VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
17,1:Ma Elia Thesbite... disse ad Achab. Non sappiamo né il nome del padre, ne veruna particolarità della famiglia di Elia. Egli era di Rhesbe città della tribù di Gad di là dal Giordano, ed era non solo adoratore, ma anche profeta del vero Dio in mezzo agli scandali e alle empietà, che inondavano il regno delle dieci tribù, e Dio gli aveva dato un animo grande e uno zelo ardente, e secondo il comune sentimento de' padri osservò perpetua verginità, e tu come, superiore e il maestro de' profeti, che vissero la quel tempo nello stesso paese, il suo nome in Ebreo significa il Dio forte, ovvero il Signore Dio.
Di cui io son servo. Tale e il senso di quella frase Ebrea in cuius conspectu sto, come si raccoglie da altri luoghi delle Scritture. Vedi Num. III. 6., Deut. XVII. 12., XVIII. 5., Jerem. XV. 19.
Non verrà né rugiada ec. Queste parole sono la conclusione di un discorso fatto da Elia ad Achab per ritrarlo dall'empio culto di Baal, ma vedendolo ostinato nel male gli predice con giuramento una siccità, che durera, tre anni e mezzo, se lo stesso profeta non farà col suo comando venir prima la pioggia.
17,4:Ho comandato a' corvi, che ti dien da mangiare. Il corvo è un uccello vorace, maligno, niente amico degli uomini; contuttocio Dio, che sa far servire a'suoi fini anche i muti animali, promette ad Elia, che i corvi gli porteran da mangiare; così nella vita di s. Paolo primo Eremita, scritta da s. Girolamo, si racconta, che un corvo portava ogni giorno a quel Santo un pezzo pane.
17,9:Va' a Sarephta de' Sidonii... perocchè ivi ha ordinato ec. Sarephm città di mezzo tra Tiro e Sidone. Il Signore dice ad Elia, che vada a quella città di Gentili; perocchè ha disposto, che ivi sia egli sostentuta da una vedova gentile, che era anche poverissima, come fino allora era stato sostentato da animali tenuti per impuri tra gli Ebrei, e i quali appena trovano tanto, che basti a saziare la loro ingordigia.
17,13:Fa' prima per me... una stiacciata ec.? il profeta era affamato e stanco dal viaggio, e avea bisogno di essere ristorato il primo: non può negarsi pero, che Elia non mettesse a una gran prova la virtù e la bontà della donna; ma Dio le diè allora la fede per credere alle parole del profeta; onde con meravigliosa docilità si privò di quel poco che avea, per refocillare il profeta. Quindi con ragione e celebrata altamente da' padri la carità e la ospitalità di questa donna. Vedi Hieron ep. 10. ad Furiam, Eucher. prosper.
17,18:Che ho io fatto a te, o uomo di Dio? ec. Ecco la riflessione di Teodoroto (quaest. 52. ): Sono degne di ammirazione le parole di questa vedova; ella dice: la luce della tua santità mette in vista i peccati miei, che erano occulti: ella non dice: tu sei stato di cattivo augurio per me, la tua venuta mi ha portato sciagure; ma i propri peccati assegna per cagione di quello, che le è avvenuto. Tanto giurarono a lei gl'insegnamenti del profeta. Ella si duole per umiltà di aver ricevuto indegnamente in sua casa un profeta.
17,11:E si distese e si ranicchiò sopra il fancìullo per tre volte, ec. In tutte questa era significato un gran mistero notato dai Padri, e particolormente da s. Agostino, Serm. 201. de temp ., con queste parole: il figliuolo della vedova giocava morto, come il popolo della nazioni era senza vita pe' molti peccati: all'orazione di Elia risuscita il figliuolo della vedova; alla venuta di Cristo il popolo Cristiano è tratto dal carcere dalla morte: Elia si rannicchia pregando, ed è ravvivato il figliuolo dalla vedova: Cristo si prostra nella Passione, e il popolo Cristiano riceve la vita... Ma nel rannicchiarsi, che fa Elia per tre volte, è dimostrato il mistero della Trinità; imperocchè il figliuol della vedova, vale a dire il popolo Cristiano, è risuscitato non dal solo Padre sensa il Figliuolo, né dal Padre e dal Figliuolo senza lo Spirito santo, ma da tutta la Trinità; la qual cosa nel Sacramento del Battesimo è ancor dimostrata, in cui per tre volte l'uomo vecchio sommergesi affinché il nuovo risorga. Allude s. Agostino in queste ultime parole al Battesimo per immersione usato tuttora a' suoi tempi.
17,22:L'anima del fanciullo tornò in lui, ec. Espressione, che prova la spiritualità e immortalità dell'anima umana.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap