VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
16,1:E andarono a trovarlo i Farisei, e i Sadducei ec. Queste due sette erano nimicissime tra di loro; ma si univano ogni volta, che si trattava di contrariare Gesùi Cristo,
16,4:I segni de' tempi? I segni del tempo, in cui dovea venire il Messia, segni notati, e diligentemente descritti da' profeti, come era, per esempio, la rivoluzione delle settanta settimane di Daniele, ec.
16,7:Stavan pensosi. Il Greco si può tradurre: bisticciavano tra di loro, come in s. Marco, volendo accennare, che buttavano l'un sopra l'altro la colpa della dimenticanza.
16,8:Perchè state pensosi...? Perchè interpretate voi carnalmente le mie parole? e perchè vi affannate adesso per li bisogni di questa vita terrena?
16,13:Cesarea di Filippo. Portava questo nome di Filippo, perchè era stata riedificata da Filippo, figliuolo di Erode il grande: e portava anche il nome di Cesarea in onore di Tiberio Cesare, essendosi per l'avanti chiamata Paneade.
16,16:Tu se' il Cristo, il figliuolo di Dio vivo. Unico naturale figliuolo, infinitamente superiore a Giovanni, a Elia, a Geremia, i quali non sono figliuoli di Dio, se non per adozione.
16,17:Bar Jona. Vale a dire figliuolo di Giona, o sia di Giovanni. Credesi, che così fosse cognominato Pietro, prima che si desse a seguir Gesù Cristo.
16,18:Tu sei Pietro, e sopra questa pietra ec. Sopra di te, o Pietro, edificherò io la mia chiesa. Imperocchè spiega qui Cristo il mistero ascoso nel nome di Pietro, significando (come notò s. Cirillo, e tutti i Padri) che sopra di lui, come sopra fermissima, e saldissima pietra, avrebbe innalzata la Chiesa. Egli è adunque stabilito Pietro capo, e pastore della chiesa universale, vicario del principe de' pastori, il quale in tal guisa a Pietro raccomandò la cura delle sue pecorelle, che evidentemente fece conoscere, come al suo ovile non potevano appartenere quelle che Pietro non riconoscessero per pastore.
Le porte dell'inferno ec. La saldezza, e la forza invincibile della chiesa fondata sopra tal pietra sarà tale, che vincerà tutta la possanza dell'inferno, il quale, per quanto si sforzi di opporsi all'ingrandimento di lei, non potrà impedirlo.
16,19:E a te io darò le chiavi ec. Le chiavi significano la suprema autorità, e potestà di governare. E adunque data qui a Pietro tutta quella potestà, che è necessaria a reggere il regno di Cristo, cioè la chiesa. Un atto di questa potestà suprema è spiegato nelle seguenti parole: qualunque cosa avrai sciolta ec. colle quali un'amplissi ma potestà è promessa a Pietro di sciogliere generalmente dai peccati, dalle pene spirituali, dai voti, e da tutte quelle cose, dalle quali avrebbe sciolti gli uomini Cristo medesimo conversante sopra la terra. Alla potestà di sciogliere va unita quella di legare, cioè di ritenere i peccati, e di punirli eziandio colle pene spirituali. Questa pienezza di potestà è trasfusa ne' successori di Pietro, ne' Romani Pontefici, secondo la dottrina di tutti i tempi, e di tutti i cattolici.
16,20-21:Che non dicessero ec. La causa di questa proibizione è accennata da s. Luca cap. IX. 22.,vale a dire, perchè di lì a poco dovea egli essere crocifisso. Non volle adunque Cristo, che i suoi Apostoli parlassero della sua divinità, affinchè non avvenisse, che la ignominia, e lo scandalo della croce, che fu valevole a turbare gli animi de' medesimi Apostoli, abbattesse interamente la fede dei deboli. La stessa ragione è accennata da s. Matteo, mentre racconta, che da indi in poi (dopo cioè che Cristo ebbe confermati gli Apostoli nella fede della sua divinità) cominciò a parlare con essi de' futuri suoi patimenti.
16,23:Satana: tu mi sei ec. Con questa forte riprensione umilia il suo Apostolo, dicendogli, che per uno zelo non secondo la scienza, in vece di amico, la faceva da suo avversario, tentando di ritrarlo dall'adempire i voleri del Padre, e così dandogli, quanto era in lui, occasione d'inciampo, perchè adesso non pensa secondo i dettami della sapienza celeste, ma per impulso, e affezione umana, e carnale; imperocchè da questa viene l'orrore dei patimenti, e della morte.
16,24:Rinneghi se stesso, ec. Rinunzi a tutti gli affetti, che non sono secondo Dio; si spogli dell'uomo vecchio, secondo la frase dell'Apostolo, e si rivesta del nuovo.
16,27:Verrà nella gloria. Consola i discepoli proponendo loro la espettazione della sua seconda venuta, quando, rivestito di gloria, e di una assoluta potestà, ricompenserà le pene, e le afflizioni de' suoi con un'eterna corona.
16,28:Vi sono di quelli, che non morranno, prima ec. Promette, che farà vedere ad alcuni di loro uno schizzo di quella gloria, colla quale verrà alla fine del mondo. E parla egli qui, per sentimento comune de' Padri, della sua trasfigurazione, la quale fu sei giorni dopo questo discorso. Ma perchè adunque, trattandosi di cosa, che dovea essere dopo sì breve intervallo, parla egli cosi: non morranno, prima che veggano ec.? Forse volle Cristo con una maniera di parlare tanto indeterminata tenera vie più ascoso il mistero stesso della trasfigurazione, e togliere ogni motivo di curiosità a quelli, i quali non doveano essere a parte di tal mistero. Dice, che quelli, che ne saran testimoni, vedranno lui nel suo regno, per chè del suo regno glorioso era una figura, e un'immagine la stessa trasfigurazione.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap