VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
16,1:Quanto poi alle collette, ec. S. Paolo era stato pregato nel concilio di Gerusalemme a voler procurare de' soccorsi per quei poveri dalle Chiese da lui fondate. Vedi Rom. XV. 26. Ciò egli fece con molta sollecitudine, e per portarvi queste limosine andò poi a Gerusalemme, dove fu preso da' Giudei. Atti XXIV. 17.
16,2:Ogni primo di della settimana ec. La domenica, nel qual giorno si adunavano per la frazione del pane, e per la comune orazione. E da questo, ed altri simili luoghi provano i Padri la traslazione del sabato dal settimo al primo di della settimana. Vuole adunque l'Apostolo, che ogni domenica ciascheduno de' fedeli metta a parte quello, che secondo le sue facoltà gli parrà, ponendolo in luogo separato nella propria casa, e vada così accumulando, fino a tanto che sia tempo di riunir tutto insieme per mandarlo a Gerusalemme. Così aveva insegnato di far a' Galati, così insegnava a' Corinti; e così andando egli a Corinto, trovavagià preparate, e in ordine le limosine di tutti que' fedeli.
16,3:Manderò con lettere. Con mie lettere alla Chiesa di Gerusalemme, nelle quali darò parte ai santi della pro pensa vostra carità per essi, e raccomanderò coloro, che porteranno le vostre limosine. È ammirabile la prudenza dell'Apostolo in togliere ogni ombra di sospetto riguardo all'amministrazione di queste limosine, le quali non vuol egli stesso portare, o trasmettere per mezzo di alcuno de' suoi discepoli a Gerusalemme, ma che vi siano portate da quelli che a tale ufizio saranno eletti dagli stessi Corinti. Esempio da esser notato, e imitato in simil materia.
16,4:Che se la cosa meriterà, ec. Così gli stimola ad essere quanto mai possono liberali.
16,5:Quando avrò traversata la Macedonia. Sembra, che debba ciò intendersi di quel viaggio, ch'egli fece nella Macedonia, di cui si parla negli Atti cap. XIX.
16,6:Mi tratterrò forse presso di voi, od anche svernerò. Alcuni Interpreti credono, che vi si fermasse per tre mesi. Vedi Atti XX. 3.
16,8:Mi tratterrò in Efeso fino alla Pentecoste. Fu costretto a partire di Efeso a cagione della sedizione di Demetrio. Atti XIX. 25.
16,9:Mi si è aperta una porta ec. Efeso, città primaria, e frequentatissima riguardo al tempio di Diana, porgeva a Paolo grandi, e continue occasioni di propagare il Vangelo; e nello stesso tempo vedeva egli i molti contraddit tori, che avrebbe quivi avuto la dottrina di Cristo, e forse presagiva il tumulto, che poi lo obbligò a partir Sene.
16,10-11:Se verrà Timoteo, ec. Paolo lo aveva mandato insieme con Erasto nella Macedonia, ed aveagli ordinato, che passasse a Corinto, e quindi tornasse da lui ad Efeso. Atti XIX. 12. Lo raccomanda qui a' Corinti, e gli prega a far sì, che sia rispettato da tutti, e che niuno lo disprezzi, forse a motivo della sua poca età. Probabilmente temeva l'Apostolo il fare duro, e superbo de' falsi Apostoli, che dominavano in Corinto, de' quali ha parlato più volte in questa lettera.
16,12:Quanto poi al fratello Apollo... lo ho pregato ec. Egli era notissimo a' Corinti, tra' quali aveva predicato. Atti XVIII. 24. Vedi anche cap. III. 5. 6. di questa lettera; e si vede, che i Corinti avevano desiderato la presenza di lui, perchè con la sua autorità, e sapienza poteva contribuire assaissimo alla pace della loro Chiesa; ma egli dovette essere allora in cose molto gravi, ed urgenti occupato, per le quali non si piegò alle preghiere nè de' Corinti, nè del medesimo Paolo, ma differì a tempo più comodo il suo viaggio.
16,14:Tutte le cose vostre siano fatte nella carità. Tutto si faccia da voi per dettame, per ordine della carità: per quel retto sincero cristiano amore, col quale amasi Dio in se stesso, e i prossimi si amano in Dio.
16,15:Voi sapete, come la famiglia di Stefana, e quella di Fortunato, e di Acaico, ec. Questi erano andati a veder Paolo in Efeso, ed erano latori di questa lettera, e l'Apostolo gli raccomanda a' Corinti, come persone, le quali già tempo si erano addette al servigio della Chiesa, e de' fedeli, e probabilmente all'esercizio della ospitalità verso i poveri, e i pellegrini, e i predicatori del Vangelo. Di Stefana vedi sopra 1. 18. Il greco non parla qui, se non di lui solo.
16,17:Hanno supplito ec. Hanno supplito alla presenza vostra da me tanto desiderata; il vedere questi è stato per me, come se voi stessi avessi veduto.
16,18:Hanno ristorato ec. Non poteva l'Apostolo con maggior tenerezza spiegare la forza della carità, che l'univa a' suoi cari figliuoli in Gesù Cristo, che dicendo comune per lui, e per essi la consolazione recata al suo spirito da Stefana, e Fortunato, e Acaico.
16,19:Aquila e Priscilla con la domestica loro Chiesa. Con la loro famiglia tutta cristiana. Vedi Rom. XVI. 5. Altri intendono la voce Chiesa de' fedeli, i quali in gran numero si adunassero nella casa di Aquila per udire la divina parola, e offerire il divin sagrifizio.
16,20:Salutatevi gli uni gli altri col bacio santo. Vedi Rom. XVI. l6.
16,21:Il saluto, di mano di me Paolo. Il resto della lettera era stato scritto a dettatura di Paolo da altra mano: questo versetto, e i seguenti gli scrisse egli stesso di pu gno. Vedi 2. Thess. III. 17.
16,22:Maran-Atha. Secondo la più comune opinione questa espressione è siriaca, e significa il Signore (ovvero il Signor nostro) viene. Molti credono, che per quei, che non amano Gesù Cristo, vadano intesi gli Ebrei, i quali non lo amano, ma lo perseguitano; onde dopo di aver intimato a' medesimi l'eterna maledizione, aggiunge, che il Signore sta per venire a punire l'incredulità, e l'ostinazione della Sinagoga.
16,23:La grazia del Signore ec. Vedi Rom. XVI. 2.
16,24:La carità mia con tutti voi in Cristo Gesù. Sia l'amore, per cui sono unito a voi, saldo, e permanente; lo che avverrà, sestarete tutti saldi nella fede, e nell'amore di Gesù Cristo; e questo suo desiderio conferma l'Apostolo, soggiungendo: così sia.
Il greco porta, che questa lettera fu scritta da Filippi, ma sembra evidente, che fosse scritta da Efeso, e generalmente le date dell'epistole di Paolo (quali si leggono nel greco al fine di esse) sono per lo più o false, o molto incerte, essendovi state apposte molto tardi.