VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
19,3:Elia... . ebbe paura, ec. Dio sottraendo ad Elia quello spirito di fortezza e di costanza, col quale egli si era renduto terribile a' re, fa che egli si sbigottisca a si abbatta alle minacce di una donna. Con tali vicende tiene Dio nell'umiltà i suoi Santi, facendo loro conoscere, come tutto quello che sono, lo sono per dono di lui, e per effetto della sua grazia.
A Bersabee di Giuda. Città a confini della Palestina da mezzodì. Ella era della tribù di Simeon dopo essere stata di Giuda. Jos. XIX. 2. La tribù di Simeon essendo mescolata con quella di Giuda, i re di questa tribù eran padroni di Bersabeu.
Licenziò il suo servo. Per compassione di lui, non volendo esporlo a' patimenti e alla fame nel deserto.
19,4:Si desiderava la morte. Afflitto pei mali pubblici, veggendo la religione abbattuta, l'empietià dominante, la persecuzione che infuriava contro de' buoni, bramò di morire per ordine di Dio piuttosto che essere esposto a perire per le mani di Jezabele; lo che sarebbe stato come un trionfo per gl'idolatri.
19,8:Fortificato con quel cibo camminò quaranta dì, ec. Andò qua e la pel deserto, in che impiegò quaranta interi giorni di viaggio prima di arrivare all'Horeb. La di stanza da Bersabea all'Horeb non esigeva tanto tempo, ed Elia era già di la da Bersabea, quando l'Angelo gli parlò; ma egli non fece la strada diritta verso quel monte.
19,11:Esci fuora e stà sul monte ec. Dio vuol consolare Elia con apparire a lui nello stesso luogo, in cui apparve a Mosè, e nel medesimo tempo vuole, istruirlo. Prima adunque di farsi sentire a lui, fa precedere un'impetuosa bufera, indi un tremuoto, e finalmente un gran fuoco. Con questa si ricordava al profeta, come Dio ha nelle sue mani tutti gli elementi per servirsene quando che sia a sterminare i peccatori; ma Dio pieno di bontà e di misericordia non ama di farsi conoscere co' gastighi, e per questo ne quando infuriava la bufera, né quando il monte era scosso dal terremoto, ne quando divampava la fiamma si fece egli sentir dal profeta, né gli parlò, ma quando, passati tutti quegli spaventi, cominciò a sufolare sul monte un'aura dolce e soave simbolo della benignità e della pazienza; facendo con ciò intendere a Elia (dice Teodoreto) come il carteggio che egli ama, e quello della bontà, e della clemenza, e che ei non dà la mano a' flagelli, se non sforzato, per così dire, dall'umana malvagità e ostinazione. Notisi, che quello, che leggasi ne' versetti 11 e 12. e tutto discorso dell'Angelo con Elia. In qualche Manoscritto de' LXX il versetto 12 termina in questo modo: E dopo il fuoco il fischio di un'aura leggera, con essa sarà il Signore.
Ecco che passa, ec. Ecco che passerà.
19,13:Si coperse il volto col mantello. In segno di gran riverenza. Altrettanto fece Mosè, Exod. III. 6.
19,15:Ungerai Hazael in re della Siria. Secondo la frase Ebrea ungere uno re vuol dire semplicemente dichiararlo, designarlo per re. Elia adempie quest' ordine per mezzo di Eliseo, il quale andò a Damasco, e predisse ad Hazaele il regno della Siria, 4. Reg. mi. l2 . la. Dio in questo fatto dimostra come la sua previdenza si estende a tutti i popoli e a tutti i reami.
19,16:Jehu figliuolo di Namsi. Propriamente figliuolo di Josaphat, nipote di Namsi.
Ungerai profeta in tua vece ec. Dio da un compagno ad Elia, perché questi dolevasi di essere il solo profeta destinato ad opporsi all'empia Jezabele e alla turba degli adoratori di Baal. Abelmeula era nella tribù di Ephraim, 4 Reg. IV. 12.
19,17:E chi avrà scansata la spada di Jehu, sarà ucciso da Eliseo. Vale a dire: Dio per punire gli adoratori di Baal, non solo armerà contro di essi i due regi Hazael e Jehu, ma disporrà, che anche un uomo, la di cui professione è alienissima dallo spargere il sangue degli uomini, contribuisca al loro esterminio, facendo uccidere dagli orsi quarantadue ragazzi di Bethel sede primaria dell'idolatria.
19,18:E la serberammi in Israele ec. l'Apostolo che citò questa luogo, Rom. XI. 4, Iesse: mi san riserbato ec. ma il senso rimane lo stesso. Vedi le note in quei luogo.
Nessun de' quali ha accostata la mano alla sua bocca. Era uno de' segni di adorazione tragl'idolatri, l'accostar la mano sulla bocca per baciarla. Plinio lib. 28. cap. 2.: Nell'atto di adorazione portiamo la destra alla bacca, baciandola.
19,20:Quello che toccava a me, io l'ho fatto. Va' e torna (dice Elia ad Eliseo); perocchè da quello, che io ti ho fatto tu dei conoscere, che sei già dedicato al servizio di Dio: ho fatto io le mie parti, fa' tu le tue.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap