VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
8,1:Allora Giuda ebbe contezza de' Romani, ec. Quello, che qui si dice in lode del popolo Romano lo avea sentito Giuda dalla pubblica fama; e bisogna confessare, che quello fu il tempo, la cui quella repubblica si trovava nell'auge maggiore di grandezza. Ella era insigne (dice L. Floro) per la pietà, per la schiettezza de' costumi e per la sua magnificenza. Si prestavano a tutto quello che era lor domandato. Si dichiaravano di buona voglia protettori di tutti i popoli oppressi dalla tirannide de' regnanti; annunzio dolcissimo per gli Ebrei, i quali da tanto tempo gemevano sotto il giogo de' successori di Alessandro.
8,2:E delle azioni grandi fatte da loro nella Galazia. I Galati per aver prestato aiuto ad Antioco nella guerra, in cui questi fu vinto da Scipione detto l'Asiatico, diedero occasione a Manlio Vulsoue console, di volgersi contro di loro l'anno seguente, e da lui furono vinte in due battaglie, e allora dovette essere imposto ad essi il tributo. Vedi Livio Lib. XXXVIII. È però da notarsi, che siccome il nome di Galazia significa presso de' Greci anche le Gallie, potrebbero perciò con queste parole essere indicate le conquiste de' Romani nella Gallia Narbonese.
8,3:E quante grandi cose avean operate nella Spagna. Nissun paese esercitò si lungamente le armi, e la costanza de' Romani, come la Spagna. Delle ricchissima miniere d'oro e d'argento, che si trovavano in gran numero in quel paese, parlano Plinio, Strabone e altri Scrittori.
8,4:E sconfitti de' re, ec. Pirro re degli Epiroti, Siface re della Numidia, Visidomaro della Gallia, i re dell'Asia, ec.
8,5:Re de' Cethei. de' Macedoni.
8,7:E come lo ebber vivo in loro potere, ec. Questa maniera di parlare congiunta con quello che segue, significa per quanto parmi non che Antioco restasse prigioniero de' Romani, ma che questo re il più grande di tutto l'oriente dovette in certo modo mettersi in loro potere, andando (come narra Polibio) a Lisimachia a trovare i legati Romani, da' quali fu imposto a lui di pagare un tributo di dodici mila talenti Euboici in dodici anni, oltre cinquecento talenti alla mano, e due mila cinquecento subito che il senato avesse confermata la pace. E fugli imposto ancora di dare ostaggi e altre dure condizioni. Del rimanente due cose voglionsi qui osservare; primo, che, in tutte quelle cose, che sono affermativamente narrate nella Scrittura, nissuno dee dubitare di preferire la testimonianza dello Spirito santo a qualunque altra umana testimonianza; secondo, in quello, che qui si racconta non come detto dalla Scrittura, ma come udito da Giuda e dal suoi per pubblica fama, se questa fama (di cui e proprio l'ingrandire le cose particolarmente lontane) non fosse stata del tutto esatta nelle sue relazioni, ognun vede, che non verrebbe perciò ad essere in verun modo intaccaa la perfettissima e schiettissima voracità della stessa Scrittura.
Secondo il convenuto. Ho creduto, che ciò debba riferirsi a quello, che era stato fissato col re riguardo al pagamento del denaro, e riguardo alla condizione ed età degli ostaggi. Vedi Livio, lib. XXXVIII. il Greco da un altro senso, perocchè in vece di convenuto, stabilito, legge, la divisione, e si intenderebbe della divisione del Regno di Antioco, del quale una parte fu a lui tolta e data dipoi ad Eumene re di Pergamo.
8,8:E il paese degli Indiani e i Medi e i Lidi, ec. Pel paese degl'indiani s'intende comunemente l'Ionia, e pei Medi s'intende la provincia della Misia; imperocchè e la Misia intera e gran parte dell'Ionia e della Lidia fu ceduta dai Romani ad Eumene finita la guerra con Antioco, come racconta minutamente Livio,lib. XXXVIII. Nissuno, che sia alcun poco esercitato nella lettura degli scrittori e antichi e moderni, si maraviglierà, che i nomi di paesi, di città, e simili, passando da una lingua a un'ultra soffrano alterazione, e mutamento anche maggiore di quello, che vedesi in questa luogo. Ed è ciò tanto meno da ammirarsi riguardo a uno storico Ebreo, nazione isolata per cosi dire, e separata per propria istituzione da tutte le altre, e la quale non dovea curar molto gli esterni avvenimenti, ne la storia di genti rimote.
8,9-10:E come quelli della Grecia, ec. Si parla qui degli Etoli, il pretore de' quali minacciò di portarla guerra in Italia, e sino a Roma. Furono soggiogati, e poco men che distrutti da M. Acilio.
8,14:E che con tutto questo ec. Con un impero si grande e si vasto conservavasi la Roma quella uguaglianza, che è il carattere di un popolo libero; onde ne erano sbandite le insegne reali, e nissun cittadino si alzava sopra l'altro; comandavano le leggi, e i magistrati creati dal popolo ne erano gli esecutori.
8,15:Trecento venti persone.Il numero de' senatori in questi tempi credesi, che fosse di trecento; ma aggiunti a questi, dieci tribuni, due consoli, due pretori, due questori e quattro edili, che aveano posto distinto nel senato, si avrà il numero di trecento venti persone, delle quali era composto il consiglio di Roma.
8,16:E ogni anno conferiscono la loro magistratura a un uomo. Ognun sa, che la suprema magistratura l'aveano in Roma i due consoli; ma siccome uno solo di essi alternativamente avea i Fasci consolari, segno della somma potestà, quindi in un certo senso poteva dirsi, che un solo uomo in Roma governasse la repubblica. Lo storico Livio dopo aver detto, che fu trasfusa ne' due consoli tutta la potestà de' regi, soggiunge: Ebbe si però anche quell'avvertenza, che non paresse raddoppiato il terrore, ove e l'uno e l'altro avessero i Fasci. Bruto di consentimento del collega fu il primo, che avesse i Fasci Lib. II. Ma l'unità del governo spiccava molto ne' paesi stranieri, dove vedeasi un solo capo, un solo console comandare gli eserciti, non essendo mai accaduto (se non nell'Italia, e in questa anche di rado) che ambedue i consoli facessero insieme nello stesso paese la guerra, e in tal caso ancora osservandosi, ch'e' comandavano un giorno per ciascheduno. In certe occasioni creavasi un dittatore, magistrato veramente supremo, perché non soggetto all'appellazione, come i consoli, da' quali poteva appellarsi al popolo. E non è impossibile, che in un paese rimoto come la Giudea corresse voce, che la dittatura fosse magistrato ordinario.
8,26:E a' combattenti non, daranno... i Romani. Ho aggiunto quest'ultima parola per necessario schiarimento. In questo luogo, e nel versetto 28. si stabilisce, che le truppe ausiliarie date dal Giudei a' Romani, e da' romani ai Giudei militeranno a loro proprie spese, senza ricevere nè soldo, ne vitto, ne navi pel toro trasporto.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap