VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
15,1:Azaria figliuolo di Obed. Di questo profeta non si ha altra notizia.
15,2:Perché mi siete stati con lui. È dono di Dio, ed è effetto della sua grazia, che l'uomo si stia con Dio; vale a dire stia unito a lui per la carità, e faccia la volontà dello stesso Dio. Ma siccome l'uomo coopera e liberamente e volontariamente coopera alla grazia; quindi Dio premia co' suoi favori la stessa cooperazione dell'uomo.
15,3-6:Molto tempo passerà Israele ec. lo non mi discosterei dal sentimento di quegl'Interpreti, i quali vogliono, che sia descritto in questo luogo lo stato del regno d'Israele sotto Geroboamo, che v'introdusse l'idolatria, e sotto i re, che a lui succedettero. E certamente fino alla sua cattività si può dire, che Israele fu senza il culto del vero Dio, dominando l'empietà e la superstizione; fu senza sacerdote e dottore della legge, perché i sacerdoti della stirpe di Aronne si erano ritirati nel regno di Giuda; e se alcun ne rimase nel paese delle dieci tribù, non era più sacerdote e dottore della verità, ma della menzogna; e finalmente fu Israele senza legge, perché questa fu totalmente negletta ne' capi più sostanziali, quantunque gl'Israeliti ritenessero e facessero professione di venerare i cinque libri di Mosè. Torno a dire, questa sposizione è assai giusta, e non vorrei discostarmene. Ma come nelle parole profetiche molte volte il presente è figura e immagine del futuro, parmi ancora, che possano con molta ragione le parole di Azarin essere dirette a esprimere il presente misero stato di tutti i discendenti di Giacobbe. Elle sono quasi interamente simili a una Profezia di Osea, cap. III. 4. 5., la quale comunemente è applicata a' tempi dell'ultima dispersione d'Israele dopo il rifiuto del suo Messia. Ma oltre di ciò Gesù Cristo medesimo, Matth. XXIV. 6. 7. 9. 13., sembra che abbia recitate in gran parte queste stesse parole riportandole alla ultima sua venuta, che sarà il termine dell'induramento e della cecità d'Israele. Sono adunque in questo tempo gli Ebrei senza Dio, il quale non li riconosce piu per suo popolo, senza sacerdote, senza dottore, che sia capace d'istruirli del vero, senza legge, perché quella di cui si gloriavano tanto, ha ceduto il luogo al Vangelo. E in questo stato infelice già da molti secoli vive tutta quella nazione, e viverà fino a tanto che, tolto il velame dagli occhi d'Israele, si rivolga questi, secondo la parola di un altro profeta, a mirare con amore e compunzione colui che fu da essi trafitto.
15,8:Dedico l'altare del Signore. Credesi che l'altare, di cui si parla, sia non l'altare ordinario degli olocausti, ma l'altro altare eretto da Salomone nel mezzo dell'atrio, perché quello degli olocausti non bastava al gran numero delle vittime. Vedi sopra VII. 7., VIII. 24. Questo altare dunque fu dedicato di nuovo da Asa col farvi immolare parte delle vittime, che si offerirono, come è detto v. 11l. In vece di dedicò l'Ebreo porta rinovellò, ristorò. Così potrà intendersi, che, restaurato quell'altare, Asa di bel nuovo lo dedicò.
15,10:Il terzo mese. Nel terzo mese dell'anno sacro, nel qual mese (Sivan) era celebrata la solennità delle settimane, o sia la Pentecoste.
15,19:Sino all'anno trentesimo quinto, ec. Moltissimi interpreti quest'anno trentacinque lo computano dalla separazione delle dieci tribù dal regno di Giuda. Così questo anno trentacinque sarebbe il quindicesimo del regno di Asa.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap