altro lato.
Le diede il nome di Jachin... le pose nome Booz. Jachin, Dio stabilirà: Booz., in lui è fortezza. Con questi nomi Salomone volle indicare, che era opera di Dio l'erezione del tempio additato in certo modo da quelle colonne, e che Dio gli dava stabilita. Tutto questo però non si avverò pienamente, se non riguardo a quel mistico tempio, di cui fu figura il tempio materiale di Salomone. La chiesa di Gesù Cristo è quel tempio di Dio tutto non per mano d'uomo, ma lavorato dal sovrano Architetto e Creatore di tutte le cose, il quale tal fermezza e stabilità conferì a questa sua casa, che a dispetto di tutti gli sforzi de' suoi nemici ella sussisterà fino alla fine, de' secoli.
7,22:E sulle cime delle colonne pose ec. Le colonne adunque, o piuttosto i capitelli di esse finivano in un giglio.
7,23:Di dieci cubiti da un orlo all'altro. Questo gran vaso detto comunemente per la sua ampiezza il mare, era di bronzo, e avea dieci cubiti di diametro da un orlo all'altro, e circa trenta cubiti di circonferenza; dico circa trenta, perché il diametro sta alla circonferenza come 7. a 22.; ma nella Scrittura non si fa caso di si piccola differenza. Era rotondo, e avea cinque cubiti di profondita. Serviva ad uso de' Sacerdoti, i quali coll'acqua, che da esso faceasi uscire, si lavavano le mani e i piedi; onde è detto luter, cioè lavatoio, v. 26. Posava sopra dodici buoi di bronzo e portava scolpite delle figure di Cherubini, di lioni, di bovi e di palme. Il suo sito era nell'atrio de' sacerdoti presso all'altare degli olocausti.
7,24:E sotto all'orlo, ec. I due ordini di scultura erano dal fondo della conca fin dove ella arrivava alla larghezza di dieci cublti, restringendosi il vaso, quanto più si accostava al suo fondo. Gli ornamenti di questa parte del vaso erano di un sol getto col vaso stesso.
7,25:Posava sopra dodici bovi. Vari Interpreti suppongono, che dalle bocche di questi bovi si facesse uscire l'acqua per mezzo delle cannelle, che vi erano apposte. Questi bovi si piegavano dalle parti di dietro, quasi fossero oppressi dal peso, che aveano addosso.
7,26:Tre once di grossezza. La quarta parte di un piede Romano.
Capiva due mila bati. Il bato era una misura delle cose liquide eguale all'ephi e alla metreta e conteneva ottanta libbre Romane; onde i due mila bati l'anno cento sessanta mila libbre Romane. Ne' Paralipomeni in vece di due mila leggonsi tre mila bati; ma il testo stesso pare, che accenni, che fino a quel segno si stendeva la capacità del vaso, quando si fosse empiuto fino all'orlo, laddove qui è notata la quantità di acqua, che vi si teneva ordinariamente.
7,27:E fece dieci basi ec. Per dieci altre conche minori ad uso del tempio; e queste conche erano mobili, posando le basi sopra ruote di bronzo. Vedi a Paral. IV. 6. La conca grande stava in mezzo a queste dieci; quella serviva pei soli sacerdoti, i quali coll'acqua, che ne faceano uscire, si lavavano, come si è detto: le altre eran fatte per lavare nell'acqua di esse le parti delle vittime prima d'imporle sull'altare.
7,30:Sotto il lavacro certe quasi spallette ec. Sopra le basi erano questa spallette, le quali tenevano ferma la conca incastrata per di piu nella cavità che eravi nella base. Alcuni credono, che fossero quattro Cherubini, i quali sulle loro spalle tenevano quasi la conca.
7,31:Eravi anche in cima alla base... la cavità ec. La parte superiore della base era concava, dovendo in essa entrare il vaso, ed era rotonda, e avea di diametro un cubito, e un cubito e mezzo di profondità: tale sembra, che possa essere, il senso di questo luogo secondo la volgata.
E agli angoli delle colonne ec. il piano delle basi, che era quadrato, avea a ogni angolo la sua piccola colonna arricchita di ornati diversi.
7,32:Le quattro ruote... si corrispondevano sotto la base. Le ruote aveano il loro asse sotto la base: un asse, serviva e due ruote; cosi una ruota corrispondeva all'altra.
7,35:E in cima alla base ec. Si parla della stessa cavità (v. 31.), la quale avea un cubito e mezzo di profondità, come si e detto; ma per un mezzo cubito si alzava un cerchio ornato anch' esso di vari lavori, che dal medesimo si staccavano.
7,36:E sopra quelle tavole, ec. Sopra la tavole componenti la base erano le sculture, che sono qui descritte. Vedi v. 28. 29.
Come una figura d'uomo che sia in piedi. Quelle figure di Cherubini, lioni, ec., erano di rilievo, e al naturale come una figura d'uomo, che sta ritto. Altri riferiscono la similitudine a' Cherubini, come se dicesse, che questi rappresentavano un uomo, che sta in piedi.
7,38:Ed era di quattro cubiti. Probabilmente i quattro cubiti erano la misura dell'altezza d'ogni lavatoio, ben che alcuni li credano misura del diametro.
7,39:Cinque dal destro lato del tempio, e cinque dal lato sinistro. Nelle Scritture il lato destro indica per lo più il mezzodì, il sinistro il settentrione: cinque pertanto del lavatoi furono posti sopra le loro basi da mezzodì, cinque da settentrione nell'atrio de' sacerdoti tral tempio e l'altare degli olocausti.
Tra levante e mezzodì. La conca grande, o sia il mare di bronzo, era dalla parte di mezzodì verso la parte orientale dell'atrio de' sacerdoti, affinchè questi in entrando avessero il comodo di lavarsi.
7,46:Tra Socoth e Sarthan. Socoth era all'oriente del Giordano, Sarthan a occidente vicino a Bethsan. Così la maggior parte degl'Interpreti.
7,48:L'altare d'oro e la mensa. Dovette parere a Salomone non abbastanza ricco l'altare e la mensa, che avea fatto Mosè; quindi fece nuovo altare e nuova mensa, e il vecchio altare e la mensa ripose nel tesoro del tempio. Eccettuata l'arca e il propiziatorio coi Cherubini, Salomone fece tutto nuovo nel tempio.
7,49:E i candelabri d'oro, ec. Invece del solo candelabro di oro fatto da Mosè, Salomone ne pose dieci fatti però a similitudine di quello di Mosè. Vedi Exod. XXXVII.
7,51:Vi portò l'argento e l'oro e i vasi consacrati da Davidde. Non volle Salomone servirsi per uso proprio, ne per alcun fine profano, dell'oro e dell'argento, che avanzò della massa destinata dal padre al servizio del tempio.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap