VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
21,1:Il re di Arad. Città non molto lontana da Cades, distante venti miglia da Hebron, e quattro da Malathis, secondo Eusebio. Ella fu di poi nella tribù di Giuda.
Per la strada degli esploratori. Per quella stessa strada, che avevano fatta gli esploratori mandati a riconoscere la terra di Chanaan. Num. XIII. 18.
21,2:Io distruggerò le sue città. Vedi Levit. XXVII., Deut. XIII.
21,5:Questo leggerissimo cibo. Cosi parlano della manna.
21,6:Serpenti, che bruciavano. O col fiato, ovvero col calore, che cagionavano le loro morsicature. Moltissimi Interpreti credono, che questi serpenti fossero di quelli chiamati psesteri; perché mordendo cagionano gonfiezza per tutto il corpo e grandissima accensione nel volto. Bochart sostiene, ch'ei fossero idre, le quali, quando stanno fuori de' loro paduli, sono più velenose e crudeli, e son dette chersidre. S. Girolamo nel Deuteronomio VII. 15. ha tradotto la stessa voce Ebrea, che è in questo luogo, per serpente che brucia col fiato.
21,8:Ponte come segno ec. Questo serpente era di figura simile a' serpenti mandati da Dio contro il popolo, come apparisce dall'Ebreo: in secondo luogo, questa figura in messa sopra un'asta, o sia sopra una pertica. Gesù Cristo medesimo nel suo vangelo, Joan. III. 14., e insegnò a riconoscere in questo miracoloso serpente la virtù della Croce, sulla quale egli dovea essere conflitto per salute di quelli, i quali morsi dall'antico serpente miseramente perirono. Vedi Tertull. de idolol. cap. V., August. serm. 105. de temp. ec. ec.
21,11:In Je-aborim. Che s'interpreta al guado de' passeggieri, o sia del passaggio: in effetto vedesi, che questo luogo era presso al torrente Zared.
21,14:Quindi si dice nel libro delle guerra del Signore ec. Alcuni hanno detto, che questo fosse un libro profetico, in cui erano annunziate le guerre, che il popol di Dio doveva avere cogli Amorrhei. Altri credono, ch'ei fosse un semplice cantico composto sopra la guerre, che erano stato tra' Moabiti e gli Amorrhei nel tempo, che questi (gli Amorrhei) adoravano tuttora il vero Dio e i Moabiti adoravano Chamos, vers. 29., onde non sarebbe necessario di dare a questo cantico un' autorità divina, potendo Mosè averlo citato, come Paolo citò i versi di poeti Gentili. Questo cantico sembra scritto in verso; almeno lo stile e poetica; onde difficilmente si può cavar fuori il senso di quel poco, che ne cita Mosè.
Com' ei fece nel mar rosso, cosi ec. Secondo la prima sposizione: si direbbe qui, che come Dio fece cose mirabili in favore del suo popolo al passaggio del mar rosso, così le farà in favor loro al passaggio dell'Arnon.
21,15:I sassi de' torrenti si ruotolano ec. Con queste parole tolte da quel libro profetico credesi che Mosè intenda di dimostrare quello, che avea detto di sopra, cioè, che l'Arnon era confine degli Amorrhei e de' Moabiti. Ecco adunque questa prova: i sassi e per conseguenza le acque dell'Arnon, piegano verso la città di Ar (ella era de' Moabiti, e per quel, che apparisce, in pianura ) e si posano a formar il confine tra' Moabiti e gli Amorrhei. Sembra di più, che Mosè con questo voglia dire agli Ebrei, che eglino facendosi padroni dell'Arnon e del naso di Sehon, re degli Amorrhei, possederanno il paese sino a' confini di Moab. Fin qui e parole tratte dal libro, o cantico delle battaglie del Signore.
21,16:Di lì andando innanzi ec. Abbiam supplito queste due parole andando innanzi, le quali debbono certamente sottintendersi. Partiti gli Ebrei dall'Arnon arrivarono in un luogo, dove mancando l'acqua, Dio fece loro scoprire un pozzo.
Radunò il popolo ec. Radunò tutta la gente, affinchè venga a dissetarsi al pozzo che io la discoprirò.
21,17-18:Scaturisca il pozzo .... .. il pozzo scavato da' principi. Dia acque perenni il pozzo; il pozzo fatto scaturire e scavato non mediante le braccia del popolo, ma da' soli principi, e capi del popolo. Sembra, che Dio mostrasse a Mosè la polla dell'acqua, e che i capi e principi del popolo con poca fatica la dilatassero co' loro bastoni da viaggio per far bere a moltitudine. Simili polle trovansi nell'Idumea nascoste sotto la sabbia e non conosciute, se non dagli abitanti. Il dator della legge è Mosè. Dove la volgata porta: Cantavan essi, nell'originale è il ritornello del cantico: Celebratelo, celebratelo: vale a dire il pozzo mostrato da Dio.
21,20:Da Bamoth vi è una valle nel paese di Moab. Eusebio dice, che Bamoth è una città sull'Arnon, e dee credersi, che ella fosse al piede di un monte, il quale le desse il nome; perché Bamoth significa luogo elevato.
Sulla cima del Phasga. Monte celebre per la morte di Mosè, Deut. XXXIV., ed è chiamato anche Abarim e Nebo, Deut. XXXII. 49.
21,21:Spedì ambasciadori a Sehon. Mosè non valeva far guerra a questo principe, ma a' Chananei abitanti di là dal Giordano; ma Dio dopo che Sehon ebbe negato di dare il passo, ordinò a Mosè di far guerra a Sehon e ad Og, donde ne venne la conquista de' loro paesi, i quali però erano compresi nella promessa fatta da Dio ad Abramo, Gen., XV. 18.
21,24:Perocchè i confini degli Ammoniti ec. Rende ragione del motivo, per cui, occupato tutto il dominio di Sahon, gl'Israeliti non si inoltrarono contro gli Ammoniti, che confinavono collo stesso dominio; ma oltre alla ragione portata in questo luogo, si vede, che Dio aveva proibito agli Ebrei di toccare il paese di Amman, Deut. II. 9.
21,26:La città di Hesebon era di Sehon. Racconta Mosè in qual modo la città di Hesebon posta tralle montagne dirimpetto a Jerico era venuta nelle mani di Sehan, essendo stata pell' innanzi de' Moabiti. Vedremo nel libro dei Giudici, cap. XI, come il re de' Moabiti pretese circa trecento anni dopo di ripetere dagli Ebrei Hesebon e le altre città.
21,27:Onde si dice per proverbio ec. Vuol dire, è nelle bocche di tutti quella specie di cantico, che fu composto, allorché Sehon re degli Amorrhei conquistò Hesebon e le altre città de' Moabiti. L'ordinaria maniera, colla qua e si conservò tragli antichi popoli la memoria de' fatti più importanti, furono questa specie di cantici, i quali s'imparavano a mente da tutti. I soldati, o il popolo degli Amorrhei in questa loro canzone si esortano l'uno l'altro a volere andare ad Hesebon per ristorarla e fortificarla, come quella che dovea essere capitale del regno di Sehon.
21,28:Un fuoco venne fuori da Hesebon... e divorò Ar de' Moabiti. Sembra evidente, che depo la presa di Hesebon venisse nelle mani di Sehon anche la città di Ar: Questa però era stata già ripresa da' Moabiti quando gli Ebrei arrivarono in quel paese. Deut.1. 9. 18. 29.
21,29:Guai a te, o Moab popolo di Chamos. Il poeta si rivolge a' Moabiti a' quali dice, che il loro dio Chamos non gli avea sottratti alla desolazione e rovina: ma avea abbandonati i figliuoli di Moab al terrore e alla fuga, e le figlie alla schiavitù.
21,30:Arrivarono strafelati a Nophe. I fuggitivi inseguiti da Sehon giunsero strafelati fino a Nophe e a Medaba. Questa seconda città è nota nelle Scritture: la prima credesi, che sia Nabo rammentata da Isaia XV. 2., e da Geremia XLVIII. 1. 22.
21,32:Spedì esploratori a Jazer. Dall'Ebreo apparisce, che egli la prese: ella era degli Amorrhei e fu poscia dei Leviti.
21,33:Og re di Basan. Della grandezza di questo gigante vedi Deut. III. II.: il paese di Basan era sommamente fertile.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap